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Mostre ed incontri artistici - Settembre 2015 |
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Gino
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La Giuria, presieduta da Antonio Biasiucci e composta da Chiara Reale, Enzo Buono e Francesco Soranno, è già al lavoro per individuare i migliori scatti e procederà alla premiazione dei vincitori
domenica 13 settembre ore 19.00 presso VILLA DI LIVIA Pozzuoli via Campi Flegrei 19
concorrenti ed amici sono invitati a partecipare | altro importante appuntamento è l'inaugurazione della mostra fotografica (allegato invito) nella quale sarà esposta una selezione di foto, una per ogni partecipante:
lunedì 7 settembre ore 19.00 al GOZZETTO presso il Porto di Pozzuoli con fotografie di
francesca AGRILLO | christian ARPAIA | fiorenza ASTA | rossella AURIEMMA | marzia BERTELLI | lucio BERTO | marco BEVILACQUA | luigi BORRONE | mauro CACCAVALE | paolo CAIVANO | alessandra CALVI | adelaide CANDILIO | mauro CANGEMI | anna rita CANONE | giorgio CAPPIELLO | alessandra CARDONE | alma CARRANO | elisabetta CARTIERE | ivano CASO | gennaro CERBONE | davide CERULLO | rocco CIMMINO | antonio CUNICO | simone D'ALESSANDRO | francesco D'AMBROSIO | francesca DE CARO | anna DE GREGORIO | daniele DE IULIO | giancarlo DE LUCA | salvatore DE ROSA | renato DE SANTIS | claudia DEL GIUDICE | claudia DELLI GATTI | gennaro DI MAURO | maria DI PROCOLO | vittorio antonio D'ONOFRIO | rosy EMANATO | antonella ESPOSITO | nunzia ESPOSITO | raffaele ESPOSITO | marika FAVALE | flora FAZZARI | francesca FERRARA | victoria GALVANI | ciro IACOBELLI | valerio ILARDO | francesco IMPERATO | marino LANDOLFO | maria agnese LO MORIELLO | giuseppe MAIONE | emanuela MARTOLO' | giuseppe MAZZEO | massimo MONDO' | angelo MOSCARINO | angelo MOVIZZO | tugce OZTURK | anna PANE | valeria PARODI | francesca PEPE | pietro PERRINO | antonio PERRONE | anna PUZONE | viviana RASULO | fabio SARTORI | stefania SCOTTI | stefano SELVAGGI | mariano STELLATELLI | gianluca TESTA | enrico VERTECHI | salvatore ZUMPANO
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Gino
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Il 12 settembre 2015 alle ore 18.30 al PAN, nelle sale del I° piano, avrà luogo l’inaugurazione di una mostra del pittore Mario Sangiovanni.
Sarà una mostra antologica, intitolata “Monologo”, quasi una autobiografia per parole ed immagini ove il pittore racconta se stesso, di come l’impegno artistico possa diventare soluzione esistenziale di una vicenda umana che traspare sullo sfondo dell’intera rappresentazione.
Le immagini, che numerose popolano quegli anni raccontati, sono per il pittore quasi “foto ricordo” ovvero, come egli stesso dice parafrasando Gaston Bachelard, le illustrazioni di una fantasticheria.
La mostra rimarrà aperta al pubblico fino al 27 settembre 2015
www.galleriaserio.it
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Gino
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Satoshi Hirose
Galleria Umberto Di Marino, Napoli
Heteronym. L'artista presenta nuovi lavori: il risultato e' la costruzione di una personale cosmogonia che si nutre di influenze provenienti sia dal pensiero orientale che da quello occidentale.
comunicato stampa
La Galleria Umberto Di Marino è lieta di presentare il primo appuntamento di ten more ten, una programmazione espositiva da svolgersi nel corso di un intero anno, concepita in occasione del decennale della sede napoletana e del ventennale dalla prima fondazione in Giugliano in Campania.
La serie di eventi diffusi in tutta la città di Napoli si avvarrà della collaborazione di diverse istituzioni pubbliche, oltre che di privati e collezionisti vicini al percorso di Umberto Di Marino in questi anni. Gli artisti della galleria o ad essa legati da relazioni pluriennali di scambio intellettuale, infatti, verranno coinvolti in mostre concepite per lo spazio di via Alabardieri, ma anche in installazioni, proiezioni, conferenze e progetti site-specific per luoghi significativi del paesaggio urbano e della scena culturale locale.
I temi da sempre cari alla linea direttiva della galleria, quali l'indagine sociale attraverso il paesaggio, la dérive antropologica, il viaggio e le trasposizioni geopolitiche dei fenomeni culturali, il post-colonialismo e il fallimento del Modernismo, saranno riletti in una rielaborazione costante dei contenuti e dei processi artistici, fino a concludersi con l'apertura al pubblico di un vero e proprio cabinet. Foto, documenti d'archivio, opere, bozzetti, testi e lettere daranno forma all'intreccio di relazioni umane e professionali che hanno attraversato le due sedi storiche, al servizio di un'idea di galleria intesa innanzitutto come laboratorio comune di pensiero e luogo aperto alla sperimentazione. Allo stesso modo l'invito raccoglie tutte le mostre di questi dieci anni in un compendio visivo e un omaggio sentito alle tracce lasciate dagli artisti.
In occasione dell'apertura di questo ciclo, venerdì 5 giugno, Satoshi Hirose presenterà Heteronym, una corposa monografica in cui l'artista offre al pubblico nuovi lavori, associandoli alla rilettura di opere del passato. Il risultato è la costruzione di una personale cosmogonia che si nutre di influenze provenienti sia dal pensiero orientale che da quello occidentale. «Nel viaggio, il dialogo tra me e gli altri pare avvenire in un tempo che non esiste, sito oltre la corrente del flusso temporale, accadere in qualche luogo che non è nessun posto in particolare. II viaggio si scopre uno spazio quieto dove i confini dell’identità dell’io divengono sfocati e imprecisi.» Dalle parole dell'artista in occasione del testo Identità vagante (2007) emerge la stretta interrelazione tra l'incontro con culture diverse e la complicata definizione di un'individualità e di prospettive personali all'interno di una società globalizzata e sempre più orientata alla contaminazione dei linguaggi. Una profonda analisi delle dinamiche di creazione della cultura contemporanea, arricchita da forti riferimenti filosofici, che fin dalla personale Pas au-de-là del 2004 a Giugliano e poi con Microcosm a Napoli nel 2008, hanno suggerito un filone d'indagine tra i più fondanti per la ricerca della galleria.
Il titolo Heteronym, ispirato agli eteronimi di Fernando Pessoa, costituisce un primo richiamo alla fluidità con cui diamo luogo alla continua moltiplicazione d'identità all'interno di dimensioni sia reali che virtuali. L'idea della mostra, quindi, rifacendosi alle concezioni cognitive della dottrina neoplatonica, tenta di riportare armonia tra microcosmo e macrocosmo. Il percorso espositivo introduce immediatamente lo spettatore nello spazio metafisico con Tama ovvero la materializzazione dello spirito in forme sferiche, secondo un'accezione comune sia alla filosofia giapponese che agli studi antropologici e di archeologia cognitiva sulle antiche popolazioni europee e autoctone americane.
L'ultima stanza, invece, riporta ai sensi e ad una percezione mutevole del mondo con lavori storici come La casa del limone e Aperitivo, mentre la seconda stanza tenta di tracciare un'intersezione tra queste due dimensioni. Bean cosmos, ad esempio, racchiude in sé il simbolo della cultura materiale più povera e la riflessione metafisica più alta, il maschile e il femminile, contemplando l'aspirazione ad annullare tempo, spazio e ogni confine esistente tra sé e gli altri, tra uomo e natura, tra vita e morte.
Inaugurazione 5 giugno 19-22
Galleria Umberto Di Marino via Alabardieri, 1 Napoli lun-sab 15-20 chiuso dal 25 luglio al 31 agosto ingresso libero
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Gino
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venerdì 4 settembre 2015
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Oppy De Bernardo
Galleriastudiolegale Eventitre E23, Napoli
La legge e' uguale per tutti. La mostra si struttura come interrogazione ironica di vissuti sociali, attraverso l'uso di elementi/oggetti e riferimenti etimologici e concettuali come reliquiari, ostie celebrative etc.
comunicato stampa
a cura di Raffaella Barbato ed Ermanno Cristini
“La legge è uguale per tutti” è il titolo della prima personale dell’artista italo - svizzero Oppy de Bernardo (Locarno 1970) a Napoli. Nata da una sinergia progettuale che vede coinvolti l’artista ed i curatori, Raffaella Barbato ed Ermanno Cristini, la personale - promossa ed organizzata dal collettivo Di.St.Urb in collaborazione con lo spazio/progetto riss(e) di Varese e supportata tecnicamente dal BAD di Giuseppe Buonanno - nasce come indagine socio-antropologica delle fenomenologie comportamentali e relazionali dell’individuo contemporaneo, partendo e approdando dalla/alla dialettica Sacro/Profano. Parte di una lunga riflessione critica e azione di denuncia, che da anni l’artista opera contro il sistema dei falsi valori, delle prolificanti false dottrine e della falsa morale del sistema dei sistemisti - economico, politico, sociale, religioso- in cui l’uomo vittima e carnefice opera. La mostra - dal titolo pungente e provocatorio - si struttura come interrogazione ironica - e volutamente grottesca - di vissuti sociali, attraverso l’uso di elementi/oggetti e riferimenti etimologici e concettuali che hanno spesso affinità con il mondo ecclesiastico (quali reliquiari, ostie celebrative etc …); tutte icone ascritte a simbolo dello status di precarietà dell’odierno.
In mostra saranno presentati una serie di lavori inediti tra cui Reliquiae, una installazione work in progress, costituita della raccolta di campioni di sangue di personalità del mondo dell’arte - artisti, critici, galleristi, collezionisti, giornalisti d’arte-; il sangue, impresso su frammenti di lino presentati in cornici di plexiglass, formerà un reliquiario che sarà oggetto di un ciclo di mostre che registreranno la crescita progressiva del lavoro; l’installazione La Legge è uguale per Tutti, una scritta luminosa - rossa - di 12 metri, che imponente campeggerà negli interessanti spazi espositivi - ex industriali – E23 di Massimiliano Cafaggi in via Blanch. La mostra sarà visitabile fino al 20 settembre. La sera del vernissage visitatori e curiosi potranno regalarsi una “reliquia” dell’artista.
OPPY DE BERNARDO (Locarno 1970). Dopo gli iniziali studi in Restauro e Pittura all'Accademia di Como, si trasferisce a Brera per seguire i corsi d'Arte Contemporanea a cura di Alberto Garutti. Nel 2008 è tra gli artisti selezionati, per la XIV Edizione del Corso Superiore di Arti Visive della Fondazione Antonio Ratti di Como e vincitore nello stesso anno, del Premio Epson FAR (Fabbrica del Vapore, Milano). Nel 2009 è tra gli artisti presenti al R.o.R. Artist in Residence Program, Sempas, di Slovenija (SLO). La ricerca dell'artista è incentrata sull'analisi dei processi comunicativi e sui limiti percettivi della realtà ordinaria, attraverso cortocircuiti relazionali generati -dallo stesso- con oggetti di uso comune comune e di fuzione collettiva. Tra alcuni dei suoi lavori espositivi ricordiamo le mostre collettive: 2015 “Voglio vedere le mie montagne” Museo MAGA, Gallarate, curatore Noah Stolz; 2014 Biennale del Vallese,”Turtmann” (collaborazione con Aldo Mozzini); 2014 “Resurrectio”, Abbazia S.Pietro a Ruoti, Arezzo, curata da Di.St.Urb e Artlante; 2013,“Padiglione Svizzero”, Zug (collaborazione con Aldo Mozzini), “subjective Maps /disappearances”, National Gallery of Iceland, Reykjavik, curata da Halldór Björn Runólfsson, Alessandro Castiglioni, Rita Canarezza & Pier Paolo Coro; “Fuoriclasse”, Galleria d’Arte Moderna, Milano, curatore Luca Cerizza; 2013 “Anamorfosi della verità, Enigmi della scultura”, Spazio Zero11, curatore Franco Cipriano; 2012, “C’est la nuit qu’il est beau de croire à la lumière”, Fort Militaire de Chillon, Montreaux, curatori Ermanno Cristini e Jean-Marie Reynier; “Arspolis 2”, Lugano, curatori Jean-Marie Reynier e Ermanno Cristini; “La terra vista dal mare”, Museo di Villa Croce, Genova, curata da Alessandro Castiglioni; “Tutto è compiuto”, Di.St.Urb., Scafati, curatore Raffaella Barbato; 2011, "Frohe ussicht”, con Aldo Mozzini, Samstagern (CH); 2010, “Little Constellation”, DOCVA, Milano, curatore Alessandro Castiglioni. Le personali: 2012 “Scacciapensieri”, Ala Est, Museo Cantonale, Lugano(CH), curatore Elio Schenini; 2011, "Tu con quest’acque a rinfrescarlo impara”, Antico Monastero delle Agostiniane, Monte Carasso (CH), curatore Jean-Marie Reynier; "Lospite (e l’intruso)", Studio Ermanno Cristini, Varese, curatore Ermanno Cristini; 2010, “Fondata sul lavoro”, Spaziocorale, Arci Bellezza, Milano, curatore Francesca Guerisoli.
Di.St.Urb. Distretto di studi e relazioni urbane/in tempo di crisi, si pone l’obbiettivo di attirare ed aggregare un ampio e diversificato gruppo, costantemente in fieri, di artisti, di critici e curatori, nonché di intellettuali afferenti ad altri ambiti e discipline interessati al confronto con i linguaggi dell’arte, adottando una prospettiva globale, ma prestando la massima attenzione anche al territorio. Prima ancora che area espositiva, funzione che pure gli è assolutamente propria, esso va dunque inteso come un cantiere in cui soggettività differenti per formazione e vocazione concorrono nell’articolazione di un discorso sempre suscettibile di nuovi apporti e sconfinamenti, ma anche costantemente fedele a due linee-guida ben definite. Esse sono sintetizzabili nei termini di un’arte come esercizio di strenua messa in questione della sua stessa natura, nonché come pratica votata al continuo confronto con la dimensione socio-politica, il che, allo stato attuale, si traduce inevitabilmente nell’intreccio con i nodi costituiti dai molteplici volti - economico, ecologico, politico, sociale – della crisi mondiale in corso, che è in definitiva crisi irreversibile dei paradigmi sui quali da oltre due secoli si fonda la civiltà occidentale.
riss(e) è uno spazio fisico solo accidentalmente perché non può essere “qui”. Riss(e) vuole essere piuttosto un “dovunque”, un “altrove”; qualcosa che si sposta trovando nell’erranza la propria dimensione etica, quella condizione che deriva dalla consapevolezza che, abbandonata la mappa, non resta che stupirsi degli incontri.(Ermanno Cristini) http://risseart.jimdo.com/
BAD - bunker art division - Associazione non profit (diretta da Giuseppe Buonanno) per la promozione della ricerca artistica contemporanea attiva dal 2001. BAD gestisce uno spazio-laboratorio il BAD museum, destinato all’opera d’arte, al confronto e alla relazione, per favorire lo scambio di punti di vista ed i contatti internazionali in ambito artistico. Un luogo per l’informazione e il servizio che programma e realizza la sua attività grazie al supporto operativo di artisti, curatori, intellettuali ed accademici di varie estrazioni, al contributo di soci e professionisti appassionati d’arte, esperti nella lavorazione di materiali, nonché all’ uso delle nuove tecnologie di comunicazione, automazione e robotica. http://www.bunkerart.org/
Inaugurazione 6 giugno 2015 ore 19
Galleria E23 via Blanch, 23 Napoli orario: dal lunedì al venerdì dalle ore 16.30 alle ore 19.30, il sabato su appuntamento
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Gino
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Per_formare una collezione #4
MADRE - Museo d'Arte Donna Regina, Napoli
Piu' di 100 opere di circa 60 autori che permettono di ricostruire la storia e lo scenario delle avanguardie artistiche a Napoli e in Campania, negli ultimi 50 anni.
comunicato stampa
A cura di Alessandro Rabottini e Eugenio Viola
Il quarto capitolo del progetto (avviato dal museo MADRE nel 2013) prende corpo sull’intero secondo piano del museo e in altri spazi dell’edificio (con la costituzione, tra l’altro, presso il pieno terra e il mezzanino, del primo nucleo della collezione video e lo sviluppo, presso il secondo cortile e il terrazzo, della collezione di sculture all’aperto).
Il progetto approfondisce la riflessione sul ruolo identitario e le molteplici narrazioni di una collezione museale oggi. L’attenzione non è posta su un gruppo o periodo storico specifici, quanto su una pluralità di artisti, opere, documenti che permettano, nel loro complesso, di ricostruire la storia e lo scenario delle avanguardie artistiche a Napoli e in Campania, storici crocevia negli ultimi cinquant’anni delle ricerche più autorevoli e più sperimentali in tutti i campi, e di fornire una prospettiva sul presente, dotando il museo di una collezione al contempo radicata sul proprio territorio e attenta alle dinamiche della ricerca italiana e internazionale, favorendo infine un incontro fra linguaggi, media e artisti di generazioni, formazioni e provenienze diverse.
Nell’ambito di Per_formare una collezione # 4 saranno presentate più di 100 opere di circa 60 artisti. Il progetto di ampliamento della collezione museale del MADRE continuerà a partire dall’autunno del 2015
Immagine: Joseph Beuys, La rivoluzione siamo noi, 1971, serigrafia su poliestere, esemplare unico. Collezione privata, Napoli. Foto di Amedeo Benestante
Ufficio stampa Electa Valentina Masilli tel. 06 47497402 valentina.masilli@consulenti.mondadori.it Responsabile comunicazione Monica Brognoli tel. 02 71046456 brognoli@mondadori.it Luisa Maradei 333.5903471 luisamaradei@gmail.com
Conferenza stampa: venerdì 22.05.2015: ore 11 – inaugurazione: ore 19
Museo MADRE Secondo piano e spazi vari via Settembrini, 79 (Palazzo Donnaregina) NapoliOrari: Lunedì, Mercoledì, Giovedì, Venerdì, Sabato 10.00 ⋅ 19.30 — Domenica 10.00 ⋅ 20.00 La biglietteria chiude un'ora prima / Martedì chiuso Intero: € 7.00 Ridotto: € 3.50 Ridotto gruppi prenotati: € 4.00 Lunedì ingresso gratuito
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Gino
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Sturtevant Sturtevant
MADRE - Museo d'Arte Donna Regina, Napoli
A partire dal 1964 Sturtevant inizio' a "ripetere" le opere degli artisti a lei contemporanei (Beuys, Warhol, Kelley, Kiefer...), esplorando con straordinario anticipo concetti quali autorialita' e originalita' in relazione ai meccanismi di produzione, ricezione e canonizzazione dell'immaginario artistico.
comunicato stampa
a cura di Stéphanie Moisdon
Sturtevant Sturtevant, la grande mostra personale di Elaine Sturtevant (1924-2014) organizzata dal MADRE e a cura di Stéphanie Moisdon, è la prima mostra retrospettiva dedicata da un’istituzione pubblica italiana a una delle più influenti artiste del XX secolo, Leone d’Oro alla 54 Biennale di Venezia, nel 2011. Nel 2014 e 2015 due dei più importanti musei americani, il MoMA- Museum of Modern Art di New York e il MoCA-Museum of Contemporary Art di Los Angeles, le hanno dedicato la prima retrospettiva nordamericana, che segue le grandi mostre personali, fra le altre, al MMK-Museum für Moderne Kunst, Francoforte (2004), Le Consortium, Digione (2008), Musée d’Art Moderne de la Ville de Paris, Parigi (2010), Moderna Museet, Stoccolma (2012), Kunsthaus, Zurigo (2012), Sprengel Museum, Hannover (2013) e Serpetine Gallery, Londra (2013).
A partire dal 1964 Sturtevant iniziò a “ripetere” le opere degli artisti a lei contemporanei, riferendosi ad alcune delle personalità più iconiche del suo tempo (da Marcel Duchamp e Joseph Beuys e Andy Warhol, da Jasper Johns, Roy Lichtenstein, Claes Oldenburg, Frank Stella fino a Paul McCarthy, Mike Kelley, Robert Gober, Anselm Kiefer, Felix Gonzales Torres, per citare solo alcuni esempi), esplorando con straordinario anticipo concetti quali “autorialità” e “originalità” in relazione ai meccanismi di produzione, circolazione, ricezione e canonizzazione dell’immagine e dell’immaginario artistici.
Una ricerca estetica ed intellettuale profondamente radicata nel pensiero filosofico, che ha prima cortocircuitato le logiche stesse della Pop Art e poi oltrepassato i criteri dei linguaggi appropriazionisti, emersi successivamente, ne, negli anni Ottanta. Rimanendo per decenni isolata, questa ricerca, che dal 2000 si è espressa soprattutto attraverso il video (con riferimenti che vanno dal cinema hollywoodiano all’immaginario televisivo e pubblicitario e alla comunicazione digitale), si configura oggi non solo come paradossalmente originale, ma anche soprattutto come affermazione pionieristica e seminale, nel suo costante interesse a cogliere cosa definisce, in quanto tale, oggi, un’opera d’arte.
Sturtevant, foto / photo L. Muzzey © Estate Sturtevant, Paris. Courtesy Galerie Thaddaeus Ropac, Paris-Salzburg foto originariamente pubblicata sulla rivista “Frog” / photo originally published on “Frog” magazine
Ufficio stampa Electa Valentina Masilli tel. 06 47497402 valentina.masilli@consulenti.mondadori.it
Responsabile comunicazione Monica Brognoli tel. 02 71046456 brognoli@mondadori.it Luisa Maradei 333.5903471 luisamaradei@gmail.com
Conferenza stampa: giovedì 30.04.2015: ore 11 – inaugurazione: ore 19
Madre — Museo d’Arte Contemporanea Donnaregina via Settembrini 79, 80139 Napoli Orari: Lunedì, Mercoledì, Giovedì, Venerdì, Sabato 10.00 ⋅ 19.30 — Domenica 10.00 ⋅ 20.00 La biglietteria chiude un'ora prima / Martedì chiuso Intero: € 7.00 Ridotto: € 3.50 Ridotto gruppi prenotati: € 4.00 Lunedì ingresso gratuito
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La luce vince l'ombra
Casa don Diana, Casal di Principe (CE)
Gli Uffizi a Casal di Principe. L'esposizione concentra l'attenzione sulla pittura del Seicento ma anche delle incursioni contemporanee allo scopo di mostrare e valorizzare opere oggi custodite tra Napoli e Firenze.
comunicato stampa
A cura di Antonio Natali e Fabrizio Vona
Venti opere d’arte per proclamare il primato della luce sull’ombra, della legalità sull’illegalità, della cultura sull’ignoranza. Si intitola La luce vince l’ombra. Gli Uffizi a Casal di Principe la mostra che si inaugura il prossimo 21 giugno nel centro del casertano con l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica e il sostegno di Confindustria Nazionale, e che avrà – per la prima volta in Italia – una sede espositiva unica: una villa confiscata alla camorra, recuperata a fini museali e intitolata a don Peppe Diana, emblema della lotta alla criminalità.
Fino al 21 ottobre sarà possibile ammirare opere di grande suggestione di mano d’artisti di grande tenore poetico. Si tratta di beni provenienti dalle collezioni degli Uffizi, del Museo di Capodimonte, della Reggia di Caserta e del Museo Campano di Capua, scelte per il loro significativo legame con il territorio che le accoglie: una selezione di estremo interesse mai esposta insieme, frutto del lavoro scientifico dei curatori che, come altri importanti partner nazionali, hanno sposato la sfida proposta da R_Rinascita: esporre per la prima volta in Italia opere del più importante museo nazionale in un bene confiscato alla camorra recuperato e reso fruibile.
Con questa mostra inizia una nuova storia, fondata su un patto di responsabilità sociale tra il mondo della cultura e della politica, tra grandi realtà imprenditoriali e associazioni culturali: Social Booster Partner: Gruppo Bassilichi - Gruppo Battistolli; Social Main Partner: Coop Italia - Unipol - Fondazione Unipolis; Building Partner: Banca Monte Paschi di Siena; Start Up Partner: Banca Popolare di Bari; Educational Partner: Soroptimist International d’Italia; Interpreises Partner: Camera di commercio di Caserta; Mobility Social Partner: Aletheia; Social Friendly Partner: Centro Commerciale Campania; Partner/sponsor: Associazione Amici degli Uffizi, Comitato don Peppe Diana. Da sottolineare che a sostenere il progetto di produzione di First Social Life, sono intervenuti il Centro Studi Sociali “Progetto San Francesco” contro le Mafie e il quotidiano Avvenire.
Nelle intenzioni degli organizzatori, la visita, la partecipazione e la condivisione di questa mostra e di questo progetto significano sostenere la rivoluzione che sta cambiando il presente e il futuro di una terra martoriata, accompagnati da un gruppo di 80 giovani, gli “Ambasciatori della Rinascita”, narratori eccezionali di una terra che vuole vincere Gomorra, scoprendo il bello ma anche il brutto, le vittorie e le sconfitte, testimoni di una comunità coraggiosa decisa ad affermare il primato della luce sull’ombra.
Da segnalare che la presenza dell'impalcatura all’esterno vuol essere l’evidente contributo alla riflessione sul senso dell’architettura di camorra: la pessima edilizia della speculazione post terremoto è stata una voce economica importante del territorio; adesso, coprendo, limitando, isolando l'architettura del disastro si vuole suggerire un'altra prospettiva sociologica. La stessa struttura, permanente, nei prossimi mesi sarà il telaio sul quale sarà apposta una copertura di pannelli di canapa intrecciata a mano, trait d'union con la tradizione manifatturiera e agricola del territorio.
La mostra Curata dal Direttore della Galleria degli Uffizi, Antonio Natali, con Marta Onali, e dal Direttore del Polo Museale Regionale della Puglia, Fabrizio Vona, la mostra che si inaugurerà a Casal di Principe - con il progetto, il recupero del bene e l’allestimento di Raffaele Semonella e Giuseppe e Costantino Diana - è anche il diciottesimo appuntamento de “La città degli Uffizi”, collana d’esposizioni nata sette anni fa con l'intento di promuovere luoghi degni d'una più diffusa attenzione, in virtù dell'energia storico culturale di cui gode il primo museo italiano.
E l’edizione della “maturità” non poteva che tenersi in un luogo dove è massima l’esigenza di puntare potenti riflettori non solo mediatici su una terra antica e fiera, che la criminalità ha emarginato e addirittura bandito, un luogo che faticosamente si sta riscattando e con orgoglio risorge. “Le opere, provenienti dagli Uffizi, da Capodimonte, dalla Reggia di Caserta e dal Museo Campano di Capua porteranno un vento diverso a Casal di Principe – ha detto Dario Franceschini, Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo - testimoniando l’importanza di una mostra che non è solo etica, bensì il segno di una rinascita. Basta pensare alla presenza in mostra del Concerto di Bartolomeo Manfredi, quasi completamente distrutto nell’attentato di via dei Georgofili nel 1993 e solo in pochi brani risarcito, e della videoinstallazione Una luce nuova. L’Adorazione dei pastori di Gherardo delle Notti, che narra invece la storia di una tela gravemente lesa da quell’ordigno e parzialmente recuperata dalle mani abili dei restauratori. L’augurio che mi sento di fare ai giovani e a tutta la comunità di Casal di Principe, dunque, è quello di continuare a lavorare uniti nel segno della legalità e della ‘bellezza’, sfidando pessimismo e paure, e rivendicando con orgoglio l’appartenenza alla propria terra”.
“La luce che il titolo dell’esposizione evoca – ha detto Antonio Natali – è quella del Prologo di Giovanni, quella che splende nelle tenebre, è la luce del Verbo che s’incarna e che il mondo stenta ad accogliere. Ma nel nostro caso è anche la luce dell’etica e della civiltà. L’auspicio è che la Grazia e la Bellezza (che della Grazia è simbolo) siano di conforto a chi si batte affinché sia vinto e disperso tutto quanto si opponga al bene comune. Auspicio che s’accompagna alla speranza più viva che questa mostra non rimanga un episodio isolato, ma abbia un seguito d’altre imprese, capaci di sommuovere gli animi di coloro che ancora sono tiepidi e di generare una stagione luminosa, come il titolo dell’esposizione attuale invita a figurarsi”.
Rinascita, ovvero cultura e formazione
Anche se le opere in mostra abbracciano un periodo che va dal XVII al XX secolo (oltre a una scultura precristiana romana), grazie a “Gli Uffizi a Casal di Principe” si è dato il via a un vero e proprio Rinascimento di idee e di azioni che si pone come obiettivo la promozione di attività concrete nei territori interessati, coinvolgendo le più innovative e attive realtà locali. Primo atto di questa operazione educativa su larga scala è stata la creazione di determinate condizioni di scambio, utili alla formazione sui mestieri della cultura, allo scopo di costituire un nucleo di operatori idonei, consapevoli e disponibili alla guida dei visitatori della mostra di Casal di Principe. “In una terra apparentemente destinata alla resa, derubata dal rapporto malato di certa politica con la camorra, ove il solo possibile scambio tra chi governa e chi studia era di favore, progetticlientelari, malversazioni culturali che disponevano, per i tanti giovani disoccupati, al massimo un impiego temporaneo in un call center – ha affermato Alessandro de Lisi responsabile culturale di R_Rinascita - la risposta della cooperazione sociale, penso a Nuova Cucina Organizzata, e di certa impresa perbene hanno salvato l'anima di un'intera comunità operosa. Adesso occorre spingere al massimo, e questa coraggiosa manifestazione di cura per la gente perbene, da parte degli Uffizi e delle istituzioni democratiche coinvolte va in questo senso, spingere sull’implementazione di modelli di economia della conoscenza. Serve lavoro libero e bello, serve occuparsi della felicità del prossimo e dei giovani, oltre che del pane disperato della fame: serve far ripartire il bisogno di impresa e di libertà per vincere la camorra, per sempre”.
E così, condividendo intenti e azioni, gli Uffizi e il Comune campano hanno reso possibile la formazione degli Ambasciatori della Rinascita, 80 giovani del territorio, selezionati a Casal di Principe tra persone senza carichi penali o condanne, ma privi anche di legami diretti di parentela con criminali, camorristi in particolare, destinati ad accogliere i turisti in visita alla mostra e a narrare le eccellenze locali e le sfide vinte contro la camorra, i temi complessi della criminalità organizzata e delle economie mafiose, della storia delle vittorie dello Stato e della società civile. La loro formazione è iniziata nel maggio scorso, con il primo incontro agli Uffizi con il Direttore Natali che ha illustrato loro il significato della collana della ‘Città degli Uffizi’, parlato dell’attentato mafioso del 1993 che causò 5 vittime, 50 feriti e danni ingenti al museo, e dell’assunto scientifico della mostra di Casal di Principe.
Le opere in esposizione
I pittori che si ispirarono all’esperienza artistica di Caravaggio saranno i grandi protagonisti dell’esposizione che proseguirà fino al 21 ottobre. Otto dipinti arrivano dalla galleria fiorentina – primo museo al mondo per densità di visitatori –, mentre altre nove opere giungono dal Museo di Capodimonte. Quindi dalla Reggia di Caserta trova temporanea collocazione in mostra il Fate presto di Andy Wahrol (che fu realizzata reinterpretando la prima pagina de Il Mattino pubblicata il 26 novembre 1980, tre giorni dopo il terremoto in Irpinia), mentre da Capua è presente l’antica statua Mater Matuta che nella mitologia romana rappresentava la dea del Mattino o dell’Aurora.
Alle opere presenti in mostra si aggiunge la video istallazione di Art Media Studio Firenze (ovvero Vincenzo Capalbo e Marilena Bertozzi) dedicata all’opera gravemente ferita dall’attentato mafioso del 1993 agli Uffizi titolata L’Adorazione dei pastori di Gherardo delle Notti. Una luce nuova.
L’esposizione è arricchita dal catalogo che reca lo stesso titolo della mostra - La Luce vince l'ombra. Gli Uffizi a Casal di Principe - a cura di Antonio Natali e Marta Onali ed edito da Pendragon di Bologna (160 pagine, 20 euro).
La mostra gode dell‘alto patronato della Presidenza della Repubblica e vede coinvolti il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, la Galleria Nazionale degli Uffizi, il Museo Nazionale di Capodimonte, la Reggia di Caserta, il Museo Campano di Capua, il Comune di Casal di Principe.
Ufficio Stampa: Marco Ferri (Uffizi) 0552388721 - 3357259518 / marcoferri.press@gmail.com Floriana Tessitore (R_Rinascita) 3387339981 / floriana.tessitore@fastwebnet.it
Conferenza Stampa: venerdì 19 giugno 2015, ore 11 Inaugurazione: domenica 21 giugno, ore 18
Casa don Diana via Urano, 18 Casal di Principe (CE) ore 10.30-20.30
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Mario Persico
Museo d'Arte Contemporanea Sannio - ARCOS, Benevento
Verso l'oltre. Le opere esposte sintetizzano la poetica di Persico, declinando la ricchezza di un linguaggio che si articola negli 'oggetti praticabili', nelle opere teatrali e nelle sculture.
comunicato stampa
a cura di Massimo Bignardi e Ferdinando Creta
Un programma di mostre e di eventi rivolto a riaccendere il dibattito sui movimenti e le personalità che hanno animato il dibattito delle arti a Napoli e in Campania, nei decenni del secondo dopoguerra, non poteva non includere il nome di Mario Persico. È una riflessione sulla identità culturale inaugurata con la mostra dedicata ad Armando De Stefano, alla quale ha fatto seguito quella di Tonino Lombardi (presente a Napoli sul finire degli anni Cinquanta) e che oggi propone l’attualità del lavoro di Persico, attraverso una selezionata scelta di opere che l’artista ha realizzato nei primi anni del Duemila, unitamente ai sorprendenti impaginati del “Patapart”, la rivista dell’Istituto patafisico partenopeo di cui Persico, dal 2001, è Rettore Magnifico. Poco più di cinquanta opere che riassumono l’esperienza di uno dei grandi interpreti della stagione delle neovanguardie, inaugurata nei primissimi anni Cinquanta dal dibattito tra realismo ed astrazione, vale a dire tra le posizioni assunte da De Stefano, Lippi e Starnone, antesignani di una fedeltà alla figurazione, a volte con un’impronta ideologica, e le esperienze del gruppo d’arte concreta, con Barisani, De Fusco, Tatafiore e Venditti.
È un momento significativo di rottura con la tradizione che ancora in quegli anni imperava nei salotti della vecchia capitale del Mezzogiorno, al quale farà seguito, già a metà dei Cinquanta, l’esperienza del gruppo di pittori nucleari che vede interpreti, in ambito nazionale, Mario Colucci, Guido Biasi e Mario Persico. Sarà la capacità di analisi della contemporaneità mostrata da Persico e da Biasi, a sollecitare la nascita, nel 1958, il Gruppo 58 e, successivamente, della rivista “Documento Sud”. La mostra che il museo ARCOS propone oggi, sposta l’attenzione sull’attualità, riprendendo quel filo narrativo che Persico ha messo a registro, nel corso di questi primi anni del Duemila, in occasione sia della grande mostra antologica promossa dal Comune di Napoli ed allestita nel 2007 al Castel dell’Ovo, sia di quella accolta al MADRE di Napoli nel 2011. Le opere esposte a Benevento sintetizzano la traccia che sostiene da decenni l’intera poetica di Persico, declinando la ricchezza di un linguaggio che trova la sua articolazione negli “oggetti praticabili”, nelle “opere teatrali”, nelle “sculture”. I grovigli di materie e di materiali, le costruzioni spinte sulla soglia di una scena bretoniana, le figure che interpretano brani del dramma quotidiano dell’umana solitudine, testimoniano lo sguardo attento di un intellettuale che non ha mai dismesso il suo vigile ruolo. La sua pittura, la sua scultura, le installazioni, la grafica, la scrittura, insomma il vasto orizzonte della sua creatività, allunga le sue radici nel piano terreno dell’umanità.
Inaugurazione 25 giugno ore 18
Museo d'Arte Contemporanea Sannio - ARCOS corso Giuseppe Garibaldi, 1 (Palazzo della Prefettura) Benevento mar-ven 9-18, sab e dom 9-13 e 15-18, lun chiuso ingresso libero
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Gino
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Zaineb Hassan Auda
Galleria Gino Ramaglia, Napoli
Le sue opere pittoriche parlano di tortura in carcere, di sofferenze dei proletari mandati a combattere delle donne violentate dagli eserciti invasori e dalle guardie di regime.
comunicato stampa
Zaineb Hassan Auda, è tra le vittime della ferocia del capitalismo. Giornalista e artista a Baghdad, la città dove è nata, esprime nei suoi dipinti e nei suoi articoli la condanna per la guerra e la dittatura. Le sue opere pittoriche parlano di tortura in carcere, di sofferenze dei proletari mandati a combattere delle donne violentate dagli eserciti invasori e dalle guardie di regime.
Espone le sue opere anche in mostre internazionali, per esempio ad Amman, in Giordania, in Oman e a Parigi (tra il 1988 e il 1998). Scrive per diversi giornali in Iraq quando viene avvertita che vogliono ucciderla per ciò che ha espresso nei suoi scritti e nei suoi quadri. E’ costretta a lasciare il suo paese con infinito dolore, probabilmente dopo aver subito una violenza. Arriva nel 2002 in Italia, un paese che la maltratterà fino alla morte. Non può recuperare i suoi soldi depositati su una banca araba e ben presto comincia ad avere problemi abitativi. La solidarietà apparente di una cooperativa ben presto lascia il posto ad un odioso e criminale ricatto : assunzione di psico-farmaci in cambio di un tetto, dopo un ricovero coatto e abusivo.
E’ una misera stanza in una casa-famiglia per persone con problemi mentali e la giovane artista irachena ne è prigioniera. Dalla grande Baghdad, antichissimo centro di cultura che ha attraversato i millenni rinnovandosi e fiorendo continuamente, finisce nella periferia cementificata di Napoli, tra campagne avvizzite e discariche a cielo aperto. Cerca nonostante l’isolamento e la repressione di continuare ad esprimersi partecipando a mostre di pittura e ceramica. Nel periodo in cui l’ accanimento terapeutico è più forte, insieme allo sfruttamento della sua presenza nella casa-famiglia da parte della direttrice per intascare la retta governativa, Zaineb Hassan Auda reagisce alla violenza psichiatrica con la luce e l’armonia di paesaggi naturali in cui prevalgono magnifici fiori.
Una reazione che ricorda l’ esperienza di Van Gogh. Ma in una Italia governata dai servi dell’ imperatore capitalista e dove la distruzione e il massacro del suo paese, l’ Iraq, vengono fatti passare per opera di democratizzazione, l’intellettuale non riesce a riscuotere il successo che merita. Quando viene liberata dalla casa-famiglia, nel gennaio 2013, grazie all’ intervento deciso della persona che l’ ama, le dosi di farmaco vengono progressivamente ridotte fino alla fine ma hanno intanto avvelenato il suo corpo.
Ha il tempo di visitare il Marocco e Parigi (primavera 2013) e di esporre di nuovo le sue opere a Napoli, presso Evaluna, ma il 9 settembre cade in coma diabetico. Come se non bastassero i danni provocati dalla assunzione forzata di psico-farmaci e che la conducono al coma diabetico, un maresciallo di Polizia avvia un ulteriore sfregio : una accusa infondata di documenti falsi nei confronti della irachena e di pestaggio fino al coma ai danni del compagno. Il maresciallo cercherà di imporre un interrogatorio in ospedale ma il tentativo verrà bloccato dallo staff medico e dalla determinazione del compagno della irachena, mentre lei è già stata sottoposta a tracheotomia. Una ulteriore ferita viene inferta al corpo della irachena, (che cerca disperatamente di reagire al diabete) : la setticemia contratta nel reparto di rianimazione e che è una ulteriore testimonianza delle conseguenze letali della gestione capitalista che ogni governo italiano impone alla sanità pubblica. Zaineb Hassan Auda compie 45 anni nel reparto di rianimazione di un ospedale. Il cuore indebolito di Zaineb Hassan Auda non resiste alla infezione di setticemia e si ferma la mattina del 18 ottobre 2013. Il giorno prima il vice-primario ha annunciato per il giorno successivo la liberazione di due posti nel reparto ....
Il corpo di Zaineb Hassan Auda attende di essere lavato secondo il rituale musulmano, ma a causa della persecuzione messa in atto dal maresciallo dovrà attendere una settimana in frigorifero. Lo sfregio del maresciallo di Polizia si infrange finalmente contro la decisione del magistrato : la salma della intellettuale irachena viene liberata, senza neanche bisogno di autopsia, ed è proprio il compagno a poter disporre di far procedere al lavaggio rituale e poi alla sepoltura in cimitero musulmano. Il maresciallo è l’ ultimo “caporale” che cerca di farla prigioniera e distruggerla, ma Zaineb Hassan Auda è di nuovo libera.
Una giovane e coraggiosa irachena è stata uccisa affinché non dicesse la verità sulla guerra, sulle condizioni del suo popolo e delle donne del suo paese, sulle responsabilità dell’ Occidente nelle stragi che ancora quasi quotidianamente vengono commesse nel suo paese. Non è stata uccisa con una arma dichiarata tale ma la sua uccisione ricorda l’ uso politico della psichiatria comune a tante dittature, così frequente nella storia del mondo. Ottenebrare la mente per impedire che si esprima liberamente, colpire al cuore e al cervello chi si ribella alla ideologia capitalista dominante. Colpire al cuore e al cervello chi condanna pubblicamente guerre e dittatura.
Questa volontà annientatrice da parte del capitalismo viene espressa e condannata nelle opere di Zaineb Hassan Auda con costanza e grande forza simbolica e cromatica : un mirino disegnato sul cervello, una x sul cuore, un televisore con volto umano e lacrime da coccodrillo che rappresenta la propaganda dei regimi. Zaineb Hassan Auda è stata una ribelle solitaria e i padrini del caporale iracheno l’ hanno infine assassinata così come assassinano i prigionieri dei CIE e come assassinano coloro che migrano annegandoli in mare o respingendoli verso luoghi di tortura e annientamento. Zaineb Hassan Auda lascia i suoi quadri contro la guerra, contro la violenza ed ottusità dei regimi, contro ogni forma ideologica e materiale di maschilismo, ed un vuoto incolmabile in chi l’ ha amata e apprezzata. Le sue opere verranno ancora esposte, come lei avrebbe voluto, a monito contro i caporali, e rispettando le sue volontà, ma non saranno più in vendita Marco Sbandi 31 Agosto 2015
Info: sbandim@virgilio.it
Inaugurazione 4 settembre ore 19
Galleria Gino Ramaglia via Broggia, 10 Napoli ingresso libero
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Gino
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BIN_magazine N°1
18 settembre | Opening | ore 17.00, PAN | Palazzo delle Arti Napoli, Via Dei Mille 60.
18-19 settembre | Esposizione “Convivium” | 9.30 -19.30, Sala LOFT PAN.
20 settembre | Cocktail party, Circolo RARI Nantes | dalle ore 19.30, scogliera Santa Lucia 1, Na
bin-Born In Naples è una piattaforma “glocale” sulle comunità creative tra design, arte e moda, che analizza nuovi scenari della cultura contemporanea del made in italy partendo dal sud della nostra penisola e che affonda le radici di un robusto albero a Napoli. Correnti nate a Napoli come luogo di passaggio e scambio di culture mediterranee ed internazionali dove nascono nuove linee contemporanee nell’arte, passando dai nuovi scenari del mondo cinematografico e teatrale o musicale. Comunità creative che dimostrano un’intelligenza “unica” che si diffonde facilmente nel resto del globo grazie alle particolari capacità sperimentali nell’esprimere i diversi generi di un gusto esclusivamente made in italy. Le peculiarità del portale sono quelle di diffondere profili ed attività di designers, artisti, fashion designers, sound designers, etc, in una piattaforma che attraverso la rete possa fornire una visibilità internazionale alle diverse professionalità connesse al progetto bin, cha anche attraverso la sezione bin_events si occupa di diffondere le culture del design, della moda e dell’arte contemporanea nei suoi vari generi, mediante la partecipazione a fiere ed eventi internazionali di settore, partita con l’attività di RARO design nel 2002. Nel curriculum di bin si annovera la partecipazione ad eventi durante il Salone internazionale del Mobile di Milano, 2012, e 2015, un evento Fuori Fiera del Mobile di Napoli, la partecipazione al Genio delle Due Sicilie durante la Parigi Design Week , Maison Object di settembre 2012, la collaborazione con il Global Village dello Iacocca Institute della Lehigh University P.E. Usa, la cooperazione al Giffoni Innovation HUB e Planet-Y Doha-Giffoni dal 2014 e 2015. A settembre 2015 nasce la platzine quadrimestrale bin_mag – piattaforma/magazine online, con l’intento di valorizzare ancor più i talenti creativi che cooperano all’interno della piattaforma bin.
CONVIVIUM_Una tavola per nutrire l’anima
a cura di BIN_art e con la collaborazione di Tiziana De Tora_ Artstudio ‘93
I creativi di Bin danno vita nelle sale LOFT del PAN | Palazzo delle Arti Napoli a ‘Convivium’, una tavola virtuale dove lo spirito, la creatività e la curiosità vengono stuzzicate con colori, forme e idee. Convivium, è una tavola di artisti che interpretano il tema ‘Food’ ed il colore come esplosione passionale o allegra euforia su tela, riflessione invitante in un piatto, “fame contemporanea” nella corsa al ‘Take Away’ dei nostri giorni in un video accompagnato da una performance, in cui la vita è come un sogno contenuta nelle “borse della spesa”. Differenti portate per un menù immaginifico che lascia spazio a un’interpretazione provocatoria del cibo come arte o come risposta armonica. Per una tregua dai conflitti che si dipanano in una pausa felice, in un porto franco, intorno ad una tavola imbandita anche da una limited edition di “runner table” by BIN collection, ispirati alle tonalità del cibo, della natura, dell’ebbrezza, con l’intento di nutrire lo spirito in un luculliano pasto a base di colori. Durante l’opening la performance “TAKE AWAY” sarà curata da Caterina Arciprete interpretata da Alessandro Amoroso e Chiara GIacobone.
www.bin-italy.it
www.bin-mag.com
info@bin-italy.it
karciprete@libero.it
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Gino
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Joseph Beuys e Liam Gillick
Galleria Alfonso Artiaco, Napoli
Omaggio all'artista tedesco con le opere 79 Partiture del 1973 e Untitled del 1964. Gillick presenta una nuova serie di strutture apparentemente razionali, comprese variazioni di cubo astratte e i lavori a muro, che dialogano con una serie di testi.
comunicato stampa
Joseph Beuys
La galleria Alfonso Artiaco è lieta di annunciare l’inaugurazione dell’esposizione dedicata a Joseph Beuys, giovedì 10 settembre, alle ore 19,00. La galleria Alfonso Artiaco rende omaggio a Joseph Beuys (Krefeld, 1921 – Düsseldorf, 1986) con la presentazione delle opere: 79 Partiture – Die Leute sind ganz prima in Foggia – 1973 Untitled – 1964
L’artista tedesco Joseph Beuys (1921-1986) è uno dei rappresentanti più emblematici delle correnti concettuali nell’arte della seconda metà del Novecento. La sua è un’arte che si muove lungo percorsi del tutto inediti, fondendo in maniera totale la sua esistenza con il suo essere artista. Vi è qualcosa di così radicale nel suo modo di essere, che verrebbe da pensare che egli abbia davvero identificato completamente l’arte con la vita.
Scultore, pittore, teorico e pedagogo dell’arte considerato uno dei performer e artisti più influenti del mondo. Beuys, fin dalle prime performance ha esplorato il ruolo dell’artista come sciamano, impegnandosi a coinvolgere il suo pubblico in maniera provocatoria e totalizzante, invitando ad utilizzare l’arte come mezzo di cambiamento umano rivoluzionario, la cosiddetta “scultura sociale”, come egli la descrive.
Imbarcandosi su un progetto creativo che ha offuscato i confini tra arte e vita, Beuys ha creato oggetti performativi, installazioni, sculture e disegni che sfidano le nostre nozioni tradizionali di bellezza e desiderio. La natura profondamente sperimentale del suo lavoro ha stabilito Beuys come un padre fondatore dell’avanguardia tedesca, grande insegnante di fama presso l’Accademia di Düsseldorf la cui influenza continua a ripercuotersi sulla storia e sugli artisti contemporanei.
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Liam Gillick Four developments and tought collective
La galleria Alfonso Artiaco è lieta di annunciare l’inaugurazione della mostra di Liam Gillick, giovedì 10 settembre 2015, alle ore 19,00, in presenza dell’artista. “Un’analista veramente isolato è impossibile (…). Un investigatore isolato senza pregiudizi e tradizione, senza influenze della società su di lui e senza che mostri gli effetti che l’evoluzione ha avuto sulla società, sarebbe cieco e senza pensieri. Pensare è un’azione collettiva (…). Il risultato di quest’azione è una certa immagine, che è visibile da chiunque faccia parte della società in maniera attiva, o un pensiero, anch’esso chiaro ai soli membri della collettività. Quello che noi pensiamo e come lo vediamo dipende dal pensiero collettivo a cui apparteniamo. (Ludvik Fleck, 1935).
Questa mostra è il primo passaggio verso l’investigazione del modo in cui uno stile di pensiero colleghi membri di un gruppo attraverso le loro idee, il modo in cui comunicano e i metodi da loro utilizzati. La maniera in cui queste idee influenzano la soggettività dell’arte si riflette in una serie di nuovi testi scritti. Tramite uno scambio di idee emerge un unico pensiero collettivo. Un pensiero collettivo che è connesso ad un particolare umore e attraverso il cui accordo o disaccordo uno stile di pensiero si sviluppa.
La mostra presenta una nuova serie di strutture apparentemente razionali, comprese le variazioni di cubo astratte e i lavori a muro. Queste dialogano con una serie di testi posizionati sopra le varie porte della galleria. Ogni testo contrappone le nozioni di un pensiero collettivo agli elementi attivi dello stile di pensiero. Partendo da Ludvik Flecj, la teorica Mary Douglas definisce che lo stile di pensiero “… consiste in elementi attivi, che influenzano la maniera in cui i membri della collettività vedono e pensano al mondo, e agli elementi passivi, la somma dei quali è percepita come realtà oggettiva.” Proseguendo con un interesse verso la tensione tra astrazione, come schierata sotto il regime del capitale globale dell’individuo in relazione al gruppo, questa mostra presenta una serie di strutture che ribadiscono l’aspetto costruito di astrazione in relazione alla percezione di fatti utili”.
Liam Gillick Liam Gillick, nato ad Aylesbury, Regno Unito, nel 1964, vive e lavora a New York. Tra le sue più recenti mostre va segnalata quella allo Stedelijk Museum/Holland Festival ad Amsterdam. Ha rappresentato la Germania durante la Biennale di Venezia nel 2009. Attualmente è presente con lavori alla Biennale di Istanbul, alla Biennale di Kaunus (Lituania) e alla Biennale di Mosca. Un libro intitolato “From nineteen-ninety A to nineteen-ninety B” è stato pubblicato da JRP_Ringier nel 2015. Nel 2016 la Columbia University Press stamperà il suo più recente libro di scritti teorici intitolato: “Industry and Intelligence: Contemporary Art Since 1820”.
Immagine: Joseph Beuys
Inaugurazione 10 settembre 2015, ore 19
Galleria Alfonso Artiaco Palazzo De Sangro - Piazzetta Nilo n° 7 80134 - Napoli lun - sab 10-20
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Gino
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Gino Sabatini Odoardi
PAN Palazzo delle Arti Napoli , Napoli
Pieghe e polvere. Le opere in mostra hanno tutte un unico scopo: strappare piu' cose possibile all'oblio. Sculture, installazioni e disegni che interagiscono con la bianca superficie della termoformatura.
comunicato stampa
a cura di Maria Savarese
Le opere di Gino Sabatini Odoardi, in mostra al PAN di Napoli dall’11 al 28 settembre 2015, hanno tutte un unico scopo: strappare più cose possibile all’oblio. Promossa dall’Assessorato alla Cultura e al Turismo di Napoli, in collaborazione con la galleria Gowen Contemporary di Ginevra, la personale, curata da Maria Savarese, presenta i lavori più recenti dell’artista: sculture, installazioni e disegni che interagiscono attraverso la bianca superficie, sinuosa e fredda, della termoformatura, su cui talvolta si inserisce il nero della grafite, con un’unica interruzione accidentale di una piega rossa.
Una particolare attenzione è rivolta alla città di Napoli cui è dedicata l’installazione creata ad hoc “Senza titolo con polvere”, scaturita da un’intensa giornata al Cimitero Monumentale di Poggioreale, nel cosiddetto “quadrato degli uomini illustri”. Qui trovano sepoltura alcune eminenti personalità della cultura come Benedetto Croce, Salvatore Di Giacomo, Ferdinando Russo, Raffaele Viviani, Gaetano Donizetti, solo per citarne alcuni.
Su queste lapidi, semi-ingoiate dalla vegetazione selvatica dove l’abbandono e l’incuria la fanno da padrone, Sabatini Odoardi si china per ridare loro dignità: con fazzoletti bianchi, e con l’intento discreto e silenzioso di sottrarle a quel nulla cui sembrano destinate, l’artista ne rimuove la polvere secolare. Ne uscirà quattro ore dopo stringendo in mano reliquie di cotone “sporche di senso”, come afferma lo stesso artista, che saranno la materia prima per la costruzione dell’installazione in mostra al PAN: gli stracci sono qui innalzati a opere d’arte ed esposti come tele su cui si è dipinto con quella polvere antica.
Oltre alla dicotomia memoria-oblio, centrale nella ricerca di Sabatini Odoardi, sono altri i dualismi su cui si muove l’antologica - morte-vita, fede-agnosticismo, sacro-profano - ed è su questi che si snoda il percorso espositivo. In particolare, sono i progetti Cortocircuiti, che cerca di insinuare il dubbio, rompere gli equilibri su cui poggia la nostra cultura, e Tra le pieghe, sculture i cui panneggi raccontano gli innumerevoli risvolti della vita, a definire l’ossatura dell’esposizione. “Le antitesi – spiega Maria Savarese - attraversano trasversalmente gran parte della sua opera, spesso in bilico tra il sacro e il profano. La ripetizione, altro elemento ricorrente, diventa rituale da sfidare. L’idea seriale amplifica, in una strategia ossessiva e seduttiva al tempo stesso, discorsi e ritmi”. È il caso delle grandi installazioni, come Perdersi dentro un bicchiere d’acqua, 2001, Si beve tutto ciò che si scrive, 2002, o Senza titolo, 2013. In quest’opera 21 stracci che hanno subito il processo della termoformatura, plasmati a mano singolarmente, creano un gioco ritmico e modulare, rotto da un vuoto, un drappo indisciplinato, che si sottrae alla consuetudine e si depone a terra, sfuggendo alla regola dell’armonia.
Questi lavori sono il risultato di un percorso di anni in cui le esperienze accanto ad artisti come Fabio Mauri e Jannis Kounellis e le costanti letture critiche, trovano il loro sbocco espressivo nel procedimento della termoformatura in polistirene, che lo renderà artista maturo, con un linguaggio unico nel panorama italiano e internazionale. Questa tecnica parte vent’anni fa dai "sottovuoti", realizzati con plastiche trasparenti, che permettevano l’ibernazione dell’oggetto. Oggi la termoformatura consente all’artista di avvolgere l’oggetto con fogli di polistirene opachi - bianchi, neri o rossi - che ne celano il colore, ma non la forma. Il lavoro si sviluppa in tre fasi: riscaldamento della plastica mediante resistenze ad alte temperature, unione dell’oggetto con il polistirene allo stato elastico mediante sottrazione dell’aria e raffreddamento che imprigiona l’oggetto in maniera definitiva sotto la plastica divenuta irrimediabilmente rigida. Si tratta di un percorso interamente manuale, in cui la scultura inizia a prendere forma visivamente piano piano, con gesti che non permettono repliche o ripensamenti. L’oggetto nascosto e rivelato dalla termoformatura, è bloccato e al contempo rivitalizzato, nella costante tensione di liberarsi per tornare al mondo. Cenni biografici Gino Sabatini Odoardi (1968) si è diplomato al Liceo Artistico di Pescara e successivamente in Pittura all’Accademia di Belle Arti di L’Aquila. Negli anni del Liceo ha conosciuto il lavoro di Ettore Spalletti, docente di Discipline pittoriche. Durante gli studi accademici determinanti sono stati gli incontri con Fabio Mauri (con il quale è stato performer in “Che cosa è il fascismo” nel 1997 alla Kunsthalle di Klagenfurt in Austria e successivamente assistente), e Jannis Kounellis (di cui è stato allievo nel 1998 all’Aquila nell’ambito del Seminario-Laboratorio curato da Sergio Risaliti). Tra le personali più recenti, si ricordano: “Entre les Plis” galleria Gowen Contemporary, Ginevra (2013); “Senza titolo” Setup Art Fair, Bologna (2013); “III ContrOrdine” Museo Archeologico, Cannara Perugia (2012). Tra i vari premi: “Le prix des Jeunes Createurs”, 1999, ricevuto da Alfred Pacquement (Centre George Pompidou) all’École Nationale Supérieure des Beaux-Arts di Parigi, “Premio Unione Latina”, 2003, e la Menzione Speciale del “Premio Celeste” di San Gimignano curato da Gianluca Marziani, 2005. Nel 2001 è stato invitato da Angela Vettese a prendere parte alla 52° edizione del Premio Michetti. Nel 2005 ha esposto a Torino ad Artissima 12 il nuovo ciclo di lavori realizzati con l’innovativo processo della “Termoformatura”, in tale occasione è stato presentato il catalogo monografico “The White Album” a cura di Luca Beatrice. Nel 2006 nello spazio di Viafarini a Milano, ha partecipato al workshop con Antoni Muntadas curato da Gabi Scardi. Nel 2010 è uscito il suo grande volume monografico a cura di Francesco Poli e Massimo Carboni nelle ed. Logos. Nel 2011 è stato invitato alla 54° Biennale di Venezia (Padiglione Italia, Arsenale). Dal 2013 è rappresentato dalla galleria Gowen Contemporary di Ginevra. Vive e lavora tra Pescara e Roma.
Con il patrocinio Comune di Napoli, Assessorato alla Cultura e al Turismo
Immagine: Senza titolo (part.), 2013, termoformatura in polistirene
Ufficio stampa NORA comunicazione - Eleonora Caracciolo di Torchiarolo t. +39 339 89 59 372 – info@noracomunicazione.it Marina Guida: marinaguida@libero.it; 349 4666212
Inaugurazione giovedì 10 settembre, ore 18
Napoli, PAN | Palazzo delle Arti di Napoli via dei Mille, 60 - Napoli Orari: Aperto tutti i giorni, escluso il martedì, dalle 9.30 alle 19.30. Domenica 9.30 – 14.30. Ingresso libero
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Napoli - dal 10 al 28 settembre 2015
Gino Sabatini Odoardi - Pieghe e polvere
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Gino Sabatini Odoardi, Senza titolo con B.C., 2015, cotone ricamato, polvere, grafite, polistirene, cm 55x68x4
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PAN - PALAZZO DELLE ARTI NAPOLI - PALAZZO ROCCELLA vai alla scheda di questa sede Exibart.alert - tieni d'occhio questa sede |
Via Dei Mille 60 (80121) |
+39 0817958605 , +39 0817958608 (fax) |
info@palazzoartinapoli.net |
www.palazzoartinapoli.net |
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Eventi in corso nei dintorni |
La personale presenta i lavori più recenti dell’artista: sculture, installazioni e disegni che interagiscono attraverso la bianca superficie, sinuosa e fredda, della termoformatura, su cui talvolta si inserisce il nero della grafite, con un’unica interruzione accidentale di una piega rossa |
orario: tutti i giorni, escluso il martedì, dalle 9.30 alle 19.30. Domenica 9.30 – 14.30 (possono variare, verificare sempre via telefono) |
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biglietti: free admittance |
vernissage: 10 settembre 2015. ore 18 |
ufficio stampa: NORA COMUNICAZIONE |
curatori: Maria Savarese |
autori: Gino Sabatini Odoardi |
genere: arte contemporanea, personale | |
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Gino
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sabato 12 settembre 2015
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Mario Sangiovanni
PAN Palazzo delle Arti Napoli , Napoli
Monologo. Le immagini, che numerose popolano gli anni raccontati, sono per il pittore quasi 'foto ricordo' ovvero, illustrazioni di una fantasticheria.
comunicato stampa
Il 12 settembre 2015 alle ore 18.30 al PAN, nelle sale del I° piano, avrà luogo l’inaugurazione di una mostra del pittore Mario Sangiovanni.
Sarà una mostra antologica, intitolata “Monologo”, quasi una autobiografia per parole ed immagini ove il pittore racconta se stesso, di come l’impegno artistico possa diventare soluzione esistenziale di una vicenda umana che traspare sullo sfondo dell’intera rappresentazione.
Le immagini, che numerose popolano quegli anni raccontati, sono per il pittore quasi “foto ricordo” ovvero, come egli stesso dice parafrasando Gaston Bachelard, le illustrazioni di una fantasticheria.
Inaugurazione 12 settembre ore 18,30
PAN Palazzo delle Arti Napoli via dei Mille, 63 (Piano terra) Napoli 9.30-19.30, dom 9.30-14.30, chiuso martedi ingresso libero
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Gino
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giovedì 17 settembre 2015
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Napoli - dal 17 al 27 settembre 2015
Monica Marioni - Fame!
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Eventi in corso nei dintorni |
FAME! è un'esposizione unica che nasce dalla capacità di Monica Marioni di mettersi in gioco sorprendendo, innovando e sperimentando. FAME! evidenzia il lato oscuro del nutrirsi nel pianeta, riportando l’attenzione sui disturbi e le nevrosi legate al cibo e per estensione ad ogni altro tipo di appetito che sperimentiamo quotidianamente, per il successo, il denaro, il sesso e così via |
orario: dalle ore 9,30 alle ore 19,30 - la domenica dalle ore 9,30 alle 14,30. Giorni di Chiusura: Martedì (possono variare, verificare sempre via telefono) |
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biglietti: free admittance |
vernissage: 17 settembre 2015. ore 17.30 |
ufficio stampa: mbrancato@unior.it |
curatori: Igor Zanti |
autori: Monica Marioni |
genere: arte contemporanea, personale |
email: marioni@monicamarioni.com |
web: www.monicamarioni.com | |
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Gino
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giovedì 17 settembre 2015
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Napoli - dal 17 al 27 settembre 2015
raccomandARTI
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autore: Nicholas Tolosa titolo: Grattacieli di Napoli tecnica: acrilico su tela dimensioni: 80 x 30 cm anno: 2015
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CENTRO CULTURALE TECLA vai alla scheda di questa sede Exibart.alert - tieni d'occhio questa sede |
Via Toledo 424 (80134) |
+39 , +39 (fax), +39 |
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Eventi in corso nei dintorni |
Troppo spesso il mondo dell’ arte è vittima di incompetenza e corruzione. In Italia un artista che intende emergere, per potersi affermare deve sborsare enormi quantità di denaro richieste da pseudo critici per avere poche righe e da pseudo curatori per esporre in mostre che sono fine a se stesse. |
orario: su appuntamento (possono variare, verificare sempre via telefono) |
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biglietti: free admittance |
vernissage: 17 settembre 2015. ore 21.00 |
catalogo: in galleria. a cura di Nicholas Tolosa |
curatori: Roberto Esposito, Nicholas Tolosa |
autori: Marlen Afef Altodè, Aurora Aspide, Rossella Benevento, Chiara Bignardi, Greta Broglio, Fabio Canestri, Davide Salvatore De Roberto, Sara Dorigo, Matteo Esposito, Roberto Esposito, Clara Golinelli, Alfredo Pavone, Alfredo Sposito, Nicholas Tolosa, Massimiliano Valenti, Dell' Aversana Varavallo |
patrocini: Centro Culturale TECLA |
note: e-mail: accademiadeipartenopei@gmail.com sito web: http://accademiadeipartenopei.jimdo.com facebook: http://facebook.com/accademiadeipartenopei
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genere: arte contemporanea, collettiva | |
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Gino
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venerdì 18 settembre 2015
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Caserta - dal 19 settembre al 3 ottobre 2015
Tutti posson essere Frida
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UNUSUAL ART GALLERY vai alla scheda di questa sede Exibart.alert - tieni d'occhio questa sede |
Via Maielli 45 (81100) |
+39 3332970019 |
unusualartgallerycaserta@gmail.com |
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Eventi in corso nei dintorni |
le lenti della fotografa Camila Fontenele de Miranda hanno catturato l’incredibile molteplicità dell’essere umano il quale, indipendentemente dall’origine, razza, religione, orientamento sessuale o qualsiasi difficoltà che deve affrontare, sia ancora in grado di identificarsi con gli altri. |
orario: dalle 17,00 alle 20,00. Interventi fotografici: sab. 19 settembre dalle 20,00 alle 21,00, dom. 20, sab. 26, e dom. 27 dalle 18,00 alle 20,00 (possono variare, verificare sempre via telefono) |
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biglietti: free admittance |
vernissage: 19 settembre 2015. ore 19,00. |
autori: Camila Fontenele De miranda |
patrocini: Museu da diversidade. |
genere: fotografia, performance - happening, serata - evento, personale | |
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Gino
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venerdì 18 settembre 2015
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Napoli - dal 18 al 20 settembre 2015
BIN_Born in Naples magazine N°1 Opening: Convivium - Una tavola per nutrire l'anima
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Via Dei Mille 60 (80121) |
+39 0817958605 , +39 0817958608 (fax) |
info@palazzoartinapoli.net |
www.palazzoartinapoli.net |
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Eventi in corso nei dintorni |
I creativi di Bin danno vita nelle sale LOFT del PAN a ‘Convivium’, una tavola virtuale dove gli artisti che interpretano il tema ‘Food’ e la "fame contemporanea" in modi diversi. |
orario: 18-19 settembre | Esposizione “Convivium” | 9.30 -19.30, Sala LOFT PAN. 20 settembre | Cocktail party, Circolo RARI Nantes | dalle ore 19.30, scogliera Santa Lucia 1, Na (possono variare, verificare sempre via telefono) |
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biglietti: free admittance |
vernissage: 18 settembre 2015. ore 17:00 |
catalogo: in galleria. |
curatori: Caterina Arciprete, Tiziana de Tora |
autori: Laloba AnnaCrescenzi&RenataPetti, Salvatore Marsillo |
patrocini: Comune di Napoli | Napoli per EXPO | PAN_Palazzo delle Arti di Napoli |
genere: presentazione, altro, disegno e grafica | |
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Gino
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lunedì 21 settembre 2015
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I nutrimenti dell’arte A cura di Achille Bonito Oliva Paul Renner
Albero della cuccagna Mercoledì 30 settembre 2015
Albero della cuccagna inaugurazione ore 16,30 Vigna San Martino, c.so Vittorio Emanuele 340 Napoli
Nell’ambito del grande evento espositivo L’Albero della cuccagna. Nutrimenti dell’Arte, a cura di Achille Bonito Oliva, diffuso in tutta Italia, con il patrocinio di EXPO 2015 e la collaborazione del Programma Sperimentale per la Cultura Sensi Contemporanei dell’Agenzia per la Coesione Territoriale e del MiBACT, che coinvolge più di 30 artisti chiamati a realizzare opere ispirate al soggetto iconografico dell’albero della cuccagna, Paul Renner presenta un’imponente scultura commestibile ludica; un ideale capitolo di un nuovo eclettico romanzo artistico-visivo nell’incanto della Vigna San Martino di Napoli - patrimonio naturale sottoposto a vincolo monumentale, l’Albero della cuccagna di Paul Renner, patrocinato dalla Regione Campania e sotto il Matronato della Fondazione Donnaregina per le Arti Contemporanee / museo MADRE, organizzato dalla Fondazione Morra, rivela inesauribili fonti d’ispirazione, abbandonandosi al fantastico e ad una visione alchemica del mondo. Partendo da un’approfondita ricerca della tradizione letteraria partenopea, Renner ha indagato le figure del Principe di Sangro e del Marchese De Sade, il quale, nel diario Voyage d'Italie, ricorda un carnevale a Napoli celebrato in piazza Mercato come “…lo spettacolo più barbaro al mondo che si possa immaginare”. Mettendo in evidenza il nesso esistente tra la cultura classica, le tradizioni autoctone ed i loro risvolti attuali, Renner ridisegna un’originale cartografia contemporanea, collegando aspetti e momenti storici diversi attraverso un gioco di corrispondenze tra modi eterogenei e di grande impatto; l’Albero della cuccagna di Paul Renner rielabora le ritualità legate all’universo dell’antica Roma fuse con le tradizioni contadine e le usanze vitivinicole locali, in cui la cerimonia della vendemmia univa lavoro e creatività, produzione e piacere. Una scultura monumentale ben rileva la sensualità e la rilevanza che Renner attribuisce al cibo e all’arte culinaria: dinanzi a noi un teatro gastronomico alto cinque metri, organizzato in sezioni verticali che si alternano variamente composte con piante della Vigna San Martino, da grasso animale per alimentare gli insetti e gli altri animali a tutela dell’ampio ecosistema; da prodotti della migliore agricoltura Campana e, infine, da un’ultima parte volutamente spoglia, atta a ospitare il cibo trasportato e donato dai partecipanti. L’Albero della cuccagna sarà inaugurato mercoledì 30 settembre alle ore 16:30, lo stesso giorno in cui in Vigna San Martino avverrà la vendemmia, antica pratica agricola e conviviale che a tutt’oggi celebra le fatiche della campagna con una grande festa, esattamente come è accaduto per secoli.
Paul Renner (1957, Bludenz Austria) vive tra Egg, Bregenzerwald e Termini/Massa Lubrense, Campania. La sua arte mira ad un’opera d’arte totale/Gesamtkunstwerk, si interessa innanzitutto dell’Arte come percezione sinestetica. I suoi progetti espositivi culminano in serate teatrali, nelle quali arte figurativa ed arte performativa si fondono con l’arte culinaria fino alla concezione di edifici e strutture (Theatrum Anatomicum), alla realizzazione di festival (Vakanz) e costituzione di viaggi artistici controcorrente (The Hell Fire Touring & Dining Club). Tra le esposizioni degli ultimi anni si ricorda: Supernova 1604 Osservatorio Astronomico di Capodimonte Napoli, 2014; L’Osterie Illegale, Altavilla-Monferrato, 2011; The Hell Fire Touring Club, three on the bund, Shanghai, 2010; Esilio a Capri, Fondazione Morra, Napoli 2009; Theatrum Anatomicum, Kunsthaus Bregenz 2007; 105 Jahre von Sodom, Museum der Moderne, Salzburg 2005; The Hell Fire Dinning Club, Kunsthalle Wien, 2004.
Info:
Fondazione Morra Vico Lungo Pontecorvo 29/d - 80135 Napoli Tel +39 081 5641655 / Fax +39 0815641494 info@fondazionemorra.org www.fondazionemorra.org |
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Gino
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lunedì 21 settembre 2015
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T.I.N.A. è una piattaforma internazionale che permette agli artisti di entrare in contatto con una rete di gallerie e curatori interessati a valutare nuovi progetti. Il nostro servizio dedicato a tutti gli artisti senza limiti di età, tecnica e nazionalità. Ogni galleria selezionerà un artista a cui organizzare una mostra personale. Entra nella nostra rete internazionale. La registrazione dura 12 mesi e ogni stagione potrai scegliere tra nuove città a cui partecipare. Al momento puoi già iscriverti a 16 opportunità per realizzare:
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T.I.N.A. é uma plataforma internacional que permite aos artistas entrarem em contacto com uma rede de galerias e curadores interessados na avaliação de novos projetos. O nosso serviço é dedicado a todos os artistas, independentemente da idade, técnica e nacionalidade. Cada galeria selecionará um artista para organizar uma mostra pessoal. Junte-se à nossa rede internacional. O registo é válido por 12 meses e em cada estação poderá escolher entre novas cidades onde participar. 16 oportunidades já estão abertas para:
4 exposições a Lisboa 5 exposições a Los Angeles 7 exposições a São Paolo.
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4 eventos en Lisboa 5 eventos en in Los Angeles 7 eventos en São Paulo.
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Gino
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lunedì 21 settembre 2015
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Sette Stagioni dello Spirito 5_I fondamenti della luce Gian Maria Tosatti a cura di Eugenio Viola
presentazione ufficiale Ex Convento di Santa Maria della Fede via San Giovanni Maggiore Pignatelli - Napoli Lunedì 21 settembre 2015 - ore 12
Lunedì 21 settembre 2015 alle ore 12, si presenta la mostra 5_ I fondamenti della luce, quinta tappa del progetto Sette Stagioni dello Spirito di Gian Maria Tosatti, a cura di Eugenio Viola.
Sette Stagioni dello Spirito è un progetto iniziato da Tosatti nel 2013 ed ispirato al Castello Interiore (1577) di Santa Teresa d’Avila, che suddivide l’animo umano in sette stanze. Dopo 1_La peste, realizzata nella chiesa dei SS. Cosma e Damiano ai Banchi Nuovi; 2_Estate, nell’ex Anagrafe Comunale in Piazza Dante; 3_Lucifero, realizzata negli ex Magazzini Generali del Porto di Napoli e 4_ Ritorno a casa, presso l’ex Ospedale militare di Napoli, con 5_ I Fondameni della luce, l’artista si confronta adesso con gli spazi dell’ex convento di Santa Maria della Fede.
In quest’ultimo lavoro, site-specific come i precedenti, Tosatti continua il suo metaforico attraversamento del Purgatorio. Affrontata la spiaggia, il luogo probabilmente più desolante dell’intera Comedìa dantesca, nella quarta tappa, (inaugurata lo scorso 10 settembre ed ancora visitabile fino al 15 novembre), l’artista adesso si rapporta con la montagna del Purgatorio. Un luogo che Dante descrive altissimo, erto su un'isola al centro dell'emisfero australe, invaso dalle acque, agli antipodi di Gerusalemme, posta invece al centro dell'emisfero boreale. Di qui lo slittamento dalla linearità del tempo, scandita da 4_Ritorno a casa, ad un’indagine incentrata sul concetto di verticalità, che si identifica nel movimento stesso dell’ascensione come circostanza morale.
Questo lavoro è ispirato da una lettera d’amore scritta da una ragazza vissuta all’inizio del secolo scorso, Paolina T., che nel 1917, all’età di vent’anni, rea di non essere una nobildonna ma una semplice “povera” - così è definita nella cartella di ricovero - non ebbe il privilegio di un convento e fu internata nel manicomio di Sant’Antonio Abate, a Teramo, con la diagnosi di “immoralità costituzionale”.
5_I fondamenti della luce è un’opera sullo splendore insopprimibile che alberga nel fondo dell’uomo e che è il motore primo della sua esistenza anche nei momenti più oscuri. L’opera, come la precedente, è un’elegia sospesa fra spirituale e politico, un elemento che diviene preponderante, esplicito, quasi provocatorio. Non esiste, infatti, il privato senza il collettivo e la salvezza – concetto introdotto in 4_Ritorno a casa – non può che essere un riscatto collettivo, sociale, forse, di classe. Paolina T., poiché povera, è costretta dalla società a scrivere la sua lettera d’amore nell’inferno di una realtà manicomiale dell’inizio del ‘900 che non è poi così diversa dal mondo che abitiamo oggi: un grande recinto per le menti, da cui si può evadere solo diventando più leggeri, perdendo il peso della materia che non riesce ad attraversare le sbarre.
Di qui il collegamento con la sede prescelta, l’ex reclusorio di Santa Maria della Fede, in fondo una specie di carcere per donne libere, la cui struttura diviene metafora di un percorso ascensionale che si confronta con un altro purgatorio napoletano come quello narrato da Anna Maria Ortese ne Il mare non bagna Napoli, nel capitolo dedicato a La città involontaria.
La chiesa di Santa Maria della Fede sorge nel XVII secolo nei pressi del borgo Sant'Antonio Abate. Nel 1645 la chiesa è ceduta agli Agostiniani riformati di Santa Maria del Colorito di Morano che promuovono un rimaneggiamento del tempio e la costruzione di un monastero. Successivamente, il complesso è destinato, per volere di Maria Amalia di Sassonia, moglie di Carlo III di Borbone, ad ospitare un ritiro di sole donne. In seguito diviene un ospedale per le prostitute. Nel dicembre 2014, dopo molti anni di abbandono l’edificio è stato occupato da un comitato di quartiere che riunisce in sé molte anime dell’attivismo napoletano, al fine di sollecitare il comune a riconsegnare alla comunità uno spazio storico - che ha ospitato anche la tipografia di Benedetto Croce - togliendolo al degrado e ai traffici illeciti per riportarlo ad una funzione di carattere sociale e culturale. L’artista ha dunque fortemente voluto portare il progetto in questo luogo come atto di sostegno ad un processo di democrazia diretta portato avanti dai cittadini napoletani per migliorare le condizioni di un quartiere ricco di bellezze, ma anche di grandi complessità.
INFORMAZIONI
5_I fondamenti della luce è visibile fino al 15 novembre 2015 ex convento di Santa Maria della Fede Via San Giovanni Maggiore Pignatelli dal martedì alla domenica dalle 12 alle 18
Il progetto Sette Stagioni dello Spirito è promosso e organizzato dalla Fondazione Morra, con il sostegno della Galleria Lia Rumma, in collaborazione con Regione Campania, Comune di Napoli, Assessorato alla Cultura del Comune di Napoli, Assessorato al Patrimonio del Comune di Napoli, Seconda Municipalità del Comune di Napoli, Vicariato della Cultura della Curia di Napoli, Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici per Napoli e Provincia, Accademia di Belle Arti di Napoli, Fondazione Ordine Ingegneri Napoli, Autorità Portuale di Napoli e ha ricevuto il Matronato della Fondazione Donnaregina per le Arti Contemporanee.
Ringraziamenti
L’intervento 5_I fondamenti della luce è stato realizzato grazie alla preziosa collaborazione di coloro che hanno preso parte alle varie fasi di progettazione e produzione come assistenti dell’artista: Lucrezia Longobardi, Giulia Tognon, Adama Berthe, e Francesca Blandino. Il processo di lavoro è stato documentato dal progetto fotografico e video di Maddalena Tartaro. L’intervento è stato possibile grazie alla presenza e alla volontà del Comitato di quartiere Santa Fede Liberata, di cui l’artista ringrazia con particolare riconoscenza Raffaele Paura, Francesco Cervizi e Roberto Valestra, per l’aiuto prestato e la vicinanza nelle fasi di progettazione e di lavoro. L'artista intende ringraziare in particolare la direzione Pianificazione e Gestione del Territorio del Comune di Napoli con particolare riferimento all’architetto Monica Michelino per la collaborazione. Un ringraziamento speciale va al sindaco Luigi de Magistris per la capacità di aver dato sostegno istituzionale all’esperienza di Santa Fede Liberata.
INFORMAZIONI E UFFICIO STAMPA
Galleria Lia Rumma Tel. 081.19812354
Fondazione Morra Tel. + 39 081 5641655 / Fax. +39 081 5641494 info@fondazionemorra.org
Fondazione Donnaregina per le Arti contemporanee/Museo MADRE Luisa Maradei 333.5903471 luisamaradei@gmail.com
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Gino
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lunedì 21 settembre 2015
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Napoli - dal 21 settembre al 15 novembre 2015
Gian Maria Tosatti - Sette Stagioni dello Spirito / 5_I fondamenti della luce
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EX CONVENTO DI SANTA MARIA DELLA FEDE vai alla scheda di questa sede Exibart.alert - tieni d'occhio questa sede |
Via San Giovanni Maggiore Pignatelli (80134) |
+39 , +39 (fax), +39 |
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Eventi in corso nei dintorni |
Questo lavoro è ispirato da una lettera d’amore scritta da una ragazza vissuta all’inizio del secolo scorso, Paolina T., che nel 1917, all’età di vent’anni, rea di non essere una nobildonna ma una semplice “povera” - così è definita nella cartella di ricovero - non ebbe il privilegio del convento e fu internata nel manicomio di Sant’Antonio Abate, a Teramo, con la diagnosi di “immoralità costituzionale”. |
orario: Dal martedì alla domenica, dalle ore 12:00 alle ore 18:00 su prenotazione. (possono variare, verificare sempre via telefono) |
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vernissage: 21 settembre 2015. h 12 |
autori: Gian Maria Tosatti |
genere: arte contemporanea, personale |
email: info@fondazionemorra.org | |
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di
Gino
il
martedì 22 settembre 2015
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Caroline Peyron presenta verissage della mostra "cielo - 33 quaderni mistici" 29 settembre 2015 Certosa e Museo di San Martino / Napoli
Guarda il video:
https://vimeo.com/139728798
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Gino
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mercoledì 23 settembre 2015
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Napoli - dal 23 al 30 settembre 2015
C’è qualcuno lì dentro
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CASTEL DELL'OVO vai alla scheda di questa sede Exibart.alert - tieni d'occhio questa sede |
Via Luculliana (80132) |
casteldellovo@comune.napoli.it |
www.comune.napoli.it |
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Eventi in corso nei dintorni |
Un grande tappeto cromatico ricoprirà, dal 23 al 30 Settembre 2015, a Sala delle Carceri, con circa 40 mq di linee e pennellate vorticose, che dopo essere state esposte, nel Maggio 2015, presso la chiesa San Giuseppe delle Scalze , vengono oggi riproposte, con il patrocinio del Comune di Napoli presso Castel dell’Ovo. Il grande tappeto cromatico è costituito da 14 pannelli, lunghi 3 metri ognuno, realizzati in un percorso pittorico di 6 incontri, guidati da Caroline Peyron. Ai 6 incontri hanno preso parte, intorno al tavolo dell’immensa chiesa buia, fredda e magnifica, tra le 10 e 25 persone: bambini, adolescenti, autistici, genitori, figli, accompagnatori, visitatori e curiosi. Insomma una “umanità varia così come la realtà |
orario: Tutti i giorni dalle 10.00 alle 19.30 e domenica dalle 9.00 alle 14.00 (possono variare, verificare sempre via telefono) |
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biglietti: free admittance |
vernissage: 23 settembre 2015. h 17 |
curatori: Grazia Colangelo, Cynthia Fiumanò, Grazia Pagetta, Caroline Peyron |
genere: arte contemporanea, collettiva |
email: ninfaclemente.6@gmail.com | |
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Gino
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giovedì 24 settembre 2015
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Tomaso Binga
Galleria Tiziana Di Caro, Salerno
Scrivere non e' descrivere. Esposte le opere realizzate dai primi anni '70, sino a quelle in cui ai dattilocodici si associano disegni, poesie e collage, accanto a opere presentate alla Biennale di Venezia nel '78.
comunicato stampa
La Galleria Tiziana Di Caro presenta Scrivere non è descrivere, prima mostra personale nei suoi spazi di Tomaso Binga (alias Bianca Pucciarelli Menna, Salerno, 1931), che inaugura giovedì 24 settembre 2015, alle ore 19:00. La mostra include le sue più significative opere e performance degli anni ‘70, come “Scrittura Vivente”, ”Dattilocodice” e “Ti scrivo solo di domenica”.
Tomaso Binga in arte ha assunto questo nome per contestare con ironia e spiazzamento i privilegi del mondo maschile. Si occupa di scrittura verbo-visiva ed è tra le figure di punta della poesia fonetico – sonora - performativa italiana. Fin dal 1971 la pratica dell'arte come scrittura è al centro dei suoi interessi. Si tratta di una scrittura “desemantizzata”, strettamente legata all’azione e alle problematiche sociali. Spesso impegna fortemente lo spazio, come nelle opere della serie “Scrittura vivente”, in cui le sagome del suo corpo nudo mimano le lettere dell’alfabeto (1976), e della serie “Dattilocodice” per cui i grafemi della macchina da scrivere, impressi in sovrapposizione, acquistano una nuova iconicità (1978).
Saranno presentate le opere realizzate dai primi anni Settanta, sino a quelle in cui ai dattilocodici si associano disegni, versi poetici e collage, includendo anche alcune delle opere presentate alla Biennale di Venezia nel 1978.
Nel lavoro poetico-performativo “Ti scrivo solo di domenica” (1977), eseguito nell’arco di un anno, con l’invio di 52 lettere scritte di domenica ad una amica (suo alter- ego), esplode tutta la vis creativa di Tomaso Binga dove il significato e il significante si intrecciano e si alternano in un continuo e controllato gioco di prevaricazioni, per debellare il tragico del quotidiano con ironia, denuncia e dissacrazione. Alle ore 21.00 Tomaso Binga eseguirà l’omonima performance che consiste nella lettura delle lettere che compongono l’opera.
Questa mostra, il cui titolo è un verso preso in prestito da un dattilocodice, è la prima di un ciclo che intende descrivere i vari momenti della produzione dell'artista, partendo dagli anni Settanta cioè da quando si sono formate quelle che sono le principali linee guida che hanno fatto di Tomaso Binga un'artista centrale per la nostra cultura.
Tomaso Binga è nata a Salerno nel 1931. Vive e lavora a Roma È stata docente di Teoria e Metodo dei Mass Media, presso l’Accademia di Belle Arti di Frosinone. Attiva organizzatrice dirige dal 1974 l’associazione culturale "Lavatoio Contumaciale" a Roma, e dal 1992 partecipa, in qualità di vice presidente, alla gestione della Fondazione "Filiberto Menna" a Salerno.
Ha partecipato a mostre, rassegne, festival e performance sia in Italia che all'estero, tra le quali ricordiamo (selezione): “Magma” a cura di Romana Loda, Museo di Castelvecchio Verona (1974); “Materializzazione del linguaggio” a cura di Mirella Bentivoglio, Biennale Venezia (1978); XIV Biennale di São Paulo do Brasil (1981); XI Quadriennale di Roma (1986); “Poesia Totale”, Palazzo della Ragione, Mantova (1998); “Polysonneries” Festival International d’Art Vivant, Lyon (1999); VII Congresso Internazionale Art Media, Università di Salerno (1999); “Bunker poetico”, Biennale Venezia (2001); “Autoritratto di un matrimonio”, mostra antologica, Museo Laboratorio Università La Sapienza Roma (2005); Fondazione J. Klemm, personale Visuale/Performativa a cura di Carlo Espartaco, Buenos Aires (2006); “Viaggio nella parola” a cura di Bruno Corà, La Spezia (2007); “Art Action” VI Festival Internazionale a cura di Nicola Frangione, Mantova, (2008); “La Parola mostra il suo Corpo” forme della Verbo Visualità contemporanea, a cura di Adriano Accattino, Ivrea (2008); “Sogno uno mondo ch’è maschile trasformarsi al femminile” a cura di Angela Tecce, Museo S. Elmo, Napoli; “Per-formare una collezione”, a cura di Alessandro Rabottini, Eugenio Viola, Museo Madre, Napoli (2013); “Anni ‘70/Arte a Roma”, Palazzo delle Esposizioni (2013); conferimento titolo accademico Honoris Causa per Tomaso Binga, Accademia di Belle Arti di Macerata, 2013; ha partecipato per l’Italia alla Giornata Mondiale per la Poesia, Accademia d’Ungheria e Casa delle Letterature, 2014; “Zitta Tu …non parlare!!!” Sala Santa Rita, Roma, 2014.
Tra le sue pubblicazioni ricordiamo: “INdovina cos’È” , prefazione di Cesare Milanese Ed. Hetea, Alatri, (1987), “Sono stanca a più non posso” Rossi & Spera Editori, Roma, (1987), “Rimerotiche”, presentazione di Lina Wertmuller, Edizioni Gradiva, Roma, (1992), “Vorrei essere un vigile urbano” prefazione di Arrigo Lora Totino, Umberto Sala Editore, Pescara, (1995), “Autori-tratto a … scatto” prefazione di Marie-Claude Vettraino-Soulard, Edizioni Le impronte degli uccelli, Roma, (2000), “Come Cometa. Poesia in contumacia”, prefazione di Aldo Mastropasqua, Edizioni Il Filo, Roma (2003),“Valore Vaginale” prefazione di Gillo Dorfles, Edizione Tracce, Pescara (2009); “Raccontini demenziali”, prefazione di Lidia Pucciarelli, Edizione Lidia, Roma (2012).
È presente in numerose raccolte di poesia e libri d’arte, tra cui (selezione): “Storia dell’arte italiana del ‘900”, a cura di Giorgio Di Genova (2000), “La voce in movimento” (2003), “Il Suono e Le Parole” (2006), “La Voce Regina” (2006), “Almanacco” (2007), “Poesia a Comizio” (2008), “Inverse 2008-2009 Italian Poetry in Translation” (2008 – 2009), “Poesia Visiva, la donazione di Mirella Bentivoglio, al Mart” (2011), “Vitaldo Conte-Pulsional Gender Art” (2011), “Centrosei Storia di una Galleria” (2012), “Arte Fotografia e Femminismo negli Anni ‘70”, Raffaella Perna (2013); “Crispolti e il Centro Di Sarro avvio e sviluppo di una ricerca 1982/85” a cura di Emanuele Rinaldo Moschini (2013), “L’Avanguardia in Ah! Ah! Ah!” a cura di Plinio Perilli, Dedalus (2014), “Scritture Viventi” a cura di Antonello Tolve e Stefania Zuliani, (2014); “Performance Art, percorsi e protagonisti dell’Art Action Italiana”, a cura di Giovanni Fontana, Nicola Frangione e Roberto Rossini (2015).
Inaugurazione 24 settembre ore 19
Galleria Tiziana Di Caro via delle Botteghelle, 55 Salerno mar-sab dalle 15-20 o su appuntamento ingresso libero
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Gino
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Salvatore Manzi
Galleriastudiolegale Eventitre E23, Napoli
Prima di me. Un'operazione che parte dai segni incidentali, involontari, inestetici, che si incontrano in ogni contesto espositivo che possieda un minimo di storia.
comunicato stampa
a cura di Stefano Taccone
L’antica tendenza al rifiuto non solo di un’autorialità forte, ma proprio del lavoro artistico stesso come atto, ridotto ad un coefficiente minimo; la figura etica e spirituale della lacerazione sulla quale la guarigione appone il suo balsamo chiaro conservando nondimeno la traccia dell’originaria frattura; l’evidenziazione di ciò che non viene messo in scena, ed anzi va occultato, eppure è l’a priori e l’a posteriori di ogni esposizione, quasi sviluppando nuove, ancora mai esplorate, soluzioni della critica istituzionale classica: sono questi i motivi che confluiscono nella nuova mostra personale di Salvatore Manzi “Prima di me”, un’operazione che parte dai segni incidentali, involontari, inestetici, che però si incontrano in ogni contesto espositivo che possieda un minimo di storia, per assecondarli trasformarli in un macrosistema spazio-visivo attraverso il risalto luminoso del giallo, versione impoverita dell’oro, carico di immaginario sacrale.
“Prima di me” perché il progetto di Salvatore non sarebbe stato possibile senza tutto ciò che in quello spazio è passato prima di lui, compresa la sua stessa mostra di un anno e mezzo fa; “Prima di me” perché prima di ogni momento presentativo c’è tutto un lavoro di impalcature e ponteggi, che vengono abbattuti però sempre troppo presto per essere esteticamente valorizzati; “Prima di me” come suggestione più o meno conscia ancora una volta della parola biblica cristiana, ove però naturalmente all’“io sono” del divino si sostituisce l’“io non sono” dell’artista ancora una volta assente.
Inaugurazione 25 settembre ore 19.30
Galleriastudiolegale Eventitre E23 piazza Nazionale (via Blanch, 23) Napoli lun-ven 17-19.30 o su appuntamento ingresso libero
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Gino
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Pompei (NA) - sab 26 settembre 2015
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Sarà presentato sabato 26 settembre a Pompei, nell’ambito della manifestazione “Pompei, un’emozione notturna”, il progetto “Frammenti”, libro d’artista su versi di Piero Mastroberardino, ideato e realizzato da Ilfilodipartenope di Lina Marigliano e Alberto D'Angelo. Il libro si compone di una parte testuale - dodici frammenti poetici e una poesia - e una parte iconografica affidata ad altrettanti artisti ai quali è stato chiesto di interpretare, per immagini, ciascuno dei dodici brani. Il componimento centrale, non accompagnato da alcuna illustrazione, si intitola significativamente Solo |
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biglietti: Partecipazione gratuita fino ad esaurimento posti disponibili. Prenotazione obbligatoria: 800 600 601 | dai cellulari e dall’estero +39 06 39 96 76 50 nei seguenti orari: lun. – ven. 9.00 | 18.00 sab. 9.00 | 14.00 |
vernissage: 26 settembre 2015. ore 19 |
ufficio stampa: NORA COMUNICAZIONE |
autori: Andrea Aquilanti, Mathelda Balatresi, Cristina Balsotti, Lino Fiorito, Giosetta Fioroni, Piero Mastroberardino, Alessandro Nocentini, Mikayel Ohanjanyan, Roberto Paci Dalò, Vincenzo Rusciano, Donatella Spaziani, Giuliano Tomaino, Carla Viparelli |
genere: arte contemporanea, presentazione, collettiva, disegno e grafica | |
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