GinoRamaglia.it - Materiali per l'arte
.
GinoRamaglia.it - Tecniche, materiale e risorse per artisti
GinoRamaglia.it - Tecniche, materiale e risorse per artisti
  GinoRamaglia.it il Catalogo dei prodotti per Belle Arti Eventi e mostre d'arte Esponi le tue opere in Galleria I consigli sulle tecniche e i prodotti per l'arte  
 

 
INDICE ARTISTI
GALLERIA
   

     

visualizza scheda

   
Opera dell'Artista
 
"Donna distesa"
 
 
 
Sansone Enrico
     
CRITICHE ARTISTICHE: La "mimesi idealizzante" Enrico Sansone è alla ricerca di una connotazione d'espressione. In questo contesto di studio la produzione dei Suoi quadri apparirà quindi quanto mai discontinua anche se predomina una "mimèsi" che si estrinseca nella personale idealizzazione, in una serie di elementi di "segno" naturalistico. Infatti, nell'oggettualità preponderante, nelle opere di Sansone, è quella della "natura" nell' accezione paesaggistica del termine. Natura, che viene ripercorsa nelle varie fruizioni assunte intimamente, rivelandosi poi, nelle molteplici diversità captate. A queste trasmette una investigazione affettuosa, semplice e spontanea trasferendone sulle tele gli aspetti più sentitamente e sentimentalmente vissuti. Le ambientazioni hanno per lo più come riferimento, paesaggi umbri: come Loreto o Grutti. Luoghi che vengono rappresentati, con "grumi" di colori, la cui prevalenza, nelle diverse tonalità e' il "verde" tipico di quella terra. Nella descrizione poi, che non è mai particolareggiata, Egli dimostra una personale tendenza ad affrontare l' impatto visivo da riprodurre, e che successivamente tenta di ricomporre, nell' apprezzabile tentativo di realizzare quell' istintivo senso cromatico a cui tende. Si vedranno quindi più d'altro, una serie di "oggettivi sondaggi", dovuti alle spontaneità citate, che conservano, soprattutto nell' elemento pigmatico, un linguaggio sedimentato nell'osservazione. Ed' è attraverso questo "sguardo emozionale" che Sansone prova ad assegnarsi un ruolo, nel quale, anche senza una esperienza di base, manifesta attitudine. Lo dimostra, nelle elaborazione, quella maggior disposizione coloristica attuata nelle fasi d’astrazione che lo hanno interessato a cimentarsi. In queste, lo sguardo non ama piu’ soffermarsi ed abbracciare rese panoramiche definite, ma ne rappresenta nella trasformazione concettuale, la sintesi descrittiva. Ed’ è questa, che appare come risultato di una determinata e raccolta definizione d’espressività . Su codesta “linea” , grazie anche al personale ed amorevole impegno, d’estrinsecare i propri sentimenti, potrà nel prosieguo, affermarsi in piu’ definibile ruolo. Tutto cio’, nei limiti della condizione che Egli concerti la propria esigenza elaborativa, attraverso una piu’ caratterizzante presenza, di orme e cromatismi. Mediante ciò gli esiti consentiranno certamente una più indicativa e determinante personalizzazione, così come altrettanti risultati positivi. Le visioni percepite Continua la ricerca di Enrico Sansone per definire quella “linea” pittorica che lo possa contraddistinguere. Infatti, varie sono le fasi di produzione che ancora risentono di quella istintività che gli permette di produrre tutta una serie di elementi d’immagini, che vanno gradatamente definendosi. A conferma, le visioni percepite che lo inducono a soffermarsi, si traducono in queste sue ultime opere, particolarmente in pennellate di “getto”. Gesti questi, che avrebbero la necessità di più approfondite verifiche d’impostazione e, che quindi circoscrivono, anche se in parte, il cammino che Sansone si è prefisso: ovvero quello di una ottenere una espressività pittorica che coniughi esperienze e sensazioni. Malgrado quindi l’essere ancora legato a quei grumi d’immagini attraversate d’improvviso, egli cerca di fermarle in un contesto pittorico fatto soprattutto di slanci emotivi e conseguentemente ancora esenti di pacate riflessioni al “determinare”. Come già scrissi, Sansone esprime tutta la sua autenticità di autodidatta e inevitabilmente risente, delle ambientazioni che gli sono vicine territorialmente più che delle sensitività oggettuali e per propria natura, cerca di proporre ad altri, questo suo essere “narratore” che per lungo tempo ha lasciato alla sola personale indefinibilità, senza una ben delimitata linea pittorica da perseguire. Osservazioni queste che rappresentano ed hanno lo scopo di stimolo a perseguire quelle definizioni che sente particolarmente, e ciò, per una personale predisposizione che fa parte della sua naturale istintività a cogliere ciò che lo attira visivamente. Certamente è un cammino difficile quello che gli viene suggerito ma, l’esigenza di predisporre per altri una serie di immagini e, desiderare che vengano accettate, rappresenta sia pure forzatamente lo stimolo a personalizzarsi; così come già ebbi modi di esprimere. Gli esiti? Man mano saranno sempre più positivi e le opere che ha realizzato in questo ultimo periodo in parte lo dimostrano. Ne cito appunto alcune che più d’altre dimostrano la lenta maturazione a cui si è destinato: “Barbarano” coi suoi lampi di luce; “Via Flaminia” dove il colore spazia in larghe pennellate, ed altre ancora come: “Barn Hill” oppure: “Il suonatore di sax” tutto racchiuso nell’istintiva raffigurazione dell’immagine. In questo contesto prosegue quella “mimèsi” che lo fa perseverare in continua ricerca. E’ ciò che deve fare, per poter sempre più ottenere significativi risultati che certamente lo gratificheranno. Roma, Marzo 2006 Aurelio De Rose
     
.    
 
 
 
 

 

 

SEGUICI SU: