Se la nostra vita manca di zolfo, č perché ci compiacciamo di contemplare le nostre azioni e di perderci in riflessioni sulle forme fantastiche, anzichč lasciarci condurre da esse.
E' la nostra impotenza a possedere la vita, se il fine č di offrire uno sbocco ai nostri sentimenti repressi, una sorta di atroce poesia si esprime in atti bizzarri che, pur alterando la realtā della vita, dimostrano che la sua intensitā č intatta e che sarebbe sufficiente digerirla meglio.
L'artista che non ripete mai due volte lo stesso gesto ma compie gesti, si muove ed innegabilmente violenta le forme; al di lā di queste forme e attraverso la loro distruzione raggiunge ciō che sopravvive ad esse e provoca la loro continuazione.
Ciō che conta č dare un nome alle ombre e credere che questo atto non debba rimanere sacro, vale a dire riservato a pochi, bensė credere che non tutti possono compierlo, in quanto esso esige una preparazione. Il che significa rifiutare i consueti limiti dell'uomo e delle sue facoltā e allargare infinitamente i confini della cosiddetta realtā.