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Mostre ed incontri artistici - Maggio 2015 |
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Gino
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Francesco Verio: l'Artista celato Pittura e Grafica d'Arte inedita
Sabato 9 maggio 2015, alle ore 18.00, si inaugura la mostra di Francesco Verio, a cura di Veronica Longo, all’Atelier Controsegno, in Via Napoli 201, Pozzuoli, Napoli (nei pressi della stazione cumana Dazio). Per l’occasione il poeta-attore Ciro Ridolfini reciterà Io e l’uomo, corpus poetico di sua produzione.
In chiusura, domenica 24 maggio, l’associazione Lux in Fabula presenta il video Il Faro dedicato alla memoria di Raffaele De Martino, al “Cantiere” e alla salvaguardia di Bagnoli e Coroglio.
Si presenta come un uomo schivo, timido, riservato e di poche parole, ma quelle pronunciate sono sempre moderate e mai superflue… La sua aria mite e pacata di certo non fa pensare all’estro eccentrico di taluni artisti, all’immagine “scapigliata” che spesso la gente ha di questa categoria. Poi avviene la “trasformazione”: di fronte a una tela immediatamente ne escono pennellate energiche e, talvolta, persino “violente”, così come l’uso del colore che molto spesso è acceso, dirompente e accattivante. Figlio d’arte, Francesco Verio nasce ufficialmente con questa identità dal 1977, quando decise di trasformare il suo cognome facendo una sorta di trasposizione da San Francesco Saverio. Una scelta difficile e anche coraggiosa se pensiamo che (invece di utilizzare i benefici di una celebre paternità come hanno fatto in tanti, ad esempio per entrare negli ambienti accademici), decide di staccarsi dalle sue origini per percorrere una strada tortuosa e in solitudine, ma senza dubbio molto più gratificante poiché i successi da lui ottenuti in questi anni sono stati esclusivamente il frutto di ricerche e fatica personali. Il suo cammino inizia dall’Istituto d’Arte, per poi proseguire presso l’Accademia di Belle Arti di Napoli dove, erroneamente iscritto al corso di Scenografia, avendo da subito intuito che la sua strada fosse la pittura, trascorre tutte le ore di studio nel laboratorio di pittura, come allievo di Armando De Stefano. Dunque, anche da questo punto di vista, un esordio per nulla semplice. Più che figlio d’arte, Verio è soprattutto erede del ‘900, infatti la sua pittura rivela diverse influenze, dai Fauves (Matisse in particolare che ama molto), passando qualche volta per il Picasso cubista, le ambientazioni metafisiche, le atmosfere del “realismo magico” di Felice Casorati o le figure monumentali dalle grandi mani di Mario Sironi. Artista curioso e prolifero, Francesco, ovviamente, non disdegna neppure gli interpreti napoletani, primo tra tutti Chiancone, che gli è Maestro sia per gli aspetti più profondamente tecnici che di vita ma, tra questi, non dobbiamo dimenticare Enrico Cajati e Raffaele Lippi. Questo tipo di formazione emerge dai suoi lavori in cui frequentemente vengono denunciati temi attuali e scottanti, pertanto, non abbiamo visioni rassicuranti, bensì rappresentazioni crude della realtà. Alcuni “simboli” sono ricorrenti, tra questi le sedie che, cadendo dal cielo o sorrette da flebili fili, danno un profondo senso di smarrimento. Altro elemento ricorrente nelle sue opere sono le scale, che i suoi personaggi si trovano a salire o scendere di continuo. Segue poi la maschera, motivo diversamente ripetuto perché indossata dalle persone o elemento disposto all’interno di un’ambientazione o di una natura morta: tra queste non poteva mancare il “nostro” Pulcinella, con il suo vissuto drammatico, incarnazione vivente di una Napoli in croce (2014). Tra i soggetti amati c’è anche la donna, musa ispiratrice del ritratto o del nudo e l’autoritratto, probabilmente perché nessuno può conoscerci più di noi stessi e, tra l’altro, si finisce per essere un modello eternamente presente. La cosa che colpisce maggiormente è che su questi temi Francesco ci riflette e “rimurgina” per anni e anni: spesso gli schizzi vengono ripresi a distanza di tempo e rielaborati in versione totalmente diversa o con leggere variazioni. È questo il caso di Precarietà, un olio su tela del 2002, metafora dell’uomo contemporaneo laddove la persona, precipitando dall’alto, perde ogni forma di equilibrio, cercando di divincolarsi tra le sedie cadenti. Singolare è l’inserimento di un cubo, contenente un uovo, di dechirichiana memoria che per l’autore rappresenta non solo la perfezione di entrambe le forme, ma anche quel senso di fragilità dell’esistenza, essendo l’uovo un oggetto facile da rompere e legandosi a esso la leggenda virgiliana della distruzione della città di Napoli. Questa stessa struttura molto articolata, è stata poi rielaborata nell’incisione dallo stesso titolo e anno, una puntasecca su zinco che ben riporta la stessa drammaticità del tema, utilizzando la forza del solco inciso. E qui ne scaturisce un’altra rivelazione: non tutti forse sanno che Verio si dedica con passione anche alla grafica d’arte, in opere già a partire dagli anni dell’Accademia per continuare ancora oggi a intervenire sulle matrici, ottenendo una potenza segnica non indifferente. Artista curioso e dedito all’approfondimento delle tecniche, in questa sede Francesco espone incisioni del tutto inedite, ma di grande valore e, quindi, ancora una volta quella parte più occulta di sé emerge, rivelando un artista “nuovo”. Tra queste stampe c’è la Donna con cappello del 1980, dal profilo molto pronunciato e con un occhio fisso in primo piano: il nero vellutato della puntasecca, rivela una forza tale che potrebbe rimandarci ai lavori di Ernst Ludwig Kirchner. Come negli esempi precedenti, il volto viene nuovamente rielaborato in alcuni dipinti degli anni ‘80, come nell’olio su tela Donna con cappello n. 1, (realizzata in ben 5 versioni diverse), in cui si avvicina all’espressionista tedesco anche per la coloristica. Anche la puntasecca in mostra, Mariarosaria, cita quasi letteralmente la tecnica mista su tavola Perla, opere elaborate in contemporanea nel 2005. Le altre grafiche, oltre a rappresentare la maschera, ci riportano continuamente alla difficoltà di questi uomini a mostrarsi, pertanto osserviamo figure che origliano da Dietro la porta (1993), oppure che osservano da lontano il mondo attraverso le ante di una finestra: di questo è emblematico lo schizzo preparatorio dell’opera Guardando oltre realizzato da Verio nel 2013 e rielaborato nell’incisione del 2015. Tra questi fogli, il più emblematico è proprio la maniera allo zucchero l’Artista celato del 1994 nella cui la figura, che si nasconde quasi con timore dietro la tenda, sembra di vedere proprio l’artista, che con estremo pudore scruta lo spettatore utilizzando soltanto un occhio, mentre dall’altro la visione è totalmente oscurata. Pittore ormai affermato da tempo, in questa personale per la prima volta Francesco svela quella parte di sé ignota quasi a tutti e, se in questi anni, tanti sono stati gli schizzi, i disegni o le tecniche miste con china e pennarello, qui si mostra anche come incisore. Una felice scoperta, soprattutto in un posto come Atelier Controsegno che da sempre privilegia e promuove la grafica d’arte, oltre all’originalità dei contenuti, la qualità tecnica e il “made in Naples”, tutte carte che Verio gioca alla grande, senza mai bluffare, con una coerenza e pertinenza di linguaggio che sono solo e unicamente suoi. Dunque, un artista che non si affida al caso, ma induce le persone a riflettere e interrogarsi; anche questo potrebbe essere un modo per andare controtendenza, in una realtà che ormai, bada prima di ogni cosa soltanto all’apparenza… A completamento dell’evento, dalle 18.30 Ciro Ridolfini reciterà Io e l’uomo, corpus poetico tratto dal suo libro del 1993 A teatro da me, che tratta dello svelamento della maschera che tutti siamo costretti a indossare. Classe 1948, Ridolfini inizia a studiare recitazione a Napoli a 17 anni prima con Giuseppe Anatrelli e poi dal ‘68 con Mario Ciampi. Negli anni 1971-72 fonda la compagnia il Teatrangolo al Teatro Bracco di Napoli, nel 1973 il CAT (Centro Attività Teatrale) a Castellammare di Stabia (Napoli) e nel 1977 la cooperativa Teatro di mutamenti (sempre a Napoli). Attualmente lavora come poeta, scrittore e saggista, cimentandosi nella cinematografia e in performances teatrali durante vernissage artistici. Rassegna Stampa a cura di Rosalba Volpe La mostra resterà aperta tutti i giorni dal 9 al 24 maggio, dal martedì al sabato: 10.00 – 14.00 e 16.00 – 20.00; domenica: 16.00 – 19.30. Lunedì e festivi chiuso. INGRESSO LIBERO. Info: +39 3332191113 – controsegno@libero.it - FB: AtelierControsegno - Evento FB: https://www.facebook.com/events/559254914177557/
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Gino
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Tony Stefanucci
Museo Archeologico Nazionale, Napoli
O Mythos. Per questa mostra, l'artista propone due percorsi fotografici: "La chapelle du Minotaure" e "Vesuvius e' un vulcano", 12 scatti allegorici dall'eruzione del '79, un viaggio della fantasia fra i suoi riferimenti artistici e culturali.
comunicato stampa
Al Museo Archeologico lunedì 4 maggio alle ore 17,30 si inaugura la mostra “O Mythos” di Tony Stefanucci, in occasione dell’ottantesimo compleanno dell’artista. Una mostra da non perdere, organizzata dall’Associazione TempoLibero, con il coordinamento scientifico di Marco De Gemmis. Per il vernissage è previsto un reading dell’attrice Antonella Stefanucci e la presenza di numerosi artisti e critici che festeggeranno l’artista nel luogo a lui più congeniale, il Museo; ma è previsto anche un insolito “dono” per l’ottantenne: un suo busto di cartapesta, scolpito dalla sua compagna di vita e di arte, la scultrice Rosa Panaro che De Gemmis, a giusta ragione, definisce “deuteragonista”.
Tony Stefanucci, presente sin dagli Anni Cinquanta sulla scena artistica napoletana, ha ricoperto il ruolo di docente di Scenografia all’Accademia di Belle Arti e, tra le sue tante attività, va ricordata l’ideazione del parco dei divertimenti Edenlandia. È stato direttore degli allestimenti scenici, scenografo e costumista del teatro Mercadante e poi del San Carlo negli anni Settanta e ha partecipato a numerosi spettacoli (Macbeth, Annella di Portacapuana, Don Giovanni), tutti improntati sull’innovazione scenica e contenutistica.
Per questa mostra, propone due percorsi: “La chapelle du Minotaure” e “Vesuvius è un vulcano, 12 scatti allegorici dall’eruzione del 79”, un viaggio della fantasia fra i suoi riferimenti artistici e culturali quali Picasso, il minotauro, il mito, Pompei, il Vesuvio, Napoli. Come scrive Marco De Gemmis nel testo che introduce il catalogo, nella mostra convivono elementi variegati, multiformi: “Stefanucci, allo storico materiale di partenza, come è nelle sue corde, aggiunge nuovi messaggi, lo confonde con icone e segni presi in prestito da altri contesti perché tutto è legittimo e ogni cosa può organizzarsi con forme perfettamente in linea col suo gusto.”
Fotografia e computer art costituiscono i linguaggi modernissimi scelti da Stefanucci per questo suo lavoro all’Archeologico che pochi attribuirebbero ad un ottantenne. Clorinda Irace, nel testo in catalogo, sottolinea il segno “fresco” e innovativo, la modernità dei linguaggi usati dall’artista “ci emozioneremo in un mix di passato, presente, mito, sogno grazie ad un’arte che usa senza difficoltà tecniche di ultima generazione. Sì, perché il computer e le sue infinite possibilità non hanno segreti per questo giovane - vecchio che cavalca la contemporaneità senza imbarazzi e senza indugi”.
Stefanucci, Panaro, artisti che hanno impresso un segno importante nell’arte napoletana, appartenenti a quella generazione che ha dato un grosso contributo allo svecchiamento dei linguaggi artistici dagli anni Cinquanta in poi. E Massimo Bignardi, sempre nel catalogo, scrive “Tony riversa la ricchezza della sua colta memoria iconografica che gestisce, al suo solito, con sottile e provocatoria ironia” e aggiunge “ E’ la rielaborazione dei testi immaginativi che Stefanucci nutre di lontane presenza ripescate dal catalogo delle sue opere giovanili, di quando con Guido Biasi cercava, a metà degli Anni Cinquanta, una strada napoletana all’avventura dell’Arte nucleare”.
Ufficio Stampa e P.R. ornella.falco@beniculturali.it vittorio.melini@beniculturali.it
Inaugurazione lunedì 4 maggio - ore 17.30
Museo Archeologico Nazionale piazza Museo Napoli orari di apertura del
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Gino
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martedì 5 maggio 2015
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David Tremlett
Galleria Alfonso Artiaco, Napoli
Form & Rhythm. 13 nuovi lavori a pastello su carta. Le sue composizioni consistono tipicamente di geometrici arrangiamenti, composizioni astratte di forme, combinazioni costruite su elementi puramente astratti.
comunicato stampa
La galleria Alfonso Artiaco è lieta di annunciare l’inaugurazione della mostra personale di David Tremlett, martedì 5 maggio 2015, alle ore 19, in presenza dell’artista.
Per la sua sesta personale alla galleria Alfonso Artiaco dal titolo Form & Rhythm, David Tremlett presenta 13 nuovi lavori a pastello su carta nati da alcuni bozzetti realizzati in Giappone e in Vietnam nel 2012. La Forma (sagomata, compatta, costruita, dell'oggetto) e la sua collocazione all'interno del Ritmo (equilibrio, tratto, movimento, vicinanza, colore) è il tempo costruito di ogni disegno.’ (David Tremlett)
L’artista (nato in Cornovaglia nel 1945), si riferisce al suo lavoro, infatti, come oggetti, sculture piane piuttosto che immagini che per lui implica illusione. Le sue composizioni consistono tipicamente di geometrici arrangiamenti, composizioni astratte di forme, ma nello stesso tempo gli stessi sono combinazioni costruite su elementi puramente astratti che emanano la gioia sensuale del colore e della tonalità, mentre la relazione tra le geometrie narra delle esperienze maturate dall’artista.
A partire dagli anni ’70, in ogni opera David Tremlett riversa il proprio vissuto, passato e presente, e racconta soprattutto i suoi viaggi intrapresi in ogni parte del mondo. Le diverse culture incontrate di volta in volta, e le sensazioni provate, si riversano, poi, nei lavori sotto forma di segni, forme e colori. Sviluppa quindi delle annotazione del viaggio, del paesaggio e dei sentimenti provati durante i propri spostamenti: scritti, disegni, fotografie, filmati o registrazioni. Persino i materiali utilizzati sono quelli adatti a qualsiasi tipo di bagaglio: grafite e fogli di carta di piccolo formato. Ognuno dei fogli raccoglierà le note dell’artista per diventare parte di una forma geometrica in futuri lavori.
David Tremlett vive attualmente in Inghilterra a Bovingdon. Ha esposto in alcuni dei più importanti musei e gallerie del mondo e ha un rapporto consolidato con la galleria Alfonso Artiaco come testimoniano le mostre del 1991, 1996, 2001, 2006, 2011. E’ del 2002 la Stazione della Metropolitana di Rione Alto a Napoli.
Inaugurazione martedì 5 maggio 2015, alle ore 19
Galleria Alfonso Artiaco piazzetta Nilo, 7 (Palazzo Principe Raimondo De Sangro) Napoli Maggio: da lunedì a sabato ore 10-20; Giugno: da lunedì a venerdì ore 10-20 ingresso libero
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Gino
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mercoledì 6 maggio 2015
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Adalberto Mecarelli
Al Blu di Prussia, Napoli
L'esprit du lieu. Mostra di fotografia
sintesi del comunicato stampa
L'esprit du lieu. In esposizione, 10 opere frutto di un processo fotografico che trovano i loro principali fondamenti in 4 elementi: luce, materia, spazio, tempo. Impronte fotografiche al nitrato d'argento su tessuto di volumi di luce solare, realizzate con un processo che realizza fisicamente l'impronta, ma non la fissa nel tempo e resta volontariamente in progress. Inaugurazione 6 maggio ore 18.
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Gino
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giovedì 7 maggio 2015
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Napoli - dal 7 maggio al 6 giugno 2015 Fogli di pensieri. I disegni inediti di Costantino Barbella |
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BASILICA E CONVENTO DI SAN DOMENICO MAGGIORE vai alla scheda di questa sede Exibart.alert - tieni d'occhio questa sede |
Piazza San Domenico Maggiore (80134) |
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Eventi in corso nei dintorni |
Il corpus inedito, presentato anche nel catalogo, consta di numerosi fogli, talvolta disegnati su entrambi i lati, e due taccuini per un totale di oltre 240 disegni. Alcuni fogli recano anche appunti e note di promemoria. Matita, pastello, inchiostro e carboncino sono le tecniche grafiche utilizzate, spesso anche combinate tra loro, e impiegate sui supporti cartacei più vari (carta bianca o avorio, grigio-azzurra, cartoncino, fogli di taccuino, carta di giornale, carta quadrettata etc.) |
orario: ore 11,00 – 19,00 (possono variare, verificare sempre via telefono) |
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vernissage: 7 maggio 2015. ore 19 |
catalogo: in galleria. Databenc_Press |
ufficio stampa: alessandra.cusani@gmail.com |
curatori: isabella valente |
autori: Costantino Barbella |
genere: personale, disegno e grafica, arte moderna |
web: www.ilbellooilvero.it | |
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Gino
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sabato 9 maggio 2015
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In Piatto
Movimento Aperto, Napoli
Nutrimenti ad arte. Ogni artista declina la sua riflessione sul cibo secondo concedendosi una sorta di divertissement in una deriva che puo' inclinare verso il linguaggio della pubblicita', o del riciclo, o della poesia verbo-visiva.
comunicato stampa
L’ironia, nella sua accezione di “atteggiamento di bonaria irrisione, di superiore distacco dalle cose” può essere il filo conduttore che collega le opere presenti in questa mostra, che pur trattando un argomento grave, in questo periodo al centro dell’interesse mondiale per essere il tema dell’Expo, lo fanno in tono lieve, con quella leggerezza che può nascondere una riflessione profonda, propria dell’arte senza aggettivi.
Ogni artista declina la sua riflessione sul cibo secondo il suo personale linguaggio o seguendo il filo di un pensiero che in qualche modo se ne discosta, concedendosi una sorta di divertissement in una deriva che può inclinare verso il linguaggio della pubblicità, o del riciclo, o della poesia verbo-visiva, o neo-pop, onirico o naif o documentale … ma tutti condividono la volontà di evitare i toni della retorica e della celebrazione, rischio sempre in agguato nell’affrontare un tema di tali implicazioni e risvolti sociali e politici.
La mostra, già presentata a Roma, nella sede di Studio Arte Fuori Centro in un allestimento di grande impatto visivo, vera e propria installazione corale, viene ora riproposta in una versione aggiornata, con contributi nuovi in sostituzione di altri, testimoniando così il principio per cui, in un sistema fondato su moduli, è la struttura a dare significato e ragione ai singoli elementi. Senza che questo sottragga, ça va sans dire, significato e validità, oltre che valenza estetica, ad ognuno dei “piatti” che costituisce opera a sé stante.
GLI ARTISTI: Minou Amirsoleimani, Paola Babini, Luigi Baroni, Paolo Beltrambini, Rosetta Berardi, Franca Bernardi, Maurizio Betti, Francesco Calia, Maria Pia Campagna, Loredana Cangini, Massimo Casamenti, Elettra Cipriani, Raffaele Della Rovere, Piero Delucca, Gabriella Di Trani, Salvatore Giunta, Silvana Leonardi, Giuliano Mammoli, Davide Medri, Rita Mele, Patrizia Molinari, Muky, Franco Nuti, William Para, Enzo Pezzi, Antonio Picardi, Daniela Poletti, Teresa Pollidori, Luciano Puzzo, Francois Rabelais, Fernando Rea, Cesare Reggiani, Rosella Restante, Marcello Rossetti, Alba Rossi, Lionella Santececchi, Alba Savoi, Sebron, Grazia Sernia, Renato Trusso, Ilia Tufano, Oriano Zampieri.
Inaugurazione 9 maggio ore 17
Movimento Aperto via Duomo 290/c - Napoli orario: lunedì e martedì ore
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Gino
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sabato 9 maggio 2015
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Massimo Pastore
Marte Mediateca Arte Eventi, Cava de' Tirreni (SA)
As You Like It. Nell'opera fotografica le immagini si riappropriano di una propria autonoma identita', come nella volonta' dell'artista che le ha create pensando a un soggetto che sceglie la sua forma e il suo enunciato.
comunicato stampa
a cura di Antonio Maiorino Marrazzo
Nuovo appuntamento per la sezione espositiva del MARTE "Close Up" incentrata sull'arte fotografica e realizzata in collaborazione con la Galleria PrimoPiano di Napoli. Il Marte, officina culturale di Cava de' Tirreni, ospiterà dal 10 maggio al 7 giugno 2015 la personale di Massimo Pastore “As You Like It” a cura di Antonio Maiorino Marrazzo.
Il vernissage è fissato per sabato 9 maggio alle ore 18.30. Partner dell'evento Officina Italiana Design. La Mostra si svolge sotto il Matronato della Fondazione Donnaregina per le Arti Contemporanee 2015 - il programma di patrocinio della Fondazione e del museo Madre volto al riconoscimento e alla promozione di progetti culturali o artistici realizzati nelle regioni Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia, Sardegna, Abruzzo e Molise.
Nell’opera fotografica As you like it di Massimo Pastore - al MARTE con un allestimento site specific e una selezione di 40 stampe fotografiche in bianco e nero di piccolo e medio formato - le immagini fotografiche si riappropriano di una propria autonoma identità, come nella volontà dell’artista che le ha create pensando a un soggetto che sceglie la sua forma e il suo enunciato.
L’idea che ha dato l’avvio a questo progetto è il soggetto che deve raccontare di sé o di sé immaginare la relazione con lo spazio che vive, con se stesso, con il mezzo fotografico, con l’artista. “Come ci comportiamo quando veniamo sedotti dalla libertà (vigilata) di essere protagonisti e co-autori?” si chiede Anita Pepe nel testo critico di questo progetto e continua: “I criteri concordati dovrebbero rassicurarci, ma sappiamo ancora scegliere non tanto il modo in cui vogliamo essere rappresentati, quanto quello che ci rappresenta?”. I soggetti possiedono la libertà di agire e di confrontarsi, di trasformarsi o di rivelarsi, con il solo obbligo di farlo in un preciso perimetro che l’artista loro impone. In questo processo il divenire si colora sempre di una nuova dialettica in cui l’immagine diventa sintesi di un principio d’identità. Un play del quale nessuno conosce la trama e che si misura con l’intelletto e la ragione, con la fantasia e la realtà
Massimo Pastore ha chiesto ai suoi soggetti di farsi ritrarre prevalentemente in una fase di sospensione della vita, in un luogo dove i rapporti sono rarefatti dal tempo del vacare, dal nuovo paesaggio e da una condivisione insolita dell’esistenza di un posto al quale non appartengono ma che è pure loro nella surreale ‘proprietà temporanea’ dei luoghi che sono dei viaggiatori. Ecco allora la sfida: “Come piace a voi, come voi volete, come meglio vi aggrada”, salvo poi disinnescare il linguaggio degli interlocutori nell’affascinante gioco dove i soggetti stessi si firmano con una parola o una frase che diventa titolo dell’opera fotografica, dando vita ad una narrazione circense, dove ciascuno e ognuno disegna il proprio ruolo.
Massimo Pastore (Napoli 1971) inizia nel 1997 il suo rapporto con la fotografia specializzandosi nelle tecniche di stampa del bianco e nero analogico, contestualmente sceglie di utilizzare la fotografia come principale mezzo espressivo, concentrando la propria ricerca personale sulla relazione tra visibile e invisibile, sul concetto di impermanenza e sul tra uomo e ambiente sovvertendo talvolta nei propri progetti l a relazione tra fotografo e soggetto ritratto, come nel progetto “As You Like It”. Nel 2006 fonda, con Antonio Maiorino, PrimoPiano Napoli una galleria impegnata nella ricerca, nell’esposizione e promozione di artisti che lavorano con la fotografia, nonchè laboratorio personale e collettivo. Ha esposto i suoi lavori in mostre personali e collettive in galleria private e luoghi istituzionali in Italia, Francia, Germania, Lussemburgo, MaroccoTra le mostre si segnalano: Artlane Vesuviano, collettiva a cura di Raffaella Barbato e Luisa D’Auria, Ex Polverificio Borbonico (Scafati 2015). As You Like It - Museo Nuova Era e Galleria Bluorg Bari - a cura di Denis Curti e Antonio Maiorino Marrazzo - con un testo di Anita Pepe (Bari 2014). Photissima International Photo Festival Torino (Torino 2014)" Bianco – a cura di Maha Solo - FotografiArt Rabat (Marocco 2014). Paleocontemporanea - Rassegna Video _ Osservatorio Astronomico di Napoli a cura di Marcella Ferro (Napoli 2013) “O si O si è assunti in cielo o si precipita – a cura di Antonio Maiorino Marrazzo FlashArt Event (Milano 2012). "è quel sono che rende uguali" - Galleria Civica d'Arte Contemporanea - Siracusa. 26^ Biennale dell'Umorismo nell'arte - L'arte del 900 – (Tolentino 2012) . Bianco _ Cold Landscapes - PrimoPiano Galerie – (Berlino 2012). The State of the Art – a cura di Luisa Conte – Accademia di Romania (Roma). Ritorno alla Grande Via - Galleria Immaginaria Firenze. Arles - Rencontres d'Arles 2008 off - (Francia). Femmes” Mairie de Paris 12eme (Parigi) I love you – I love you really” Stephane Ackermann – Agence d’Art Contemporain (Luxembourg).
Inaugurazione 9 maggio ore 19.30
Marte Mediateca Arte Eventi corso Umberto I, 137 Cava de' Tirreni dal lunedì alla domenica, dalle ore 10 alle ore 13 e dalle ore 18 alle ore 21 Ingresso gratuito
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Gino
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Festa dell'arte
CasArcobaleno, Napoli
Fotografie, video, dipinti e libri d'artista di Renuka Kesaramadu, Chen Li, Susanne Muller, Tony White, Anja Mattila Tolvanen, Antonella Prota Giurleo...
comunicato stampa
Nell’ambito di Fare arte a Scampia, progetto che vede da sette anni impegnata la cooperativa Occhi aperti e numerose associazioni del quartiere napoletano, si è pensato di organizzare una festa dell’arte. Un’occasione per rivedere alcune opere realizzate da diverse artiste e artisti negli anni del simposio, per esporne di nuove e per mostrare gli interventi realizzati da giovani del quartiere su testi della casa editrice A Oriente! di Milano.
Saranno esposte
Opere di: Giannetto Bravi, Marisa Cortese, Mimmo Di Caterino, Fabio Fumo, Pirjo Heino, Renuka Kesaramadu, Chen Li, Susanne Muller, Tony White
Libri d’artista di: Mara Caruso, Fernanda Fedi, Gretel Fehr, Ornella Garbin, Gino Gini, Emily Joe, Isabel Jover, Anja Mattila Tolvanen, Antonella Prota Giurleo, Evelina Schatz, Dana Sikorska, Antonio Sormani, Vittorio Tonon, Micaela Tornaghi, Rosanna Veronesi e il libro d’artista collettivo Pane quotidiano con interventi grafici di Antonella Bosio, Giuliana Bellini, Mame Demba Beye, Carmen Boccù, Anna Boschi, Giuseppe Cafagna, Mara Caruso, Marco Esteban Cavallaro, Adolfina De Stefani, Albino De Francesco, Emily Joe, Maurizio Follin, Eliana Frontini, Ornella Garbin, Ruggero Maggi, Marilde Magni, Nadia Magnabosco, Gianmario Masala, Pierangela Orecchia, Lorena Pedemonte Tarodo, Mari Jana Pervan, Antonella Prota Giurleo, Angelo Riviello, Sergio Sansevrino, Antonio Sassu – Gruppo Sinestestico, Monica Scardecchia, Mor Talla Seck, Antonio Sormani, Giorgia Sormani, topylabrys, Micaela Tornaghi, Rosanna Veronesi, Vorticerosa su testo di Melano Turmanidze e progetto di Antonella Prota Giurleo
Immagini fotografiche e video di: Mirko Bozzato, Ludovica Cattaneo, Fabio Cito, Dario Renda, Domenico Severino, Enza Tamborra
e saranno presentati: il progetto La via di Maurizio Follin e Donne ad arte, fondo dedicato all'arte di genere all'interno della biblioteca Anna Caputi dell'Accademia di Belle Arti di Napoli
Una serata per riportare, attraverso la presentazione verbale e visiva, l’attenzione sull’arte e sulla creatività, per scambiare chiacchiere sull’arte tra opere e immagini, sorseggiando bibite e spizzicando, nella convinzione che l’intreccio tra cultura e reti di relazione favorisce la crescita delle persone.
Inaugurazione 12 maggio ore 19
CasArcobaleno via Arcangelo Ghisleri (quartiere Scampia) Napoli 19-23 ingresso libero
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Gino
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Mario Tatafiore
Galleria d'Arte Salvatore Serio, Napoli
Metafore Oniriche. Dipinti ispirati dall'inconscio
sintesi del comunicato stampa
Martedi' 12 maggio 2015, alle ore 18.30, si inaugura la mostra di Mario Tatafiore, presso la Galleria d'Arte Salvatore Serio in Via Oberdan 8, Napoli (nei pressi di Piazza Carita'). Le metafore oniriche sono l'espressione di un processo creativo che nasce dalla sfera dell'inconscio, le cui immagini sono determinate con un meccanismo quasi automatico, conferendo alle opere un'atmosfera metafisica. Dalla fase appena descritta vi e' il passaggio a una seconda: La Metafora. Questa lettura avviene in uno stato di veglia, dove l'artista esegue una sorta di decodificazione delle immagini, da cui emergono significati di tipo esistenziale e un comune concetto di base: l'evoluzione della coscienza umana.
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Gino
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martedì 12 maggio 2015
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Napoli - dal 12 al 22 maggio 2015 ARTlove |
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autore: Nicholas Tolosa titolo: Povertà tecnica: acrilico su tela dimensioni: 70 x 50 cm anno: 2014
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[Vedi la foto originale] | |
CENTRO CULTURALE TECLA vai alla scheda di questa sede Exibart.alert - tieni d'occhio questa sede |
Via Toledo 424 (80134) |
+39 , +39 (fax), +39 |
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Eventi in corso nei dintorni |
L’ amore è un sentimento universale che abbraccia tutta l’ umanità, ci fa gioire a volte mentre altre ci fa soffrire, ma è certo che ci fa battere sempre il cuore ed anche volendo non riusciamo a farne a meno, in qualsiasi forma esso sia espresso. Soprattutto in questa periodo di guerre e crisi... |
orario: 11-13 e 17-19 (possono variare, verificare sempre via telefono) |
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biglietti: free admittance |
vernissage: 12 maggio 2015. ore 16.00 |
catalogo: in galleria. a cura di Nicholas Tolosa |
curatori: Roberto Esposito, Nicholas Tolosa |
autori: Lucia Cellamare, Roberto Esposito, Giuseppa Matraxia, Omar Monticciolo, Antonio Parlato, Giuseppe Pennone, federico scomazzon, Teresa Serriello, Alfredo Sposito, Nicholas Tolosa |
patrocini: Centro Culturale Tecla; b&b Tecla |
note: e-mail: accademiadeipartenopei@gmail.com sito web: http://accademiadeipartenopei.jimdo.com facebook: https://www.facebook.com/accademiadeipartenopei
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genere: arte contemporanea, collettiva | |
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Gino
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venerdì 15 maggio 2015
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Guler Ates
Spazio Nea, Napoli
Il segreto nel silenzio. "Le donne invisibili sotto i veli colorati che attraversano con la leggerezza silenziosa dei luoghi fortemente evocativi, incidono nella memoria profonda della nuova visione medialica".
comunicato stampa
a cura di Massimo Sgroi
Espone per la prima volta in Italia l'artista turca Güler Ates. Il segreto nel silenzio è la personale curata dal critico Massimo Sgroi e sarà inaugurata venerdì 15 maggio alle 19.00 in esclusiva per la Galleria Spazio Nea.
Le donne invisibili sotto i veli colorati che attraversano con la leggerezza silenziosa dei luoghi fortemente evocativi, incidono nella memoria profonda attraverso gli spendenti cromatismi della nuova visione medialica. Esse appartengono alla terra come all’infosfera; sono ragionamento oggettuale sulle pratiche di trasformazione dell’umano, risonanze di un'appartenenza alla storia così come proiezioni virtuali della natura indeterminata contemporanea.
Güler Ates attraversa i luoghi contaminando gli spazi, facendoli diventare potenti alterità della visione, universi fisici e mentali in cui il passaggio delle donne velate piega lo spazio facendole abitare il mondo. Le sue figure vivono l’alterità dello specchio laddove la topologia dell’immagine fotografica sovrappone ciò che è vicino a ciò che è lontano, l’interno e l’esterno, l’oggetto della visione ed il soggetto fino a proiettare queste contiguità all’interno della nostra stessa mente.
È la forza di una evocazione straordinaria che non prescinde dalla profonda percezione sensoriale. Per l’artista turca vale l’assunto di far divenire, attraverso il suo progetto artistico, le forme della vita meno aleatorie e transitorie pur cercando di rappresentare ciò che paradossalmente non è rappresentabile.
Nel testo critico si legge: "La valenza estetica delle donne velate e dei landscape della memoria in cui sono inscritte mette in relazione, nel suo produrre sensi comunicabili, tutte le cose che entrano nel raggio della visione. L’opera finisce di essere inerte per diventare qualcosa che serve alla vita piuttosto che mero bene di consumo.L’immagine centrale delle opere di Güler Ates finisce per essere uno degli archetipi, in particolare mediterranei, che amplificano l’interazione fra persone, cose e luoghi del mondo. E proprio questo genere di versazioni affettive sono alla base di quella che noi definiamo, anche in senso più esteso, cultura; è l’oggetto dell’arte che crea, per dirla con una definizione di Durkheim, il cambiamento intorno a sé. La funzione, allora, di questo genere di opere, proprio perché presuppone memoria, attestazione di realtà (contemporanea) e creazione di un immaginario futuro, allorchè si basa su di una grande forza istintuale estetica, assolve esattamente al suo compito: quello di ri-velare, di s-velare esattamente coprendo il centro stesso dell’opera con un velo".
Guler Ates Lavora con video, fotografia, incisione (printmaking) e performance. Alla base della sua ricerca c'è l'esplorazione dell'esperienza della "dislocazione culturale". Le manifestazioni del suo lavoro sono realizzate attraverso performance e attività "adattive" (site-responsive) in aree che fondono sensibilità orientali ed occidentali.
I siti architettonici in cui lavora appartengono solitamente ad un'epoca specifica con particolari collegamenti con il colonialismo (ora post-colonialismo) e l'"Oriente". Ha condotto ricerche sulla storia di questi siti che le hanno fornito informazioni sull'origine del tessuto che diventerà poi il costume o il velo da far indossare al suo performer. Essendo parte della performance, il soggetto narra una vicenda disegnata dalla storia del sito, esplorando il suo sentimento di dualismo culturale. Usa il paragone storico per evidenziare questioni politiche e sociali, specialmente quelle riguardanti il velo e politiche di genere.
Ha precedentemente realizzato i suoi progetti nei seguenti scenari: Victoria & Albert Museum, London; Cité Internationale Des Arts, Paris; Leighton House Museum, London; Great Fosters (vecchio casino di caccia reale del re Enrico VIII), Egham; Royal Academy of Arts, London; e City Palace, Udaipur, Rio de Janeiro. Attualmente ha una residenza artistica all' Eton College.
MASSIMO SGROI Critico d’arte contemporanea e scrittore insegna Arte Moderna e Contemporanea presso la libera Facoltà di Scienze Turistiche di Caserta. È Art Director del Museo di Arte Contemporanea di Caserta. Fra le mostre che ha curato Bruno Munari Palazzo Reale Caserta, More Than Real Palazzo Reale di Caserta, Mutoidi Maschio Angioino di Napoli, Nets Galleria Lucio Amelio Napoli, The Dream Machine Jan Wagner Galerie Berlino, Jan Van Oost (1997) Galleria Studio Oggetto Caserta, Platone in the Mirror Galleria De Crescenzo e Viesti Roma, L’ultima Cena Castel dell’Ovo Napoli, I Ricordanti Galleria Pio Monti Roma, Aidoru Allegretti Contemporanea Torino, Passaggi - dalla collezione di Ernesto Esposito Mac Caserta Belvedere di San Leucio, F for Fake Mac Caserta Belvedere di San Leucio, Shozo Shimamoto Nicola Pedana Contemporanea Caserta, A Whisper in the Sound of Silence (2012) Palazzo Zenobio Venezia. Ha lavorato con molti dei più grandi artisti del mondo fra cui Bill Viola, Jack Pierson, Yasumasa Morimura, Bas Jan Ader, Tom Friedmann, Vanessa Beecroft, Shirin Neshat, Peter Friedl, Mimmo Paladino, Fabrizio Plessi, Andres Serrano, Gabriel Orozco, Jason Martin, Mario Airò, Loris Cecchini, Padraig Timoney, Mat Collishaw, Luca Pancrazzi, Massimo Bartolini, Oleg Dou, Claudia Rogge, etc. Ha curato la mostra al Pan di Napoli di Obey e Davide Coltro, Le ibride alterità della natura, SpazioNea, Napoli. Ha pubblicato Il Fantasma nella Rete (2002) ed. Tullio Pironti Napoli, Il Videogame Trascendente (2005) ed. Guida Napoli, Il Volo del Minotauro ed. Capua Nova (2008), F for Fake, Editori Internazionali Riuniti (2013). La Felicità al Potere con il Presidente dell’Uruguay Pepe Mujica, EIR (2015).
Inaugurazione 15 maggio ore 19
Spazio Nea via Costantinopoli 53 - Piazza Bellini 59 Napoli Orari: lunedì - domenica dalle 9,00 alle 2,00 am Ingresso: libero
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Gino
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Roberto Sanchez
Museo Minimo di Fuorigrotta, Napoli
Lauro, 1995/2015. Attualita' di un progetto. Partendo da una ricognizione dei siti, Sanchez ripercorre la storia servendosi di suggestive immagini di potenziamento e depotenziamento.
comunicato stampa
Nel dicembre del 1995 Roberto Sanchez, reduce l’estate precedente da una mostra al Palazzo Reale di Napoli a cavallo del G7, propose una mostra- installazione a Lauro che avesse al centro il rapporto col territorio, superando il modello di allestimento convenzionale. In altri termini, mentre la mostra napoletana si snodava quadro dopo quadro nella classica sequenza, nella Collegiata di questa interessante cittadina dell’avellinese le opere si raggruppavano in specie di totem narrativi , sviluppati con metodo toponomastico.
“Partendo da una ricognizione dei siti- scrive Antonella Errico nella presentazione- ne ripercorre la storia servendosi di immagini di potenziamento e depotenziamento dall’indubbia suggestività; trame di luce e colore fuoriescono dal buio e si scagliano verso il visitatore che si riconosce in quei luoghi, partecipando attivamente.” Molti si sono riconosciuti anche in una serie di ritratti di cittadini del luogo, raggruppati in un unico montaggio. Menzione a sé merita “il paravento Lauro”, una struttura pieghevole studiata sul profilo urbano, con riferimenti simbolici ed allegorici di sapore ‘esoterico’.
Con la mostra al Museo Minimo Sanchez non desidera semplicemente commemorare un evento ormai lontano, ma recuperarne i tratti originali come suggerimento ancora valido per chi ne voglia attingere in futuro. Carolina Mantellini
Inaugurazione 19 maggio ore 18
Museo Minimo di Fuorigrotta via detta San Vincenzo, 3 (angolo via Leopardi 47) Napoli lun, mer 15-18, mar, gio e ven 9-12 ingresso libero
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Gino
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martedì 19 maggio 2015
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PATRIZIA GARGIULO
In ogni luogo l’acqua dalla terra emerge con le sue vibrazioni, lo spirito ne cattura i fremiti e la percezione di essa impalpabile, si tramuta in colore. PERSONALE DI PATRIZIA GARGIULO DAL 12/26 MAGGIO FONOTECA NAPOLI VIA MORGHEN
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Gino
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martedì 19 maggio 2015
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Clara Garesio
dal 17 maggio fino al 28 giugno 2015 si terrà al Museo della Ceramica di Villa Guariglia a Vietri (Salerno) una mostra antologica di Clara Garesio (www.claragaresio.it)
curata da Francesca Pirozzi e presentata da un testo critico di Anty Pansera. L'inaugurazione è domenica
17 maggio alle ore 11,00.
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Gino
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martedì 19 maggio 2015
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PINACOTECA COMUNALE D’ARTE CONTEMPORANEA
GIOVANNI DA GAETA
inaugurazione
sabato 30 Maggio 2015
ore 19:00
Via de Lieto 2/4, Gaeta
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Gino
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mercoledì 20 maggio 2015
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Cari amici,
vi scriviamo per ricordarvi che è ancora in corso la mostra di Francesco Verio: l'Artista celato, visitabile tutti i giorni dalle ore 10.00 alle 14.00 e dalle 16.00 alle 20.00. Nel caso in cui non riusciste a passare nei prossimi giorni, siamo lieti di invitarvi al finissage che si terrà domenica 24 maggio, alle ore 19.00. L'Associazione Culturale LUX in FABULA di Pozzuoli, infatti, presenta il video Il Faro dedicato alla memoria di Raffaele De Martino, al "Cantiere" e alla salvaguardia di Bagnoli e Coroglio.
Come sempre vi aspettiamo numerosi!
Staff Atelier Controsegno
Info: +39 3332191113 – controsegno@libero.it – FB: AtelierControsegno Evento FB: https://www.facebook.com/events/559254914177557/ | | | | |
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Gino
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venerdì 22 maggio 2015
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Per_formare una collezione #4
MADRE - Museo d'Arte Donna Regina, Napoli
Piu' di 100 opere di circa 60 autori che permettono di ricostruire la storia e lo scenario delle avanguardie artistiche a Napoli e in Campania, negli ultimi 50 anni.
comunicato stampa
A cura di Alessandro Rabottini e Eugenio Viola
Il quarto capitolo del progetto (avviato dal museo MADRE nel 2013) prende corpo sull’intero secondo piano del museo e in altri spazi dell’edificio (con la costituzione, tra l’altro, presso il pieno terra e il mezzanino, del primo nucleo della collezione video e lo sviluppo, presso il secondo cortile e il terrazzo, della collezione di sculture all’aperto).
Il progetto approfondisce la riflessione sul ruolo identitario e le molteplici narrazioni di una collezione museale oggi. L’attenzione non è posta su un gruppo o periodo storico specifici, quanto su una pluralità di artisti, opere, documenti che permettano, nel loro complesso, di ricostruire la storia e lo scenario delle avanguardie artistiche a Napoli e in Campania, storici crocevia negli ultimi cinquant’anni delle ricerche più autorevoli e più sperimentali in tutti i campi, e di fornire una prospettiva sul presente, dotando il museo di una collezione al contempo radicata sul proprio territorio e attenta alle dinamiche della ricerca italiana e internazionale, favorendo infine un incontro fra linguaggi, media e artisti di generazioni, formazioni e provenienze diverse.
Nell’ambito di Per_formare una collezione # 4 saranno presentate più di 100 opere di circa 60 artisti. Il progetto di ampliamento della collezione museale del MADRE continuerà a partire dall’autunno del 2015
Immagine: Joseph Beuys, La rivoluzione siamo noi, 1971, serigrafia su poliestere, esemplare unico. Collezione privata, Napoli. Foto di Amedeo Benestante
Ufficio stampa Electa Valentina Masilli tel. 06 47497402 valentina.masilli@consulenti.mondadori.it Responsabile comunicazione Monica Brognoli tel. 02 71046456 brognoli@mondadori.it Luisa Maradei 333.5903471 luisamaradei@gmail.com
Conferenza stampa: venerdì 22.05.2015: ore 11 – inaugurazione: ore 19
Museo MADRE Secondo piano e spazi vari via Settembrini, 79 (Palazzo Donnaregina) NapoliOrari: Lunedì, Mercoledì, Giovedì, Venerdì, Sabato 10.00 ⋅ 19.30 — Domenica 10.00 ⋅ 20.00 La biglietteria chiude un'ora prima / Martedì chiuso Intero: € 7.00 Ridotto: € 3.50 Ridotto gruppi prenotati: € 4.00 Lunedì ingresso gratuito
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Gino
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venerdì 22 maggio 2015
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Betty Bee
Mostra d'Oltremare, Napoli
Con tutto l'amore del mondo. Il corpo esposto, raccontato e trasformato, viene dissacrato e restituito a una verita' emozionale. Nell'ambito di NAF - Napoli Arte Fiera.
comunicato stampa
Per la sua prima edizione Napoli Arte Fiera dedica (in collaborazione con Eidos Immagini Contemporanee e con la curatela di Ciro Delfino e Raffaella A. Caruso) uno special content ad una delle artiste più poliedriche del panorama contemporaneo. A partire dagli inizi degli anni 90 Betty Bee persegue infatti con una freschezza sempre disarmante una ricerca personalissima, dalla cifra inconfondibile, in bilico costante tra arte, teatro e vita in un percorso borderline intimo eppure in cui lo spettatore si trova inevitabilmente coinvolto. L’elemento teatrale, inteso come rappresentazione di se stessa, è divenuto un riferimento costante di tutto il suo percorso artistico-esistenziale, con una predilezione innata per la provocazione, il gioco, l’esibizione del corpo e delle sue ossessioni, infatuazioni, fantasie. Il corpo esposto, raccontato e trasformato, viene dissacrato e quindi restituito ad una verità fisica ed emozionale, oggetto del desiderio e rappresentazione costante della sua incredibile molteplicità.
Considerata per anni la bad girl dell’arte italiana, spesso conosciuta per lo spirito ribelle più che per i valori formali del suo lavoro, con uno spirito che definire materno è riduttivo, infonde invece vita al quotidiano, donando magia a carte veline, mozziconi di sigarette, macchie di caffè, a qualunque oggetto stuzzichi la sua fantasia, parli alla sua emotività, rendendo micro e macrocosmo mondi dall’impatto visivo di pari dignità, con una cifra stilistica dall’eleganza inconfondibile, che se nell’incanto affabulatorio è tutta partenopea ha invece il rigore formale delle tendenze mitteleuropee.
Da sempre apprezzata per la forte azione performativa, per una militanza artistica che in lei è vita, oggi Betty Bee appare al pubblico con una disponibilità nuova: accogliere nel proprio vissuto il mondo altrui, pronta ad abbandonare sterili antagonismi per fare da madre padre fratello sorella alla gioia ed al dolore nostro e suo, opponendo alla vis destruens –ovunque essa si nasconda- la forza costruttiva della materia e del colore. Lo fa analizzando visivamente e in senso metaforico un concetto interessantissimo in semeiotica: il limite, confine invarcabile, soglia dell’ignoto ed al contempo campo all’interno del quale trovare protezione. È questo tutto l’amore del mondo: la disponibilità dell’artista, il lasciare parlare le cose, accogliere l’altro, anche quando è diverso, anche quando ha le fattezze di quei “mostri” che forse null’altro sono che la parte oscura che alberga nascosta in ognuno di noi. Vivere significa sapere affrontare la confusione e mischiare i propri pensieri con quelli del mondo è dono dell’artista.
Betty Bee ha dimostrato nel corso degli anni di essere con-fusa e di confondere, suscitando negli interlocutori le emozioni più varie. Processo lungo ed elaborato che Betty porta a compimento anche su se stessa, rielaborando e restituendo, per la prima volta, anche al colore, immagini di una parte di quelle indomite anime con cui si è nel tempo sapientemente rappresentata e raccontata, in quel percorso che le ha permesso di trasformare poi se stessa e la propria fisicità in una delle sue opere principali.
In esposizione dunque lavori inediti pensati site specific, presentati in un suggestivo allestimento, e il video Incantesimo lunare, da cui l’artista ha tratto frame fotografici arricchiti da un intervento pittorico. (a cura di Ciro Delfino e Raffaella A. Caruso)
Inaugurazione (su invito) venerdì 22 maggio ore 19
Mostra d'Oltremare viale Kennedy, 54 Napoli sabato 11-21, dom 11-21, lun 11-14 intero 10, ridotto 8
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Gino
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venerdì 22 maggio 2015
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NAF - Napoli Arte Fiera
Mostra d'Oltremare, Napoli
Prima edizione della mostra mercato d'arte moderna e contemporanea. Partecipano 70 gallerie italiane, due eventi collaterali sono dedicati alle opere di Andy Warhol e a lavori inediti di Betty Bee.
comunicato stampa
Da sabato 23 a lunedì 25 maggio 2015, quando, nella cornice della Mostra d’Oltremare del capoluogo campano, si aprirà il sipario sulla prima edizione di Napoli Arte Fiera (NAF), raffinata e brillante mostra-mercato nazionale dedicata alla variegata produzione artistica realizzata dagli inizi del Novecento ad oggi. Organizzata da Promoberg Fiera Bergamo, NAF sbarca in uno dei golfi più belli al mondo forte dell’esperienza maturata grazie in particolare alle dodici edizioni di Bergamo Arte Fiera, evento di riferimento del Nord Italia per artisti, collezionisti e appassionati d’arte moderna e contemporanea. La rassegna allestita in Fiera Bergamo richiama ogni anno sempre più collezionisti e curatori di istituzioni alla ricerca di nuove tendenze a livello anche internazionale.
Napoli Arte Fiera sarà ospitata nei padiglioni 5 e 6 della Mostra d'Oltremare di Napoli. In totale seimila metri quadrati di superficie, che consentiranno a collezionisti e amanti del settore un percorso a tutti gli effetti museale. Migliaia le opere esposte, presentate da una settantina tra le più prestigiose Gallerie nazionali del settore, provenienti da ben 44 provincie italiane in rappresentanza di 14 regioni italiane. Lombardia (26 gallerie) e Campania (24 Gallerie) le rappresentative più numerose. Seguono Lazio, Toscana ed Emilia.
Eventi dedicati a Andy Warhol e Betty Bee NAF presenta anche due eventi collaterali dedicati ad alcune opere di Andy Warhol e Betty Bee. Warhol, artista eclettico tra i più noti e osannati del XX secolo, è considerato dai più il protagonista principe della Pop Art. Tra le opere dell’artista americano scomparso a New York nel 1987 a soli 58 anni, a NAF ne saranno esposte una decina, tra le quali alcune della serie denominate Ladies & Gentlemen, l’equivalente delle “femminielle” napoletane. Considerata per anni la bad girl dell’arte italiana, oggi la napoletana Betty Bee appare al pubblico con una disponibilità nuova: accogliere nel proprio vissuto il mondo altrui, pronta ad abbandonare sterili antagonismi per fare da madre padre fratello sorella alla gioia ed al dolore nostro e suo, opponendo alla vis destruens – ovunque essa si nasconda - la forza costruttiva della materia e del colore. Lo fa analizzando visivamente e in senso metaforico un concetto interessantissimo in semeiotica: il limite, confine invarcabile, soglia dell’ignoto ed al contempo campo all’interno del quale trovare protezione. È questo tutto l’amore del mondo: la disponibilità dell’artista, il lasciare parlare le cose, accogliere l’altro, anche quando è diverso, anche quando ha le fattezze di quei “mostri” che forse null’altro sono che la parte oscura che alberga nascosta in ognuno di noi. In esposizione lavori inediti pensati site specific, presentati in un suggestivo allestimento, e il video Incantesimo lunare, da cui l’artista ha tratto dei frame fotografici in pezzo unico arricchiti da un intervento pittorico.
Immagine: Betty Bee
Ufficio stampa: Marco Conti tel. 035.32.30.926 marco.conti@promoberg.it
Inaugurazione 22 maggio alle ore 19
Mostra d’Oltremare di Napoli viale Kennedy, 54 – 80125 – Napoli (Padiglioni 5 – 6) Orari: Sabato 23 e Domenica 24 maggio: 11-21 Lunedì 25 maggio: 11-14 Ingresso: Intero € 10,00 - Ridotto € 6,00
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Gino
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Giuseppe Labate
Studio49, Napoli
Se la Realta' si fa Poesia. Personale
sintesi del comunicato stampa
Studio49 VideoArte, ospita nel suo spazio la mostra Se la Realta' si fa Poesia dell'artista Giuseppe Labate. Artista, soprattutto di genere paesaggista, le sue opere rappresentano quasi tutte dei ricordi impressi nella sua mente di luoghi visitati e che Labate ha saputo reinterpretare dandogli in alcuni casi quasi una aura fantastica. Lo spettatore viaggia con l'artista attraverso i suoi quadri, ma durante questo cammino potra' ammirare anche alcuni ritratti, in particolare, di donne sul cui volto si evidenzia la sofferenza ed il silenzio forzato. A cura di Ilaria Sabatino. Inaugurazione 22 maggio ore 18.
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Gino
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Napoli - dal 24 maggio al 18 giugno 2015 Nemesis Oltre / Nemesis Beyond |
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FIORILLO ARTE vai alla scheda di questa sede Exibart.alert - tieni d'occhio questa sede |
Riviera Di Chiaia 23 (80122) |
+39 081 7617450 |
3f.arte@gmail.com |
www.fiorilloarte.com |
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Eventi in corso nei dintorni |
un evento tra Londra e Napoli che attraverso performance, mostra fotografica,video,interviste,tavola rotonda ci avvicinerà al pensiero e alla produzione artistica di Nemesi(Lina Mangiacapre) e del suo gruppo,le Nemesiache. |
orario: da lunedi a venerdi ore 9.00-13 e 14.30-17.30 e per appuntamento (possono variare, verificare sempre via telefono) |
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biglietti: free admittance |
vernissage: 24 maggio 2015. h 17.30 |
curatori: Fausta Base, Silvana (Medea) Campese, Giulia Damiani, Teresa (Niobe) Mangiacapra |
autori: Agnese De Donato, Augusto De Luca, Bruno Del Monaco, Fabio Donato, Luciano Ferrara, Luisa Festa, Luciano Guarino, Grazia Lombardo, Lina( Màlina, Nemesi) Mangiacapre, Rino Vellecco |
patrocini: Regione Campania e Comune di Napoli |
note: l'evento prosegue con la tavola rotonda il 30/05 ,ore 10.30 presso l'Istituto Italiano per gli studi Filosofici.via Monte di Dio,14;festa/incontro con performance teatrale alla Fiorillo Arte il 31 maggio ore 18. |
genere: fotografia, arte moderna e contemporanea, performance - happening, collettiva | |
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Gino
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sabato 23 maggio 2015
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Venerdì 29 maggio 2015, alle ore 19.00, si inaugura la mostra di Asami Shoji e Toshinori Tanuma, a cura di Veronica Longo, all’Atelier Controsegno, in Via Napoli 201, Pozzuoli, Napoli (nei pressi della stazione cumana Dazio). Per l’occasione gli Artisti, per la prima volta a Napoli con un’esposizione personale, saranno presenti in galleria. Durante il vernissage la bellissima Asami adorna di kimono, mostrerà a tutti la suggestiva sacralità della cerimonia del tè. Il 30-31 maggio, dalle ore 10 alle 19, seguirà un seminario di ukyo-e. Arrivano a Pozzuoli dalla terra dei sogni, un mondo che a tutti appare misterioso e lontano: sono Asami Shoji e Toshinori Tanuma, due incisori, ma non solo, che portano le loro mirabili opere direttamente dal Giappone. Due Artisti, una coppia nella vita e nel lavoro, due anime così diverse eppure complementari: tanto complessa, tormentata e vivace lei, quanto riservato, intimista e alla ricerca della sfumatura più sensibile lui. Nata a Fukushima nel 1988, Asami Shoji consegue il diploma accademico di II livello in Grafica d’arte (MFA, Master Fine Arts) presso la Tama Art University di Tokyo. Nel 2011 tiene un workshop di litografia su legno al Silpakom University Art Center a Bangkok (Thailandia). In questi anni ha esposto in moltissimi contesti di rilievo giapponesi e stranieri, con mostre personali o collettive. Attualmente vive e lavora in Giappone, dove è curatrice di eventi e insegnante di grafica d'arte. Asami si esprime attraverso la puntasecca, prediligendo il rame, con una metodologia peculiare e quasi “ossessiva”: ogni giorno rappresenta la madre e lavora sulla matrice finché l’opera non è compiuta. Puntualmente ne riporta la data, a testimonianza dello svolgimento del compito e da lì inizia la fase di stampa: solo tre esemplari, pezzi splendidi e quasi unici. Alla fine di questa piccola “tiratura”, realizzata quasi esclusivamente con inchiostro nero virato nel rosso su carta Kouzo, l’artista inizia la “decomposizione” della matrice: ogni singolo tratto viene cancellato con energia e vigore con il raschietto-brunitoio, lasciando una sorta di sinopia sul metallo, per poi ricominciare, nuovamente, la rappresentazione della madre, in un desiderio incessante di creazione e distruzione. Ogni lavoro diventa così ricco non solo di segni, ma anche di contenuti, linee di un percorso quotidiano e vissuto, alla ricerca di quella parte più profonda di sé. Asami è infatti una giovane e bellissima donna, dalle sembianze simili a colei che ritrae, una persona che, contemporaneamente, rappresenta un cardine portante e una figura dalla quale desidera staccarsi, per riconciliarsi con il suo “io” più intimo. Ben diverso è invece Toshinori Tanuma; nato a Tokyo nel 1986, consegue il diploma accademico di II livello in Grafica d’Arte (MFA, Master Fine Arts) presso la Tama Art University di Tokyo. Nel 2008 e 2011 continua a perfezionare la sua conoscenza delle tecniche incisorie, recandosi a Düsseldorf (Germania) e a Halifax (Canada) e nel 2012 vince l'Artist Residence Program presso l'Art Studio Itsukaichi Operation Committee (ASIOC), ad Akiruno-City, Tokyo. Nel 2013 è tra i segnalati per la vincita del prestigioso Premio Acqui, Biennale Internazionale di Incisione. Ha tenuto diverse mostre personali e collettive di grande rilievo anche all'estero e le sue opere appartengono a prestigiose collezioni e musei. Attualmente vive in Giappone dove insegna grafica e lavora come artista. Toshinori possiede un universo totalmente personale: eccellente in qualsiasi pratica incisoria gli si proponga, dalla xilografia alla litografia, come Asami preferisce la calcografia, ma con un uso molto delicato dei colori, soprattutto nella produzione più recente. Nelle incisioni precedenti Toshinori lavora per stratificazioni sottili che si soprappongono l’una all’altra, pertanto, ogni lastra ad acquaforte, acquatinta e puntasecca, può rendere una stampa sulla leggera e impalpabile carta Gampi ed essa stessa, o l’impronta che ne resta, può ulteriormente fondersi con un’altra matrice, stampata con la stessa modalità. Senza dubbio si tratta di un lavoro d’incredibile precisione e pazienza che richiede una conoscenza tecnica e una tecnologia dei materiali, non comune. La produzione più recente è imperniata, invece, su una serie di monotipi realizzati con l’inchiostro calcografico, su cui poi disegna con inchiostri ad acqua, chine e matite, il tutto stampato su Gampi e molto spesso “montato” su fogli giapponesi Pesce Soleil o MBM della Arches. Questi lavori intendono evidenziare una “vita alla deriva”, laddove il confine tra reale e virtuale è andato smarrito e l’uomo, che ha perso il senso più vero dell’esistenza, non si rende conto di trovarsi in una società “stratificata”, colma di una serie d’informazioni e oggetti superflui. Nonostante ciò, l’uomo odierno si sente continuamente inappagato e, come una calamita a cui manchi il polo di attrazione, va alla deriva. Senza dubbio un’esposizione estremamente varia nel suo genere, due “mondi paralleli” che, passando dalla figurazione forte in bianco e nero di Asami all’astrattismo colorato e delicato di Toshinori, mostra al pubblico non solo qualcosa di totalmente inedito a Pozzuoli, ma regala il fascino e il mistero dell’oriente. Non poteva infatti mancare, durante il vernissage, la cerimonia del tè in cui Asami indosserà un kimono autentico e mostrerà ai presenti un rito assolutamente “sacro” pur se in gesti apparentemente semplici e usuali. Seguirà un fine settimana (30-31 maggio) assolutamente meraviglioso di workshop da loro tenuto, dedicato a una tra le più antiche e tradizionali tecniche d’incisione giapponese e, in particolare, all’ukyo-e nata nel periodo Edo e che attraverso le opere di alcuni dei suoi più celebri rappresentanti come Hiroshige e Hokusai, ha colpito la fervida fantasia della società occidentale. Infatti, non fu certo un caso, che tantissimi artisti (tra cui Van Gogh, giusto per citare un caso a tutti noto) collezionarono e riportarono fedelmente le immagini del mondo fluttuante nelle ambientazioni dei loro quadri. Dunque una mostra, un evento, un seminario, unici e irripetibili, di due giovani e brillanti esperti della grafica, che ben si adeguano alla linea di Atelier Controsegno per originalità, qualità esecutiva, professionalità e bellezza dello spirito.
Testo critico: Veronica Longo
Rassegna Stampa: Rosalba Volpe La mostra resterà aperta tutti i giorni dal 29 maggio al 13 giugno, dal martedì al sabato: 10.30 – 14.00 e 17.00 – 20.00; domenica: 17.00 – 20.00. Lunedì e festivi chiuso. INGRESSO LIBERO. Il workshop si terrà nel weekend 30-31 maggio, dalle 10.00 – 14.00 e 15.00 – 19.00. Lunedì mattina esclusivamente per i soci di Atelier Controsegno. Massimo 10 allievi, PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA. Info: +39 3332191113 – controsegno@libero.it – FB: Atelier Controsegno Evento FB mostra: https://www.facebook.com/events/559254914177557/ Evento FB corso di ukyo-e: https://www.facebook.com/events/1606216876331831/ | | | | |
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Nemesis Oltre
Galleria 3F Fiorillo Arte, Napoli
E il pensiero al femminile oggi. Una serie di eventi
sintesi del comunicato stampa
Nemesis Oltre/ Nemesis Beyond e' l'evento organizzato dall'Associazione Le Tre Ghinee/Nemesiache tra Londra e Napoli per delineare una mappa del pensiero femminile napoletano. Il progetto, inserito nella programmazione di Marzo Donna e Maggio dei Monumenti 2015, e' partito dall'esigenza di approfondimento ed ampliamento del libro 'Napoli in the Unmapped Practice of Le Nemesiache' di Giulia Damiani, lavoro di studio, ricerca e tracciatura del territorio napoletano in relazione all'attivita' artistica e politica del collettivo femminista Le Nemesiache a Napoli, fra gli anni 70 e 80, con cui l'autrice si e' laureata al Royal College of Art of London ed ha vinto il premio Critical Writing in Art and Design Award 2014. La pubblicazione inoltre e' stata presentata in una conferenza sul femminismo organizzata dal fondo Arts Council a Londra. Nei prossimi mesi la capitale inglese ospitera' una mostra sull'archivio delle Nemesiache, la quale sara' accompagnata dalla pubblicazione di un estratto da Napoli in the Unmapped Practice of Le Nemesiache su un giornale a tiratura nazionale. Sul pensiero femminile napoletano la ricercatrice e docente di filosofia Stefania Tarantino lavora gia' da qualche tempo. Sta per formarsi quindi un'asse culturale ancora piu' ampia che comprende anche la Spagna e la Francia (dove gia' S.Tarantino ha tenuto un seminario ). Inaugurazione 24 maggio ore 17.30.
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Gino
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lunedì 25 maggio 2015
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Pompei e l'Europa
Museo Archeologico Nazionale, Napoli
Natura e Storia (1748-1943). Esposte piu' di 250 opere, tra reperti antichi e lavori moderni. La mostra, articolata in due sedi, analizza la suggestione operata dal sito di Pompei sugli artisti dall'inizio degli scavi.
comunicato stampa
a cura di Massimo Osanna, Luigi Gallo e Maria Teresa Caracciolo.
La mostra si articola in due sedi e intende analizzare, attraverso diversi focus, la suggestione operata dal sito di Pompei sugli artisti, dall’inizio degli scavi nel 1748 al drammatico bombardamento del 1943. Il confronto fra più di 250 opere, tra reperti antichi e capolavori moderni provenienti dai più grandi musei italiani e stranieri, riunite per l’occasione nella sala della Meridiana del Museo Archeologico Nazionale di Napoli, permette di documentare il fascino del sito sugli artisti europei dal Settecento al Novecento - da Ingres a Picasso, da Normand a Le Courbusier, da Moreau a Klee - evidenziando l’influenza della classicità sugli sviluppi dell’arte e dell’estetica moderna, fra emulazione e reinterpretazione.
La prima rassegna dal titolo “Natura e Storia (1748-1943)” sarà allestita a Napoli al Museo Archeologico Nazionale e permetterà di evidenziare l’influenza del sito sugli artisti europei dal Settecento al Novecento. La seconda parte della mostra si terrà direttamente negli scavi di Pompei, dove saranno presentati i calchi delle vittime dell’eruzione recentemente restaurati dalla Soprintendenza.
Un’ulteriore sezione della mostra, intitolata “Fotografare e documentare Pompei” e curata dallo stesso Massimo Osanna, insieme a Grete Stefani ed Ernesto De Carolis, occuperà il portico dell’Anfiteatro ed esporrà una scelta significativa del materiale fotografico conservato nella Soprintendenza Speciale di Pompei, Ercolano e Stabia.
Ufficio Stampa Electa Ilaria Maggi imaggi@mondadori.it Monica Brognoli (responsabile comunicazione) brognoli@mondadori.it
Inaugurazione 25 maggio ore 16
Museo Archeologico Nazionale piazza Museo Nazionale, 19 Napoli feriali e festivi: 9.00 - 19.30 Scavi di Pompei, Anfiteatro
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Gino
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martedì 26 maggio 2015
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Napoli - dal 26 maggio al 2 novembre 2015 Pompei e l’Europa 1748-1943 |
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MANN - MUSEO ARCHEOLOGICO NAZIONALE vai alla scheda di questa sede Exibart.alert - tieni d'occhio questa sede |
Piazza Museo Nazionale 19 (80135) |
+39 081440166 , +39 081440013 (fax) |
www.archeona.arti.beniculturali.it |
individua sulla mappa Exisat |
individua sullo stradario MapQuest |
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Eventi in corso nei dintorni |
A scandire la prima delle due tappe del percorso espositivo, suddiviso in quattro sezioni cronologiche, più di 250 opere tra reperti antichi e capolavori moderni (dipinti, disegni, raccolte di stampe, progetti architettonici, fotograi e, sculture, oggetti, libri, ecc.), provenienti dai più grandi musei italiani e stranieri e riunite per l’occasione nel salone della Meridiana del Museo Archeologico di Napoli. La seconda tappa è all'Anfiteatro di Pompei. |
orario: aperto tutti i giorni, dalle 9.00 alle 19.30 chiusura settimanale: martedì (possono variare, verificare sempre via telefono) |
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biglietti: intero 13 euro — ridotto 9 euro |
vernissage: 26 maggio 2015. su invito |
editore: ELECTA |
curatori: Maria Teresa Caracciolo, Luigi Gallo, Massimo Osanna |
genere: documentaria, archeologia, arte antica |
web: www.mostrapompeieuropa.it | |
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Gino
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mercoledì 27 maggio 2015
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Giancarlo Frezza
Frame Ars Artes, Napoli
Pesciopoli. La visione di un mondo bizzarro popolato da pesci, arcobaleni e mostri dalle sembianze improbabili, metafora della vita umana in continuo movimento.
comunicato stampa
a cura di Paola Pozzi
Giancarlo Frezza espone Pesciopoli, la visione di un mondo bizzarro popolato da pesci, arcobaleni e mostri dalle sembianze improbabili, metafora della vita umana in continuo movimento in un ambiente caotico, liquido, mai uguale eppure antico e immanente. al di là del tempo e dello spazio.
Branco di pesci–uomini trasportato dalla corrente su cui si imprimono le immagini simbolo di un’epoca, di un vissuto, di un ricordo. Varianti di colore, di stile, di materiali, di tecniche per esprimere una visione allegra ma disincantata della società contemporanea.
Attraverso una capacità espressiva evolutasi attraverso mezzi espressivi diversi, dalla street art alle grafiche, ai dipinti,alle installazioni , Giancarlo Frezza predilige la pittura su grandi tele dove il suo mondo sottomarino crea spirali, esplosioni di luce e di colore.
La capacità di utilizzare lievi variazioni cromatiche in un gioco di pieni e di vuoti tratteggia una visione estremamente contemporanea, ritrae attimi di realtà con acuta capacità di osservazione e freschezza espositiva. Tele volutamente senza titolo libere da condizionamenti concettuali e affidate, nelle intenzioni dell’autore, alla libera interpretazione di chi osserva.
Giancarlo Frezza è nato a Napoli nel 1954 ,dove attualmente vive. Lavora prevalentemente nel suo studio di Massalubrense. Le sue opere sono realizzate prevalentemente con la tecnica dell'olio su tela. Sempre alla ricerca di nuove espressioni, il suo percorso artistico è passato dal colore puro, influenzato dalla pop art, alla sottrazione di colore nella rappresentazione di essenziali scene di vita quotidiana, ricercando la propria “cifra” nel gioco di nuances dal bianco al nero ,per poi oggi ritornare al colore con gli ultimi lavori (PESCI).
Ha partecipato nel 2011 a “Segnali del Tempo” (Agrigento), “Atmosfere in Bianco e Nero” (S.Sofia-Salerno), Venice Art Fair (Forlì), nel 2012 ha partecipato a Arte Padova ed ha esposto presso la Galleria Sabrina Falcone di Milano e Garage 14 a Napoli, nel 2013 ha partecipato ad Artisti in Fiera (Reggio Emilia) ed “Incontri Pittorici” a S. Francesco delle Monache(Napoli,) e a Castel dell’Ovo ( Napoli) in occasione della mostra “Sankta Sango”. Nel Febbraio 2014 ha partecipato alla collettiva “Favole e Sirene” al Pan (Napoli).
Dal 2012 le sue opere sono presenti alla Fiera Internazionale di Arte Contemporanea di Genova
Ufficio Stampa Giovanna Torcia gtorcia@gmail.com
Inaugurazione mercoledì 27 maggio 19
Spazio Frame Ars Artes corso Vittorio Emanuele, 423 Napoli lunedì a sabato dalle 10.00 alle 13.00/15,30-19.00 ingresso libero
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Gino
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giovedì 28 maggio 2015
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Fabian Marti
Galleria Fonti, Napoli
tais-toi accelerationiste! "La mia scelta assiomatica di nichilismo ontologico non ha altro balsamo che l'estetica". La mostra si compone di nuove opere realizzate in tecnica photogram e di disegni su carta.
comunicato stampa
La vita emerse da materia de-soggettivata. Questo salto qualitativo è lo stadio embrionale che, attraverso tortuosi percorsi di estinzione di massa, porta al nostro voler essere al centro dell'attenzione. Intrappolati tra i tentacoli di un polipo chiamato vita cosciente, eravamo inghiottiti all'interno di un'esistenza che nessuno di noi avrebbe mai chiesto di avere. Perchè non eravamo li prima della nostra nascita e nessuno poteva chiederci: è questo che vuoi? La nostra specie possiede un disperato bisogno di procreare, celebra la fertilità, eppure in pochi si chiedono se ne valga veramente la pena. Su questa domanda le cose sono realmente bianche e nere: sia che l'esistenza sia migliore della non-esistenza sia che non lo sia. Un cupo anti-natalismo perseguita l'uovo. L'ovale che noi rubiamo e mangiamo come nutrimento da creature che riconosciamo come esseri viventi e, tuttavia, inferiori. Inferiori perchè nella nostra storia di essere senziente, l'evoluzione è una linea tecnologica che porta alla consapevolezza. E' un' illusione, naturalmente. Noi pensiamo perchè ci siamo adattati ad un giusto comportamento, come reazione a pressioni contingenti, ma questa bella fortuna, se qualcuno vuole chiamarla così, è conservata da niente di più che un cieco processo biologico evolutivo. Richiamiamo alla memoria un falso ricordo che è tuttavia un ottimo consiglio: “silenzio accelerazionista!” non è successo mai. Questa è la questione persa su ciò che è politicizzato: non importa come finirà, e finirà, come sappiamo, niente sarà mai successo realmente. In tal senso è meglio star zitti (vorrei se potessi, come disse uno scrittore ad un altro).
Restare in silenzio è una sfida di proporzioni immense per la nostra specie. Allontanarsi dal desiderio di lasciare una traccia o un segno. La prova che tu eri qui. Fertile, vitale, vivo. Prendendo in prestito la logica della "estinzione trascendentale" di Ray Brassier, tutti saranno già morti quando tu pensi in base al tempo cosmologico piuttosto che in base alla temporalità umana. Se tutta la materia si dissolve, ed è li che il cosmo si sta dirigendo, tu sei retroattivamente morto. Una volta il filosofo francese Quentin Meillassoux espresse il desiderio di visitare il mondo della materia de-soggetivata e di ritornare poi con delle storie da raccontare. Entrambi Brassier e Meillassoux furono un tempo filosofi dell'ossessione contro la pulsione della morte: la volontà di essere tutto con il se stesso. Comunque, anche quando siamo retroattivamente morti questo viaggio può verificarsi soltanto nella porzione di tempo di una vita. Indicizziamo una configurazione corrente di un tempo sperimentato in maniera insolita. Consci di terminare, forse persino desiderosi di ciò, persistiamo in un loop riproduttivo: ci sono persino più uova da fare. Non ci sono dei, ma forze libidinose più forti di quanto mai possiamo immaginare. Che sia chiaro: il problema è la vita. E' un vettore che abita la materia inorganica. Siamo noi ad essere il limite del non-vitale. Rompi ogni uovo che vedi. E mangialo. Sono quelli fortunati ad essere risparmiati.
Ciò è l'energia e l'impulso che il vitalismo raccoglie da ciò che è inerte. Molto meglio tornare al silenzio radio dove almeno il cosmo rifiuta di fornire un messaggio. Taglia se devi. Conserva energia solo per divenire più vuoto. E' solo una simulazione neurobiologica. Il mio corpo mi dice diversamente, ma vorrebbe. Prepara per l'estinzione trascendentale come se dovesse accadere domani. Rifiuta l'aria. Lascia entrare le voci che parlano una sull'altra e lo fanno all'unisono. Sono tutte garanti di un significato che, incrociandosi le une con le altre, testimoniano la loro mutua insignificanza. Il grande cervello dice al piccolo cervello: va avanti. L'ovale nella tua testa. Ecco tutte le mie carte sul tavolo. E' solo un trucco stravagante? Oppure non è altro che un tipo di elettricità? Facciamo una passeggiata verso la spiaggia dove, come accade, tartarughe vengono a depositare le loro uova. Suono biologico imperativo trascinato a riva. E per noi? Come potrebbe essere questo processo diverso da un'onda, uno specchio, uno spettacolare terrorismo che è prova dell'errore cosmico? Le stesse domande saltano fuori sempre quando uno medita sulla contingenza: a chi, precisamente sto parlando? Un membro del pubblico forse, ma tu dovresti sapere che io non credo neanche in me stesso e quindi, a parità di cose, forse dovresti restituirmi il favore.
Chi non crede in un'autoscrittura? Forse i giovani, dato che neppure sanno. Mancante della piena consapevolezza della situazione in cui loro stanno al gioco. Appena il processo di de-mistificazione si stabilisce viene sostituito sia da delusioni che distrazioni. La mia scelta assiomatica di nichilismo ontologico non ha altro balsamo che l'estetica. Precisamente l'estetica del pessimismo. Privato dei miei coltelli critici, mi trovo anche io nel sudiciume: un embrione libidinoso imbricato, come il resto, nella stessa spiacevole rete. Qui non ci sono ponti che portano alla luce. Scrivo così per non annegare nel fiume sottostante. A tal fine, rimane solo da vivere, come uno deve, durante il salto qualitativo da materia a vita: testimoniare all'interno dell'uovo un evento, come emergendo dal nulla, e camminare tra ciò che può essere costruito anche dallo stato più disastroso dell'essere. Il nostro mondo è una intotalità minacciosa. Non considerare le proprie stranezze per scontate. Non che quelli nelle gallerie d'arte lo facciano spesso. Toni, apparenze, e vino, ma soprattutto “tais-toi accelerationiste!” Ricorda: sei morto come le uova.
Immagine: invito
Inaugurazione: 28 maggio 2015 ore 19.00
Galleria Fonti via Chiaia, 229 Napoli Orari di apertura: dal lunedì al venerdì ore 11-14 / 16–20 o su appuntamento
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Gino
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giovedì 28 maggio 2015
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Traslazioni
Opificio Arti Performative, Frattamaggiore (NA)
Il progetto prevede un'esposizione con opere, tra le piu' mistiche, di arte contemporanea dislocata in diversi siti monumentali della citta'. A cura Michele Auletta e Enzo Palumbo.
comunicato stampa
a cura Michele Auletta e Enzo Palumbo
Da un’idea dell’associazione culturale Opificio Arti Performative con presidente Salvatore Lendi, nasce il progetto “Traslazioni”. Il progetto prevede un’esposizione di arte contemporanea dislocata in diversi siti monumentali della città di Frattamaggiore (Na); costituita da una mostra centrale allestita nei propri spazi in cui l’associazione opera nel campo delle arti visive da più di un anno (un ex-canapificio industriale di 200mq situato all’interno di una struttura industriale ben più ampia) e da un’esposizione nella cripta (Museo Sansossiano) con annessa la Basilica di San Sossio. Una Traslazione di opere, tra le più mistiche, di alcuni tra gli artisti che hanno aderito al progetto.
Con l’innesto di queste esposizioni s’intende sublimare un’arte rivolta alla spiritualità e all’incontro con l’altro, in una società in cui l’individuo è sempre o troppo distratto o troppo indignato dai fatti e dai comportamenti umani, ogni artista invitato dai curatori, Michele Auletta ed Enzo Palumbo, opera e descrive la sua visione con mezzi e idee proprie che esaltano la figura umana in ogni suo aspetto, sia esso tangibile o immaginario, restituendo allo spettatore una visione attenta e mai banale di quello che lo circonda.
Artisti: Michele Auletta – Giuseppe Di Guida – Salvatore Lendi – Lello Lopez – Pietro Maietta – Angela Maione – Giacomo Montanaro – Enzo Palumbo – Gloria Pastore – Lucio Perone – Peppe Perone – Felix Policastro – Anna Maria Pugliese – Raffaele Sammarco – Amedeo Sanzone.
Artisti presenti in cripta (Museo Sansossiano) e nella Basilica San Sossio: Michele Auletta – Pietro Maietta – Giacomo Montanaro – Anna Maria Pugliese – Raffaele Sammarco – Amedeo Sanzone.
Inaugurazione 28 maggio ore 18.30
Opificio Arti Performative via C. Pezzullo, 20 Frattamaggiore lun-dom 18.30-20 o su appuntamento ingresso libero
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Gino
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giovedì 28 maggio 2015
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Napoli - dal 28 maggio al 6 giugno 2015 Colore e Concretezza |
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PAN - PALAZZO DELLE ARTI NAPOLI - PALAZZO ROCCELLA vai alla scheda di questa sede Exibart.alert - tieni d'occhio questa sede |
Via Dei Mille 60 (80121) |
+39 0817958605 , +39 0817958608 (fax) |
info@palazzoartinapoli.net |
www.palazzoartinapoli.net |
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Eventi in corso nei dintorni |
10 fotografi in fase di formazione. 6 colori per 60 opere fotografiche, 10 artisti. Un’unica mostra: Colore e Concretezza viaggio fotografico attraverso la materia, fondamento inerte e concreto di tutte le cose |
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biglietti: free admittance |
vernissage: 28 maggio 2015. ore 10 |
ufficio stampa: eliana.deleo@gmail.com |
curatori: Aniello Barone, Marta di Meglio |
autori: Tecla Bianco, Oscar Cetrangolo, Annarita Di Costanzo, Carmine Esposito, Kija Giandomenico, Monica Iengo, Antonia Manna, Pierpaolo Maracas, Angelo Mozzetta, Maria Saggese |
genere: fotografia, collettiva |
email: fluoevents@gmail.com |
web: www.fluoevents.it | |
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Gino
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giovedì 28 maggio 2015
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Galleria d’Arte Cinquantasei Capri
comunicato stampa
ALBERTO CHIANCONE
E FRANCESCO VERIO
A cura di Alan Serri
Sede mostra:
Nabis - Via Fuorlovado 1/e
Tel. 081 8377347 - orario 10-23
Epoché - Via delle Botteghe 56 orario 16-23
inaugurazione 30 maggio ore 18
fino al 5 luglio 2015
Saranno esposte 30 opere
dagli anni Quaranta al 2003
Alberto Chiancone nasce a Porto Santo Stefano il 26 dicembre 1904 da genitori napoletani. Si trasferisce presto con la famiglia a Napoli, dove compie i suoi studi artistici presso il Regio Istituto d’Arte. Si diploma in Decorazione Pittorica e insegnerà in questo stesso Istituto come titolare della Cattedra di Decorazione Pittorica fino al 1976. Nel 1928 prende parte al gruppo degli Ostinati, attraverso cui si impegna molto per la trasformazione del mondo culturale ed artistico napoletano fermo ormai al vedutismo e al macchiettismo di maniera. Partecipa ad alcune edizioni della Biennale di Venezia, l’ultima nel ’48 e a diverse edizioni della Quadriennale d’arte di Roma, alla Mostra internazionale di Parigi del 1937, a numerosissime mostre d’Arte Italiana all’estero. Nel 1935 firma un Manifesto, in cui sono enunciati i principi essenziali dei giovani pittori napoletani d’avanguardia. Essendo vincitore dei relativi concorsi, tra il ’39 e il ’40, esegue due affreschi, (più uno nell’immediato dopoguerra), alla Stazione Marittima di Napoli raffiguranti i quattro continenti Europa, Africa, America (l’Asia fu eseguita da Pietro Barillà). Nello stesso periodo esegue l’encausto, posto sotto il loggiato della facciata del Palazzo dei Congressi, sede del Teatro Mediterraneo, alla Mostra d’Oltremare di Napoli, di m 50x7, eseguito a “quattro mani” con Barillà, sul tema dell’Arte e della Scienza. Vince anche il concorso per le tre vetrate al Palazzo dei Mutilati di Napoli (distrutte da bombardamento durante la seconda guerra mondiale). Nel 1949 è presente alla II Mostra Nazionale d’Arte Contemporanea di Milano.
Francesco Verio, figlio d’arte. La sua produzione si accosta alle suggestioni pittoriche dei protagonisti figurativi del Novecento napoletano e si sviluppa con maggiori accenti espressionisti e simbolisti. Dagli anni ottanta insegna Discipline Pittoriche negli Istituti d’Arte e nei Licei Artistici di Napoli e provincia. Nel dicembre 2008 gli viene conferito il titolo di Accademico dall’Accademia di Alta Cultura “Europa 2000”.
Per informazioni: galleria56capri@gmail.com - Tel. 342 5490239
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Gino
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Napoli - dal 30 maggio al 30 giugno 2015 Raffaele Castello - Opere dal 1925 al 1966 |
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GALLERIA SINISCALCO vai alla scheda di questa sede Exibart.alert - tieni d'occhio questa sede |
Via Carlo Poerio 116 (80121) |
individua sulla mappa Exisat |
individua sullo stradario MapQuest |
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Eventi in corso nei dintorni |
Dal 1925 al 1966 l’artista ha vissuto tra Düsseldorf, München, Parigi, Roma e Capri, attraversando neoavanguardie artistiche e operando sotto le influenze dell’astrattismo geometrico, del costruttivismo e delle personalità artistiche di spicco del suo tempo costruendo un dialogo artistico intenso. |
orario: martedì - domenica h 9.00-14.00 / chiuso lunedì (possono variare, verificare sempre via telefono) |
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biglietti: free admittance |
vernissage: 30 maggio 2015. ore 19.00 |
catalogo: in galleria. |
autori: Raffaele Castello |
patrocini: Città di Capri, Comune di Anacapri, UERJ - Universidade do Estado do Rio de Janeiro, IVB - Instituto Vital Brazil |
note: Certosa di San Giacomo - Quarto del Priore Via Certosa, 1 - Capri |
genere: personale, arte moderna | |
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Hibridazioni
Castello Angioino Aragonese, Agropoli (SA)
Carmine D'agosto, Costabile Guariglia, Piero Leccese, Maurice McGee, Raffaele Ianni partendo da un'analisi sull'assenza corporale, il passaggio tra vita e morte, rileggono la contemporaneita' tra sperimentazione e ricerca artistica.
comunicato stampa
a cura di Costabile Guariglia
Ibridazione nasce come idea di azioni performative ideato dall’associazione aequamente e come prima edizione all’interno del progetto Corpo e Paesaggio, quest’ultimo sempre organizzato dall’associazione aequamente al Palazzo Civico delle Arti di Agropoli, con la curatela di Massimo Sgroi e Giuseppe Anzani e punta a diventare la prima manifestazione della performance a sud dell’Italia.
La serata di venerdì 29 maggio nello specifico vuole essere un tributo all’artista e amico Peppe de Vita, che ci ha lasciato prematuramente nel 2013. Luoghi di attraversamento sensibile tra corpo e paesaggio è un’azione performativa dedicata a Peppe De Vita, con gli artisti: Carmine D’agosto, Costabile Guariglia, Piero Leccese, Maurice McGee, Raffaele Ianni i quali partendo proprio da un’analisi sull’assenza corporale, il passaggio tra vita e morte, il pensiero e le loro differenze tra occidente e oriente, tra essere e divenire rileggono l'orizzonte degli avvenimenti ed eventi contemporanei tra sperimentazione e ricerca artistica. Ibridazioni si propone di sviluppare e di diffondere il loro valore sociale ed estetico all’interno della città e su tutto il territorio nazionale mettendo in campo non solo artisti di calibro ma anche artisti che non hanno ancora avuto molte possibilità di confrontarsi con il pubblico. L’opportunità di sondare e mostrare lo sviluppo linguistico del presente artistico del nostro territorio nazionale per offrire uno spaccato dei nuovi fermenti sperimentativi e delle nuove energie creative.
Ufficio stampa: associazione aequamente - 3339872478
Inaugurazione Venerdì 29 maggio ore 19
Castello Angioino Aragonese viale Europa Agropoli 19-21 ingresso libero
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Gino
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A-rena di Anacapri
Galleria CapriClou, Anacapri (NA)
Sei artisti allestiscono uno spazio comune con opere che sono nate da commistioni con il mondo dell'industria. L'incontro con l'industria offre uno spazio di ricerca dove ripensare l'arte come semplice relazione, sistema, gioco.
comunicato stampa
Artisti: Athina Ioannou, Benjamin Sabatier, Donatella Spaziani, Fabrice Hyber, Florent Lamouroux, Antonello Curcio
a cura di Giuliano Sergio
L’A-rena di Anacapri è un’avventura nata a Parigi, all’Espace d’art contemporain HEC, quando Mario e Dora Pieroni di RAM radioartemobile, assieme ad Anne-Valérie Delval, hanno radunato artisti, critici e imprenditori attorno ad un tavolo per riflettere sulle possibilità di dialogo tra arte e aziende. Da anni gli incontri D/A/C (Denominazione Artistica Condivisa), propongono l’idea che si debba costruire una rete di relazioni, trovare forme alternative per un’apertura al mondo imprenditoriale che spesso chiede di essere sorpreso nelle dinamiche produttive, nelle logiche di mercato, nell’azzardo delle associazioni.
Oggi, dopo quell’incontro, sei artisti allestiscono uno spazio comune con opere che sono nate da commistioni con il mondo dell’industria. Sono lavori che tentano uno “slittamento” rispetto alle pratiche correnti, per aggirare un modello artistico sempre più monolitico, un sistema dell’arte contemporanea che tende ad uniformare modalità di produzione e di ricezione. L’incontro con l’industria allora non è solo “utile”, ma “essenziale” – per gli artisti come per gli imprenditori – perché offre uno spazio di ricerca miracolosamente gratuito, dove poter perdere il filo tra soggetto e prodotto e ripensare l’arte come semplice relazione, sistema, gioco.
È questa l’inclinazione che attraversa i lavori in mostra. Da primo Fabrice Hyber che con i suoi POF (Prototypes d’Objets en Fonctionnement) reinventa forme e funzioni degli oggetti quotidiani. Hyber aveva fondato anche una società, la UR (Unlimited Responsibility), per produrre le sue opere e quelle di altri artisti, ma soprattutto per portare l’arte nell’universo del consumo, demistificandolo con la forza della sua ironia: “i POF sono delle aperture -spiega – delle possibilità”, è questa la responsabilità illimitata che l’artista si assume e che gli permette una funzione vitale nella società.
In questa direzione, Donatella Spaziani intende la produzione industriale e artigianale come uno spazio estetico, un processo dove innestare il proprio intervento, non per “adornare” o “abbellire”, ma per modificare finalità e risultati della fabbricazione, segnando una presenza esistenziale che vive nell’oggetto prodotto: così il suo corpo diventa misura, sagoma che appare nello spazio domestico, sui parati e le piastrelle e, allo stesso modo, costituisce la forma che modella le sedute e i materassi che progetta. Athina Ioannou considera invece l’artista stesso come un’impresa, il suo lavoro pittorico parte dalla progettazione di un elemento, in questo caso un tavolo, che in seguito si estende e polarizza lo spazio, lo investe attraverso un ritmo in moduli di luce e colori. Antonello Curcio usa la tecnica industriale per creare citazioni pittoriche che trasferisce su tovaglie di toile de Jouy mentre Florent Lamouroux si interessa ai simboli della fabbrica: i sui lavori sono una “produzione supplementare dell’industria”, dove i gesti, le divise, e gli oggetti diventano icone con le quali l’artista si misura. Da ultimo, Benjamin Sabatier crea sistemi predefiniti che invitano il pubblico a produrre l’opera secondo delle istruzioni date. La sua ricerca cita esperienze che hanno segnato i rapporti tra l’industria e gli artisti e che oggi possiamo rileggere con piena consapevolezza.
Cosa c’entra Capri in tutto questo? Molto, se si pensa al suo ruolo di “porto franco”, di vetrina internazionale dove da millenni si inscenano gli sfarzi del potere. A Capri questi oggetti, lontani dalle fabbriche e dai musei, trovano la loro verifica tra gli echi neoclassici del giardino di Federico Guiscardo, una piccola arena dove misurare l’ironia di altalene e fontane, maschere, tavoli e pavimenti, in uno dei luoghi più ludici della storia.
Giuliano Sergio
Inaugurazione 30 maggio 2015 ore 19
Galleria CapriClou via Orlandi, 68 80071 Anacapri (NA)
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Gino
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Raffaele Castello
Certosa di San Giacomo, Capri (NA)
Opere dal 1925 al 1966. L'esposizione presenta oltre 100 opere tra oli, tempere e acquerelli, in gran parte inedite ed esposte per la prima volta.
comunicato stampa
Sabato 30 maggio, alle ore 19.00, sarà inaugurata, negli spazi espositivi del “Quarto del Priore” della Certosa di San Giacomo a Capri l’esposizione del maestro Raffaele Castello dal titolo “Opere dal 1925 al 1966”. La mostra è promossa dal Polo museale della Campania e dall’Associazione Culturale ArteAs di Maurizio Siniscalco; con il patrocinio della Città di Capri, del Comune di Anacapri, della UERJ - Universidade do Estado do Rio de Janiero e del’IVB e dell’Istituto Vital Brazil di Rio de Janeiro; con il contributo di Metropolitana di Napoli, SEDA e Nepenthe.
L’esposizione presenta oltre 100 opere tra oli, tempere e acquerelli, in gran parte inedite ed esposte al pubblico per la prima volta, e intende tracciare un percorso di particolare rilevanza, lungo quaranta anni, del vissuto e dell’attività artistica di Raffaele Castello. Nato a Capri nel 1905, l’artista ha conservato sempre un profondo legame di appartenenza all’isola, nonostante i numerosi viaggi all’estero e i frequenti cambiamenti stilistici che hanno caratterizzato alcuni aspetti della sua produzione artistica.
L’arco temporale coperto dalle opere va dal 1925 al 1966: anni durane i quali l’artista ha vissuto tra Düsseldorf, Monaco di Baviera, Parigi, Roma e Capri, attraversando neoavanguardie artistiche e poetiche diverse, operando sotto le influenze e le suggestioni dell’astrattismo geometrico, del costruttivismo e delle personalità artistiche di spicco del suo tempo con i quali riuscì ad entrare in “sintonia”: Malevic, Klee, Schlemmer, Gropius, Mondrian, Calder, Salomon, per citarne alcuni, costruendo un dialogo artistico intenso e profondo.
Con il patrocinio di: Città di Capri, Comune di Anacapri, UERJ - Universidade do Estado do Rio de Janeiro, IVB - Instituto Vital Brazil / Organizzazione: ArteAs - Associazione Culturale e Polo museale della Campania / Coordinamento: Marco Polito / Allestimento: Józef Czerw
Inaugurazione 30 maggio ore 19
Certosa di San Giacomo via Certosa (viale Matteotti) Capri mar-dom 9-14 ingresso libero
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Gino
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La scultura dopo il duemila
Convento Francescano della SS. Trinita' - F.R.A.C., Baronissi (SA)
Idolatria e Iconoclastia. Una molteplicita' di espressioni poste al confine tra il culturale ed il naturale. Opere di Emanuela Fiorelli, Vincenzo Frattini, Maria Cristina Galli, Michelangelo Galliani...
comunicato stampa
a cura di Ada Patrizia Fiorillo
La mostra curata da Ada Patrizia Fiorillo, propone le opere di nove artisti: Caterina Arcuri, Emmanuele De Ruvo, Emanuela Fiorelli, Vincenzo Frattini, Maria Cristina Galli, Michelangelo Galliani, Anna Utopia Giordano, Federico Lanaro, Rinedda (Gennaro Sorrentino).
Si tratta di una selezionata scelta di nomi attraverso la quale la curatrice si interroga sul linguaggio della scultura, sulle ragioni che, almeno dagli ultimi trent’anni del Novecento ne hanno minato lo statuto. «È in tal senso – precisa Fiorillo – una campionatura senza dubbio angolata, con la quale si intende offrire un contributo al dibattito sulla scultura, ambito di ricerca che, nella sua evidente modificazione così come nella sua estensione, appare oggi tra le espressioni privilegiate delle vicende artistiche contemporanee. Dare del resto alla sua sintassi una definizione appare alquanto difficile. Più agevole, anche più utile, è leggere, seppur in sintesi per tale sede, i suoi cambiamenti, in particolare nei processi che l’hanno attraversata. Ciò che infatti del suo linguaggio si offre quotidianamente alla nostra esperienza è il frutto di pratiche ereditate dal passato, prossimo o, talora, remoto. Quale dunque il senso di questa eredità? Ed anche, fin dove bisogna spingersi nel tempo e che cosa è intervenuto a determinare una svolta, di gran lunga significativa, per tale linguaggio?». Sulle tracce di un breve excursus storiografico che richiama l’attenzione sul confine tra la cultura della modernità e della postmodernità, l’evidenza per la scultura è – come ancora sostiene – che ci si trovi davanti a un “campo allargato”, ad una molteplicità di espressioni poste al confine tra il culturale ed il naturale. Da qui anche la scelta di focalizzarsi sulla centralità dell’immagine, posta in quella dialettica che ne riscrive valori in termini di esaltazione o di denigrazione».
Inaugurazione 30 maggio ore 18.30
Convento Francescano della SS. Trinita' - F.R.A.C. via Convento Baronissi lun-gio 9-12.30 e 16-18.30, mar-mer 9-12.30; ven, sab, dom e festivi 10-13 e 17-20 ingresso libero
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Gino
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Mauro Maugliani - Carlo Alberto Palumbo
Pinacoteca Comunale d'Arte Contemporanea Giovanni da Gaeta, Gaeta (LT)
Noli me tangere / Ama. Gli artisti interpretano, in modo assolutamente autentico e indipendente, il corpo e il suo essere umano, in tutte le sue pieghe, dettagli e perfezioni.
comunicato stampa
Sabato 30 Maggio 2015, la Pinacoteca d’arte contemporanea di Gaeta inaugura una mostra che ribadisce l’essenza della pittura e, attraverso un codice antico, racconta il tempo attuale. Gli artisti Mauro Maugliani e Carlo Alberto Palumbo interpretano, in modo assolutamente autentico e indipendente, il corpo e il suo essere umano, in tutte le sue pieghe, dettagli e perfezioni, in tutta la sua realtà e trascendenza. La potenza espressiva di questa pittura, intrappola la visione estatica nella sospensione dell’irraggiungibile, in quella intoccabile dicotomia vita/morte, sacro/profano.
L’inafferrabile diventa il punto di contatto delle due distinte cifre stilistiche di Maugliani e Palumbo, che partono entrambi dal realismo per arrivare alla metafisica pittorica; in un processo che, se per Palumbo affonda le radici nelle figurazioni di certa pittura simbolista dell’Europa di secondo Ottocento, per Maugliani giunge al cuore della metafora del sublime, delineando un enigma impossibile da descrivere.
Mauro Maugliani "Noli me tangere" narra l’evocazione di un divieto, il gesto del toccare, la seduzione tattile della materia, il corpo che diviene reliquia dello sguardo. La pittura di Mauro Maugliani incarna un simile intreccio attraverso la perfezione tecnica di ogni minuzioso dettaglio fisionomico rappresentato, esegesi di una profonda lettura dell’uomo, come essere trascendente che detta le regole di un contatto che è esente da qualsiasi forma riconducibile al reale. dal testo critico di Alessia Carlino
Carlo Alberto Palumbo "Ama" è un ciclo pittorico dove le tele si inscrivono, l’una in rapporto all’altra, l’una all’altra sommandosi, in un racconto unitario; una scoperta di sé e un’agnizione che avvengono pelle a pelle, che abbisognano della concretezza dei corpi. Simulacri (…) i corpi, recuperati e ri-posseduti come valori residuali ancora umani in un deserto disumano stipato di disvalori; la fisicità dell’eros per raccontare l’umanità dell’amore, riflessa nello specchio nella morte. dal testo critico di Marcello Carlino
Maugliani e Palumbo hanno già esposto nella Pinacoteca di Gaeta, durante diverse collettive e, con la mostra oggi dedicata ai due artisti, si chiude così un ciclo di collaborazioni e un progetto di ricerca condotto dall’associazione 900 che, con coerenza e sensibilità, cura la programmazione della Pinacoteca.
INFO
Associazione Culturale Novecento
Gestione Pinacoteca Via de Lieto, 2/4 - 04024 Gaeta (LT) pinacotecagaeta@gmail.com 0771 466 346 www.pinacotecagaeta.it
Ufficio Stampa indolfipress@gmail.com 347 9679 950
Inaugurazione 30 maggio ore 19
Pinacoteca Comunale d'Arte Contemporanea Giovanni da Gaeta via De Lieto, 2 Gaeta tutti i giorni, lun chiuso 17-22. Sab e Dom aperto anche 11-13 ingresso libero
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Gino
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Giovanni Robustelli
Castel dell'Ovo, Napoli
Medea - da Pasolini. In mostra quaranta opere per attraversare il film di Pierpaolo Pasolini, trasferendo l'immagine cinematografica in suggestione pittorica e dialogando in ogni sequenza con la potente fotografia.
comunicato stampa
A cura di Leo Lecci
Quaranta opere per attraversare la "Medea" di Pierpaolo Pasolini, trasferendo l'immagine cinematografica in suggestione pittorica e dialogando in ogni sequenza con la potente fotografia del film: l'artista Giovanni Robustelli accetta la sfida di rileggere uno dei soggetti più controversi della cultura di ogni tempo, inaugurando domenica 31 maggio a Castel dell'Ovo a Napoli la mostra "Medea - da Pasolini", che resterà aperta fino al 4 luglio.
La mostra, organizzata da Phoenix Tour, con il patrocinio del Comune di Napoli e dell'Archivio del Centro Studi Pier Paolo Pasolini di Bologna, è curata da Leo Lecci. Le opere realizzate appositamente da Robustelli, interpretano il tema attraverso dimensioni e tecniche diverse: si va da pannelli piccolissimi, di 10x10 centimetri, a grandi tele di 5x3 metri, su cui l'artista ha lavorato in acquerello e grafite, olio e vernici sintetiche.
Questa personale di Robustelli esprime l'esito di una ricerca artistica sempre guidata dallo studio sulla semiotica del linguaggio e, soprattutto, del valore del “significante": proprio per questo l’artista si è spesso trovato, sul suo percorso, a lavorare con la cultura classica e quindi con il mito. E proprio Medea è uno dei soggetti che ha più studiato e sviscerato, non solo nelle versioni della tradizione greca ma anche nelle rivisitazioni relativamente più moderne: da Cherubini a Lodovico Dolce, da Corrado Alvaro a - appunto - Pier Paolo Pasolini.
Robustelli ha voluto rielaborare l’immagine cinematografica di Medea. Nell’opera di Pasolini esiste una serie di contingenze linguistiche e ideologiche: l’opera lirica e la musica classica evocata dalla protagonista Maria Callas; il cinema di Pasolini, che contribuisce ad un discorso intellettuale portato avanti anche nel teatro di Carmelo Bene; il mito che proviene direttamente da Euripide e quindi dalla classicità come apoteosi dell’icona.
Robustelli orchestra così una serie di opere che si organizzano ad un rimando continuo tra la fotografia del film e lo spazio del quadro, tra sequenze e tempo “percorribile” della superficie, tra simboli, icone e la loro frantumazione attraverso il segno. Le caratteristiche tecniche del film, il medium linguistico, si mischia e influenza i significanti metalinguistici creando pretesti semiotici su più livelli. La tecnica assume l’aspetto di coscienza critica e subito dopo di incoscienza evocativa. Il segno disciplinato come una preghiera tende, nonostante la sua estrema presenza, a togliere di mezzo l’autore e a manifestare una spiritualità come conseguenza, come frutto dell’opera pasoliniana. Robustelli diventa spettatore, poi critico e infine visionario di un linguaggio da cui prende il testimone per poi cercare di sbarazzarsene (contemplandone persino il fallimento e l’abbandono al linguaggio come litania, in un ritmo astraente).
Le immagini diventano testimonianza, interpretazione ed evocazione d’altro. L’immagine come involucro, come pelle di serpente. Un valore che si perde continuamente, che scivola dal suo contenitore nonostante cerchi di trattenerlo, ne richieda, per forza di cose, significato. La tecnica dell’assenza, dello svuotamento, dell’abbandono per essere il significante presente lì dove non c’è più sostanza. All'interno del percorso espositivo verrà anche proiettato, in loop, un breve documentario, realizzato da Vincenzo Cascone e con il prestigioso contributo di Enrico Ghezzi e del direttore della fondazione Pasolini di Bologna Roberto Chiesi, che espone diversi aspetti della mostra come percorso intellettuale, affrontando l'aspetto critico del film di Pasolini, il dialogo tra pittura e cinema, e ulteriori spunti per nuovi percorsi artistici e antropologici.
Immagine: Giovanni Robustelli
Ufficio Stampa: Concetta Bonini 333 7337513 concetta.bonini@gmail.com
Inaugurazione: Domenica 31 Maggio 2015 ore 18
Castel dell'Ovo via Eldorado, 3 (presso via Partenope - borgo marinaro) Napoli feriali 9-19.30, festivi e dom 9-14 ingresso libero
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