Il soggetto principale, posto in posizione centrale all’interno dell’opera, è una donna che, quale simbolo di genesi e fertilità, rappresenta la VITA. Dal suo capo si dipanano sette nastri colorati che stringe fra le dita. Questi entrano nel pianeta Terra attraverso i Continenti e lo tengono sospeso nell’Universo preservandolo dall’attrazione del buco nero posto in basso a destra nel dipinto. I sette nastri colorati rappresentano le sette discipline artistiche protagoniste della Biennale 2009 Seven Gates Skopje, sette passioni che penetrano nel mondo, avvicinando l’uomo al divino, permettendogli così di sopravvivere all’aridità, all’egoismo ed alla superficialità che oggi dilagano ovunque, facendo sì che egli si elevi e non venga fagocitato dal nulla che in quest’opera è proprio il buco nero. A quest’ultimo si contrappone, in alto a sinistra, il suo opposto e cioè una spirale eseguita con colori chiari, in prevalenza giallo ed oro, che rappresenta un buco bianco. Questo genera energia vitale che permea tutto l’universo e che sostiene la Vita (la donna), la conchiglia (simbolo, assieme ai ramoscelli di ulivo posti sulle anche della donna, delle culture mediterranee, ingrediente primario della biennale) e che conclude la sua evoluzione, così come vuole il ciclo di eterno divenire, nell’oblio. Perché niente può esistere in assenza del suo opposto. Ed infine, ma non per questo di secondaria importanza, posizionato sul buco bianco, vi è un occhio: è un essere superiore, un’entità divina che, al di là di ogni dimensione, è l’artefice dell’eterno divenire e veglia sulla VITA (la donna) e sull’uomo (pianeta) che , attraverso le sette arti, tende a lui. Con la sua presenza ci invita ad abbandonare la presunzione di ritenerci i padroni del cosmo ed a riflettere che non siamo soli nell’universo.