Il pittore Lorenzo Lo Vermi, canicattinese, vanta già buone affermazioni. Curriculum lodevole; una lusinghiera affermazione alla collettiva della biblioteca "A. Geisser" di torino: un premio speciale per la novità della tecnica all'ottava edizione del premio "Il Cavalletto di Torino"; un premio al "Trofeo di Capodanno" di Beinasco; oltre una serie di segnalazioni in importanti manifestazioni e mostre.
Importante, poi, il successo conseguito nel 2004 ad una speciale esposizione di pittura, scultura, design e fotografia alla "Galleria Comunale d'Arte Moderna" di Cerreto Laziale (Roma).
"Ho cominciato giovanissimo con tanta buona volontà ed amore per i pennelli" - dice. Ma alcuni eventi "mi hanno costretto a trasferirmi con la famiglia a Torino. Qui l'anima mi riporta all'antico amore. Mi affascinò il colore della natura, pulito, sfolgorante nei suoi prodotti. Con dei pastelli ho iniziato a dipingere nature morte, paesaggi e fiori". Poi l'olio. Alcune composizioni spiccano per le particolari caratteristiche individuali che si manifestano con evidenza: lo studio diretto di tutto ciò che rappresenta la natura: dalla mela, alla verza, alle foglie, alle verdure. Quasi sempre riposti in vassoi pronti ad essere serviti.
Per acquisire perfezione nella tecnica pittorica Lo Vermi conseguì la maturità artistica. Comincia a produrre tele con nature morte gastronomiche perchè egli si sente attratto dai colori vivaci.
Così, il suo pennello traccia i colori che sono i veri protagonisti della sua produzione: sono il giallo, il rosso, ed i colori caldi che infondono un senso di serenità e gioia.
La produzione è numerosa. Nei suoi dipinti c'è il seme della riflessione e ciò perchè non si stacca mai dalla realtà per non cadere nel fantastico o nell'invenzione che inesorabilmente porterebbe all'annullamento, all'inutilità.
Piuttosto crediamo che la pittura di Lo Vermi sia comunicativa, sentimento: sono rime di colori e di suoni armonici che l'osservatore attento subisce, positivamente.
Giovanni Venezia