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Gino
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Contemporary Istanbul 2010 Open Call for Gallery Applications
Contemporary Istanbul 2010 - the leading contemporary art fair in the country and around the region now accepts gallery applications for its 5th international edition, taking place during the year of 2010 European Capital of Culture in Istanbul.
It's LIQUID News is an e-mail announcement service that provides information about exhibitions at some of the world's leading art galleries selected. It's LIQUID News reaches the combined audiences of International Art Fairs, galleries, museums, and is thus a powerful tool for getting directly to this influential audience with information about exhibition programs and other events.
International galleries, museums, institutions, private and public groups, artists, architects, designers, are invited to join It's LIQUID News service. Each advertisement takes the form of an e-mail announcement, and features a press release, an image, and a link to the announcer's website. Announcements are distributed directly to over 60,000 international collectors, consultants, advisers, critics, writers, curators, dealers and other visual arts professionals. Database demographics: 40% in North America, 45% in Europe, 15% in other locations (South America, Australia, Japan, etc.).
Additionally all announcements are permanently archived on It's LIQUID web site, creating a valuable research resource of some of the most important events world wide. It's LIQUID News offers an unprecedented opportunity for participating clients to reach the most dynamic members of the community of professionals worldwide.
If you are interested in our services, or you want to open an It's LIQUID office in your city, please contact us at support@itsliquid.com.
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giovedì 18 febbraio 2010
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17/02/2010
progetto Gypsos corso di disegno a cura del prof. Aniello Scotto
Progetto Gypsos Corso di disegno classico a cura del prof. Aniello Scotto
Gli incontri sono dedicati all'apprendimento delle tecniche del disegno classico e si svolgeranno nella preziosa gypsoteca dell'Accademia luogo previlegiato per il disegno dall'antico.La gipsoteca,riaperta dal 2007,raccoglie i calchi in gesso di famose opere classiche,elementi di ornato e particolari anatomici,nonchè gessi di invenzione di grande qualità dell'Ottocento e del Novecento.
Il corso della durata da Marzo a Giugno prevede un incontro settimanale di 3 ore dalle ore 16.00 alle ore 19.00 del giovedì. Inizio corso11 Marzo 2010 Modalità d'iscrizione:le iscrizioni sono aperte dal 22 febbraio al 10 marzo.L'iscrizione prevede un versamento di euro 350,00 sul conto corrente c/c 509802 intestato all'Accademia di belle arti di Napoli. 1.domanda indirizzata al direttore dell'Accademia2.autocertificazione di nascita,residenza,cittadinanza in carta liberaai senzi degli art.47 e 48 del D.R.R.445/2003.fotocopia del documento di riconoscimento con foto allegata4.fotocopia del codice fiscale5.ricevuta del versamento
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sabato 27 febbraio 2010
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NOVECENTO A NAPOLI (1910-1980) PER UN MUSEO IN PROGRESS
Conferenza stampa Napoli, Castel Sant’Elmo 4 marzo 2010 - ore 12.00
Nato da un progetto di Nicola Spinosa, il Museo intende documentare, attraverso una selezione condotta con metodo storico-critico, quanto realizzato a Napoli nel corso del Novecento, entro i limiti cronologici indicati, nel campo della produzione artistica; in particolare, da quanti si applicarono, in quegli anni, soprattutto o quasi esclusivamente, in pittura, scultura e in varie sperimentazioni grafiche. Così da costituire uno strumento indispensabile, ma in città fino a oggi del tutto assente o quasi, perché dell’ arte a Napoli nel secolo scorso possano essere adeguatamente evidenziati, come per altri aspetti e momenti della precedente vicenda artistica documentati in vari musei napoletani, ma non solo, tendenze e scelte, ruoli e incidenze, nel campo più vasto delle diverse esperienze condotte in altri ambiti culturali, sia locali che nazionali e internazionali.
Per questo nuovo Museo, che si aggiunge alle altre strutture affini dipendenti dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali e dalla Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico, Artistico, Etnoantropologico e per il Polo Museale della città di Napoli, realizzato, intenzionalmente e significativamente negli spazi del Carcere Alto di Castel Sant’Elmo adiacenti la Biblioteca e la Fototeca di Storia dell’Arte aperte al pubblico, sono state selezionate ed esposte circa 170 opere realizzate da 90 artisti napoletani, ma con l’aggiunta anche di alcune presenze di artisti non napoletani, che con ruoli diversi furono attivi in città. Si tratta di un nucleo notevole di dipinti, sculture, disegni o incisioni costituito integralmente con opere provenienti dalle stesse raccolte museali della Soprintendenza, dalla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, dal Museo d’Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto e, soprattutto, con donazioni o con la formula del ‘comodato’, oggi sempre più diffusa in Italia e da tempo all’estero, di generosi artisti e collezionisti privati. Con il programma o l’auspicio che si tratti solo di un primo nucleo, che, con gli anni a venire, possa ulteriormente accrescersi, così da documentare altri, diversi e successivi aspetti della produzione artistica napoletana, ma non solo, del secolo scorso, per i quali al momento si è ritenuto più opportuno sospendere ogni giudizio critico non basato su sempre indispensabili basi storiche.
La scelta degli artisti e delle opere è stata curata da Angela Tecce, direttrice del complesso di Castel Sant’Elmo, con la costante collaborazione dello stesso Nicola Spinosa, mentre la realizzazione del Museo si è resa possibile per il diretto coinvolgimento nel progetto della Regione Campania-Assessorato al Turismo e Assessorato ai Beni Culturali, con l’utilizzo dei fondi disponibili grazie al co-finanziamento dell’Unione Europea POR- FESR Campania 2007-2013. La Direzione Generale per il Paesaggio, le Belle Arti, l'Architettura e l'Arte Contemporanee ha concorso, per conto del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, alla realizzazione dei relativi apparati didattici, informativi e audiovisivi. Con il contributo di Italcoat, Metropolitana di Napoli, Seda Group.
‘Novecento a Napoli’ si articola attraverso un percorso cronologico suddiviso per sezioni: dalla documentazione della Secessione dei ventitré (1909) o del primo Futurismo a Napoli (1910-1914) al movimento dei Circumvisionisti e del secondo Futurismo (anni Venti-Trenta); dalle varie testimonianze su quanto si produsse tra le due guerre alle esperienze succedutesi nel secondo dopoguerra (1948-1958), dal Gruppo ‘Sud’ al cosiddetto Neorealismo, dal gruppo del M.A.C. all’Informale o al Gruppo ’58. Seguono le sezioni riservate agli anni Settanta, con particolare riferimento, ma non solo, alle Sperimentazioni Poetico-visive e all’attività dei gruppi legati alle esperienze condotte nel campo del sociale. Fino all’ultima sezione, dove è documentata l’attività di quanti, pur continuando a operare dopo l’80 sperimentando linguaggi diversi, si erano già affermati in città in quel decennio, prima che il terribile sisma del 23 novembre colpisse e segnasse nel profondo realtà e prospettive di Napoli e di altre aree meridionali.
Sulla base di quanto qui esposto sono state, pertanto, selezionate ed esposte opere di: Carlo Alfano, Enrico Baj, Mathelda Balatresi, Renato Barisani, Guido Biasi, Andrea Bizanzio, Giovanni Brancaccio, Giannetto Bravi, Emilio Buccafusca, Enrico Bugli, Francesco Cangiullo, Giuseppe Capogrossi, Luciano Caruso, Guido Casciaro, Giuseppe Casciaro, Luigi Castellano (Luca), Raffaele Castello, Alberto Chiancone, Vincenzo Ciardo, Francesco Clemente, Carlo Cocchia, Mario Colucci, Mario Cortiello, Salvatore Cotugno, Luigi Crisconio, Edgardo Curcio, Renato De Fusco, Lucio del Pezzo, Crescenzo Del Vecchio Berlingieri, Armando De Stefano, Gianni De Tora, Fortunato Depero, Giuseppe Desiato, Bruno Di Bello, Gerardo Di Fiore, Carmine Di Ruggiero, Baldo Diodato, Salvatore Emblema, Francesco Galante, Saverio Gatto, Vincenzo Gemito, Manlio Giarrizzo, Edoardo Giordano (Buchicco), Franco Girosi, Emilio Greco, Raffaele Lippi, Nino Longobardi, Luigi Mainolfi, Antonio Mancini, Giuseppe Maraniello, Tommaso Marinetti, Stelio Maria Martini, Umberto Mastroianni, Rosaria Matarese, Elio Mazzella, Luigi Mazzella, Emilio Notte, Mimmo Paladino, Maria Palliggiano, Franco Palumbo, Rosa Panaro, Edoardo Pansini, Guglielmo Peirce, Augusto Perez, Mario Persico, Giuseppe Pirozzi, Gianni Pisani, Carmine Rezzuti, Clara Rezzuti, Paolo Ricci, Guglielmo Roehrssen di Cammarata, Errico Ruotolo, Corrado Russo, Mimma Russo, Quintino Scolavino, Domenico Spinosa, Bruno Starita, Federico Starnone, Toni Stefanucci, Guido Tatafiore, Ernesto Tatafiore, Giovanni Tizzano, Ennio Tomai, Raffaele Uccella, Maurizio Valenzi, Antonio Venditti, Gennaro Villani, Eugenio Viti, Elio Waschimps, Natalino Zullo.
Il Museo dispone, inoltre, di un catalogo edito da Electa, con le presentazioni del Presidente della Giunta Regionale Antonio Bassolino, del Direttore Generale per il Paesaggio, le Belle Arti, l'Architettura e l'Arte Contemporanee Roberto Cecchi e del Soprintendente Lorenza Mochi Onori; una premessa di Nicola Spinosa, una introduzione della Direttrice Angela Tecce; e con saggi critici di Maria Antonietta Picone Petrusa, Angela Tecce, Mario Franco e Aurora Spinosa, Katia Fiorentino.
Organizzazione Civita
Orario: tutti i giorni ore 10-19; martedì chiuso Ingresso: € 3,00 Informazioni: 848 800 288 ad apertura Museo
Il Museo verrà inaugurato giovedì 4 marzo, alle ore 18.00 Sarà aperto al pubblico da venerdì 5 marzo
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Napoli - sab 27 febbraio 2010 Napoli. La città delle culture
Si svolgerà il secondo appuntamento dell'edizione 2010 de “Il Sabato delle Idee”. L’incontro sarà dedicato al tema “Napoli, la città delle culture” e verrà introdotto dagli interventi di Nicola Oddati, Assessore alla Cultura del Comune di Napoli e Presidente della Fondazione per il Forum delle Culture 2013 e di Marina Vergiani, direttore del Pan.
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Eventi d'arte mitteleuropei 2010
Collettiva itinerante
Dopo il successo della prima edizione, anche quest'anno viene proposta la rassegna -Eventi d'arte mitteleuropei 2010- promossa dal gemellaggio di due Associazioni Culturali: Arteuropa di Avellino e Aura di Udine che sarà itinerante in diverse città italiane ed estere. L'evento comprende un gruppo di mostre itineranti che attraverseranno tutta l'Italia dal Nord al Sud e passerà in paesi europei. Un vero museo itinerante ospitato presso prestigiose sedi istituzionali, pinacoteche, gallerie d'arte. Parteciperanno artisti del Friuli, dell'Austria, della Croazia nonche' artisti del bacino Mediterraneo e naturalmente del nostro territorio.
--Un rassegna che riflette quindi diverse anime dell'arte e, come vedremo, diversi linguaggi, convinti come sono i promotori che dal confronto tra esperienze di territori e quindi di culture linguistiche diverse possa scaturire un arricchimento non soltanto sul piano strettamente culturale, ma anche umano.
''-Le opere esposte sono tutte di rilevante qualità con presenze di autori ormai storicizzati. Al di là delle varie posizioni o delle preferenze stilistiche,evidente appare la volontà di rimanere fedeli ad una concezione umanistica dell'arte,intesa come nutrimento dello spirito ed anche godimento estetico dei sensi.
Ed allora acquisiscono rilevanza piena in queste opere elementi determinanti quali la letizia cromatica,l'eleganza e la raffinatezza delle composizioni,l'equilibrio delle forme,la componente luministica soprattutto,essendo la luce a fondamento della spiritualizzazione della materia e del soggetto raffigurato. L'arte,come ogni attività dello spirito umano,e' cosa estremamente seria che comporta un impegno e una dedizione piena,fatta di cultura,di ricerca incessante,di tecnica e di rispetto delle nostre radici.'' Leo Strozzieri (Pescara) - Critico e storico dell'Arte
Espongono:
Luca Alinari, Enzo Angiuoni, Augusto Ambrosone, Antonia Acri, Giuseppe Amoroso, Michela Angiuoni, Lidiana Basso, Luciana Bertorelli, Bluer (Lorenzo Viscidi), Letizia Caiazzo, Luigi Francesco Canepa, Giancarlo Caneva, Giovanni Carino, Laura Carone, Conte, Alfonso Coppola, Giacomo D'Alesio, Claudio Di Lorenzo, M. Teresa Di Nardo, Claudio Mario Feruglio, Tonina Garofalo, Nicola Guarino, Trude Haidvogl Tortora, Luigi Ioviero Paola Guia Muccioli, Nadia Lolletti, Michele Macchia, Romeo Magnani, Antonio Manganiello, Marisa Marconi, Raffaele Mellino, Mario Migliocchetti, Claudio Morelli, Donato PACE, Bruno Paladin, Concetta Palmitesta, Roberto Piaia, Tommaso Resta, Mario Rosati, Francesco Russo, Salvatore Salamone, Gernot Schmerlaib, Emanuela Spazzarini, Pippo Spina, Rosa Spina, Gulseren Sudor, Teoman Südor, Lisbeth Anne-Marie Svensson, Gianfranco VASILE, Gianfranco Zazzeroni.
Inaugurazione 28 febbraio ore 11:00
Villa Fiorentino corso Italia, 56 - Sorrento (NA) Orari di apertura: 9:00 - 13:00 e 15:00 - 18:00 Ingresso libero
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NOVECENTO A NAPOLI (1910-1980) PER UN MUSEO IN PROGRESS
Conferenza stampa Napoli, Castel Sant'Elmo 4 marzo 2010 - ore 12.00
Nato da un progetto di Nicola Spinosa, il Museo intende documentare, attraverso una selezione condotta con metodo storico-critico, quanto realizzato a Napoli nel corso del Novecento, entro i limiti cronologici indicati, nel campo della produzione artistica; in particolare, da quanti si applicarono, in quegli anni, soprattutto o quasi esclusivamente, in pittura, scultura e in varie sperimentazioni grafiche. Così da costituire uno strumento indispensabile, ma in città fino a oggi del tutto assente o quasi, perché dell' arte a Napoli nel secolo scorso possano essere adeguatamente evidenziati, come per altri aspetti e momenti della precedente vicenda artistica documentati in vari musei napoletani, ma non solo, tendenze e scelte, ruoli e incidenze, nel campo più vasto delle diverse esperienze condotte in altri ambiti culturali, sia locali che nazionali e internazionali.
Per questo nuovo Museo, che si aggiunge alle altre strutture affini dipendenti dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali e dalla Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico, Artistico, Etnoantropologico e per il Polo Museale della città di Napoli, realizzato, intenzionalmente e significativamente negli spazi del Carcere Alto di Castel Sant'Elmo adiacenti la Biblioteca e la Fototeca di Storia dell'Arte aperte al pubblico, sono state selezionate ed esposte circa 170 opere realizzate da 90 artisti napoletani, ma con l'aggiunta anche di alcune presenze di artisti non napoletani, che con ruoli diversi furono attivi in città. Si tratta di un nucleo notevole di dipinti, sculture, disegni o incisioni costituito integralmente con opere provenienti dalle stesse raccolte museali della Soprintendenza, dalla Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma, dal Museo d'Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto e, soprattutto, con donazioni o con la formula del 'comodato', oggi sempre più diffusa in Italia e da tempo all'estero, di generosi artisti e collezionisti privati. Con il programma o l'auspicio che si tratti solo di un primo nucleo, che, con gli anni a venire, possa ulteriormente accrescersi, così da documentare altri, diversi e successivi aspetti della produzione artistica napoletana, ma non solo, del secolo scorso, per i quali al momento si è ritenuto più opportuno sospendere ogni giudizio critico non basato su sempre indispensabili basi storiche. La scelta degli artisti e delle opere è stata curata da Angela Tecce, direttrice del complesso di Castel Sant'Elmo, con la costante collaborazione dello stesso Nicola Spinosa, mentre la realizzazione del Museo si è resa possibile per il diretto coinvolgimento nel progetto della Regione Campania-Assessorato al Turismo e Assessorato ai Beni Culturali, con l'utilizzo dei fondi disponibili grazie al co-finanziamento dell'Unione Europea POR- FESR Campania 2007-2013. La Direzione Generale per il Paesaggio, le Belle Arti, l'Architettura e l'Arte Contemporanee ha concorso, per conto del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, alla realizzazione dei relativi apparati didattici, informativi e audiovisivi. Con il contributo di Italcoat, Metropolitana di Napoli, Seda Group.
'Novecento a Napoli' si articola attraverso un percorso cronologico suddiviso per sezioni: dalla documentazione della Secessione dei ventitré (1909) o del primo Futurismo a Napoli (1910-1914) al movimento dei Circumvisionisti e del secondo Futurismo (anni Venti-Trenta); dalle varie testimonianze su quanto si produsse tra le due guerre alle esperienze succedutesi nel secondo dopoguerra (1948-1958), dal Gruppo 'Sud' al cosiddetto Neorealismo, dal gruppo del M.A.C. all'Informale o al Gruppo '58. Seguono le sezioni riservate agli anni Settanta, con particolare riferimento, ma non solo, alle Sperimentazioni Poetico-visive e all'attività dei gruppi legati alle esperienze condotte nel campo del sociale. Fino all'ultima sezione, dove è documentata l'attività di quanti, pur continuando a operare dopo l'80 sperimentando linguaggi diversi, si erano già affermati in città in quel decennio, prima che il terribile sisma del 23 novembre colpisse e segnasse nel profondo realtà e prospettive di Napoli e di altre aree meridionali.
Sulla base di quanto qui esposto sono state, pertanto, selezionate ed esposte opere di: Carlo Alfano, Enrico Baj, Mathelda Balatresi, Renato Barisani, Guido Biasi, Andrea Bizanzio, Giovanni Brancaccio, Giannetto Bravi, Emilio Buccafusca, Enrico Bugli, Francesco Cangiullo, Giuseppe Capogrossi, Luciano Caruso, Guido Casciaro, Giuseppe Casciaro, Luigi Castellano (Luca), Raffaele Castello, Alberto Chiancone, Vincenzo Ciardo, Francesco Clemente, Carlo Cocchia, Mario Colucci, Mario Cortiello, Salvatore Cotugno, Luigi Crisconio, Edgardo Curcio, Renato De Fusco, Lucio del Pezzo, Crescenzo Del Vecchio Berlingieri, Armando De Stefano, Gianni De Tora, Fortunato Depero, Giuseppe Desiato, Bruno Di Bello, Gerardo Di Fiore, Carmine Di Ruggiero, Baldo Diodato, Salvatore Emblema, Francesco Galante, Saverio Gatto, Vincenzo Gemito, Manlio Giarrizzo, Edoardo Giordano (Buchicco), Franco Girosi, Emilio Greco, Raffaele Lippi, Nino Longobardi, Luigi Mainolfi, Antonio Mancini, Giuseppe Maraniello, Tommaso Marinetti, Stelio Maria Martini, Umberto Mastroianni, Rosaria Matarese, Elio Mazzella, Luigi Mazzella, Emilio Notte, Mimmo Paladino, Maria Palliggiano, Franco Palumbo, Rosa Panaro, Edoardo Pansini, Guglielmo Peirce, Augusto Perez, Mario Persico, Giuseppe Pirozzi, Gianni Pisani, Carmine Rezzuti, Clara Rezzuti, Paolo Ricci, Guglielmo Roehrssen di Cammarata, Errico Ruotolo, Corrado Russo, Mimma Russo, Quintino Scolavino, Domenico Spinosa, Bruno Starita, Federico Starnone, Toni Stefanucci, Guido Tatafiore, Ernesto Tatafiore, Giovanni Tizzano, Ennio Tomai, Raffaele Uccella, Maurizio Valenzi, Antonio Venditti, Gennaro Villani, Eugenio Viti, Elio Waschimps, Natalino Zullo.
Il Museo dispone, inoltre, di un catalogo edito da Electa, con le presentazioni del Presidente della Giunta Regionale Antonio Bassolino, del Direttore Generale per il Paesaggio, le Belle Arti, l'Architettura e l'Arte Contemporanee Roberto Cecchi e del Soprintendente Lorenza Mochi Onori; una premessa di Nicola Spinosa, una introduzione della Direttrice Angela Tecce; e con saggi critici di Maria Antonietta Picone Petrusa, Angela Tecce, Mario Franco e Aurora Spinosa, Katia Fiorentino.
Organizzazione Civita
Orario: tutti i giorni ore 10-19; martedì chiuso Ingresso: ? 3,00 Informazioni: 848 800 288 ad apertura Museo
Il Museo verrà inaugurato giovedì 4 marzo, alle ore 18.00 Sarà aperto al pubblico da venerdì 5 marzo
[Allegato: ALBERTO CHIANCONE, Funicolare, 1940-45, olio su tela cm 165x150.jpg]
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Christina Thwaites
Sitting on the dock of the bay.
a cura di MonnaLisa Salvati
Il Caffe' Pascucci di Nola (Na), via On.Francesco Napolitano,14, ospita a partire da lunedi' 1 marzo -Sitting on the dock of the bay- la personale di pittura di Christina Thwaites a cura di MonnaLisa Salvati per l'Associazione Culturale Studio7.it.
Le tele di piccole, medie e grandi dimensioni, fruibili al pubblico fino al 31 marzo 2010, rappresentano la sintesi della sperimentazione artistica della giovanissima artista inglese alla continua e caparbia ricerca di una propria identità artistica. Christina Thwaites annovera già al suo attivo presenze in personali e collettive in molte città italiane, quali Roma, Ravenna, Cecina, Rieti, Sant'Anatolia di Narco, Cava de'Tirreni ed e' in permanenza nella The Pond Gallery, Londra, nella St. John's Gallery, Ashborne, Inghilterra, Thoresby Gallery, Ollerton, Inghilterra, Galleria Fondaco,Roma e Studio7 Spazio Arte Contemporanea, Rieti.
Le opere di Christina Thwaites sembrano tele su cui immagini ed emozioni, assorbite in un pomeriggio di primavera sulla riva del mare, si siano fissate da se', senza alcun intervento umano. Non si illudono di poter svelare arcani antichi, non hanno la pretesa di voler narrare una storia, non vogliono nascondere significati reconditi. Sono puro stupore, pura emozione, pura sensazione di fronte alla infinita poesia del cio' che ci circonda: un cielo terso, un mare calmo, una farfalla che si libra nell'aria, un'onda che si infrange sugli scogli.
La Thwaites con un'alchimia di straordinaria sensibilità e di talento artistico raffinato riesce a convertire, con assoluta autenticità, la banalità del vedere con l'emozione del guardare, lasciando che la bellezza ci attraversi tranquillamente.
Inaugurazione 1 marzo ore 18
Caffe' Pascucci Shop Via On. F. Napolitano, 14 - Nola (NA) Ingresso libero
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PAN |Palazzo delle Arti di Napoli
Le donne e la produzione artistica
Mercoledì 3 marzo 2010
alle ore 17
Donatella Gallone, Armida Parisi, Ilia Tufano
discuteranno con
Rosario Pinto
autore del volume
Le Arti figurative al femminile
nel Mezzogiorno d’Italia
dal Cinquecento al Duemila
ediz. IGEI Napoli
aprirà i lavori
Valeria Valente – Assessore al Turismo ed alle Pari Opportunità del Comune di Napoli
Interventi
Domenico Pagano – presidente dell’ Istituto di Studi per l’Arte al Femminile ISAF
Rodolfo Rubino – editore – Istituto Grafico Editoriale Italiano IGEI
Alma Sauro dell’Associazione ‘Gli Amici del colore’
La Sua presenza sarà particolarmente gradita
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Gino
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martedì 2 marzo 2010
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Artbahnkreuz 2
Collettiva
A cura di Giancarlo Da Lio e Roberto Sanchez
Artisti Partecipanti: Tiziana Baracchi(Ita), Fiorenzo Barindelli(Ita), Horst Baur(Ger), Mariano Bellarosa(Ita), Lamberto Caravita(Ita), Yolaine Carlier(Fra), Bruno Cassaglia(Ita), Pino Conestabile(Ita), Carmela Corsitto(Ita), Francesco Cucci(Ita), Maurizio Follin(Ita), Mauro Gentile(Ita), Karl F. Hacker(Ger), Cesare Iezzi(Ita), Giosue' Marongiu(Ita), Henning Mittendorf(Ger), Lynn jr Palmiter(U.S.A.), Re'my Pe'nard(Fra), Walter Pennacchi(Ita), Paola Rivabene(Ita), Claudio Romeo(Ita), Roberto Sanchez(Ita), Renato Sclaunich(Ita), Pete Spence(Australia), Salvatore Starace(Ita), Reid Wood(U.S.A.).
Nuova tappa al Museo Minimo con gli artisti di Artbahnkreuz. Non una semplice partecipazione ma un punto di riferimento lungo l'autostrada dell'arte. E non poteva che essere cosi' da quando Roberto Sanchez ha creato e animato il suo spazio dedicato agli artisti indipendenti di tutto il mondo. Una situazione museale aperta, viva, in chiara opposizione ad un concetto statico e manierista.
Uniche regole sono la libertà creativa e la qualità che potrebbero non essere sempre immediatamente comprese ma questo e' il destino obbligato di chi vuole essere artista nel piu' vero senso del termine. Noi siamo stati sin dagli inizi favorevoli al suo modo di essere e la nostra presenza ne e' stata e continua ad essere testimonianza in una città che vede nonostante le problematiche economiche sociali un modo di creare vorticoso e affascinante. Un continuo terremoto nel distruggere e nel creare. Il coraggio dell'arte e nell'arte non deve lasciarsi vincere dal convenzionale. Venezia 3 febbraio 2010 (Giancarlo Da Lio)
Inaugurazione martedi' 2 marzo 2010, ore 18,00
Museo Minimo Via detta San Vincenzo 3 angolo Via Leopardi 47 Fuorigrotta - 80125 Napoli Orari: lunedi' e mercoledi' h. 15-18; Martedi', giovedi' e venerdi' h. 9-12 Ingresso libero
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martedì 2 marzo 2010
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Napoli - mar 2 marzo 2010 Due libri sui Sansevero: le origini e la vera storia
Saranno presentati due libri sui di Sangro di Sansevero, stampati dalla casa editrice alóς, da anni impegnata nella pubblicazione di volumi incentrati sulla figura di Raimondo di Sangro e sul tempio barocco da lui “reinventato” nel Settecento.
vernissage: 2 marzo 2010. ore 18.30
genere: presentazione
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Lorenzo Perrone
Libri bianchi
Una mostra singolare che piacerà a quanti amano il libro, a quanti con i libri lavorano (editori, impaginatori, rilegatori-) oltre che ai lettori, a quelli che amano avere tra le mani un oggetto che a volte diventa icona. Lorenzo Perrone (-quello che spoglia i libri dei loro contenuti-) esporrà mercoledi' 3 marzo prossimo al Blu di Prussia, lo spazio multidisciplinare rifondato da Giuseppe Mannajuolo in via Filangieri 42, e diretto da Mario Pellegrino.-Libri bianchi- il titolo dell'esposizione, che e' anche quello del filone su cui lavora da circa sette anni. Nato a Milano nel 1944, Perrone ha frequentato la-Scuola del Libro- dell'Umanitaria, poi quella di pittura del Castello Sforzesco, e - a New York - la -School of visual arts- e la -New School-. Negli Stati Uniti d'America ha lavorato per dieci anni alla Ted Bates (N.Y.) per poi tornare a Milano quale direttore creativo dellaYoung&Rubicam. Nel 1990 apre un laboratorio creativo di grafica e comunicazione, il -Blue 44-, e progetta libri, scrive storie, gira video: ha esposto, oltre che a Milano, a Roma, Firenze, Napoli, Bologna, Capalbio, Parigi.
-A prima vista - dice di lui Andrea Kerbaker, scrittore - Perrone, lavora con un procedimento a contrario: prende libri veri, li spoglia di tutto il contenuto, li rende oggetti apparentemente anonimi. Per farlo usa una serie di nemici patologici del libro: anime di metallo, colle, gesso, vernice bianca. Con questi strumenti, infierisce selvaggiamente sulle sue povere parole, fino a cancellarle in toto. E' un lavoro ossessivo, un po' angoscioso e un po' furioso come tutte le ossessioni, dove quella che inizia come una sottrazione diventa vera e propria scarnificazione. Tanto che alla fine, dopo una lunga sequenza di trattamenti ottiene un oggetto totalmente disanimato: non c'e' piu' un titolo, non un autore, non una parola. Ma la forma primaria, inequivocabile dell'oggetto libro e' rimasta intatta e nei -Libri Bianchi- di Perrone si trova il senso ultimo della scrittura: la pagina bianca, tutta da completare, l'anima pura della creazione libraria-.
Non a caso, adolescente, Perrone - ricorda e sottolinea Kerbaker - ha frequentato la scuola del libro dell'Umanitaria dove, sotto la guida di Albe Steiner, si apprendeva a divenire tipografi, grafici, rilegatori come quei maestri artigiani che da Tallone a Maestri, a Upiglio, hanno fatto grande l'arte libraria italiana del secondo Novecento: -Con la sua tecnica di scultore, Perrone riempie i libri di significati ulteriori: alcuni profondi, in qualche caso angosciosi come l'Anna P. per l'anniversario dell'assassinio della giornalista russa Anna Politkovskaja, oppure Arcipelago Gulag, col suo filo spinato che ci lascia senza fiato. Ma per fortuna ce ne sono di allegri, come il simpatico Five books with a tag o il lievissimo Nido; e poi quelli scherzosi: Regata, con le sue barchette da adolescente e il dolcissimo In Love, con le pagine che si toccano a formare un cuore; oppure Trame dove le pagine sono attraversate da piu' fili, ed infine un omaggio alla città che ospita questa mostra: Spaccanapoli. Insomma in questi libri, c'e' la vita, in tutte le sue infinite sfaccettature. Alla fine, dopo tutte queste vicissitudini, questi -Libri Bianchi- hanno ripreso appieno la loro funzione semantica. Meno male-.
L'Ufficio stampa: Pasquale Esposito - 347 8558890
Immagine: Fiocco di brezza cm 33 x 24 x 16
Inaugurazione 3 marzo ore 18
Al Blu di Prussia via Gaetano Filangieri, 42 - Napoli Orari di apertura: dal martedi' al venerdi' ore 17,00 - 20,00; sabato ore 10,30 - 13,00 e 17,00 - 20,00 Ingresso libero
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fino al 5.III.2010 Giulio Piscitelli Napoli, Archivio Parisio
I volti. I gesti. Le espressioni. Uomini costretti a migrare, a partire, a lasciare. Ancora una volta. Africa? No, Calabria...
pubblicato martedì 2 marzo 2010
È sempre piacevole ritornare allo Studio Parisio, una delle glorie culturali forse ancora troppo sconosciuta ai napoletani. Sotto il porticato della Basilica di San Francesco in Piazza del Plebiscito ci si sente al sicuro, protetti dal fragore della città ma al tempo stesso consapevoli che qui è possibile avere uno sguardo reale e concreto sul territorio. Ancora una volta, l’associazione culturale Archivio Fotografico Parisio offre la possibilità a un giovane fotografo di esporre la propria visione della realtà e del mondo che ci circonda. È il caso di Giulio Piscitelli (Napoli, 1981), dell’Agenzia Controluce, che presenta qui alcuni lancinanti ritratti dei clandestini forzati di Rosarno, ennesima pagina vergognosa e disperata della cronaca italiana. I fatti sono noti, così come le circostanze. I volti no. Gli sguardi, i gesti, quelli no. Sono stati surclassati dal clamore mediatico e dal solito chiacchiericcio di politici, opinionisti e compagnia cantando. Invece farebbe bene, e a tanti di quelli che parlano per professione, dare un’occhiata a queste istantanee e ritrovare quello che molti di loro hanno perso da un pezzo: la dignità.
Questo è ciò che colpisce senza alcun dubbio, la dignità. Quella di persone venute in Italia per sfuggire alla povertà e alla miseria e che sono state costrette a vivere prima come schiavi per raccogliere i pomodori e la frutta che finisce sulle tavole di mezza Europa, e poi a esser cacciati come appestati che hanno rovinato il territorio “sacro”. Ma chi, davvero, ha rovinato la Calabria, chi ha provocato realmente il malessere e il disordine a Rosarno? Piscitelli è sceso in quella caldissima zona d’Italia col suo obiettivo, e ciò che ha visto è impresso nelle sue toccanti fotografie. L’iconografia è sostanzialmente una, diretta e cruda, e si ripete quasi in maniera serigrafica: l’uomo di colore, solo, disarmato, con il proprio misero bagaglio, che si allontana verso un altro luogo dove poter essere sfruttato, un’altra Rosarno, un altro pezzo abbandonato d’Europa.
È questione di contrasti. Come lo sfondo solitamente azzurro, quello del cielo limpido di Calabria al di sotto del quale avvengono tragedie come queste. Come il sorriso che si scorge sulla faccia di questi uomini mentre vanno via. Quello che la televisione e i giornali hanno raccontato a modo loro non ha nulla a che fare con l’humanitas che emerge dalle foto di Giulio Piscitelli, molto più di un semplice ventottenne napoletano.
giulio brevetti mostra visitata il 23 febbraio 2010
dal 5 febbraio al 5 marzo 2010 Giulio Piscitelli - Deep Blue Archivio Fotografico Parisio Piazza San Francesco di Paola, 10 (zona Piazza del Plebiscito) - 80139 Napoli Orario: da lunedì a venerdì ore 9.30-13.30 Ingresso libero Info: info@archiviofotograficoparisio.it; www.archiviofotograficoparisio.it
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dal 6 al 27 marzo arsenale | palazzo correr | venezia
Questo weekend, e più precisamente sabato 6 marzo dalle ore 18.30, sarà inaugurata all'Arsenale di Venezia la tanto attesa mostra dedicata ai 195 finalisti del 4° Premio Internazionale Arte Laguna, che quest'anno si è affermato come nuovo riferimento per l'arte contemporanea in tutto il mondo, grazie alla straordinaria qualità dei lavori pervenuti, con un occhio di riguardo verso l'arte emergente.
Nel corso della serata di gala del 6 marzo, per la quale è prevista una rilevante partecipazione di ospiti del mondo dell'arte e della cultura, ma anche di pubblico composto da appassionati e curiosi dato che l'ingresso è aperto a tutti, verranno premiati i vincitori assoluti delle tre categorie, Pittura, Scultura e Arte Fotografica e verranno ufficializzati i vincitori dei Premi Speciali legati al circuito di 21 spazi espositivi internazionali che collaborano col concorso, inoltre, sarà decretato il vincitore del Premio "Business for Art" di Tenuta S. Anna.
Una serata che si prospetta ricca di pubblico e di sorprese, dato che oltre alla mostra collettiva e alla cerimonia di premiazione, l'organizzazione del Premio Arte Laguna ha voluto rendere la serata ancora più memorabile inserendo nel programma dell'happening anche l' esibizione di performances artistiche italiane e straniere, selezionate tra oltre 300 proposte giunte da tutto il mondo: danza, video, recitazione, musica ma non solo, queste esibizioni sapranno di sicuro stupire gli ospiti della serata.
Le opere dei 180 finalisti assoluti, 60 per ciascuna sezione, saranno esposte negli immensi e affascinanti spazi delle Tese di San Cristoforo dell'Arsenale di Venezia fino al 27 marzo 2010, con un allestimento essenziale, studiato per valorizzare gli oltre 3.000 metri quadri di maestosa archeologia industriale, grazie anche al sapiente uso di un'illuminazione di stile fotografico.
Nello stesso periodo, la selezione dei 15 migliori artisti Under 25 sarà esposta presso l' Istituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica di Venezia, che ha sede nello storico Palazzo Correr in Campo Santa Fosca, uno splendido esempio di architettura veneziana del XV secolo.
"Non vogliamo rovinare la sorpresa di chi verrà a visitare le mostre" dice Igor Zanti, Presidente della sezione Scultura "Ma ci sono molte opere che stupiranno il pubblico e che faranno discutere. Sono stati affrontati temi di grande attualità: dalla politica italiana ed internazionale, ai temi religiosi affrontati in modo ironico ma anche dissacrante, fino all'analisi del subconscio e dell'immaginario collettivo, che prendono una forma diversa a seconda della cultura d'origine, pur rilevando delle affinità nell'essenza delle idee".
Argomenti e stili che spaziano tra le tendenze e l'attualità globali, e che danno vita ad una panoramica unica nel contesto dell'arte contemporanea in rappresentanza di oltre 90 paesi del mondo, tra cui anche nazioni al di fuori dei tradizionali circuiti artistici come Costa d'Avorio, Timor Est, Kazakistan, Ghana, Qatar, Costa d'Avorio, Siria, Burkina Faso, Nepal e Bangladesh.
4° PREMIO INTERNAZIONALE ARTE LAGUNA. Mostra collettiva dei finalisti. Dal 6 al 27 marzo 2010 Tese di San Cristoforo - Arsenale di Venezia Orari: dal lunedì al venerdì: 12.00 - 19.00, Sabato e domenica: 11.00 - 19.30 Da Piazzale Roma o dalla Ferrovia: vaporetto n. 52 direzione Lido fermata "Celestia" (a richiesta). INGRESSO LIBERO
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La mostra raccoglie un nutrito corpo di opere, dagli inizi degli anni Ottanta sino ad oggi, grazie alle quali sarà possibile tracciare una breve ma esemplificativa cronistoria dell’artista. L’esposizione che la galleria Dep Art dedica a Salvo, a distanza di due anni dalla precedente, si svilupperà a partire dalle Lapidi per poi passare attraverso il Ritorno alla pittura (di cui l’artista è stato un precursore), fino ad arrivare ai soggetti più recenti, così da ripercorre oltre trent’anni di intensa attività creativa. “Notturni”, “Primavere”, “Minareti”, “Città”, “Interni con funzioni straordinarie”, sono solo alcuni dei temi attorno ai quali è stato possibile comporre il ritratto di un artista che ha sempre saputo infondere grazia e ingegno in ogni sua opera. Salvo è tra i pochi artisti italiani capaci di sintetizzare concezione ed esecuzione, dimostrando che il pensiero e il fare, la riflessione e il mestiere, sono assolutamente complementari. Volume, superficie, spazio, luce e colore sono i veri protagonisti di queste sue Creazioni idealizzate, in cui regna una calma sovrana che è memoria (storica) ma anche poesia (del tempo passato). Si tratta per lo più di archeologie e architetture rivisitate in forme semplici, asciutte, “classiche” nel loro genere, che si rifanno a un malinconico arcaismo; in esse proliferano i punti di vista, gli scorci, le fughe prospettiche, in un continuo addensarsi di colori che sono dolcemente graduati tra coni d’ombra e luce. Da ultimo, ne emerge un mondo tanto personale quanto peculiare, in cui la realtà si trasfigura in un artificio di rara intensità e intelligenza, a riprova del fatto che “i pittori devono meditare coi pennelli in mano”.
Catalogo con testo di Alberto Zanchetta: 88 pagine, cm. 30x24 euro 20,00
catalogo con SCONTO 50% per gli Utenti Arsvalue che si presentano con Newsletter stampata in galleria
Dep Art Via Mario Giuriati, 9 (corso 22 Marzo-v.le Campania) Milano 20129 Tel. 02 36536520 / 335 1998212 art@depart.it http://www.depart.it/ita/artisti.asp orario: da martedi a sabato 15-19 Mattine e festivi su appuntamento
ARTISTI DELLA GALLERIA: Addamiano, Biasi, Dadamaino, Galliani, Nigro, Rognoni, Salvo e Scanavino.
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NOVECENTO A NAPOLI (1910-1980) PER UN MUSEO IN PROGRESS
inaugurazione 4 marzo 2010 | ore 18.00 | apertura al pubblico dal 5 marzo | castel sant'elmo | napoli
Nato da un progetto di Nicola Spinosa, il Museo intende documentare, attraverso una selezione condotta con metodo storico-critico, quanto realizzato a Napoli nel corso del Novecento, entro i limiti cronologici indicati, nel campo della produzione artistica; in particolare, da quanti si applicarono, in quegli anni, soprattutto o quasi esclusivamente, in pittura, scultura e in varie sperimentazioni grafiche. Così da costituire uno strumento indispensabile, ma in città fino a oggi del tutto assente o quasi, perché dell' arte a Napoli nel secolo scorso possano essere adeguatamente evidenziati, come per altri aspetti e momenti della precedente vicenda artistica documentati in vari musei napoletani, ma non solo, tendenze e scelte, ruoli e incidenze, nel campo più vasto delle diverse esperienze condotte in altri ambiti culturali, sia locali che nazionali e internazionali.
Per questo nuovo Museo, che si aggiunge alle altre strutture affini dipendenti dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali e dalla Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico, Artistico, Etnoantropologico e per il Polo Museale della città di Napoli, realizzato, intenzionalmente e significativamente negli spazi del Carcere Alto di Castel Sant'Elmo adiacenti la Biblioteca e la Fototeca di Storia dell'Arte aperte al pubblico, sono state selezionate ed esposte circa 170 opere realizzate da 90 artisti napoletani, ma con l'aggiunta anche di alcune presenze di artisti non napoletani, che con ruoli diversi furono attivi in città. Si tratta di un nucleo notevole di dipinti, sculture, disegni o incisioni costituito integralmente con opere provenienti dalle stesse raccolte museali della Soprintendenza, dalla Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma, dal Museo d'Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto e, soprattutto, con donazioni o con la formula del 'comodato', oggi sempre più diffusa in Italia e da tempo all'estero, di generosi artisti e collezionisti privati. Con il programma o l'auspicio che si tratti solo di un primo nucleo, che, con gli anni a venire, possa ulteriormente accrescersi, così da documentare altri, diversi e successivi aspetti della produzione artistica napoletana, ma non solo, del secolo scorso, per i quali al momento si è ritenuto più opportuno sospendere ogni giudizio critico non basato su sempre indispensabili basi storiche.
La scelta degli artisti e delle opere è stata curata da Angela Tecce, direttrice del complesso di Castel Sant'Elmo, con la costante collaborazione dello stesso Nicola Spinosa, mentre la realizzazione del Museo si è resa possibile per il diretto coinvolgimento nel progetto della Regione Campania-Assessorato al Turismo e Assessorato ai Beni Culturali, con l'utilizzo dei fondi disponibili grazie al co-finanziamento dell'Unione Europea POR- FESR Campania 2007-2013. La Direzione Generale per il Paesaggio, le Belle Arti, l'Architettura e l'Arte Contemporanee ha concorso, per conto del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, alla realizzazione dei relativi apparati didattici, informativi e audiovisivi. Con il contributo di Italcoat, Metropolitana di Napoli, Seda Group.
'Novecento a Napoli' si articola attraverso un percorso cronologico suddiviso per sezioni: dalla documentazione della Secessione dei ventitré (1909) o del primo Futurismo a Napoli (1910-1914) al movimento dei Circumvisionisti e del secondo Futurismo (anni Venti-Trenta); dalle varie testimonianze su quanto si produsse tra le due guerre alle esperienze succedutesi nel secondo dopoguerra (1948-1958), dal Gruppo 'Sud' al cosiddetto Neorealismo, dal gruppo del M.A.C. all'Informale o al Gruppo '58 . Seguono le sezioni riservate agli anni Settanta, con particolare riferimento, ma non solo, alle Sperimentazioni Poetico-visive e all'attività dei gruppi legati alle esperienze condotte nel campo del sociale. Fino all'ultima sezione, dove è documentata l'attività di quanti, pur continuando a operare dopo l'80 sperimentando linguaggi diversi, si erano già affermati in città in quel decennio, prima che il terribile sisma del 23 novembre colpisse e segnasse nel profondo realtà e prospettive di Napoli e di altre aree meridionali.
Sono state, pertanto, selezionate ed esposte opere di: Carlo Alfano, Enrico Baj, Mathelda Balatresi, Renato Barisani, Guido Biasi, Andrea Bizanzio, Giovanni Brancaccio, Giannetto Bravi, Emilio Buccafusca, Enrico Bugli, Francesco Cangiullo, Giuseppe Capogrossi, Luciano Caruso, Guido Casciaro, Giuseppe Casciaro, Luigi Castellano (Luca), Raffaele Castello, Alberto Chiancone, Vincenzo Ciardo, Francesco Clemente, Carlo Cocchia, Mario Colucci, Mario Cortiello, Salvatore Cotugno, Luigi Crisconio, Edgardo Curcio, Renato De Fusco, Lucio del Pezzo, Crescenzo Del Vecchio Berlingieri, Armando De Stefano, Gianni De Tora, Fortunato Depero, Giuseppe Desiato, Bruno Di Bello, Gerardo Di Fiore, Carmine Di Ruggiero, Baldo Diodato, Salvatore Emblema, Francesco Galante, Saverio Gatto, Vincenzo Gemito, Manlio Giarrizzo, Edoardo Giordano (Buchicco), Franco Girosi, Emilio Greco, Raffaele Lippi, Nino Longobardi, Luigi Mainolfi, Antonio Mancini, Giuseppe Maraniello, Tommaso Marinetti, Stelio Maria Martini, Umberto Mastroianni, Rosaria Matarese, Elio Mazzella, Luigi Mazzella, Emilio Notte, Mimmo Paladino, Maria Palliggiano, Franco Palumbo, Rosa Panaro, Edoardo Pansini, Guglielmo Peirce, Augusto Perez, Mario Persico, Giuseppe Pirozzi, Gianni Pisani, Carmine Rezzuti, Clara Rezzuti, Paolo Ricci, Guglielmo Roehrssen di Cammarata, Errico Ruotolo, Corrado Russo, Mimma Russo, Quintino Scolavino, Domenico Spinosa, Bruno Starita, Federico Starnone, Tony Stefanucci, Guido Tatafiore, Ernesto Tatafiore, Giovanni Tizzano, Ennio Tomai, Raffaele Uccella, Maurizio Valenzi, Antonio Venditti, Gennaro Villani, Eugenio Viti, Elio Waschimps, Natalino Zullo.
Novecento a Napoli Castel Sant'Elmo, Via T. Angelini, 22 Orario: tutti i giorni ore 8.30-19.30; martedì chiuso; la biglietteria chiude un'ora prima Ingresso: intero € 3,00 - ridotto € 1,50 - gratuito per i cittadini della Unione Europea sotto i 18 e sopra i 65 anni Informazioni: 848 800 288 ad apertura Museo; dall'estero, dai cellulari e dai telefoni non abilitati +39.06.39967050 (lun.-ven. 9,00-18,00 / sab. 9,00-14,00)
Info: Il Museo dispone, inoltre, di un catalogo edito da Electa, con le presentazioni del Presidente della Giunta Regionale Antonio Bassolino, del Direttore Generale per il Paesaggio, le Belle Arti, l'Architettura e l'Arte Contemporanee Roberto Cecchi e del Soprintendente Lorenza Mochi Onori; una premessa di Nicola Spinosa, una introduzione della Direttrice Angela Tecce; e con saggi critici di Maria Antonietta Picone Petrusa, Angela Tecce, Mario Franco e Aurora Spinosa, Katia Fiorentino. Organizzazione Civita Didattica: Le NuvolePierreciProgettto Museo Video di Mario Franco Ufficio stampa: Soprintendenza, Simona Golia tel. 081 2294478 fax 081 2294498 polomusna.uffstampa@arti.beniculturali.it Civita, Barbara Izzo, Arianna Diana tel. 06 692050220-258; izzo@civita.it Electa Enrica Steffenini tel. 02 21563433; elestamp@mondadori.it; Carolina Perreca tel. 081 4297435; comunicazione.napoli.electa@mondadori.it
come arrivare dall'autostrada tangenziale di Napoli - uscita via Cilea dall'aeroporto Alibus fino a piazza Municipio e funicolare Centrale in piazzetta Augusteo (via Toledo), fermata piazza Fuga dalla stazione FS metropolitana linea 2 fermata Montesanto; funicolare di Montesanto fermata Morghen e autobus V1 proveniente da Piazza Vanvitelli dalla stazione marittima (porto di Napoli) funicolare Centrale in piazzetta Augusteo (via Toledo), fermata piazza Fuga
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Khuri
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Riceviamo e pubblichiamo:
Ci sono state e ci sono culture per le quali l’attività che oggi chiamiamo ‘arte’ non produceva e non produce necessariamente gallerie, negozi, aste pubbliche. Cioè mercato generale.
Sono esistite ed esistono ancora culture, anche molto sofisticate, nelle quali scolpire sculture o dipingere storie non aveva e non ha come tappa finale il mercato, culture nelle quali una scultura o una pittura non finisce per diventare un“prodotto”ma si accontenta di segnalare storie segrete o memorie o visioni misteriose o anche pensieri speciali che non sarebbero mai apparsi in nessun momento, in nessun luogo del pianeta;se è vero che l’arte è stata inventata per accompagnare la gentenelle illusioni della vita.
Khuri, deserto del Tar
Picagallery - via Vetriera 16, 80132 Napoli +39 081426507, +39 3337388329 | pick@picagallery.it
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Alzi la mano chi non ha nell’armadio almeno uno o due vestiti di ottima fattura che ha messo solo un paio di volte magari sbagliando la taglia o il colore. Bene è giunto il momento anche per le fashion victims italiane o meglio partenopee di vivere questa esperienza con un format studiato ad hoc……………..
lo SWAP PARTY
( Swap vuol dire letteralmente barattare, scambiare) ultima tendenza in fatto di moda nato nel cuore pulsantedi Manhattan.
L’ EVENTO, ospitato dal MAMARUMA
di Aversa, consente di fare shopping a costo zero , Semplicemento
BARATTANDO capi d’ abbigliamento ed accessori precedentemente selezionati da una commissione altamente qualificata,accompaganti da bella musica, bella gente e dalla Presentazione ufficiale della collezione
***OUIDIRE***
sprig/summer 2010.
LOCATION e DATA:
MAMARUMA , via Torrebianca-72 Aversa(Ce) - 23-03-2010
CONSEGNA CAPI:
i capi da swappare vanno consegnati entro e NON oltre il
14-3-2010Nelle seguenti
SEDI:
MAMARUMA AVERSA
dal giovedì alla domenica dalle ore 21:00 alle ore 22:30
MAMARUMA FRATTAMAGGIORE
(Via Don Minzoni, 110) dal martedì al
mercoledì dalle ore 18:00 alle ore 20:00 ed il sabato mattina dalle ore 12:00 alle
ore 13:00.
***SI PREGA DI FISSARE UN APPUNTAMENTO TELEFONICO PER LA
CONSEGNA CAPI :
al 3403617653. Il Locale, se non espressamente autorizzato
dall’organizzazione, non potrà ritirare capi.***Per chi risiede “fuori zona “
saranno studiate, caso per caso, soluzioni alternative.
ORARIO SWAP PARTY + OUIDIRE spring/summer collection
:dalle ore 20:00
alle 22:30. In questa fascia oraria potranno accedere solo le DONNE che
partecipano allo “SCAMBIO”. Mentre dalle 22:30 potranno accedere tutti coloro
invitati al DISCO APERITIF incluso gli UOMINI.
INGRESSO:
Free, su INVITO NOMINALE per lo SWAP PARTY e su lista nominale
per il DISCO APERITIF dalle ore 22:30. L’entrata NON include free drink..
DRESS CODE:
ABSOLUT FASHION
REGOLAMENTO SWAP PARTY
• Ogni partecipante dovrà trovare un capo da swappare, che abbia
obbligatoriamente lo stesso valore di quello precedentemente
consegnato alla commissione.
• Tutto ciò che non verrà swappato sarà riconsegnato nei giorni successivi
alle legittime proprietarie;
• E’ possibile consegnare un massimo di 3 capi a testa, tra abbigliamento e
accessori (vedi suggerimenti su cosa portare e non portare);
• E’ necessario presentarsi in orario all’eevento, per facilitare la procedura
di SCAMBIO;
• E’ importante entrare nello spirito dello swap, non essere gelosi delle
proprie cose e non soffrire se si vedranno indossate da altre, troverai
anche tu il capo perfetto per te;
• Ad ogni capo verranno assegnate da 1 a 5 stelle in base al suo valore.
Il valore è assegnato a giudizio INSINDACABILE della giuria dello
SWAP formata da imparziali esperte di moda;
• Nel momento in cui le stelle verranno consegnate e il capo scelto sarà in
mano vostra, lo SWAP è concluso, i capi swappati NON si possono
cambiare. Scegli, quindi, con calma e criterio;
• Il valore minimo iniziale del capo non deve essere inferiore a 10 euro;
• Lo swap party non è un mercatino vintage ma un posto dove si
scambiano cose nuove o seminuove di cui ci si è stancati;
• Il capo dev’essere in buone condizioni, indossato poco o tenuto con cura,
lavato e stirato;
• Lo swap è stile, e come lo stile, è personale e viaggia a seconda dei gusti.
Un capo che per te può essere immettibile, per un’altra potrebbe
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Inaugurazione giovedì 04 marzo 2010 ore 19:00 fino al venerdì 30 aprile 2010
Artisti: Gabriele Di Matteo, Igor Eškinja, Luca Pozzi, Michaël Aerts
La Galleria Federico Luger è lieta di invitarvi alla mostra “No Contemplation”, che inaugurerà il 4 Marzo e proseguirà fino al 30 aprile, negli spazzi della galleria. Una Collettiva, nata da una serie di considerazioni sul lavoro degli artisti che vi partecipano e sul significato del concetto di fruizione dell’opera d’arte contemporanea. Gli artisti: Michael Aerts, Gabriele Di Matteo, Igor Eskinja e Luca Pozzi saranno riuniti in questa collettiva che li richiama ad un comun denominatore, che si ritrova nelle loro ricerche nonostante le profonde differenze. Ciò che li accomuna rendendoli complici è la visione, l’assenza totale o la destabilizzazione di un “comune” o per meglio dire tradizionale, atteggiamento dello spettatore… In un certo senso la mostra vuole sottolineare quanto lo spettatore sia il protagonista, a volte beffato, disorientato, coinvolto, su tutto reso partecipe ed accompagnato in un percorso altro, dove niente è come sembra. Dove una serie di aspetti etici, culturali, ironici vengono marcati e resi visibili grazie alle personali riflessioni del singolo. Una mostra che non si mostra ma che a sua volta dichiara con l’indice rivolto verso lo spettatore la chiave di lettura del mondo contemporaneo. La particolarità di “No Contemplation”, nasce dalla contraddizione del titolo con le opere esposte,(in quanto esposte). Il titolo denuncia la mancanza di contemplazione da parte degli autori, resa possibile dalla contemplazione da parte dello spettatore.
Michael Aerts - Gabriele Di Matteo - Igor Eskinja - Luca Pozzi
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Giovedì 4 marzo 2010 alle ore 19.00 allo Studio Trisorio di Roma verrà presentato il nuovo lavoro di Lucia Romualdivariazione op.Km32 slow motion, partitura di luce per macchinari ottici e voce meccanica.
Le installazioni di Lucia Romualdi sono composizioni di luce che occupano gli spazi: cifre, diagrammi numerici, tabulati di maree e di stelle. Un lirismo matematico che si avvale anche di procedimenti tipici del montaggio cinematografico.
Variazione op.Km32 slow motion è un’opera che analizza i tempi di marea secondo i tabulati delle Admiralty Tide Tables. La partitura è accompagnata dal ritmo dei proiettori in movimento, dal suono della voce meccanica che legge i tempi del mare e da un film in slow motion. Il Bollettino dei Naviganti è effettuato dalla stazione di Roma Radio delle Capitanerie di Porto - Guardia Costiera.
In mostra sarà disponibile lo scritto Partitura a due voci conAnnemarie Sauzeau.
Attiva sulla scena internazionale sin dal 1977, Lucia Romualdi opera dal 1989 in stretto dialogo con i linguaggi musicali realizzando eventi e lavorando con compositori e musicisti contemporanei quali Franco Donatoni, Ivan Fedele, Fausto Sebastiani, Antonio Ballista, Bruno Canino, Stefano Cardi, Claudio Iacomucci. Ha realizzato mostre in importanti spazi pubblici come il MUHKA di Antwerpen, la Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, il Palazzo delle Esposizioni di Roma, il Centre George Pompidou, il Recoleta di Buenos Aires, il Museo Pecci di Prato, l’Osservatorio Astronomico di Roma, il Castel dell’Ovo di Napoli.
didascalia: Lucia Romualdi, Variazione op.K10°_n., STUDIO TRISORIO DI NAPOLI, 2007. Foto: Luca Lo Iacono
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Gino
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MANI DESIGN
Nel suo spazio in via San Giovanni Maggiore Pignatelli, 1/b Napoli
Dal 12 al 31 Marzo 2010
Ospita:
Umut Yamac Your Place or Mine?
A cura di Fabio Figlia e Simona Perchiazzi
OPENING: 12 marzo 19.00_21.00
MANI DESIGN esporrà, dal 12 al 31 marzo, oggetti d’uso e sculture realizzati dall’architetto e designer Umut Yamac .
Il giovane designer espone per la prima volta a Napoli, esplora in questa personale ricerca la difficile condivisione del nostro habitat con le altre specie di animali e vegetali utilizzando uno stile esatto e pulito.
I nostri letti, le nostre case, strade e parchi, le città che abitiamo e la terra che coltiviamo sono condivisi con altre specie poco considerate , troppo spesso dimenticate, ma che come noi pensano che questi luoghi siano la loro casa.
I lavori in mostra rappresentano un’indagine sensibile sull’impatto di questa occupazione condivisa, per non dire forzata, attraverso oggetti - funzionali e non - che incorporano idee, questioni, riflessioni.
The exhibition explores the habitats we share with other species of plant and animals. From our beds, houses, streets and parks, to the cities we inhabit and the landscape we cultivate, each habitat is shared with countless other species which also consider these places their home. The content of the exhibition represents an investigation into the impact of this shared occupation through functional and sculptural works that embody ideas, questions and observations around this theme.
Umut Yamac, architetto, designer e artista concettuale, vive e lavora a Londra. Nel 2009 fonda lo studio atelier rusinurbe come base per una serie di progetti di design ‘speculativo’. In mostra a Londra, il suo lavoro è stato recentemente pubblicato nel volume Speculating with Architecture (Wiley&Sons, 2009)
Umut Yamac is an architect and designer based in London. In 2009 he formed the design studio rusinurbe as a platform for inquisitive design projects. He has exhibited in London and his work was published most recently in the book entitled ‘Speculating with Architecture’ by Wiley&Sons in 2009. www.mani-design.it manidesignnapoli@libero.it_347.9532930
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Gino
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KunstArt 2010
International modern and contemporary Art Fair of Bolzano
Una fiera dinamica, che vuole essere un laboratorio. Per tutte le suggestioni dell'arte sotto il profilo culturale e del mercato, senza dimenticare le sue molte connessioni con il design, con la comunicazione, con la produzione industriale. E che non a caso verrà proposta quest'anno in contemporanea ad "Arredo 2010", Fiera altoatesina dell'interior design che aggiungerà buona parte dei suoi 38.000 visitatori alle migliaia di affezionati che in questi anni hanno già imparato ad amare KunStart.
Una fiera giovane ma realmente internazionale, sempre piu' vivace e qualitativa, che ha messo in rete piu' curatori a livello europeo e che vuole distinguersi come una effettiva rampa di lancio per le gallerie, per gli artisti, per il collezionismo. Per chi, domani, sarà davvero protagonista del settore. È questo, in poche parole, lo spirito che anima la settima edizione di KunStart, fiera internazionale dell'arte di Bolzano. E che dà vita ai molti progetti collaterali realizzati in rapporto e in dialogo con le istituzioni culturali e museali del territorio.
"The Glocal Rookie of the Year": il concorso internazionale per giovani artisti lanciato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Bolzano, che ambisce a diventare fra i piu' significativi della categoria (e' imminente il lancio di una pubblicazione e di un sito web dedicati). "Intersections": il progetto europeo volto a costituire un network per l'arte contemporanea emergente, aiutando chi viene da fuori ad entrare in relazione con il territorio e chi opera sul territorio a trovare sbocchi al di fuori di esso; nonche' a rafforzare quegli itinerari fra centro e periferia e sull'asse nord-est che un capoluogo multiculturale, plurilingue e di frontiera come quello di Bolzano e' naturalmente portato a ricercare.
O ancora "very contemporary": una selezione a invito per un nucleo di gallerie poco piu' che esordienti, ma già capaci di progettualità e ambizioni che lasciano intravvedere potenzialità non comuni. Cosi' come non comuni, seppure per certi versi ancora latenti o poco note, sono le potenzialità di questa regione. Dove, passata Manifesta, rimane la rinnovata vitalità di spazi museali ed espositivi; o la crescente attenzione di imprenditori, collezionisti e aspiranti tali. Il tutto in un contesto culturale ed economico la cui solidità suscita invidie non solo in campo nazionale. Un orizzonte ampio e ancora da esplorare, al centro del quale KunStart si propone come catalizzatore di idee, di collaborazioni e di risultati. Offrendo strumenti innovativi a 360°, dai contenuti alla logistica, all'organizzazione: pensati non per riproporre una fiera del visto e rivisto, ma per realizzare un appuntamento originale e una tappa da non perdere per chiunque, nell'arte, intenda esprimere molto piu' che un ruolo da comparsa.
KunStart si inserisce in una regione dalla sensibilità artistica rinnovata, già sede dell'ultima biennale europea d'arte contemporanea Manifesta 7 e oggi autentico distretto per il settore grazie ai suoi prestigiosi spazi museali: il Museion di Bolzano, il Mart di Rovereto, la Galleria Civica di Trento e la Kunst Merano Arte di Merano. Un contesto ricco ed effervescente, in cui vanno formandosi nuove generazioni di collezionisti. Ma anche un territorio aperto, plurilingue e multiculturale, che costituisce un privilegiato luogo d'incontro per tanti operatori e appassionati.
Kunstart: il mercato dell'arte e le sue connessioni.
Attenta all'evoluzione del mercato dell'arte a livello internazionale, KunStart intende offrirne una visione altrettanto aperta, prestando attenzione alle molte suggestioni che l'arte contemporanea e' in grado di offrire ad altri settori come quello del design, della comunicazione, della produzione industriale: per riaffermare la presenza dell'arte nello spazio della vita quotidiana e per rendere ancora piu' profondo il rapporto tra le comunità locali e gli interventi degli artisti, creando nuove connessioni tra arte, architettura e paesaggio.
PROGRAMMA
Giovedi' | 04.03.2010 | PROFESSIONAL MEETING Centro Conferenze Hotel Sheraton| 18.30 - 20.00 h KunStart si presenta alle sue gallerie e agli addetti ai lavori nella giornata del Professional Meeting, giovedi' 4 marzo presso lo Sheraton. Agli intervenuti verrà offerto un aperitivo presso Museion, dove potranno usufruire di una visita guidata.
Valerio Deho': RAPPORTO TRA ARTE, MUSEI E MERCATO. THE GLOCAL ROOKIE OF THE YEAR. Direttore artistico di Kunst Merano Arte; docente di Estetica presso l'Accademia di Belle Arti di Brera/Milano; curatore del premio The Glocal Rookie of the Year.
Mauro Fiorese: PROGETTO UPHOS, COME ESEMPIO DI SVILUPPO E PROMOZIONE DEL FARE ARTISTICO NEL CONTEMPORANEO. Docente di fotografia presso l'Accademia di Belle Arti e l'Università di Verona; esperto di collezionismo Fine Art, lavora come fotografo e curatore con istituzioni nazionali ed internazionali come l'Art Museum di Houston, Texas, la collezione della Biblioteca Nazionale di Francia.
Antonio Cossu: COLLEZIONISMO, POETICA DEGLI ARTISTI E SISTEMA DELL'ARTE CONTEMPORANEA. Responsabile Associazione PromArt - Villa Lagarina (Tn), promotore d'arte contemporanea e collezionista.
David Tomasi: PRESENTAZIONE PROJECT ROOM INTERSECTIONS. Artista, Docente presso l'Università di Verona - Osservatorio nazionale di Outsider Art; curatore Intersections; direttore artistico CRAM (Centro Ricerca Artistica Mezzocorona).
Frida Carazzato: FRA DIMENSIONE PUBBLICA E PRIVATA: LA COLLEZIONE ENEA RIGHI A MUSEION. Assistente curatoriale di Museion Bolzano. Museion - -Micol Assael- + -Robert Pan- 21.00 h Visita guidata alle mostre
Venerdi' | 05.03.2010 | FIERA + VERNISSAGE KUNSTART 10 Orario al pubblico 10.00 - 18.00 h Biglietto unico KUNSTART + ARREDO 6 - (online 3 -) VERNISSAGE Accesso solo con invito 19.00 - 22.00 h Presentazioni al VIP LOUNGE Ferrari Spumanti Sheraton Hotel Restaurant Valier & Rosengarten + Atrium 21.00 - 24.00 h DINNER + LIFE MUSIC Accesso solo con invito Sir Lady Eisenhover Fashion Show "Elvis Re:Live" by Spankox aka Agostino Carollo
Sabato | 06.03.2010 | FIERA + BLACK PARTY KUNSTART 10 Orario al pubblico | Publikumsöffnungszeiten | Opening hours 10.00 - 18.00 h Biglietto unico KUNSTART + ARREDO 6 - (online 3 -) -THE GLOCAL ROOKIE OF THE YEAR- Art Award under 35 17.00 h Premiazione KunstMeranoArte - -F come Fellin- 20.00 h Visita guidata alla mostra Thuniversum - BLACK PARTY 23.00 - 03.00 Accesso solo con invito Vi aspetta una notte davvero unica- Consigliato l'abito nero Scatenatevi con la band di Paolo Sax (Vasco Rossi, Giorgia) la musica e le percussioni elettroniche di DJ Alex Tozzo e le coreografie del JB Crew (Ballando con le Stelle)
Domenica | 07.03.2010 | FIERA + SOLD OUT KUNSTART 10 Orario al pubblico 10.00 - 18.00 h Biglietto unico KUNSTART + ARREDO 6 - (online 3 -) -SOLD OUT- (Valore 5.000 -) 17.00 h Estrazione di un'opera d'arte
Inaugurazione Venerdi' 05 marzo 2010 Accesso solo con invito 19 - 22
Fiera di Bolzano P.zza Fiera 1, Bolzano Orario al pubblico: Opening hours 10.00 - 18.00 h Biglietto giornaliero unico KUNSTART + ARREDO 6 - (online 3 -)
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Gino
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giovedì 4 marzo 2010
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Novecento a Napoli (1910-1980)
Per un Museo in progress. Anteprima del nuovo Museo
Nato da un progetto di Nicola Spinosa, il Museo intende documentare, attraverso una selezione condotta con metodo storico-critico, quanto realizzato a Napoli nel corso del Novecento, entro i limiti cronologici indicati, nel campo della produzione artistica; in particolare, da quanti si applicarono, in quegli anni, soprattutto o quasi esclusivamente, in pittura, scultura e in varie sperimentazioni grafiche. Cosi' da costituire uno strumento indispensabile, ma in città fino a oggi del tutto assente o quasi, perche' dell' arte a Napoli nel secolo scorso possano essere adeguatamente evidenziati, come per altri aspetti e momenti della precedente vicenda artistica documentati in vari musei napoletani, ma non solo, tendenze e scelte, ruoli e incidenze, nel campo piu' vasto delle diverse esperienze condotte in altri ambiti culturali, sia locali che nazionali e internazionali.
Per questo nuovo Museo, che si aggiunge alle altre strutture affini dipendenti dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali e dalla Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico, Artistico, Etnoantropologico e per il Polo Museale della città di Napoli, realizzato, intenzionalmente e significativamente negli spazi del Carcere Alto di Castel Sant'Elmo adiacenti la Biblioteca e la Fototeca di Storia dell'Arte aperte al pubblico, sono state selezionate ed esposte circa 170 opere realizzate da 90 artisti napoletani, ma con l'aggiunta anche di alcune presenze di artisti non napoletani, che con ruoli diversi furono attivi in città.
Si tratta di un nucleo notevole di dipinti, sculture, disegni o incisioni costituito integralmente con opere provenienti dalle stesse raccolte museali della Soprintendenza, dalla Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma, dal Museo d'Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto e, soprattutto, con donazioni o con la formula del -comodato', oggi sempre piu' diffusa in Italia e da tempo all'estero, di generosi artisti e collezionisti privati. Con il programma o l'auspicio che si tratti solo di un primo nucleo, che, con gli anni a venire, possa ulteriormente accrescersi, cosi' da documentare altri, diversi e successivi aspetti della produzione artistica napoletana, ma non solo, del secolo scorso, per i quali al momento si e' ritenuto piu' opportuno sospendere ogni giudizio critico non basato su sempre indispensabili basi storiche.
La scelta degli artisti e delle opere e' stata curata da Angela Tecce, direttrice del complesso di Castel Sant'Elmo, con la costante collaborazione dello stesso Nicola Spinosa, mentre la realizzazione del Museo si e' resa possibile per il diretto coinvolgimento nel progetto della Regione Campania-Assessorato al Turismo e Assessorato ai Beni Culturali, con l'utilizzo dei fondi disponibili grazie al co-finanziamento dell'Unione Europea POR- FESR Campania 2007-2013.
La Direzione Generale per il Paesaggio, le Belle Arti, l'Architettura e l'Arte Contemporanee ha concorso, per conto del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, alla realizzazione dei relativi apparati didattici, informativi e audiovisivi. Con il contributo di Italcoat, Metropolitana di Napoli, Seda Group.
-Novecento a Napoli' si articola attraverso un percorso cronologico suddiviso per sezioni: dalla documentazione della Secessione dei ventitre' (1909) o del primo Futurismo a Napoli (1910-1914) al movimento dei Circumvisionisti e del secondo Futurismo (anni Venti-Trenta); dalle varie testimonianze su quanto si produsse tra le due guerre alle esperienze succedutesi nel secondo dopoguerra (1948-1958), dal Gruppo -Sud' al cosiddetto Neorealismo, dal gruppo del M.A.C. all'Informale o al Gruppo '58. Seguono le sezioni riservate agli anni Settanta, con particolare riferimento, ma non solo, alle Sperimentazioni Poetico-visive e all'attività dei gruppi legati alle esperienze condotte nel campo del sociale. Fino all'ultima sezione, dove e' documentata l'attività di quanti, pur continuando a operare dopo l'80 sperimentando linguaggi diversi, si erano già affermati in città in quel decennio, prima che il terribile sisma del 23 novembre colpisse e segnasse nel profondo realtà e prospettive di Napoli e di altre aree meridionali.
Sono state, pertanto, selezionate ed esposte opere di: Carlo Alfano, Enrico Baj, Mathelda Balatresi, Renato Barisani, Guido Biasi, Andrea Bizanzio, Giovanni Brancaccio, Giannetto Bravi, Emilio Buccafusca, Enrico Bugli, Francesco Cangiullo, Giuseppe Capogrossi, Luciano Caruso, Guido Casciaro, Giuseppe Casciaro, Luigi Castellano (Luca), Raffaele Castello, Alberto Chiancone, Vincenzo Ciardo, Francesco Clemente, Carlo Cocchia, Mario Colucci, Mario Cortiello, Salvatore Cotugno, Luigi Crisconio, Edgardo Curcio, Renato De Fusco, Lucio del Pezzo, Crescenzo Del Vecchio Berlingieri, Armando De Stefano, Gianni De Tora, Fortunato Depero, Giuseppe Desiato, Bruno Di Bello, Gerardo Di Fiore, Carmine Di Ruggiero, Baldo Diodato, Salvatore Emblema, Francesco Galante, Saverio Gatto, Vincenzo Gemito, Manlio Giarrizzo, Edoardo Giordano (Buchicco), Franco Girosi, Emilio Greco, Raffaele Lippi, Nino Longobardi, Luigi Mainolfi, Antonio Mancini, Giuseppe Maraniello, Tommaso Marinetti, Stelio Maria Martini, Umberto Mastroianni, Rosaria Matarese, Elio Mazzella, Luigi Mazzella, Emilio Notte, Mimmo Paladino, Maria Palliggiano, Franco Palumbo, Rosa Panaro, Edoardo Pansini, Guglielmo Peirce, Augusto Perez, Mario Persico, Giuseppe Pirozzi, Gianni Pisani, Carmine Rezzuti, Clara Rezzuti, Paolo Ricci, Guglielmo Roehrssen di Cammarata, Errico Ruotolo, Corrado Russo, Mimma Russo, Quintino Scolavino, Domenico Spinosa, Bruno Starita, Federico Starnone, Tony Stefanucci, Guido Tatafiore, Ernesto Tatafiore, Giovanni Tizzano, Ennio Tomai, Raffaele Uccella, Maurizio Valenzi, Antonio Venditti, Gennaro Villani, Eugenio Viti, Elio Waschimps, Natalino Zullo.
Il Museo dispone, inoltre, di un catalogo edito da Electa, con le presentazioni del Presidente della Giunta Regionale Antonio Bassolino, del Direttore Generale per il Paesaggio, le Belle Arti, l'Architettura e l'Arte Contemporanee Roberto Cecchi e del Soprintendente Lorenza Mochi Onori; una premessa di Nicola Spinosa, una introduzione della Direttrice Angela Tecce; e con saggi critici di Maria Antonietta Picone Petrusa, Angela Tecce, Mario Franco e Aurora Spinosa, Katia Fiorentino.
Organizzazione Civita
Informazioni: 848 800 288 ad apertura Museo; dall'estero, dai cellulari e dai telefoni non abilitati +39.06.39967050 (lun.-ven. 9,00-18,00 / sab. 9,00-14,00)
Museo Napoli Novecento Via Tito Angelini, 20 (Castel Sant'Elmo) Napoli Orario: tutti i giorni ore 10-19; martedi' chiuso Ingresso: - 3,00
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Gino
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Jan Fabre
Croci nel silenzio della tempesta, insetti nella tempesta del silenzio. Installazione
Tra archeologia e arte contemporanea, il Museo di Santa Giulia raddoppia l'offerta per i propri visitatori. Oltre alla mostra Inca. Origine e misteri delle civiltà dell'oro (fino al 27 giugno), per due settimane, dal 5 al 18 marzo 2010, Santa Giulia di Brescia ospiterà, nella chiesa di San Salvatore, un'installazione dell'artista belga Jan Fabre (Anversa, 1958).
L'opera, Croci nel silenzio della tempesta, insetti nella tempesta del silenzio, e' un grande telero in seta (9x16 metri), realizzato nel 1992, completamente tratteggiato a penna a sfera Bic, dal quale emerge, per contrasto, il disegno di una croce che riprende quello delle croci longobarde.
Jan Fabre e' uno degli artisti piu' significativi in Belgio e sulla scena internazionale, dalla fine degli anni -70 si esprime con una vasta gamma di linguaggi che spaziano dalle arti plastiche ai film, dal teatro alla coreografia alla danza, dal disegno alla scultura. Fabre riesce a passare con agilità da una disciplina all'altra discostandosi dall'archetipo dello -specialista- ormai cosi' tipico nella nostra cultura e ad ottenere, in ciascuna di esse, una tensione sempre alta, indice di qualità e forza teorica e formale del suo percorso artistico. Cosi' egli passa dall'essere disegnatore a creatore di immagini, performer, attore, regista, scenografo ed infine, quindi, artista nel senso piu' ampio e ancestrale del termine.
La biro blu e' il primo mezzo con il quale Fabre fa il suo ingresso nel settore della pittura. -Ho disegnato molto con la biro perche' costava poco, cosi', adoperandola continuamente, ho scoperto le qualità chimiche del suo inchiostro-. Con il tempo i disegni sono cresciuti in scala, fino a raggiungere dimensioni monumentali: nel 1990, ricopre un intero castello nei pressi di Anversa.
In questi lavori, che lo hanno reso famoso al grande pubblico, Fabre ha unito l'amore per il disegno all'altra grande passione che ha ispirato la sua ricerca artistica: lo studio degli insetti, che racconta di avere ereditato dal bisnonno, il famoso entomologo Jean-Henri Fabre. Le opere di -bic-art- sono infatti ispirate all'-Ora Blu-, concetto usato dal bisnonno per definire il momento di passaggio tra la notte e il giorno, quando gli insetti notturni vanno a dormire e si risvegliano quelli diurni. L'interesse di Fabre per gli insetti e' testimoniato anche dall'uso ricorrente, nella sua opera, degli scarabei. La passione per questo animale, sfociata in una vera e propria beetle-mania, ha la sua celebrazione piu' grandiosa nell'opera realizzata per il Palazzo Reale di Bruxelles, il cui soffitto e' stato ricoperto da Fabre con milioni di scarabei.
Nel grande telo in seta esposto in San Salvatore, la variazione di intensità di tratteggio fa emergere sul fondo blu i simboli ricorrenti di questo artista: le croci e gli scarabei.
L'esposizione si pone come ideale conclusione dell'iniziativa CapoLavori in corso, promossa dal Comune di Brescia (Assessorato alla Cultura/Musei d'Arte e Storia) e realizzata in collaborazione con Fondazione Brescia Musei che si e' tenuta lo scorso anno nelle sale della Pinacoteca Tosio Martinengo, durante la quale, i capolavori di Raffaello, Foppa, Savoldo, Moretto, Ceruti, patrimonio del museo bresciano, si confrontavano con quelli di artisti contemporanei quali Lucio Fontana, Maurizio Cattelan, Alberto Burri, Luigi Ontani, Alighiero Boetti, Anish Kapoor e altri.
Durante l'inaugurazione - giovedi' 4 marzo, alle ore 18.30 - verrà presentato il volume -CapoLavori in corso- (ediz. SHINproduction) che raccoglie le immagini e il ricordo di quell'esperienza. L'evento e' stato reso possibile grazie al contributo del Credito Cooperativo BCC del Garda
Il biglietto d'ingresso alla mostra Inca. Origine e misteri delle civiltà dell'oro include anche la visita alle collezioni permanenti del Museo di Santa Giulia e, dal 4 al 18 marzo, all'installazione dell'artista belga Jan Fabre in San Salvatore.
Ufficio stampa CLP Relazioni Pubbliche T. (+39) 02.433403 F. (+39) 02.4813841 press@clponline.it
Inaugurazione giovedi' 4 marzo, alle ore 18.30
Santa Giulia Museo della città, Brescia Orari di apertura: da lunedi' a giovedi' 9-19 da venerdi' a domenica 9-20 ingresso con biglietto della mostra Inca. Origine e misteri delle civiltà dell'oro
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Gino
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fino al 12.III.2010 Christian Breed Napoli, Mimmo Scognamiglio
Una pittura fluida, come i gesti che l'hanno originata. L'improvvisa trasformazione di uno straniero a Roma, che abbandona il figurativo. Rinunciando anche a citare i padri della pittura americana...
pubblicato mercoledì 3 marzo 2010
A una prima, superficiale lettura ciò che colpisce di più nella recente produzione di Christian Breed (New York, 1981; vive a Roma) non è tanto la fattura delle sue ultime tele, ma la sterzata impetuosa che lo ha portato ad abbandonare la figurazione in favore di un astrattismo retró eppure "anticitazionista". Un cambiamento netto che, allo stesso tempo, seduce e interroga estimatori e mecenati. Approdato cinque anni fa in Italia, il giovane americano ha compiuto il proprio "Grand Tour", coronato da una lunga permanenza a Roma. Se non avesse deciso di restare così lungo in Italia, Breed - affascinato tanto dall'antico quanto dal vecchio - avrebbe continuato ingenuamente a girare in lungo e in largo l'Europa a caccia di vedute pittoresche. Definito pericolosamente da Duccio Trombadori un erede delle lezione percettiva di Edward Hopper in occasione di un'esposizione a Cremona, Breed ha cominciato a demolire il proprio castello figurativo già da un paio d’anni, preservando soltanto quella sensazione di liquidità che ricopriva, come una patina deformante, i suoi scorci vivaci della Garbatella e degli altri quartieri della Capitale. I dipinti del ciclo Ápeironpresenti in galleria mostrano chela sua pittura è ancora liquida, fluida come il gesto che l'ha originata. Negli ultimi esemplari della serie, Breed ha optato per un utilizzo più espressivo delle vernici, con particolare riferimento alle colate di bianco che ricoprono senza soluzione di continuità gli altri segni pittorici. Ma il bianco traslucido di Breed non agisce come un segno di gomma che armonizza e ripulisce le trame colorate, ma piuttosto come un principio di disorganizzazione grafica che aumenta il caos sulla tela: un bianco batterico che moltiplica le potenzialità degli altri virus cromatici in una flora intestinale astratta e suggestiva. Una flora stratificata e rigogliosa che diventa, mediante un processo mentale, il corrispettivo astratto del patrimonio archeologico e storico di una città dov’è difficile costruire parcheggi per il timore di ridurre in polvere gli strati seppelliti della sua civiltà. Se, come sottolinea giustamente Marco Tonelli, Breed ha paura di essere collegato all'Action Painting, il suo rapporto viscerale con i luoghi che ne hanno suggerito il gesto gli permette di tenersi alla larga da una facile emulazione dei padri della pittura americana moderna.
Resta comunque il fatto che la pittura all-over intellettualizzante di Breed sarebbe piaciuta di più a un Clement Greenberg piuttosto che a un Harold Rosenberg.
giuseppe sedia mostra visitata il 15 febbraio 2010
dal 16 dicembre 2009 al 12 marzo 2010 Christian Breed - Apeiron Mimmo Scognamiglio Arte Contemporanea Via Mariano d’Ayala, 6 (zona Chiaia) - 80121 Napoli Orario: da lunedì a venerdì ore 10-18.30 Ingresso libero Catalogo con testo di Marco Tonelli Info: tel. +39 081400871; fax +39 08119576621; info@mimmoscognamiglio.com; www.mimmoscognamiglio.com
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Gino
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Arcangelo presenta per la Fondazione Volume! un nuovo ciclo
di lavori, trentacinque dipinti a olio su carta fissati uno fianco
all'altro a formare una singolare trama sul muro dello spazio
espositivo in via Santa Maria dell’Anima.
Lo sguardo antropologico dell’artista, da sempre rivolto al sud
del mondo, si volge ora verso Sègou, città del Mali in Africa
occidentale, terra che, come memoria dei suoi viaggi fisici e ascetici,
trattiene uno spazio nella sua anima e che mostrandosi rappresenta
l’artista stesso, la sua appartenenza e testimonianza culturale.
Maschere, icone votive, idoli propiziatori, tutte immagini mitiche
configurate in una sorta di onirico paesaggio di sedimentazioni
storiche che parte dalla terra e che punta in direzione del cielo.
Il peso di un colore, adesso più vivace, che si fa immagine,
un atto magico e sensoriale che Arcangelo utilizza per permettere
all’osservatore d'immergersi nei segni superficiali verso una visione
più intima dell’opera, in una completa identificazione con il luogo
e con il tempo.
Quella di Arcangelo è una gestualità che crea, è energia che
sprigionandosi da principio, è voce di un universo onirico,
misterico e immaginativo, di uno spazio vitale.
FONDAZIONE VOLUME!
via s. francesco di sales 86/88 00165 roma • ufficio via di santa maria dell’anima 15 00186 roma
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Reminescenze Lunedì 8 Marzo 2010, presso l’Associazione Culturale Il Ponte di Nocera Inferiore (Salerno), alle ore 19:00, si inaugura la mostra personale di Veronica Longo, artista dedita da diversi anni allo studio ed all’approfondimento dell'incisione tradizionale e sperimentale.
La mostra, in cui saranno presenti anche alcuni dipinti dell’artista, è stata curata da Domenico Pagano - presidente dell’Istituto di Studi per l’ Arte al Femminile ISAF – e resterà aperta fino al 24 Marzo. Giorni feriali: 10.00-13.00, 17:00-20:00; festivi: 10.00-13.00
Info: Il Ponte, Via Origlia 19, Nocera Inferiore (SA) – 340 7759693 www.ilponte-isaf.it
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Gino
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Gino
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venerdì 5 marzo 2010
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Da Corot a Monet
La sinfonia della natura
a cura di Stephen F. Eisenman
-Da Corot a Monet. La sinfonia della natura-: dal 6 marzo al 29 giugno 2010 il Complesso del Vittoriano di Roma presenta una prestigiosa esposizione che per la prima volta mette in relazione le straordinarie innovazioni, attraverso cui gli Impressionisti rivoluzionarono la pittura tradizionale, con una comprensione piu' ampia della natura, della cultura e della modernizzazione del loro tempo. Oltre 170 opere tra dipinti, opere su carta e fotografie d'epoca, queste ultime mai esposte prima in Italia, ripercorrono l'evoluzione della rappresentazione della natura nella pittura francese dell'Ottocento, partendo dalle prime innovazioni ai canoni classici apportate dai pittori della Scuola di Barbizon, esplorando a fondo la rivoluzione degli Impressionisti, per arrivare al trionfo cromatico delle Ninfee di Monet.
La Mostra, che nasce sotto l'Alto Patronato del Presidente della Repubblica Italiana, e' promossa dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, con la partecipazione del Comune di Roma - Assessorato alle Politiche Culturali e della Comunicazione -, della Regione Lazio - Presidenza e Assessorato alla Cultura, allo Spettacolo e allo Sport -, della Provincia di Roma - Presidenza e Assessorato alle Politiche culturali -, con il patrocinio del Senato della Repubblica, della Camera dei Deputati e del Ministero degli Affari Esteri. La rassegna e' organizzata e realizzata da Comunicare Organizzando di Alessandro Nicosia.
Tanti prestigiosi musei di tutto il mondo, insieme ad importanti gallerie e collezioni private, hanno sostenuto questo ambizioso progetto e tra essi spiccano: The Art Institute di Chicago, The Metropolitan Museum of Art e The New York Public Library di New York, The National Gallery of Art e The Corcoran Gallery of Art di Washington, Toledo Museum of Art e Kimbell Art Museum, Muse'e Marmottan e Bibliothe'que nationale de France di Parigi, Muse'e Fabre di Montepellier, e ancora Hamburger Kunsthalle e The State Hermitage Museum.
L'esposizione -Da Corot a Monet. La sinfonia della natura-, a cura di Stephen F. Eisenman, Ordinario di Storia dell'Arte, Northwestern University, Chicago, in collaborazione con Richard R. Brettell, Commissario Internazionale della Mostra, Ordinario di Storia dell'Arte, University of Texas, Dallas, si avvale di un prestigioso comitato scientifico composto da John House, Walter H. Annenberg Professor, Courtauld Institute of Art, Londra; Maria Grazia Messina, Ordinaria di Storia dell'Arte Contemporanea, Università di Firenze; Greg M. Thomas, Associate Professor in Art History, The University of Hong Kong, Hong Kong; MaryAnne Stevens, Director of Academic Affairs e Senior Curator, The Royal Academy of Arts, Londra; Michael Zimmermann, Deputy Director of the Zentralinstitut für Kunstgeschichte, Monaco di Baviera. La mostra
L'Impressionismo e' certamente un periodo storico artistico al quale sono state dedicate innumerevoli esposizioni, studi e pubblicazioni, ma questa mostra al Complesso del Vittoriano, propone per la prima volta un'analisi davvero approfondita e complessiva del rapporto tra Impressionismo e Natura e di come gli Impressionisti, con il loro linguaggio artistico innovativo, non solo abbiano reso testimonianza visiva dell'impatto della modernità sul paesaggio francese, in una coesistenza di passato e presente, ma abbiano abbracciato una nuova prospettiva olistica, che rivela il dinamismo e la contingenza di ogni sistema sociale e naturale.
La mostra si apre con una selezione di opere a contrasto: da un lato i paesaggi classicheggianti, alla maniera dei Salon, come l'imponente Vista dell'isola di Capri di Harpignies, dall'altro il nuovo approccio degli artisti della Scuola di Barbizon, che sceglievano, invece, di raffigurare luoghi meno spettacolari e di creare composizioni meno fedeli ai dettami della tradizione.
La Scuola di Barbizon comprende quegli artisti, tra cui Corot, Rousseau, Díaz de la Peña, Dupre' e Daubigny, che, a partire dagli anni trenta dell'Ottocento, si stabilirono proprio a Barbizon, una località della foresta di Fontainebleau, dove cominciarono a disegnare e, talvolta anche a dipingere, en plein air, con un'attenzione particolare agli effetti transitori della luce e dell'atmosfera, pur mantenendo un notevole rispetto per la tradizione artistica, raffigurando scene rurali solitarie, oltre che per gli elementi legati alla visione e alla vita materiale.
La foresta di Fontainbleau, poco lontana da Parigi, rappresentava per i francesi dell'epoca un vero e proprio monumento naturale, da proteggere e preservare. Come scrive Stephen Eisenman nel suo saggio: -Nel 1860 C.F. Denecourt, il celebre scrittore di guide di viaggio, rivolse un appello all'imperatore Napoleone III affinche' la foresta venisse protetta: -Con i suoi splendidi orizzonti, le superbe masse di rocce antidiluviane, le valli ombreggiate, gli spazi vuoti e gli alberi secolari... [questa foresta] e' stata regalata da Dio alla Francia come un modello di paesaggio terreno' The'odore Rousseau, dal canto suo, descrisse le foreste come -l'unico ricordo ancora vivo dell'epoca eroica della madrepatria, da Carlo Magno a Napoleone' e nel 1852 sollecito' Napoleone III a istituire una riserva naturale nella foresta, cosa che quest'ultimo fece nel 1861. Questa re'serve artistique di 1.097 ettari fu uno dei primi parchi nazionali del mondo. (...) I dipinti di Barbizon, comprese le fotografie di Cuvelier, Le Gray, Le Secq e altri, - qui esposte - erano dunque intensamente nostalgici, giacche' rievocano il sogno di un'era in cui - almeno cosi' si credeva - nobili e contadini vivevano in armonia, la terra era fertile e pacifica e le uniche tracce significative dello scorrere del tempo erano il mutare delle stagioni e la diversa intensità della luce nelle ore del giorno.-
-Gli impressionisti, che ammiravano Daubigny e negli anni settanta dell'Ottocento lo seguirono a Auvers- - spiega Eisenman - amplificarono al massimo le innovazioni e minimizzarono il conservatorismo degli artisti di Barbizon. Nel 1872 Claude Monet si costrui' uno studio galleggiante sull'esempio di Daubigny (autore della serie di incisioni En bateau, 1872, New York Public Library, presenti in mostra), ma anziche' guardare in basso verso le sponde dei fiumi per rappresentarne la particolare morfologia, di solito abbracciava con lo sguardo acqua, cielo, ponti, gitanti, passeggiatori, battellieri, braccianti e tutte le forme della natura e della cultura rivierasca. E invece di raffigurare quel mondo complesso gradualmente, con pennellate brevi, misurate e relativamente uniformi, utilizzava segni ampi ed espressivi, macchie, tocchi, riccioli e virgole di colore. Attraverso l'unione di una superficie pittorica animata e una nuova gamma di soggetti, in effetti, Monet e gli impressionisti aprirono una serie di interrogativi critici sulla modernità che avrebbero stimolato l'ambiziosa pittura europea per i decenni a venire. Essi sostituirono al nominalismo degli artisti di Barbizon un olismo nuovo e convincente: erano diventati artisti ecologici. -
Una rappresentazione della Natura come forza vitale, nella sua perpetua attività generatrice, priva di figure umane, e' quella presentata da artisti come Courbet, Boudin e Cazin.
Nelle opere degli Impressionisti appare, quindi, evidente questa nuova volontà di rappresentare una realtà che e' frutto dell'equilibrio e della commistione indissolubile tra tutte le parti del mondo naturale. Prendendo spunto dagli sviluppi della scienza a loro contemporanea, come testimoniano in mostra alcune copie della rivista scientifica La Nature di Gustave Tissandier e pubblicazioni del geologo radicale Elise'e Reclus, i pittori impressionisti rappresentarono -l'economia della natura-, ovvero la terra come un insieme di sistemi umani e naturali collegati tra loro, con tutte le parti ugualmente vitali e reciprocamente vincolate.
Quella impressionista e' una sfida al pittoresco convenzionale, sia nel virtuosismo della tecnica essenziale, sia in quello della composizione. Come spiega John House nel suo saggio in catalogo: -Le opere eseguite da Pissarro e Monet tra gli anni settanta e ottanta dell'Ottocento chiariscono ulteriormente questi temi. Negli anni settanta Pissarro realizzo' una sequenza di vedute delle rive dell'Oise in cui le fabbriche giocano un ruolo prominente (vedi per es. in mostra La sente du Chou, Douai, Muse'e de la Chartreuse). Questa intrusione della contemporaneità equivaleva a un rifiuto delle immagini convenzionali del fiume rese popolari dai dipinti di Charles-François Daubigny, in cui le sponde verdi e nebbiose sono presentate come un rifugio incontaminato (per es. esposto Mattino sull'Oise, Oshkosh, Paine Art Center and Gardens). A un primo sguardo le fabbriche di Pissarro sembrano accomunabili alla parodistica mietitura di Renoir, ma tra le due c'e' una differenza sostanziale: mentre in Renoir contava soprattutto la decisione di declinare il tema della mietitura in chiave antipittoresca, in Pissarro la rottura e' provocata da un'intrusione fisica nel paesaggio stesso, quella della fabbrica sulla riva del fiume. (...) Considerato nel suo insieme, questo progetto suggerisce che la presenza della modernità puo' assumere molte forme e che una pittura realmente moderna dovrebbe riunire quegli elementi contrastanti che le rappresentazioni di paesaggi tradizionali avevano escluso.-
Anche Monet, nelle vedute di Argenteuil realizzate in questo stesso periodo, esplora un'ampia gamma di tonalità e atmosfere. A volte il luogo e' raffigurato come un villaggio rurale, ma piu' spesso sono i segni della modernità a imporsi, pur nella loro estrema diversità: fabbriche e ponti ferroviari, ma anche ville suburbane, chalet sulle rive del fiume e imbarcazioni in movimento, con una continua variazione tonale delle opere, che esplorano tutte le piu' disparate variazioni atmosferiche in una gamma di effetti visivi davvero straordinaria.
L'uomo entra nel paesaggio, come nel capolavoro di Fre'de'ric Bazille dal Muse'e Fabre di Montpellier, nel quale la donna in primo piano si immerge completamente nella natura, invitando il nostro sguardo a sprofondare nel panorama della valle verdeggiante vicino al villaggio di Castelnau.
Come spiega Eisenman, Alfred Sisley, invece, dedico' tutta la sua carriera a rappresentare i cicli della natura e il potere dell'idrologia: -I suoi maggiori dipinti hanno per soggetto fiumi, laghi, oceani e alluvioni. Ne sono un esempio - tra le opere esposte - L'inondazione a Port-Marly (1872, Washington, National Gallery of Art), L'inondazione a Moret (1879, Brooklyn Museum) e La Senna a St.-Mamme's (ca. 1882, Muskegon Museum of Art): essi raffigurano in maniera vivida cio' che Tissandier e Reclus descrivevano a parole, ovvero che le piene sempre piu' frequenti dei fiumi francesi, tra cui la Senna, il Rodano, la Loira e la Garonna, erano una conseguenza dell'azione e degli abusi dell'uomo, che tagliava alberi e siepi distruggendo le foreste per lasciar spazio all'agricoltura. In effetti le grandi inondazioni del 1846, 1856 e 1875 furono ampiamente attribuite alla deforestazione. Ma i quadri di Sisley evidenziano anche un altro aspetto della visione di Reclus, ovvero che le comunità sono in grado di adattarsi ai cicli della natura e persino alle calamità esacerbate dall'agire dell'uomo.-
L'avvento della Terza Repubblica nel 1879 cambio' nettamente la politica artistica dello stato francese, che, se in passato aveva favorito le forme piu' tradizionali del paesaggio rurale, incoraggiava ora attivamente la raffigurazione delle scene contemporanee. Fu forse anche questo che contribui' al trasferimento di Monet a Ve'theuil e ad un atteggiamento nuovo: abbandono dei soggetti esplicitamente moderni, riduzione al minima della presenza umana.
La fusione tra pratica artistica e vita privata che Monet attuo', poi, nella casa e nei giardini di Giverny e' un esempio perfetto della tendenza antiurbana e introspettiva dell'arte moderna fin de sie'cle. Spiega Eisenman -Ormai prossimo alla fine della vita e della carriera, Monet ripenso' alle opere dei grandi pittori di Barbizon Rousseau, Díaz, Dupre', Harpignies e Daubigny, nonche' dei fotografi Euge'ne Cuvelier, Gustave Le Gray e Henri Le Secq, i quali avevano tutti posto l'acqua - in particolare i fiumi e le paludi - al centro della loro visione. Al pari di questi artisti, anche lui considerava l'acqua - come aveva scritto il naturalista Justus Liebig nel 1845, durante il periodo d'oro di Barbizon - -l'agente intermedio di tutta la vita organica-. Le sue ninfee erano forse -il piccolo e tiepido stagno- descritto da Darwin, il brodo primordiale da cui si svilupparono tutte le forme di vita.-
La mostra si chiude con una testimonianza dello splendido ciclo delle Ninfee, oggi chiamato Grandes De'corations, installato all'Orangerie di Parigi e aperto al pubblico nel 1927, un anno dopo la morte dell'artista. -Queste immense tele panoramiche, che raggiungono un'estensione totale di oltre novanta metri, segnano un netto passaggio concettuale dall'originario obiettivo artistico di Monet, ovvero quello di recarsi in campagna e dipingere tutto cio' su cui si posava lo sguardo - terra, cielo, acqua, barche, gente, edifici - purche' il risultato fosse una composizione pregevole e coerente.-
L'artista non raffigura piu' la natura come momento insieme immediato ed eterno, non e' piu' interessato a fissare sulla tela il fondersi di passato e presente, antico e modernità, ma crea, piuttosto, un luogo dell'anima, un ideale rifugio dalla contingenza della vita quotidiana.
Conclude Eisenman: -Questo sforzo di monumentalizzazione e' decisamente distante dalla deliberata contemporaneità e contingenza della precedente visione ecologica di Pissarro, Sisley e dello stesso Monet. L'artista aveva quindi abbandonato l'ecologia di Reclus, con la sua enfasi sul cambiamento e sull'interdipendenza dinamica di natura e cultura, per tornare a una versione del paysage nature o natura naturans (la natura che genera se stessa) della scuola di Barbizon, ma stavolta senza la struttura di sostegno del classicismo. Il risultato e' una straordinaria emancipazione dalle forze scoraggianti della modernizzazione, ma anche un terribile ritiro in un'isola privata di sogni e ansietà.
Immagine: Fre'de'ric Bazille Veduta di un villaggio, 1868
Inaugurazione 5 marzo 2010, dalle ore 18 alle ore 20 su invito
Complesso del Vittoriano via San Pietro in Carcere (Fori Imperiali) Roma orario: dal lunedi' al giovedi' 9.30 -19.30; venerdi' e sabato 9.30 - 23.30; domenica 9.30 - 20.30 biglietti: - 10,00 intero; - 7,50 ridotto
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Giorgio de Chirico
La suggestione del Classico
A cura di Victoria Noel-Johnson, Sabina D'Angelosante, Matilde Romito
Dal 6 marzo al 2 giugno 2010, alle Scuderie del Castello Visconteo di Pavia si terrà la mostra Giorgio de Chirico. La suggestione del Classico, promossa dal Comune di Pavia e dalla Provincia di Pavia, prodotta e organizzata da Alef - cultural project management, in linea con il progetto di valorizzazione delle Scuderie del Castello Visconteo, condotto attraverso una costante programmazione di elevato profilo culturale.
Come afferma Gian Marco Centinaio, Assessore al Marketing territoriale e Cultura del Comune di Pavia, -Dopo il grande successo dell'esposizione Da Velazquez a Murillo, le sale del Castello Visconteo di Pavia hanno l'onore di ospitare la mostra La suggestione del Classico di Giorgio de Chirico. Si tratta di un appuntamento particolarmente importante e di prestigio, frutto della sinergia che questa amministrazione ha subito instaurato con la Provincia di Pavia e che rientra nel progetto di valorizzazione delle Scuderie del Castello Visconteo. Con la mostra dell'Ermitage si e' toccato un livello molto elevato e l'amministrazione vuole continuare su questa strada con altri appuntamenti di prestigio: l'esposizione di de Chirico e' solo il primo passo di un percorso che intende porre Pavia al centro dell'attenzione culturale internazionale, come e' giusto che sia-.
La mostra presenterà 40 opere di de Chirico - tra dipinti e sculture realizzati tra gli anni Trenta e gli anni Settanta del Novecento - selezionate da Victoria Noel-Johnson e Sabina D'Angelosante per la Fondazione Giorgio e Isa de Chirico di Roma, da cui provengono tutti i lavori. A questo nucleo si affiancherà una serie di reperti provenienti dai Musei Archeologici della Provincia di Salerno, selezionati da Matilde Romito, che evidenziano la suggestione esercitata dal classico nell'arte del maestro della Metafisica.
Un progetto e una proposta espositiva che illustra uno dei motivi centrali della pittura di de Chirico, ovvero la sua propensione all'antico, al mondo ellenico e ai valori plastici della scultura classica, elementi che ne fanno un artista colto e raffinato con una memoria del mondo antico sorprendente e fertile. I motivi di quel mondo arcaico occupano, infatti, già dal primo decennio del Novecento gli scenari delle sue opere in modo prepotente, grazie a un linguaggio che articola sapientemente evocazione e invenzione e che condurrà di li' a poco a quel processo di pietrificazione dello spazio e del tempo caratteristici della pittura metafisica.
Il Mediterraneo, grande bacino di storia e di cultura, ha recitato nel movimento artistico della Metafisica e nell'evoluzione stilistica dello stesso de Chirico un grande ruolo, rappresentando l'immagine della conoscenza in filosofia, poesia, scultura e pittura. De Chirico si avvicinava, infatti, al mondo classico con lo scrupolo e la sensibilità di un archeologo ma, al tempo stesso, con lo spirito romantico di un appassionato collezionista di calchi di sculture classiche.
L'anima, le forme, i personaggi del mito ellenico, la quieta grandezza della statuaria antica, gli assolati silenzi del paesaggio meridionale sono poi sempre rimasti gli spunti basilari della sua ispirazione: de Chirico si riappropriava dell'arte greca nelle teste marmoree, nelle anfore, e nelle statue conservate dai piu' importanti musei archeologici italiani. Senza la scoperta del passato, era solito affermare de Chirico, non e' possibile la scoperta del presente. In questo caso, il pittore e' l'erede non solo delle grandi tendenze romantiche, quanto di quelle della migliore tradizione classica. Nato a Volos, in Grecia nel 1888, de Chirico non poteva che porre alla base della propria autobiografia il paesaggio culturale della sua infanzia, non separato dalla considerazione dell'impatto svolto dal Mediterraneo come ispiratore di cultura.
Giorgio de Chirico. La suggestione del Classico e' il secondo appuntamento di un percorso che ha toccato come sua prima tappa la Galleria Civica d'Arte di Cava de' Tirreni (SA), dove e' stata giudicata come uno degli eventi espositivi piu' significativi della stagione culturale 2009-2010 del Sud Italia.
Nota biografica Giorgio de Chirico nasce il 10 luglio del 1888 a Volos, capitale della Tessaglia (Grecia) da Evaristo, ingegnere, e da Gemma Cervetto, nobildonna di origini genovesi. In questi anni Giorgio, assecondato dal padre nella passione per l'arte, prende le prime lezioni di disegno dal pittore greco Mavrudis. Proprio ad Atene de Chirico realizza il suo primo quadro dal titolo Natura morta con limoni. Nel 1906, a seguito della morte del padre, la famiglia de Chirico si trasferisce per un breve periodo in Italia, con due brevi soste a Venezia e a Milano, per poi stabilirsi a Monaco dove Giorgio frequenta l'Accademia di Belle Arti ed entra in contatto con la cultura artistica, letteraria e filosofica tedesca. Legge Schopenauer, Nietzsche e Weininger, approfondisce lo studio della pittura antica e studia l'arte di Arnold Böcklin.
Nel marzo 1910 si trasferisce con il fratello a Firenze ove dipinge il suo primo quadro metafisico: Énigme d'un apre's-midi d'automne. Li' subisce l'influenza di Giotto e della pittura primitiva toscana, indirizzandosi verso una pittura ricca di impianti prospettici e di costruzioni a forma di arcate. Nel 1911, diretto a Parigi con la madre per raggiungere il fratello, passa per Torino. La città lo colpisce per alcuni particolari architettonici che diverranno temi iconografici della sua pittura. A Parigi ha inizio la sua vera carriera artistica a contatto con gli ambienti dell'avanguardia artistico-culturale francese e con il poeta Guillaume Apollinaire. L'anno seguente, nel 1912, grazie all'interessamento del fratello, partecipa per la prima volta ad una mostra: Salon d'Automne al Grand Palais di Parigi. In occasione dell'esposizione, nel 1913, di altre tre sue opere al Salon des Inde'pendants a Parigi viene notato da Pablo Picasso e Guillaume Apollinaire grazie ai quali de Chirico stringe amicizia con Brancusi, Braque, Jacob, Soffici, Le'ger e Derain.
Nell'autunno di quello stesso anno Apollinaire organizza nell'atelier dell'artista una mostra di trenta opere e recensisce de Chirico su "L'intransigeant" utilizzando il termine "metafisico". Riviste e giornali pubblicano le sue opere ed elogiano le sue qualità creative. Scoppia la Prima Guerra Mondiale e i due fratelli de Chirico rientrano in Italia. Giorgio viene assegnato all'Ospedale di Ferrara dove svolge un lavoro sedentario in quanto considerato inabile al lavoro. Continua a mantenere stretti rapporti con l'ambiente parigino e tra il 1917 e 1918 entra in contatto con il movimento Dada. Dipinge i suoi celebri Ettore e Andromaca e Le Muse inquietanti e frequenta l'ambiente artistico di Ferrara: conosce Filippo de Pisis e inizia una corrispondenza con Carrà, che conoscerà durante un ricovero in ospedale militare.
Carrà rimane affascinato dal mondo poetico e dai temi artistici di de Chirico, dipingendo una serie di opere di chiara matrice metafisica. Nasce la "pittura metafisica", teorizzata di li a poco sulla rivista "Valori Plastici". Nel 1918 de Chirico ottiene il trasferimento a Roma. Qui collabora alla suddetta rivista ed espone nelle sale del giornale "Epoca" insieme a Prampolini, Carrà, Soffici. Nel 1919 presenta la sua prima mostra personale alla Galleria d'Arte di Anton Giulio Bragaglia e pubblica lo scritto "Noi metafisici". Da questo momento in poi inizia per de Chirico un periodo ricco di esposizioni in tutta Europa, in particolare in Francia, e un discreto interesse per le sue opere nasce anche negli Stati Uniti. La pittura di de Chirico viene apprezzata da tutti i massimi artisti dadaisti e surrealisti ma anche dagli artisti tedeschi del Realismo Magico, quelli del Bauhaus e della Nuova Oggettività.
Nel 1924 partecipa alla XIV Biennale di Venezia, mentre a Roma conosce la ballerina russa Raissa Gourievich Krol, sua futura moglie. Nel tardo 1924 e' con Raissa a Parigi, dove al The'âtre des Champs Elise'es, realizza scene e costumi per i Balletti Svedesi che mettono in scena La Giara di Pirandello con musiche di A. Casella.
Nel 1928 tiene la sua prima personale a New York presso la Valentine Gallery e poco dopo espone a Londra. Il 3 febbraio 1930 sposa Raissa ma già nell'autunno del 1930 conosce Isabella Pakszwer (poi Isabella Far), che diventerà, nel 1946, la sua seconda moglie e gli resterà vicina fino alla morte.
Alla fine del 1931 il matrimonio con Raissa, ormai in crisi si conclude con una definitiva separazione e nel 1932 de Chirico e la Pakszwer lasciano Parigi per trasferirsi a Firenze. Espone alla XVIII Biennale di Venezia nella sala dedicata agli italiani di Parigi e dedica molto tempo al teatro, come costumista e scenografo: nel Pulcinella per l'Ope'ra Russe a Parigi e nell'Ariane et Bacchus, balletto con musiche di A. Roussel, in scena all'Ope'ra di Parigi.
Nel 1933 partecipa alla V Triennale di Milano per la quale esegue il monumentale affresco La Cultura Italiana e continua la sua attività per il teatro. Nel 1938 rientra in Italia e si stabilisce a Milano, trasferendosi poco dopo a Parigi, disgustato dai "decreti per la difesa della razza". Espone alla III Quadriennale d'Arte Nazionale di Roma, al M.O.M.A. di Boston e alla Exhibition of Italian Contemporary Art di New York. A Firenze nel 1940, inizia a lavorare ad alcune sculture in terracotta: Gli Archeologi, Ettore e Andromaca, Ippolito e il suo cavallo e una Pietà. Pubblica Il Signor Dudron in -Prospettive- e il testo sulla scultura Brevis Pro Plastica Oratio su -Aria d'Italia-.
Nel 1944 si stabilisce definitivamente a Roma, scegliendo dal 1947 Piazza di Spagna come sede per l'ufficio e poi per l'abitazione. Prolifico anche in età avanzata, ha continuato a esporre in Italia e all'estero, ricevendo la nomina di Accademico di Francia, e lo Spadino in occasione dell'antologica al Muse'e Marmottan di Parigi. Nel 1978, festeggia i 90 anni con una mostra presso l'Artcurial a Parigi ma il 20 novembre dello stesso anno Giorgio de Chirico muore a Roma. Dal 1992 e' sepolto in Roma presso la chiesa di San Francesco a Ripa in Trastevere.
Fondazione Giorgio e Isa de Chirico La Fondazione Giorgio e Isa de Chirico nasce nel 1986 per volontà di Isabella Far de Chirico, vedova del celebre pittore e di Claudio Bruni Sakraischik, curatore del Catalogo Generale, per tutelare la personalità intellettuale e artistica di Giorgio de Chirico. Nel 1987 Isabella Far de Chirico dona allo Stato italiano le 24 opere dell'artista che sono entrate a far parte delle collezioni della Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma.
Alla morte di Isabella Far, avvenuta a Roma nel novembre 1990, la Fondazione eredita la casa del pittore e la maggior parte del suo patrimonio artistico. Nell'agosto 1991 si spegne a Los Angeles Claudio Bruni Sakraischik, lasciando alla Fondazione il suo archivio di Giorgio de Chirico.
Nel 1993 la Fondazione Giorgio e Isa de Chirico ottiene il riconoscimento della personalità giuridica e quindi l'autorizzazione ad accettare il patrimonio relitto. Da allora opera attivamente per il conseguimento delle sue finalità attraverso: la raccolta e conservazione della documentazione inerente all'opera complessiva di de Chirico, la prosecuzione dell'archiviazione delle sue opere autentiche per contrastare il fenomeno delle falsificazioni, l'istituzione di borse di studio per favorire la conoscenza e gli studi sull'arte del Maestro, la promozione di mostre e convegni, sia in territorio nazionale che all'estero, e la pubblicazione di studi sull'Artista.
Nel novembre 1998, a vent'anni dalla scomparsa di Giorgio de Chirico, la Fondazione ha aperto al pubblico la sua abitazione romana in Piazza di Spagna, nel seicentesco Palazzetto dei Borgognoni, come Casa-Museo. Dal 2000, la Fondazione pubblica -Metafisica. Quaderni della Fondazione Giorgio e Isa de Chirico-, un periodico bilingue (italiano e inglese) che pubblica documenti, inediti e/o scritti poco conosciuti di Giorgio de Chirico, nonche' materiale d'archivio, articoli e saggi critici. Per ulteriori informazioni, http://www.fondazionedechirico.org
Musei Archeologici della Provincia di Salerno Il primo Museo Provinciale e' quello di Salerno, che nel 1964 approda nel prestigioso complesso conventuale di San Benedetto, restaurato alla fine degli anni Cinquanta da Ezio De Felice.
Negli anni Cinquanta si acquisisce l'area archeologica di Fratte di Salerno; nascono il Museo Archeologico della Lucania Occidentale nella Certosa di Padula (1957) e il Museo Archeologico dell'Agro Nocerino nel Convento di S. Antonio a Nocera Inferiore (1964); si acquista il Castello medievale di Salerno (1960); nel parco della donata Villa Guariglia a Raito di Vietri sul Mare (siamo nel 1972) la Torretta Belvedere ospiterà il Museo della Ceramica dal 1981. Nel 1990, con l'annessione al Castello della Bastiglia, la Provincia e' proprietaria della intera fortificazione sulla collina Bonadies. Nel 2004 nasce il Museo Archeologico dell'Alta Valle del Sele nel Castello di Oliveto Citra, quale sezione distaccata del Museo di Salerno. Nel marzo del 2001 decolla la Pinacoteca Provinciale nello storico Palazzo Pinto a Salerno (ancora una proprietà provinciale) dove sono stati esposti circa 150 dipinti, in parte raccolti fin dagli anni Venti.
Nel 2009 nella restaurata Villa De Ruggiero di Nocera Superore viene realizzata la -Raccolta delle Arti Applicate- del territorio Salernitano. Il Museo di Salerno resterà sempre l'Istituto topografico centrale della provincia, espressione di V. Panebianco, direttore dei Musei Provinciali del Salernitano per circa quarant'anni, scaturita dalla considerazione del ruolo svolto dal Museo fin dalla sua istituzione, quale principale motore di attività.
I reperti esposti in Mostra consistono in vasi a figure nere con scene di battaglia, elementi di decorazione architettonica, come antifisse, gronde, teste fittili soprattutto femminili, gruppi scultorei (figure panneggiate), appendici di lucerne, elmi e cuspidi di lancia.
Immagine: Edipo e la Sfinge, 1968, olio su tela, Fondazione Giorgio e Isa de Chirico, Roma
Preview riservata alla stampa venerdi' 5 marzo 2010, ore 11.30
Scuderie del Castello Visconteo Viale XI Febbraio, 35 - Pavia Orari: lunedi' - venerdi': 10-13, 15-18 martedi': 10-13, 15-20 sabato, domenica e festivi: 10-13, 14-19 Biglietti intero - 8, ridotto convenzionati - 7 ridotto - 6, ridotto speciale scuole - 5 Iniziative speciali: Ogni lunedi': ingresso ridotto per tutti i visitatori Ogni martedi': orario prolungato per l'iniziativa -mostra+aperitivo- (visitando la mostra il martedi' tra le 18.00 e le 20.00, si riceverà un coupon valido per consumare un aperitivo a prezzo ridotto presso i locali convenzionati della città. Per tutti i visitatori: il biglietto della mostra dà diritto all'ingresso gratuito alla sezione archeologica dei Musei civici.
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Gino
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Santa Napoli
Collettiva di giovani artisti allievi dell'Accademia
Venerdi' 5 marzo, presso la Galleria del Giardino dell'Accademia di Belle Arti di Napoli (Via Costantinopoli 107), il direttore Giovanna Cassese inaugura -Santa Napoli-, una collettiva di giovani artisti allievi dell'Accademia a cura di Marco Di Capua e Valerio Rivosecchi che - con il contributo dei corsi di Pittura (Gaetano Sgambati), Decorazione (Guglielmo Longobardo), Scenografia (Tonino Di Ronza), Progettazione grafica per l'editoria (Enrica D'Aguanno) - hanno provato a trasformare la Galleria del Giardino in una sorta di Cappella Multireligiosa molto meticcia, anzi: assolutamente bastarda.
-Santa Napoli- - scrivono i curatori Di Capua e Rivosecchi - e' una mostra dedicata a tutto cio' che a Napoli mostra i segni, le immagini, le tracce nascoste della religiosità. Cio' considerando, soprattutto, come si viva in tempi di pluralità delle fedi, tra contaminazione e conflitto, assimilazione e fanatismo, e quanto una città come Napoli, che al caos ha da sempre tributato il suo piu' autentico culto, raccolga nelle sue strade il fluire di questa religiosità plurale, di questa religione allargata che conta sulla capacità, e ormai anche sul dovere, di pensare per stratificazioni, intrecci, mescolanze, coabitazioni etc.
Dai culti misterici piu' remoti, dalle superstizioni antiche e contemporanee ai trionfi del cattolicesimo, fino alla contemporanea presenza di vicini ed estremi orienti (Islam, Induismo, Buddhismo etc.) che qua e là mostrano la visibilità della loro devozione, Napoli offre agli occhi degli artisti una specie di cantiere apertissimo, un vasto giacimento di forme, icone, temi, volti, gesti, riti, racconti, o anche il pretesto per inventarne di nuovi.
Opere di: Paolo Aiello, Martina Benedetti, Loreta Cardillo, Maria Di Sena, Renato Esposito, Fausto Fiato, Flavio Gemma, Vincenzo Sannino, Raffaele Veneruso, Andreas Zampella
-La Domenica in Accademia-
Al via domenica 28 febbraio, dalle ore 10 alle ore 13.30 -La Domenica in Accademia-, il ciclo di aperture domenicali della Galleria e della Gipsoteca dell'Accademia di Belle Arti che, ogni ultimo domenica del mese (sino a giugno prossimo, con apertura straordinaria tutte le domeniche in occasione del Maggio dei Monumenti), sarà aperta al pubblico - sempre con ingresso gratuito - per valorizzare al meglio il patrimonio della Pinacoteca e della Gipsoteca dell'Istituto.
Un'iniziativa pensata per far conoscere meglio ai napoletani e ai forestieri l'architettura dell'antico convento sede dell'Accademia di Belle Arti di Napoli fondata nel 1752 da Carlo di Borbone e le sue preziose collezioni artistiche. Per l'occasione, ogni domenica sarà caratterizzata da un denso programma di iniziative tematiche (come laboratori didattici per adulti o bambini, approfondimenti, letture di testi letterari o performance) che vede coinvolti gli stessi studenti dell'Accademia.
Anteprima stampa e incontro con gli studenti: venerdi' 5 marzo ore 10.30 Inaugurazione: venerdi' 5 marzo ore 12
Galleria del Giardino - Accademia di Belle Arti via Costantinopoli, 107/A, Napoli Orari dal Lunedi' al Venerdi', 10-13. Sabato ore 10-13 Ingresso libero
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I Fiori del Male
Collettiva
a cura di Maria Antonietta Roselli, Joanna Irena Wrobel
Presentazione di Maria Luisa Trevisan, Enzo Battarra
Una intricata rete di rimandi, un metaforico ritorno alle radici, al vero senso dell'arte come frutto di intrecci tra sensazioni e condizionamenti, tra flussi continui di immagini e mancanza di qualsiasi filtro. Figli dei fiori e fiori del male. Fiore come infiorescenza, cio' che affiora, che viene in superficie, segno tangibile di una intima ricerca e spesso, gesto di disagio e di muta ribellione. Charles Baudelaire con i suoi - I Fiori del male -, conduce una sofisticata operazione di rilancio e di rivalutazione della figura dell'Artista all'interno di ogni società in evoluzione. La creatività artistica e' concepita come origine ed energia pura di rinnovamento di coscienza culturale e di progresso intellettuale dei popoli moderni. L'Artista viene indicato come fonte ed elemento propulsore di sviluppo e di cambiamento. Investiti da questo compito, 12 artisti italiani, si esprimono attraverso opere pittoriche, installazioni e sculture presso lo Studio d'Arte Le Muse. La mostra sarà inaugurata, venerdi' 5 marzo alle ore 18:30.
Gli artisti invitati sono: ANGELO ACCARDI, GIUSTINO CALIBÈ, ROBERTO CREA, MATHELDA BALATRESI, CLARA GARESIO, UMBERTO LEONETTI, GIUSEPPE PIROZZI, TOBIA RAVÁ, STEFANIA SABATINO, PAOLO TOMMASINI, CARLA VIPARELLI, PAOLA VOLPATO. Il capolavoro della poesia francese appare come una sorta di viaggio immaginario compiuto dal poeta che si eleva, come un albatro, ai livelli piu' alti della percezione e dell'emotività, ma una volta sulla terra ferma non riesce a muoversi, appesantito e imbrigliato proprio dalle sue stesse (in)capacità. L'Artista dotato di una sensibilità straordinaria, dolce ed al contempo dolorosa, fa i conti con la propria caducità, nel tentativo di trovare la via per dare origine all'indagine artistica. La sua ricerca diventa per gli altri fonte di nutrimento, scambio e condivisione di nuovi valori. L'Arte, come rarefazione del pensiero individuale, sublimazione dell'angoscia, un'arte frutto di incanto, di poetica delicatezza, di una sensualità astratta e, nello stesso momento, metafora di vita e di morte.
Il profumo dei fiori di Baudelaire giunge a noi e colpisce con intatta fragranza. Oggi come allora, un grido di rabbia e di disperazione riecheggia di fronte all'Umanità ''crepuscolare'' e in una inspiegabile attesa, simbolo di una società che vive sospesa in un tempo di transizione. Fiori del male. Una contraddittoria coesistenza: i Fiori e il Male. Eterni simboli di bellezza e tragicità del declino. Una doppia essenza da cui e' composto il loro profumo, come e' doppia d'altronde, la natura dell'Uomo. Fiori del male, un incipit, segnali forti e radiofari di una società senza regole. L'opera d'arte come frutto di una straordinaria percezione d'Artista, una icona e manifestazione di (in)coscienze comuni. (CAJO)
Inaugurazione 5 marzo ore 18.30
Studio Arti e Decorazione Le Muse via Toledo, 272 - Napoli Da lunedi' a venerdi' ore 17-20 Ingresso libero
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Due Mostre
TTozoi. Muffe su tela. L'arte informale come creazione naturale / Enza Monetti. Fake.
Con -TTozoi' la muffa diventa arte. Si chiama -Muffe su Tela' ed e' l'inedito progetto del duo avellinese formato da Pino Rossi e Stefano Forgione, in arte -TTozoi', in mostra a Napoli nelle due sale espositive del Castel dell'Ovo dal 5 al 20 marzo 2010, (vernissage il 5 marzo a partire dalle 17,00); un catalogo con testo bilingue raccoglierà oltre 50 immagini delle opere esposte, con testo critico a cura di Luca Beatrice, già curatore della Biennale di Venezia 2009.
L'originale ricerca di -TTozoi', che realizza le proprie opere attraverso la proliferazione naturale di muffe, consiste nell'agire preventivamente sulla tela vergine non il colore ma lasciando che una muffa spontanea divenga evento artistico.
-Le spore,- spiegano gli artisti - prive di qualsiasi memoria formale e tecnica, non determinano piu' un'esecuzione, ma un atto che si esaurisce con la creazione naturale-. La mostra reinterpreta quindi la magia creativa non piu' come gesto pittorico ma come -non gesto': dimensione lirica di cio' che TTozoi definisce 'informale naturalmente assoluto'.
L'evento e' organizzato con il patrocinio della Regione Campania, della Provincia di Napoli, del Comune di Napoli, dell'assessorato alla cultura del Comune di Napoli, dell'assessorato alla Politiche Giovanili della Provincia di Avellino, della Camera di Commercio di Avellino, della Fondazione l'Annunziata, dell'Ordine dei Giornalisti della Campania, dell'Ordine degli Architetti di Avellino. Il progetto e' in collaborazione con -Cantine Donnachiara- di Montefalcione (Av), con -Miele e Musica- di Avellino e -Magma Interior Design- di Napoli.
Inaugura, venerdi' 5 marzo alle ore 17.00 nelle sale delle Terrazze di Castel dell'Ovo a Napoli, - Fake- contemporary art exibition della napoletana Enza Monetti. L'evento espositivo e' promosso dall'Assessorato alla Cultura del Comune di Napoli con il contributo dell'EPT di Napoli e di svariate aziende che ne hanno consentito la realizzazione.
Enza Monetti, da piu' anni sulla scena artistica, in questa occasione, in un percorso tra memoria e contemporaneità, ricerca indizi per la ricostruzione del vero; -Fake-, cioe' falso, non vuole essere una denuncia di assenza di verità, ma un pensiero, una riflessione che dal personale diventa collettivo estendendosi dal territorio dei codici convenzionali sino ai limiti estremi dove l'interiorità trova riparo. La verità siamo noi? L' artista riflette, comunica, relaziona gli eventi e la loro riconoscibilità, ci trasmette emozioni ed ogni lavoro presentato e' realizzato per far pensare, dilatando lo spazio convenzionale dell'immaginario creativo e non tralasciando l'intima apertura alla vita.
E cosi', tra installazioni multimediali, fotografie post-reali, pitture e proiezioni digitali, la verità e il falso, aspetti paralleli della vita stessa, diventano elementi insostituibili nella ricerca della Monetti da cui si evince una vita non vissuta ma consumata, il rumore della Rete diventa insostituibile e sorge il dubbio di un marchio -fake- indispensabile alla sopravvivenza. Per cui per Enza Monetti l'unica certezza e' il dubbio e cosi', tra le tante, nasce l'opera WOW...UN UFO !
Immagine: TTozoi
Presentazione ad operatori e giornalisti venerdi' 5 marzo alle ore 16 La Mostra sarà aperta al pubblico da sabato 6 marzo dalle ore 10 alle ore 18
Castel dell'Ovo Via Partenope (Borgo Marinari), Napoli Lunedi' - Sabato 10 - 18 Domenica 10 - 14 ingresso libero
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Napoli - dom 7 marzo 2010 Shirin Neshat - Donne senza uomini
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Casoria (NA) - dal 7 marzo al 7 aprile 2010 Politik. Arte dentro e fuori il sistema
L’arte di governare gli stati, la POLITIK, si trasforma al CAM, diventa arte da museo, arte che parla dei governi. L’evento propone alcune opere di artisti che si sono espressi in polemica con un’ideologia o con le istituzioni utilizzando molteplici linguaggi.
orario: martedì- mercoledì- giovedì- domenica 10.00/13.00 sabato 17.00/20.00 (possono variare, verificare sempre via telefono)
genere: arte contemporanea, serata - evento, collettiva
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Cava De' Tirreni (SA) - dal 5 marzo al 15 aprile 2010 Sergio Luzzi - E la musica va…
Utilizzando sempre una grande e spiccata ironia, l’Artista reatino Sergio Luzzi raffigura una serie di musicisti mentre si destreggiano con abilità quasi circense a suonare strumenti.
orario: Lun/Ven 8:30-13:30/14:45-15:45 (possono variare, verificare sempre via telefono)
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Napoli - dal 5 marzo al 5 aprile 2010 Enza Monetti - Fake
Enza Monetti, da più anni sulla scena artistica, in questa occasione, in un percorso tra memoria e contemporaneità, ricerca indizi per la ricostruzione del vero; “Fake”, cioè falso, non vuole essere una denuncia di assenza di verità, ma un pensiero, una riflessione che dal personale diventa collettivo estendendosi dal territorio dei codici convenzionali sino ai limiti estremi dove l'interiorità trova riparo. La verità siamo noi?
orario: dalle ore 10.00 alle ore 18.00. Domenica 10.00 – 14.00 (possono variare, verificare sempre via telefono)
note: L'evento espositivo è promosso dall'Assessorato alla Cultura del Comune di Napoli con il contributo dell'EPT di Napoli e di svariate aziende che ne hanno consentito la realizzazione.
genere: arte contemporanea, personale
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Ryan Mendoza
The possessed
a cura di Vincenzo Trione Madre
Il Madre presenta a partire dal 6 marzo prossimo la mostra The possessed di Ryan Mendoza a cura di Vincenzo Trione. In occasione della mostra al Madre, l'artista americano presenta 13 tele di grandi dimensioni, una galleria di individui, che rivela una rara capacità tecnica e compositiva. Ryan Mendoza - da anni trapiantato a Napoli, dopo lunghi soggiorni a Berlino e a Parigi - recupera tecniche, soluzioni e artifici dai maestri della storia dell'arte. Definisce teatralità complesse. Modella anatomie, dosa colori, calibra luci.
Attinge a un ricco archivio di memorie, per porsi, pero', sempre al di là di ogni facile anacronismo. L' -antica- sapienza pittorica, nei suoi quadri, convive con continui azzardi contemporanei. Mendoza compie stravolgimenti e alterazioni: esibisce sproporzioni prospettiche, rivela dissonanze anatomiche, manifesta distonie tra i personaggi in primo piano e gli sfondi. Siamo dinanzi a -posseduti-: figure all'apparenza normali, eppure contagiate da inquietudini, da turbamenti, da pensieri perversi. La come'die humaine si fa viaggio scandaloso, denso di richiami freudiani.
Inventore di questi racconti visivi estremi, Ryan Mendoza si pone in bilico tra il bisogno di idealizzare e il desiderio di sperimentare, e' considerato pertanto una delle personalità artistiche emergenti del panorama contemporaneo, un autentico -caso- nel panorama dell'arte di questi ultimi anni. Uno scenario dominato con forza sempre maggiore dalla necessità di recuperare la disciplina della pittura in un orizzonte attuale.
La mostra sarà accompagnata da un catalogo - edito da Electa - che comprende i testi di Vincenzo Trione, Tiziano Scarpa, Milan Kundera e una conversazione tra Maurizio Braucci e Ryan Mendoza.
Museo Madre Via Settembrini, 79 Napoli Orario dal lunedi' al venerdi' ore 10-21 sabato e domenica ore 10-24 Giorno di chiusura: martedi' Biglietti Intero: euro 7, Ridotto: euro 3.50 Gratuito tutti i lunedi' Audioguide euro 4.00 La mostra rientra nel circuito CampaniaArtecard www.campaniartecard.it
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Napoli - dal 6 marzo al 5 aprile 2010 Vincenzo Starnone - Viaggio nei Musei
Fin dalla fine degli anni Sessanta Vincenzo Starnone (Napoli, 1953) conduce una ricerca fotografica dal carattere profondamente socio-antropologico. La personale Viaggio nei musei, tenendosi ad otto anni di distanza da Viaggio nel lavoro (2002), alla quale, come si evince dal titolo, intende riallacciarsi, si iscrive, malgrado dalle strade e dalle piazze si passi prettamente al chiuso artificiale del museo, pienamente all’interno di tale tracciato, non retrocedendo minimamente la tensione verso l’elemento squisitamente umano che guida le scelte del fotografo.
orario: lunedì – sabato ore 9.00 - 19.00; domenica ore 9.00 - 14.00 (possono variare, verificare sempre via telefono)
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sabato 6 marzo 2010
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TREGIMET E YLBERIT
Fani Zguro
Galeria Promenade
Inagurimi 11 Mars 2010 ora 18.00
Prej 12 deri më 31 Mars 2010
Galeria Promenade është e lumtur të prezantojë ekspozitën personale të artistit shqiptar Fani Zguro. Ekspozita me titull “Tregimet e Ylberit” konsiston në prezantimin e dy serive me piktura. Seria e parëështë një grup prej pesë pikturash në telajo dhe akrelik, ku artisti luan me historinë e artit dhe rizgjimin e të kaluarës. Abstraksioni ekspresionist dhe piktura gjeometrike janë aplikuar në një projekt të vetëm. Njëkohësisht elementi i ngjyrës është pjesë determinuese e ciklit. Kjo për të ironizuar edhe njërën prej pikave të manifestit tëJohn Baldessarit - piktura që ka më shumë ngjyra ka më shumë mundësi tregu! Kjo seri ka për qëllim të reflektojë rreth faktit se si lëvizjet artistike rikthehen në kohë, shpesh identike dhe të paricikluara. Kurse seria e dytë konsiston në disa akuarele, të cilat i japin titullin ekspozitës. Seria “Po ti bashkosh të gjitha katroret formohet ylberi” është një projekt specifik i realizuar enkas për ekspozitën personale në Galerinë Promenade.
Fani Zguro ka lindur më 1977 në Tiranë. Ai jeton dhe punon në Berlin. Punët e tijjanë prezantuar gjithashtu edhe në Bienalen e Tiranës, në Bienalen e Artistëve të Rinj në Bukuresht, në Hauser der Kulturen der Welt në Berlin, në Museo de Arte Moderna në Medellin, në Reina Sofia në Madrid, është fituesi i çmimit të parë Onufri 07 etj.
The Promenade Gallery
Bulevardi Skele Uji i Ftohte AL 9401, Vlore ALBANIA
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Maurizio Vitiello incontra Stefano Arcella,
autore del libro “I Misteri del Sole”,
con Lucio De Liguori e Franco Lista
all’Associazione Nazionale Sociologi
Calata San Marco, 4 - Napoli
Giovedì 11 Marzo 2010, ore 18.
Giovedì 11 Marzo 2010, alle ore 18, alla sede dell’Associazione Nazionale Sociologi (ANS), Calata San Marco, 4 – Napoli, sarà moderato e curato da Maurizio Vitiello l’incontro con Stefano Arcella, autore del libro “I Misteri del Sole”.
Relatori: Lucio De Liguori e Franco Lista.
Scheda sul libro:
S. Arcella, I Misteri del Sole. Il culto di Mithra nell'Italia antica, Controcorrente, Napoli, 2002.
I Misteri del Sole tratta del culto di Mithra - dio di origine indo-iranica - in età imperiale romana, fra il I e il IV secolo d.C. Oltre al profilo storico sui tempi, modi e canali di diffusione del culto in tutto l'Impero, il libro tratta, soprattutto, l'aspetto misterico, l'esperienza di realizzazione interiore che i seguaci del culto vivevano attraverso i 7 gradi di iniziazione. La tauromachìa, i culti del Sole e della Luna, l'aspetto astrologico, sono i temi che completano lo studio del nucleo centrale di questa religione.
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Liu Ren - Lu Yuwei
Doppia personale
Nell'arte occidentale, da Fautrier a Tapies, da Burri a Kiefer, la crepa e' segno di una ferita non rimarginata, di un decadimento materiale e spirituale che tende alla morte. Invece nelle raffinate e meticolose pitture di Liu Ren, classe 1980, il guscio d'uovo rotto e' metafora della vita che si perpetua, attraverso un processo naturale che non solo preserva l'eredità del passato, ma e' in grado di acquisire i risultati dell'evoluzione e di consegnarli alle future generazioni. La reiterazione dell'immagine del guscio rotto, pero', e' un segno della globalizzazione che oppone la serialità all'individualità, la meccanica riproduzione del modello all'esito imprevedibile di una ricerca creativa. Sono queste le riflessioni indotte da Fragile Red Squares, una tela raffigurante decine di scatole sovrapposte, contenenti gusci d'uovo rotto. Il non perfetto allineamento delle scatole, quale appare da un'osservazione ravvicinata, denuncia tuttavia l'impossibilità di ridurre il molteplice all'unità, a causa della diversità genetica che e' connaturata ad ogni essere vivente e che lo rende unico, esclusivo, irripetibile.
Oltre alle qualità pittoriche, Liu Ren e' dotato di profonde conoscenze sulla chimica dei colori, che realizza manualmente mescolando materie naturali e leganti di origine animale, come usavano gli artisti europei fino al XIX secolo. Invece le sobrie composizioni di Lu Yuwei, classe 1977, presentano delle figure austere e malinconiche, inquadrate da una cornice prospettica che fa da cerniera tra lo spazio reale e quello dipinto. L'artificio prospettico, talvolta ripetuto sul fondo della scena, permette di includere il fruitore nella rappresentazione pittorica, ovvero di proiettare i personaggi dipinti nel mondo reale e concreto. Questi personaggi dallo sguardo assente, perso nel vuoto, sono icone del contemporaneo in recita solitaria, incapaci di condividere i propri sentimenti e le proprie angosce. Intorno ad essi c'e' soltanto il vuoto, che provoca smarrimento e alienazione, senza alcuna possibilità di fuga. Le stesse finestre che appaiono sul fondo non inquadrano spazi aperti, ma ulteriori camere prospettiche, ove l'uomo e' condannato all'isolamento e all'incomunicabilità. I suoi occhi sono l'espressione di uno sguardo centripeto che, in assenza di un interlocutore e persino di un oggetto esterno in cui proiettare i propri umori, volge dentro di se' alla ricerca dell'Essere, della dimensione assoluta e trascendente che costituisce il fondamento dell'uomo. Marco di Mauro
Inaugurazione sabato 6 marzo ore 18,00
Area 24 ArtGallery via Ferrara, 4 - Napoli Orario: dal martedi' al venerdi' ore 17.30 - 20.00 e per appuntamento. Festivi chiuso Ingresso libero
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IL NOVECENTO? A NAPOLI È UN MUSEO
Il Novecento a Napoli apre le sue porte a Castel Sant'Elmo. Un museo che arriva da lontano, con la voglia di creare link con istituzioni e cittadini. Si sentiva il bisogno di un altro spazio museale? A giudicare dalle 170 opere sembra proprio di sì...
pubblicato venerdì 5 marzo 2010
Napoli Novecento, un nuovo museo dal taglio cronologico. Dell'edificio che in passato aveva ospitato numerose mostre - da Fuori dall'Ombra nel 1991 a Gaspare Traversi nel 2003 - si erano perse le tracce in questi ultimi anni, il portone chiuso e una porta a vetri con carta di giornale. Oggi però, alle carceri alte di Castel Sant’Elmo, si è svelato il mistero, e l'ultima idea di Nicola Spinosa messa in cantiere prima dell'odiato pensionamento ha preso forma: uno spazio dedicato agli artisti che hanno operato dal 1910 al 1980, napoletani e non, nomi noti e semisconosciuti, uniti dal comun denominatore di aver lasciato una traccia nella città campana.
Il sottotitolo in progress strizza l'occhio ad altri progetti, continuando l'impegno scientifico di Spinosa e Angela Tecce, che alla direzione di Sant'Elmo aggiunge questa del nuovo museo. I fondi di Regione Campania e Unione Europea sono bastati per questa prima tranche con l'allestimento di ventiquattro sale di medie dimensioni dedicate alla pittura, più una grande per le sculture.
L'impostazione del museo è decisamente tradizionale e cronologica; senza scossoni si vede una sequenza di opere, prevalentemente dipinti, che dai primi del Novecento si allungano fino agli esordi degli anni '80. I pannelli didattici spiegano il passaggio delle fasi storico-artistiche riproducendo giornali, locandine e libri, mentre in poche teche sono esposti documenti originali. Ma lo spazio è decisamente poco e se a subire maggiormente sono le sculture - da Vincenzo Gemito con il didascalico Busto di fanciulla napoletana alle più recenti opere di Augusto Perez o Giuseppe Pirozzi,che nella disposizione ricordano i vecchi allestimenti un pò ammassati delle Biennali -, si spera che una delle due opzioni annunciate da Spinosa (e non da Mochi Onori) possa realizzarsi quanto prima. Nel progress del museo, un'ipotesi ottimistica prevede lo spostamento dell'attuale biblioteca Bruno Molajoli e della fototeca della soprintendenza negli spazi recuperati del noviziato della Certosa di San Martino e nelle sale liberate l'apertura di una sezione speciale di biblioteca del Novecento. L'opzione più costosa prevede, invece, la climatizzazione dei sotterranei del castello per adeguare gli ambienti all'esposizione.
Nel frattempo si registrano con un segno positivo le opere donate dagli artisti, prestate in comodato d'uso dalla Galleria d'arte moderna di Roma e dal Mart di Rovereto, da numerosi collezionisti privati e dalle Fondazioni VAF di Francoforte, Valenzi e Archivio Capogrossi.
Del grande gruppo di artisti raccolti per Napoli Novecento, non tutti hanno avuto risonanza nel contesto italiano, per non dire europeo, ma hanno contribuito con le loro idee a mantenere attivo il contesto locale e, divisi in sezioni, aprono uno squarcio su una realtà spesso dimenticata.
Si inizia dal 1909 con la Secessione dei ventitré e il Futurismo di Fortunato Depero e Manlio Gianrizzo, e il movimento dei Circumvisionisti. Il dopoguerra di Domenico Spinosa e Alberto Chiancone, Gruppo Sud e M.A.C., l’Informale e il Gruppo '58 con Enrico Baj, Renato Barisani, Luigi Castellano, Renato De Fusco, Emilio Notte, Guido Tatafiore, Errico Ruotolo attraversano il ventennio dagli anni '50 fino alla sperimentazione seventies di Carlo Alfano, le immagini di Desiato, gli happening di Enrico Bugli(senza dimenticare le presenze di Joseph Beuys e Hermann Nitsch) fino all’ultima sezione degli anni '80 con Nino Longobardi e Mimmo Paladino, attivi a tutt'oggi.
A chiudere c'è un bel video dal taglio socio-politico di Mario Franco, critico d'arte, che documenta le fasi artistiche attraverso filmati d'epoca come il passaggio di Andy Warhol a Napoli invitato dal gallerista Lucio Amelio nel 1975, l'azione femminista e Riccardo Dalisi che nel '71 porta provocatoriamente gli studenti di architettura nel disagiato rione Traiano per stimolare la creatività dei ragazzi.
E dove si completerà l'offerta senza tralasciare altre tecniche? A Villa Pignatelli, dove si progetta un nuovo museo della fotografia. Se non è un progress questo...
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Napoli - dom 7 marzo 2010 Shirin Neshat - Donne senza uomini
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Il circuito dell'arte
Artisti, gallerie, musei, collezionisti
La mostra -Il circuito dell'arte. Artisti, gallerie, musei, collezionisti- presenta opere d'arte provenienti da collezioni private significative. Un'occasione unica per ammirare opere d'arte inedite grazie alla collaborazione tra le Gallerie d'Arte Moderna e Contemporanea e i loro collezionisti, le Istituzioni pubbliche, il Comune di Roma, il Sindaco Giovanni Alemanno, l'Assessore alle Politiche Culturali e della Comunicazione Umberto Croppi, il Sovraintendente ai Beni Culturali Umberto Broccoli.
Le opere proposte mettono a confronto alcuni tra gli artisti piu' amati a Roma e non solo: Gianni Asdrubali, Pasquale Basile, Matteo Basile', Mel Bochner, Giuseppe Capogrossi, Lucilla Catania, Mario Ceroli, Marco Colletti, Massimo Giannoni, Carlo Guarienti, Hans Hartung, Jannis Kounellis, Jesús Mari Lazkano, Emilio Leofreddi, Li Lei, MarcoB, Umberto Mastroianni, Mario Merz, Alberto Mingotti, Sante Monachesi, Adriano Nardi, Gianfranco Notargiacomo, Luca Padroni, Michelangelo Pistoletto, Antonio Riello, Piero Sadun, Giancarlo Savino, Angelo Tozzi, Francesca Tulli, Giuseppe Uncini, Claudio Verna, Zhan Wei Guang (Mirror).
Le Gallerie: C.A.O.S. - Contemporary Art, Galleria Augusto Consorti, De Crescenzo & Viesti, Galleria del Cortile, Galleria Edieuropa Qui Arte Contemporanea, Emmeotto, Erica Fiorentini Arte Contemporanea, Il Gabbiano, Il Polittico, La Nuvola, Maniero Associazione Culturale, Galleria Marino, Galleria Marchetti, Lydia Palumbo Scalzi, Emanuela Oddi Baglioni, Oredaria Arti Contemporanee, Galleria Fabrizio Russo rendono possibile svelare e raccontare le sensazioni e le emozioni che si celano dietro ogni acquisto artistico.
Con la mostra -Il circuito dell'arte. Artisti, gallerie, musei, collezionisti- la sperimentazione e la ricerca costituiscono il riconoscimento dell'Arte e il suo confluire all'interno di una collezione privata.
Inaugurazione Domenica 7 marzo, alle ore 12.00
Museo Pietro Canonica c/o Villa Borghese Viale Pietro Canonica, 2 (Piazza di Siena) - Roma Martedi-domenica 9-19; festivita' 9-13.30 Biglietto intero 3 euro, riduzioni 1.50
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Napoli - lun 8 marzo 2010 Eduardo Vittoria - Architetto Docente Amministratore Pubblico
Il convegno si propone di ricordare la figura di Eduardo Vittoria, architetto, docente e amministratore pubblico, ripercorrendo le fasi principali della sua permanenza a Napoli negli anni ’70.
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Alma Sauro e “Gli Amici del Colore”
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Patrocino morale:ZONTA INTERNATIONAL Area NAPOLI
Espongono
opere da collezione con annullo postale nel Centro d’Arte e Cultura
“GAMEN”
via Pontenuovo n°26,Napoli
presidente: Stelvio Gambardella
La Posta del Cuore con Annullo Postale
Inaugurazione : 14 Marzo 2010 ore 11,00
Da lunedì a venerdì, ore 16,00-19,00 fino al 26/3.
La mostra è di beneficenza per solidarietà a Suor Michela, figlia della carità di S.Vincenzo de Paoli, che si adopera per il sostegno sociale di ragazzi in difficoltà.
Suor Michela sarà presente all’inaugurazione
Espongono:
Giovanni Ariano, Maria Bellucci, Salvatore Bossone, Adriana Caccioppoli, Nello Caruso,Antonio Conte, Rosella Cosulich, Maria Pia Daidone, Antonio De Chiara, Giuseppe Di Franco, Giuliana Esposito, Pina Frungillo, Stelvio Gambardella, Felice Garofano, Lucia Iovino, Ferdinando Lignano, Franco Lista, Marilena Mercogliano, Mirta, Costanzo Narciso, Massimo Pacilio, Filomena Pagnani, Maria Petraccone, Giovanna Piromallo, Susi Provenzale, Rita Ragni, Alma Sauro, Agata Senatore, Ena Villani,Barbara Yulak Roos
Coordinatrice: Alma Sauro
Info:3406715657
e-mail:almasauro@libero.it
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martedì 9 marzo 2010
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Verra' la primavera?
Una mostra a tema
Come molte volte in passato, la Galleria Milano torna quest'anno ad allestire una mostra a tema. Alcuni infatti ricorderanno "Tutto Libri" a cura di Lea Vergine, "La Geografia degli artisti" a cura di Francesco Tedeschi, "Il Viaggio", "Opera, ricerca e documento" e molte altre con Vincenzo Ferrari. Con quest'ultimo e' stata progettata anche questa esposizione.
In un inverno lungo, freddo, grigio e uggioso in tutti sensi, in un periodo in cui la crisi stenta a risolversi, il pensiero di ogni mattina e': "Verrà la primavera?"
Cosi' abbiamo raccolto opere ad olio, sculture, installazioni, disegni, grafiche, fotografie, libri e oggetti di artisti di vari periodi e correnti. Tutti i lavori hanno a che fare con la natura e la primavera. Oltre alle opere ci saranno anche libri che parlano di fiori e di giardini, cartoline illustrate e oggetti di poco valore, semi, e pagine di erbario. Le opere esposte sono di circa sessanta artisti. Sarebbe troppo lungo elencarli tutti,o ingiusto citare solo i piu' famosi. Una sorpresa dunque per chi verrà a visitare la mostra, come sarà una bella sorpresa - speriamo - l'arrivo della primavera.
Alla realizzazione di questa mostra hanno collaborato con generosità molti artisti, i collezionisti: Nino Benatti, Giovanni Bertonati, Mario Colonna, Giovanna Emmer, Federico Ferrari, gli eredi Gianni Manzo, Elena Quarestani, Paolo Tea, Sergio Tomasinelli, gli archivi Alik Cavaliere, Aldo Mondino, Davide Mosconi e molte gallerie italiane: Galleria Giampiero Biasutti, Galleria Cardi, Galleria Carlina, Galleria Lia Rumma, Giorgio Marconi, Galleria Martano, Galleria Pack, Galleria Peccolo, Galleria Bruna Soletti, Le Case d'Arte, Nowhere Gallery, Studio Raffaelli, Studio Guenzani, Unimedia Modern, Galleria Plura e Bello. A tutti il nostro ringraziamento.
Immagine: Aldo Mondino
Inaugurazione: martedi' 9 marzo 2010 ore 18.30
Galleria Milano via Manin 13 - via Turati 14 - 20121 Milano Orari della Galleria: da martedi' a sabato dalle ore 10.00 alle 13.00 e dalle 16.00 alle 20.00
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martedì 9 marzo 2010
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orario: giovedì e venerdì, dalle ore 17.30 alle 19.30, martedì e sabato dalle ore 10.30 alle 12.30 e dalle 17.30 alle ore 19.30. (possono variare, verificare sempre via telefono)
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martedì 9 marzo 2010
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Francesca Leone
Flussi Immobili
La galleria Valentina Moncada inaugura il 10 marzo 2010 la mostra personale dell'artista Francesca Leone dal titolo Flussi Immobili. Dopo la personale Primo Piano tenutasi a Palazzo Venezia nel 2008, seguita nel 2009 dall'esposizione al Castel dell'Ovo a Napoli e presso il MMOMA (Museum of Modern Art di Mosca), Francesca Leone approda alla Galleria Valentina Moncada con una nuova ricerca pittorica documentata da una rassegna 8 dipinti.
Grande interprete della rinata corrente figurativa, Francesca apprende dal padre Sergio Leone il senso per l'immagine e, dopo aver collaborato come giovane assistente alla realizzazione di alcuni dei grandi capolavori della cinematografia, frequenta dapprima un corso di scenografia presso l'Accademia di Bella Arti di Roma e dopo aver deciso di dedicarsi interamente alla pittura, completa i suoi studi con il quadriennio di pittura conseguito alla Libera Accademia di Belle Arti della Rome University of Fine Arts. Nella sua attività espositiva si annoverano la mostra curata dal prof. Claudio Strinati ai Musei Capitolini nel 2007 e la personale al loggiato di San Bartolomeo di Palermo nell'aprile 2008.
Per questa occasione Francesca Leone presenta Flussi Immobili. Il titolo ha una doppia valenza: da una parte il flusso dell'acqua crea un passaggio, un movimento; dall'altra si assiste all'esplosione dell'io colta in un istante per essere resa eterna. il linguaggio di Francesca Leone porta avanti la sua ricerca sul ritratto e si esprime in una sacralità che diventa universale e abbraccia l'uomo comune.
Tutti questi volti, che affiorano dietro una pioggia di acqua e nello stesso tempo ne vengono soffocati, sono portati alla realizzazione di se stessi tramite una vera e propria purificazione che cancella l'apparenza e abilita ad un incontro con quel carattere piu' introspettivo e inconscio, spesso celato da inibizioni e schemi sociali. L'occhio fotografico di Francesca Leone prevale ancora una volta e si sviluppa ulteriormente grazie al suo estro pittorico generando una sintesi acuta e profonda già nota ma altrettanto innovativa.
Immagine: Flussi Immobili 3, 2009 olio su tela (Foto: F. Capalbo)
Galleria Valentina Moncada via margutta, 54 Roma lunedi' - sabato ore 10-19 ingresso libero
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Fabio Testa
Viaggio ai margini della citta'
a cura di Saverio Ammendola
Attraverso una pittura surreale dove la realtà immaginata appare immobile e sospesa, l'artista Fabio Testa racconta il -Viaggio ai margini della città-, titolo esplicativo della mostra che si inaugura il 10 marzo alle ore 18,00 a La Maditerranea Arte, in via Carlo de Cesare 60 a Napoli. I dipinti in mostra sono scorci quotidiani realizzati olio su tela, che analizzano la realtà da differenti punti di osservazione, fino a rivelare la tangibile esperienza dello spazio e il comune modo di appartenergli. Cosi le opere raccontano con segni e colori, come e' possibile vivere in modo etereo e senza soluzione una continuità e contiguità spazio-temporale, legata al passato, e al futuro, sebbene i diversi momenti siano vicini quanto lontani.
Gli ambienti urbani colorati catturano l'attenzione del visitatore spesso troppo distratto, per soffermarsi sul dettaglio. Nei lavori si rendono visibili fenomeni oggettivi che in condizioni normali sfuggono alla percezione. L'uomo e' il vero protagonista delle opere, celato dietro cio' che quotidianamente lo circonda. Lo spazio raffigurato comunica solitudine con le strade e le periferie industriali ridotte all'essenziale. La contemporaneità ci permette di vedere in controluce il destino oscuro della città. Con la pittura il giovane artista napoletano mette a confronto l'architettura di alcune periferie di città per approfondire la sua ricerca sulla natura e lo sviluppo dell'identità. Una vera e propria indagine sulle metropoli che si assomigliano un po' ovunque, e dove paesaggi urbani si riconoscono nel destino delle proprie sedimentazioni, divenute nel tempo accumuli e stratificazioni.
Luoghi simili dove il passato e il presente, ma anche il futuro sembrano coincidere, ma dove infondo le stesse storie cambiano continuamente, non sono mai uguali, piuttosto il risultato del fluire della vita. -L'immagine di una città- racconta Testa- e' intrappolata da due forze, tra la figura inevitabile dell'identità e la solida realtà di un volume che e' metafora tangibile dell'avanzare minaccioso e compatto di un universo ostile come immagine definita che divora la nostra stessa presenza-. L'artista si sofferma su strutture di utilità sociale, con particolare attenzione alle tecniche costruttive tradizionali e alla tematica della sostenibilità ambientale. Ecco dunque, che con la sottrazione dei segni, intende mettere in discussione sia l'illusione del volume, eliminando il superfluo visivo, sia la materializzazione della stessa identità, che sottopone minacciosa l'individuo, come un vero e proprio sedimento della demarcazione psichica e sensibile, opprimendo lo spazio vitale.
Immagine: Sentimenti crontrastanti, olio su tela, cm 120 x 130
Inaugurazione: mercoledi' 10 marzo 2010, ore 18
La Mediterranea Arte Via Carlo de Cesare 60, Napoli Lun-Ven 11-13,30 e 17-19,30, Sabato 11-13,30 ingresso libero
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mercoledì 10 marzo 2010
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Giuliano Montieri
Caledocactus
La forma della natura e' tale perche' ai nostri occhi cosi' si manifesta. Gli occhi sono lo strumento dell'uomo al servizio dell'immagine, la luce e' lo strumento della natura al servizio dei nostri occhi: oggetti, persone, colori hanno per noi determinate sembianze, cosi' abbiamo imparato a riconoscerli. Giuliano col suo lavoro ci mostra che se cambiamo criterio e punto di osservazione le cose restano uguali, pero' sono diverse. In un caleidoscopio la luce attraversa lo strumento e le figure cambiano dinamicamente; in queste foto si e' voluto di volta in volta fissare un istante, una sensazione di quella miriade che proviamo quando osserviamo luci, colori, figure. Vincenzo Chirichella
Fotografare per me significa osservare attentamente. Studiare le linee e i colori del soggetto inquadrato; perdere un'infinità di tempo a guardare, prima di scattare. Quel tempo che senza una macchina al collo si riduce in un attimo, l'attimo fugace della vita di ogni giorno che passa fra strade, piazze, sguardi, persone, e non perde tempo a tornare indietro. Cosi' il mio occhio in barba al tempo e' tornato indietro e ha cominciato a ragionare, creando similitudini e metafore come la parola stessa.
Tornando spesso ai Giardini Ravino ad Ischia e ai Giardini d'Ottone all'isola d'Elba ho osservato agavi, palme e cactus rari; mentre scattavo le ho viste trasformate: altre immagini si sostituivano a quelle reali, un po' confuse, ma simili ad un caleidoscopio. La camera chiara e' venuta in mio aiuto, modificando le immagini. Come un caleidoscopio filtra la realtà senza lasciare traccia, cosi' il mio occhio trasforma le piante senza modificarle ma girandole come una ghiera, posizionandole in modo da creare forme diverse. L'oggetto caleidoscopio e la pianta del cactus in una parola sola: -Caleidocactus-. Giuliano Montieri
Inaugurazione 10 marzo ore 19
Giu Box Gallery via Bonito 21/b - Napoli Orario: lun-ven 16-19, sabato su appuntamento Ingresso libero
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mercoledì 10 marzo 2010
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genere: presentazione, collettiva, disegno e grafica
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giovedì 11 marzo 2010
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Betty Bee
Metal fence
a cura di Anna Saba Didonato
Si inaugura giovedi' 11 marzo 2010 alle ore 20.30, nello storico Palazzo Barone Ferrara sede della Banca Meridiana di Bari, la mostra METAL FENCE a cura di Anna Saba Didonato, dedicata a Betty Bee, poliedrica artista napoletana di statura internazionale, che vanta numerose partecipazioni in importanti sedi italiane ed estere, dal PAN di Napoli all'Istituto Italiano di Cultura a New York, dal MAXXI di Roma alla Biennale di Venezia.
La mostra Metal Fence offre una -lettura diacronica della storia artistica ed esistenziale di Betty Bee, assumendo come paradigma analitico quella rete metallica che nel corso del tempo e' stata oggetto di una progressiva e silenziosa azione di risemantizzazione da parte dell'artista- (Anna Saba Didonato). Il significato della Rete Metallica viene isolato e declinato in cinque concetti diversi, quale limite alla crescita personale, rifugio e protezione della propria vita e di quella altrui, rete protettiva contro le contraddizioni del mercato dell'arte, riflessione su tematiche di piu' ampio respiro, come l'ecologia.
Nello spazio espositivo del Palazzo Barone Ferrara - edificio ottocentesco che l'istituto bancario ha scelto di aprire alla città dopo un lungo restauro, dotandolo di un auditorium completo delle piu' moderne tecnologie audiovisive - si alternano opere differenti per tecniche e periodi biografici, tra cui opere del recente progetto -Effetto Serra-, esito della riflessione dell'artista sul riscaldamento globale del pianeta; il video -Il giorno della Creazione-, intervista rilasciata dall'artista ad Achille Bonito Oliva per RAI CULT, e il -Mappa Cubo- che, ripercorrendo le vicende biografiche di Betty Bee, narra con tratto fumettistico episodi salienti della vita dell'artista, palesandone sofferenze e miserie senza alcuna remora.
METAL FENCE evidenzia come il percorso artistico di Betty Bee sia segnato da un progressivo processo di emancipazione dalla sussistenza materiale e morale, in cui l'aggressività e la voglia di scandalizzare degli esordi lasciano il posto a una riflessione meno ripiegata su se stessa, piu' pacata e attenta ai temi di interesse sociale.
Nata a Napoli nel 1963, fin dagli esordi nei primi anni -90, fa emerge chiaramente la peculiarità della sua cifra stilistica: un'osmosi perfetta tra arte e vita, in cui l'opera coincide con l'esistenza e viceversa, senza soluzione di continuità. Le opere di Betty Bee sono narrazione plastica del suo vissuto, segnato dalla precoce morte della madre, da un'adolescenza difficile, dalle violenze subite entro le mura domestiche, dall'ammirazione per il mondo dei transessuali. Un'esistenza difficile, da cui l'artista si difende convogliando la sua energia in un trasformismo irruente e nell'impulso alla provocazione e allo scandalo, sperimentando una pluralità di forme espressive, dalla perfomance alla pittura, dalla scultura al video, dalla fotografia all'arte orafa.
Catalogo prodotto da Eclettica_ Cultura dell'Arte Edito da Rotas, Barletta Conversazione con l'artista a cura di Giusy Caroppo Testo critico di Anna Saba Didonato
Inaugurazione giovedi' 11 marzo 2010 alle ore 20.30
Palazzo Barone Ferrara Corso Vittorio Emanuele II, 112 - Bari Giorni: dal lunedi' al venerdi'. Chiuso il sabato e la domenica Orari: 9.00-13.00/14.00-17.00
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Arte in Puglia dal Medioevo al Settecento
Il Medioevo
a cura di Francesco Abbate
La mostra -Arte in Puglia dal Medioevo al Settecento. Il Medioevo-, a cura di Francesco Abbate, apre giovedi' 11 marzo le sedi decentrate di Lecce e Bari. In occasione dell'apertura il curatore condurrà le visite guidate in alcune delle sedi decentrate: a Lecce, nel Museo provinciale -S. Castromediano- (viale Gallipoli, 28), alle 12.00; a Bari, nella Pinacoteca Provinciale -C. Giaquinto- (via Spalato, 19) alle 16.30 e nel Museo Nicolaiano (Strada Vanese) alle 17.30.
A Lecce sarà visitabile sezione manoscritti, con codici notati, messali e documenti provenienti dall'Archivio di Stato di Bari, dalla Biblioteca Nazionale di Bari, dagli Archivi delle diocesi di Foggia-Bovino, Trani-Barletta-Bisceglie e Nardo', rappresentativi della produzione manoscritta in Puglia dall'XI secolo fino al 1414.
In particolare, dell'Archivio di Stato sono presenti in mostra fogli di codici medioevali (in scrittura beneventana -Bari type-, in carolina), e documenti cancellereschi di epoca angioina, tra cui uno proveniente dall'Archivio privato dei Caracciolo Carafa di Santeramo. Sono inoltre presenti le riproduzioni fotografiche degli Exultet, sono esposti nella loro sede originaria, il Museo diocesano di Bari. Il catalogo, con le fotografie di Beppe Gernone, e' edito da De Luca-Editori d'Arte (Roma).
IL PROGETTO DELLA MOSTRA
Il progetto della mostra -Arte in Puglia dal Medioevo al Settecento- prevede la fase -IL MEDIOEVO- ospitata nella sua sezione principale nel museo civico di Foggia (18 febbraio - 30 aprile 2010) e cinque sezioni decentrate (11 marzo- 30 aprile 2010): nella basilica nicolaiana e nel museo diocesano di Bari, nelle pinacoteche provinciali di Bari e di Lecce e nella Sezione Ebraica di Trani.
Della mostra si e' svolta, dal 16 dicembre 2008 al 16 gennaio 2009, l'Anteprima, ospitata nell'Archivio di Stato di Bari. Alla fase medievale seguiranno, nel tempo, quelle che vedranno come protagonisti i secoli che vanno dal Quattrocento al Settecento. Il percorso della mostra e' articolato nelle varie sezioni storico-artistiche (Gioia Bertelli per l'AltoMedioevo, Pina Belli D'Elia per il Romanico, Marina Falla per la cultura figurativa di impronta bizantina, Maria Stella Calo' per le età federiciana e angioina), Fabrizio Vona per le officine fusorie e le porte di bronzo.
Un altro elemento distingue la mostra, nell'ottica di una rinnovata indagine sul -territorio- artistico regionale: l'apertura verso nuovi orizzonti culturali con la Sezione Ebraica, realizzata con il sostegno dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane - UCEI, della Comunità Ebraica di Napoli e della Sezione Ebraica di Trani. La cultura ebraica rappresento' un elemento di grande vitalità nel panorama pugliese fino al secolo XVI, epoca in cui sciagurate decisioni discriminatorie provocarono la dispersione della popolazione ebraica, composta da mercanti, artigiani ed anche da intellettuali ed esponenti delle professioni -liberali- (medici specialmente), non di rado di assoluto prestigio; un prestigio che valicava ampiamente i confini stessi della regione, come evidenziano efficacemente in questo stesso catalogo i saggi di Giacomo Saban, che ha la supervisione scientifica della Sezione Ebraica della Mostra, e di Cesare Colafemmina, curatore dell'allestimento della Sezione Ebraica nella Sinagoga Scola Grande di Trani, sede decentrata della Mostra, insieme alla Sinagoga Scola Nova, riaperta al culto ebraico nel 2004.
Completano il percorso la Sezione dei libri manoscritti e dei documenti, affidata a Pasquale Cordasco, e la Sezione musicologica, coordinata da Mariapina Mascolo. I rotoli degli Exultet sono in questa occasione analizzati non dal punto di vista storico- artistico, ma da quello musicale, mentre due rassegne di documenti di codici notati, libri manoscritti e documenti, sono allestite nel museo provinciale -Sigismondo Castromediano- di Lecce, nella basilica di San Nicola e nei musei diocesani di Bari e Trani. Il catalogo, stampato dall'editore De Luca di Roma, presenta una ricca rassegna di immagini in gran parte pubblicate a colori, realizzate in occasione della mostra durante la splendida campagna fotografica di Beppe Gernone (Laboratorio fotografico Soprintendenza BSAE della Puglia).
COMITATO SCIENTIFICO - IL MEDIOEVO Francesco Abbate, Pina Belli D'Elia, Gioia Bertelli, Maria Stella Calo' Mariani, Antonio Cassiano, Cesare Colafemmina, Pasquale Cordasco, Michele D'Elia, Marina Falla Castelfranchi, Gloria Fazia, Clara Gelao, Lucio Galante, Francesco Magistrale, Mariapina Mascolo, Maria Carolina Nardella, Regina Poso, Giacomo Saban, Amedeo Spagnoletto, Fabrizio Vona
Bari, Basilica di San Nicola strada vanese mattine: tutti i giorni hh. 10.30 - 13.00 pomeriggi: dai lunedi' ai giovedi' hh. 15.00 - 18.00 sabati e domeniche: hh. 15.00 - 19.00 info: 080.5231429
Bari, Museo diocesano largo San Sabino, 7 mattine: tutti i giorni hh. 10.30 - 13.00 pomeriggi: dai lunedi' ai giovedi' hh. 15.00 - 18.00 sabati e domeniche: hh. 15.00 - 19.00 info: 080.5231429
Bari, Pinacoteca Provinciale via Spalato, 19 orario continuato: dai martedi' ai sabati hh. 9.30 - 19.00 mattine: domeniche hh. 9.30 - 13.00 chiusura: lunedi' info: 080.5412421-2-3-4-5-6-7
Trani, Sezione Ebraica Sinagoga Scola Grande via La Giudea mattine: dai martedi' ai venerdi' hh. 9.30 - 12.30 sabati hh. 10.00 - 12.00 chiusura: lunedi' info: 0883.021345
Lecce, Museo Provinciale - Sezione manoscritti viale Gallipoli, 28 mattine: tutti i giorni hh. 9.00 - 13.00 pomeriggi: dai lunedi' ai sabati hh. 14.30 - 19.30 info: 0832.683503
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In Bianco
Prima tappa del piu' ampio progetto Variazioni Cromatiche
a curta di Marco Alfano - Alfonso Amendola
Giovedi' 11 marzo 2010, alle ore 19,30, presso la chiesa di Sant'Apollonia, in Via San Benedetto, a Salerno, sarà inaugurata la rassegna In Bianco - Variazioni cromatiche, curata da Marco Alfano e Alfonso Amendola, ideata e organizzata dall'associazione artàpart. L'evento, fortemente voluto dall'Assessore al Turismo del Comune di Salerno Enzo Maraio, propone, in occasione del vernissage, in linea con l'idea del gioco, dell'attraversamento e del rizoma che spinge e sostiene l'associazione promotrice, un -menu' bianco- a cura di "Acquapazza" di Cetara e "Casadelnonno13- di Mercato San Severino.
-In bianco-, prima tappa del piu' ampio progetto Variazioni Cromatiche, e' in collaborazione con galleriastudiolegale di Caserta, la Bottega San Lazzaro e Apollonia Ateliers, consulenza scientifica di Marco Alfano e Alfonso Amendola, patrocinato dall'Assessorato al Turismo e ai Beni Culturali del Comune di Salerno e promosso dal Corso di Laurea in Scienze della Comunicazione dell'Università degli Studi di Salerno.
Silenzio, va in scena il bianco! Bianco dipinto, disegnato, graficizzato, audiovisivo, sonorizzato. Un vero e proprio viaggio nel colore attraverso i segni del contemporaneo (tra pittura, grafica, video-art, design, sperimentazione elettronica, teatro e poesia), con oltre 25 artisti provenienti da tutta Italia che testimoniano una ricerca linguistica coerente sull'idea monocroma del bianco, quasi continuatori di quello slancio e di quei fremiti che agitarono le prime avanguardie del XX secolo.
La mostra come in un gioco di quinte teatrali diventa essa stessa cornice di altri eventi sul tema del bianco, tra cui segnaliamo il finissage del 21 marzo, dove il bianco si mescola ancora e si trasforma in musica elettronica e poesia. La mostra propone opere degli artisti e designer: Giovanni Alfano, Nunzio Battaglia, Daniela Bozzetto, Giovanni Cavaliere, Adriana Del Vento, Pino Falcone, Paolo Gonzato, Lucia Lamberti, Giuseppe Martino, Mimmo Martorelli, Pier Paolo Patti, Eliana Petrizzi, Francesca Pizzo, Giuseppe Restano, Amedeo Sanzone, Girolamo Santulli, Tomoko Sugahara. Mentre tra i musicisti-performer troviamo: Kletus Kaseday, Le Lingue di S.A.D.E., makinef, Playane, framedada.
-In Bianco- e' un invito a -leggere- nelle maglie complesse del colore acromatico per eccellenza, la categoria del bianco come spazio vivido e di continua trasformazione sia negli usi materici e pastosi del pittorico, sia nell'esplorazione digitale della tensione video artistica e sia come -metafora- delle sonorità di un'elettronica che guarda con attenzione a tutte le matrici della contaminazione. -In Bianco- ovvero l'estremo scenario materico e desiderante del nostro -tempo presente-.
Immagine: Mimmo Martorelli
Inaugurazione giovedi' 11 marzo - ore 19,30
Chiesa di Sant'Apollonia Via San Benedetto, Salerno orario tutti i giorni, dalle 18.30 alle 21.30. ingresso libero
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L'interno di Palazzo Roccella farà da sfondo alle opere dei due giovani artisti napoletani Christian Leperino, autore anche del logo della manifestazione, e Angelo Volpe, i quali hanno realizzato una personale interpretazione dei due brand protagonisti.
patrocini: Comune di Napoli Assessorato alla cultura, PAN|Palazzo delle Arti Napoli
telefono evento: +39 0817958630


genere: serata - evento
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Mostra:Memorie, percorsi di viaggio
Luogo:Monza - MilesiLAB
Indirizzo: Via Sirtori 1
Inaugurazione: venerdì 12 marzo ore 18.00 – 21.00
Periodo: dal 12 al 26 marzo 2010
Orario: da martedì a venerdì dalle 15.00 alle 18.00 su appuntamento
Ufficio stampa: Desiree Di Leo – 3381937417 desiree.dileo@yahoo.it
COMUNICATO STAMPA
Mostra personale di Giorgio Maggiorelli, presso lo spazio multifunzionale MilesiLAB di Monza.
La vera arte è dove nessuno se lo aspetta, dove nessuno ci pensa né pronuncia il suo nome. L'arte è soprattutto visione e la visione, molte volte, non ha nulla in comune con la logica delle idee. (Jean Dubuffet)
L’ artista milanese c’invita in un percorso ispirato ai viaggi che vanno dal 1998 al 2009.
Il viaggio inteso come esperienza, come percorso e ricerca di sensazioni e di atmosfere. L’occasione per nutrire lo spirito di diverse culture, diverse immagini e moltitudini di colori.
Le città e i soggetti non sono documentari di viaggio, ma storie di viaggio, non c'è rappresentazione dell'esotico. La distanza tra artista e spettatore è azzerata, infatti si tratta di una narrazione, condivisione dell'universo emotivo evocato da una serie di soggetti ben presenti nell'immaginario "urbano" di tutti noi.
L’artista ci racconta una storia, la "sua" storia, a partire da cose che altri hanno già visto.
Milano, Amsterdam, Oslo, New York e molti altri luoghi. Elementi urbani mischiati a elementi simbolici del vissuto personale. L’Irlanda in particolare a sottolineare la profonda radice tra cielo e terra e vita e morte.
Uno sguardo a volte anche molto visionario che pone le sue radici nei luoghi visitati e nelle atmosfere dell’anima. La prerogativa del continuo passare da sogno a realtà e viceversa come rielaborazione della vita.
Colori intensi atti a sottolineare i contrasti degli umori umani ma anche la forza stessa del colore che è vita.
Un procedimento che nasce come pop art e si sviluppa nel suo contrario, in espressionismo.
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Gino
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INCONTRO DI ARTE CONTEMPORANEA
MARTEDI 16 marzo ore 18,00 (fino al 23 c.m.)
Mostra curata e presentata da
Marilena Mercogliano
“Dell’amore,del dono, del gioco delle donne” per il n° 11 della Rivista d’arte Duetto
Espongono le Artiste:
ANNAMARIA BALZANO, MARIA BELLUCCI, RENATA BOCCHETTI, ADRIANA CACCIOPPPLI, ALMA CARRANO, LAURA COCCHIARARO, IONE DE ROSA, MARILENA MERCOGLIANO, FLORIANA NARCISO, MARIA PETRACCONE, GIOVANNA PIROMALLO, LAURA RAFFAELI, RITA RAGNI, ALMA SAURO, ENA VILLANI.
Partecipazione con Proiezioni video fotoYvonne Carbonaro
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Gino
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L'Eta' della Conquista
Il fascino dell'arte greca a Roma
a cura di Claudio Parisi Presicce - Eugenio La Rocca
Il progetto quinquennale -I Giorni di Roma- si apre con una grande mostra di capolavori dell'arte antica provenienti dai maggiori Musei europei, databili nel periodo successivo alle campagne di conquista in Grecia (dalla fine del III secolo alla seconda metà del I secolo a.C.), uno dei momenti fondamentali per la futura identità culturale e artistica romana, non solo dell'età repubblicana.
L'Età della conquista parte dal momento di formazione dell'Impero romano, quando Roma espande progressivamente il proprio controllo su tutto il bacino del Mediterraneo, dalla Spagna alle coste dell'Asia Minore. In questo periodo si assiste alla formazione di un linguaggio figurativo squisitamente romano, che fa tesoro di tutta la cultura artistica greca, che nel tempo viene recepita, assorbita e modificata. E' questo il periodo in cui l'e'lite al potere avverte, con sempre maggior consapevolezza, il consolidarsi del proprio prestigio e lo esprime attraverso l'arte.
Roma tra il III e il I secolo a.C. diventa l'unica potenza egemone sull'intero bacino del Mediterraneo. A conclusione delle vittoriose campagne militari in Grecia e Magna Grecia, le ingenti quantità di denaro e i ricchi bottini di guerra determinarono un mutamento di gusti che si trasformo' in rivoluzione culturale. Le opere d'arte greche esibite nel corso della processione trionfale dei generali Marcello, Flaminino, Emilio Paolo, Lucio Mummio e Pompeo erano di una qualità mai ammirata prima, talvolta persino in materiali preziosi fino ad allora sconosciuti in città, come perle o pietre preziose.
Al seguito dei condottieri, arrivarono a Roma un gran numero di artigiani greci, architetti, precettori, medici e artisti. Cosi', nonostante la resistenza della fazione conservatrice di Catone, una rapida ellenizzazione muto' per sempre l'Urbe anche attraverso la commistione di modelli greci e romani, come nel caso di uno dei templi di largo Argentina: un edificio circolare, tipicamente greco, costruito tuttavia su un alto podio come consuetudine italica. Un discorso analogo vale per i monumenti onorari: sul basamento delle statue onorarie dei generali romani compaiono iscrizioni in greco, come per la statua bronzea di Flaminio al Circo Massimo. Spesso gli stessi abiti dei personaggi raffigurati sono di fattura greca, come la statua di Scipione Asiageno sul Campidoglio.
Le sezioni Nella prima sezione della mostra, dal titolo Dei e santuari, si presentano fregi e frontoni in terracotta provenienti da alcuni templi: dal consesso di divinità, come il Frontone di san Gregorio dei Musei Capitolini, alle concitate sequenze di battaglia come la Galatomachia dal fregio di Civitalba, provenienti dal Museo di Ancona. Per la prima volta, all'interno del medesimo percorso espositivo, si potranno confrontare opere di artisti greci eseguite in Grecia accanto a opere di grandi artisti eseguite a Roma, come statue di culto dei templi eretti per le grandi vittorie su commissione dei generali: ad esempio nel caso dell'Ercole di Polykles, dei Musei Capitolini, o della Diana da Nemi, conservata al Museo di Copenhagen. Chiude la sezione una sequenza dedicata alle statue di Muse: splendidi esemplari in terracotta dal British Museum di Londra.
La seconda sezione e' dedicata ai Monumenti onorari, dove veniva dato grande risalto alla figura del generale vincitore, generalmente in abiti militari, corazza, mantello e lungo scettro. Dal II sec. a.C. si diffondono nel mondo italico soluzioni figurative nuove: i corpi sono nudi, in posa autorevole, capaci da soli di esprimere le qualità e il carisma della persona onorata. E' il caso delle statue, splendide, dei due generali da Formia, da Cassino (al Museo di Napoli) o da Foruli (al Museo di Chieti). Oggi soltanto di pochi tra i piu' noti condottieri di età repubblicana (Pompeo, Cesare, Ottaviano), esistono ritratti accertati grazie alle riproduzioni sulle monete. In molti casi, le statue onorarie hanno volti la cui precisa identificazione e' ancora oggetto di discussione, come i diversi ritratti di Emilio Paolo, esposti qui insieme: un esemplare da Tirana affiancato ad uno esposto a Palazzo Massimo a Roma.
La terza sezione, Vivere alla Greca offre un approfondimento sull'affermazione del gusto greco in ogni ambito del vivere, persino nel settore degli arredi domestici come candelieri, tavoli, crateri, vasellame prezioso e statue provenienti dal Museo di Palestrina e dalla casa di Giulio Polibio a Pompei, al Museo di Napoli. Mescolando elementi greci di vari periodi, gli artisti svilupparono in quel periodo un nuovo linguaggio figurativo, grazie al quale crearono pitture e sculture del tutto nuove.
Infine, una quarta sezione e' riservata ai Costumi funerari, in cui i romani appaiono meno influenzati dal fascino ellenico rispetto a tutti gli altri aspetti della vita pubblica e privata. Sembrano rimanere infatti legati alla propria tradizione continuando a mostrarsi ancora orgogliosamente avvinti nelle pieghe delle loro toghe, simbolo stesso della cittadinanza romana, e solo raramente sono rappresentati nei mantelli di tradizione greca o in costume eroico, come nel rilievo funerario dalla via Appia a Roma. E i loro volti, sono rugosi e scavati, sono quelli dei vecchi della Repubblica Romana.
Catalogo Skira
Informazioni 060608 (tutti i giorni dalle 9.00 alle 21.00)
Conferenza stampa Giovedi' 11 Marzo 2010 11:00 Roma, Sala Pietro da Cortona, Musei Capitolini, Piazza del Campidoglio
Inaugurazione 12 marzo 2010, ore 18 (su invito)
Palazzo Caffarelli Piazza del Campidoglio 1, Roma Dal martedi' alla domenica ore 9.00 - 20.00. Ingresso consentito fino alle 19 Biglietto d'ingresso intero - 11,00, ridotto - 9,00, ridottissimo - 2,00 gratuito solo per alunni delle scuole elementari e medie, portatori handicap e accompagnatori Musei Capitolini + Centrale Montemartini intero - 13,00, ridotto - 11,00 Come da disposizione di delibera comunale n.32 del 26/03/2009 e data la straordinarietà della manifestazione, in occasione della mostra "L'età della conquista" anche le categorie aventi diritto a gratuità (sotto i 18 anni e sopra i 65) dovranno munirsi di un biglietto ridottissimo del costo di - 2,00. La gratuità e' prevista per alunni di scuole elementari e medie, portatore di handicap e suo accompagnatore e possessori della card RomaPass relativamente all'ingresso ai primi 2 siti
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Gino
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Individuarti
diversita' - integrazione - unicita'. Collettiva
Espongono gli artisti: Carlo Bettin, Maria Pia Camporese, Paolo Camporese, Barbara Codogno e Marcello Mauro, Pietro Dente, Fabio Fobia, Claudio Fornas, Flavio Galletti, Simonetta Giacometti, Franco Giraldo, Lorenza Merlin, Renato Nicole', Giovanni Omodeo, Daniela Pedrocco, Flavio Pedrocco, Paolo Perego, Claudio Pizzo, Vanilla Ragana, Floriana Rigo, Mara Ruzza, franco Storti, Sonia Strkul, Grazia Zattarin, Flavio Zerbetto.
Venerdi' 12 marzo 2010 alle ore 19.00 si terrà all' ex Macello di via Cornaro 1, Padova, l'inaugurazione della mostra collettiva dell'Associazione Culturale Paolo Capovilla -Individuarti: diversità, integrazione, unicità-.
La mostra, patrocinata dal Comune di Padova, verrà presentata dallo storico dell'arte Guido Galesso con la presenza dell'Assessore alla Cultura Andrea Colasio e del Sindaco di Padova Flavio Zanonato. La mostra verrà presentata ufficialmente in conferenza stampa presso il Comune di Padova la mattina del giorno 12 marzo; seguiranno indicazioni precise.
Commenta cosi' la mostra lo storico dell'arte Guido Galesso: -Nel nostro presente contemporaneo viviamo l'inedita esperienza del diverso con una frequenza sconosciuta ai nostri padri, che ci sollecita ininterrottamente a ridefinire i nostri corpi e la nostra mente al cospetto di una scienza e una tecnologia in costante divenire, che ci pone accanto a individui che nei corpi, nella lingua e nella cultura, ieri erano lontani e ora sono immediatamente presenti.
Questa condizione contemporanea ha generato comportamenti di rifiuto, di ostilità, ma anche di interesse e apertura. Chi vogliamo essere? Gli artisti hanno dato individuale risposta a questa domanda, si sono confrontati con i molteplici aspetti dischiusi dalla condizione contemporanea, li hanno declinati nella varietà della loro sensibilità individuale. Hanno messo in gioco la loro individualità, la loro cultura, il loro stile, trasfigurando in immagine, prima e oltre ogni concetto, le paure, le ossessioni e i desideri, individuandosi e individuandoci-.
Presidente Associazione Culturale Paolo Capovilla Roberto Callegari 3356379614
Immagine: Barbara Codogno
Inaugurazione Venerdi' 12 marzo 2010 alle ore 19
ex Macello via Cornaro 1, Padova orario: tutti i giorni dalle 17 alle ore 20, sabato e festivi anche ore 10:30 - 13:30 ingresso libero
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Walter Picardi
Long Lasting Power
Alla sua terza personale nella città partenopea, Walter Picardi presenta per questa occasione un lavoro a tinte forti, dal carattere irriverente e surreale, strettamente in linea con la poetica artistica dal gusto drammatico e cinico a un tempo che caratterizza tutta la sua opera. Long Lasting Power e' una dissacrante e corrosiva operazione di denuncia dei meccanismi spesso perversi che imperano nel sistema dell'arte e insieme un'analisi della Weltanschauung di alcuni dei suoi piu' influenti e potenti operatori.
Un racconto divertito e divertente, dal retrogusto amaro, che delinea i tratti di un universo a tratti opprimente in cui la voce e il pensiero dei defunti continua a esercitare il proprio potere sul presente. Otto urne funerarie disposte in bella posa negli spazi della galleria, ospitano le ceneri di altrettanti personalità illustri del mondo dell'arte (tutte attualmente in vita): artisti, curatori, galleristi, direttori di musei, e non si puo' certo dire che le loro anime riposino in pace. Ancora si agitano nell'aria le loro convulse energie. Infatti, nell'universo funerario messo in scena dall'artista e' tutto un ribollire, a momenti anche caotico e frenetico, di voci, opinioni, affermazioni, disquisizioni, che mai trovano posa e che continuano anche in morte ad essere in vita.
Long Lasting Power si attesta cosi' come la rappresentazione simbolica di un potere che perdura oltre la sua morte (apparente): il potere di chi detiene le sorti del sistema dell'arte e che insiste anche dopo che i suoi attori sono scomparsi. È il perdurare di modi di vedere e di pensare che inquinano anche l'aria di chi vive e di chi cerca di sopravvivere in tale sistema. Long Lasting Power e', infine, la sublimazione di un dolore, un'immaginaria e favolistica narrazione che vede come protagonista un giovane artista vessato dagli opprimenti ingranaggi del sistema (dell'arte) che decide a un certo punto di uccidere gli attori di quell'angusto teatrino i quali pero', ironia della sorte, continuano a vociare rendendo disperatamente inutile l'ingenua impresa dell'artista. Concetta Celotto
Inaugurazione 12 marzo 2010
Galleria Akneos via Nilo, 34 (Palazzo Monte Manso Di Scala) - Napoli Orario: mart - ven 10.30-13.30 e 16.30-19.30, sab su appuntamento Ingresso libero
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design_mostre Andrea Branzi Napoli, Fondazione Plart
Il pettine, oggetto più utilizzato dalle persone e meno progettato dai designer, viene finalmente messo in mostra. Andrea Branzi, attraverso una singolare indagine, ripercorre la storia dell'oggetto fino ad arrivare a nuovi prototipi...
pubblicato giovedì 11 marzo 2010
La mostra alla Fondazione Plart pone al centro un oggetto che affonda le sue radici nella nostra civiltà, ma poco affrontato dal mondo del progetto, che porta con sé una notevole carica simbolica. Gli esemplari storici di pettini in mostra evidenziano la dimensione atemporale di quest’oggetto. Il grande merito di Andrea Branzi (Firenze, 1938; vive a Milano) è stato la capacità di riconoscere la forza di questo piccolo oggetto d’uso quotidiano e di ri-progettarlo. I prototipi realizzati dal designer esulano da ogni tipologia classica e da ogni tipo di definizione: piccoli modelli in bilico tra arte e design. Artefatti dentati, nei quali i tradizionali denti si modificano in vari modi, sintesi di una ricerca figurativa che stupisce. “Oggetti di arredamento del corpo o dell’ambiente; simboli segreti di una persona, dei suoi riti privati, di gesti più simbolici che funzionali. Omaggio alla bellezza spontanea di una donna incerta tra il pettinarsi e spettinarsi”:così li definisce lo stesso Branzi. Realizzando inoltre un’ironica innovazione funzionale oltre che formale con due pettini-trama, appositamente ideati per questo nuovo e inconsueto gesto, lo spettinarsi che lui definisce il più attuale: “Sono gli ultimi oggetti meccanici che servono a mettere ordine in una parte fuori controllo del corpo umano; cioè i capelli. Ma a ben guardare oggi i capelli devono sembrare i più naturali possibile; spontanei, spettinati, arruffati, sapientemente disordinati, simbolo evidente della personalità originale di chi li porta in testa”. Impossibili oggetti contemporanei nei quali la dimensione superflua travalica quella utile, suscitando nuove emozioni. I suoi dodici pettini realizzati in materiale plastico, affiancati a splendidi manufatti della storica collezione Antonini, dimostrano come sia possibile cogliere aspetti inediti del nostro quotidiano osservando piccoli dettagli che, accumulandosi in sequenza, si prestano a molteplici letture. Miscela di una trasparente vanità senza tempo e di aspetti culturali, questa collezione nasce da riflessioni del designer con Maria Pia Incutti, presidente della fondazione e promotrice della mostra. Passione e impegno del designer si combinano alla leggerezza tutta femminile di Cecilia Cecchini che ha curato la collezione dei suoi prototipi e di Patrizia Ranzo che ha curato la parte storica della mostra che raccoglie pettini antichi. Il salto temporale espresso dalla mostra, dai manufatti caratteristici delle arti applicate al design dei pettini di Andrea Branzi, è testimonianza del valore intrinseco che la storia del pettine nel mondo conferisce a questo oggetto, fino alla prima metà del Novecento. E Branzi oggi gli restituisce forma e senso attraverso un progetto sofisticato e nuove modalità esecutive e sperimentali della plastica.
francalma nieddu mostra visitata il 25 gennaio 2010
la rubrica design è diretta da valia barriello
dal 25 gennaio al 15 marzo 2010 Andrea Branzi - Tutte le epoche vengono al pettine a cura di Cecilia Cecchini Fondazione Plart Via Martucci, 48 - 80121 Napoli Orario: da martedì a venerdì ore 10-13 e 16-18; sabato ore 10-13 Ingresso libero Catalogo disponibile Info: tel. +39 08119565703; fax +39 08119565726; info@plart.it; www.plart.it
[exibart]
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Napoli - dal 12 marzo al primo aprile 2010 Mina Di Nardo - NecPlusUltra
L’Artista architetto indossa le vesti della mitologica dea Demetra con Gaia al suo fianco soffermandosi su singoli elementi naturali e mescolandoli tra loro parla di Amore e del Bene che da esso scaturisce per tutta l’Umanità.
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Napoli - dal 12 al 31 marzo 2010 Umut Yamac - Your Place or Mine?
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Napoli - dal 13 marzo al 30 aprile 2010 Arnold Mario Dall'O - Twins
Uno stesso corpo con una doppia anima,teschi di cervo gemelli allo specchio, senza piu’ corna ma trasformati in una nuova realtà: E’ “Twins” il titolo della nuova mostra di Arnold Mario Dall’O.15 lavori tra immagini religiose, cultura popolare, atlanti di medicina, cronaca, pornografia, vasi di pandora da cui animali, segni, oggetti ritrovano voce e nuovo significato.
orario: mercoledì/venerdì 16.30-19.30, sabato 11.oo-13.30 (possono variare, verificare sempre via telefono)
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Napoli - dal 13 al 31 marzo 2010 Fabio Borrelli - youarehere.it
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Mimmo Scognamiglio Arte Contemporanea Napoli/ Milano
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Rifiuti in cerca d'autore
Second Life. Edizione 2010
a cura di Olga Marciano e Giuseppe Gorga
Sabato 13 marzo a Salerno, alle ore 18.00, si svolgeranno le premiazioni della seconda edizione del premio internazionale di pittura e design ''Rifiuti in cerca d'autore - Second life'' organizzata da Salerno in Arte, con il patrocinio del Comune di Salerno e di Legambiente. Nell'occasione al Parco Urbano Ex Salid (Lungoirno) sarà inaugurata anche la mostra collettiva che rimarrà allestita fino a domenica 21 marzo. Il concorso, che mira a far diventare l'arte un mezzo di promozione di messaggi sociali importanti, nella sua seconda edizione ha guardato alla ''questione rifiuti'' con un approccio positivo. «Il tema che abbiamo proposto vuole stimolare in un'ottica positiva, non piu' di denuncia, la riflessione e l'esplorazione del problema dei rifiuti come metafora, creando una interconnessione tra il mondo dell'arte e quello della società contemporanea», ricordano gli organizzatori del premio e curatori della mostra, Olga Marciano e Giuseppe Gorga di Salerno in Arte, i quali per anni si sono dedicati alla pittura ed alle contaminazioni della stessa con materiali di ogni tipo.
Un lungo percorso artistico personale li ha condotti alla costituzione del gruppo Salerno in Arte, convinti che l'arte debba dar voce alle tematiche sociali, gruppo con il quale hanno ideato e curato l'organizzazione del Premio, giunto alla seconda edizione con una scia di successi ed entusiasmi. Non a caso, data la qualità della rassegna, la Gallery Fumi di Londra e' divenuta immediatamente partner costante dell'evento, insieme ad importantissime realtà imprenditoriali, particolarmente sensibili al tema trattato, quali il Pastificio Antonio Amato, Amato Energia, di recentissima costituzione, la Nappi Sud, una delle piu' importanti piattaforme del meridione per lo smistamento dei materiali da imballaggio ed il Consorzio Ecolight, che e' tra i maggiori sistemi collettivi che operano sul territorio nazionale nella gestione dei Raee: primo consorzio per numero di aziende associate e terzo per volumi trattati, Ecolight ha fatto la scelta di sostenere le -cultura del riciclo-. «La nostra collaborazione con Salerno in Arte segue una precisa strategia che abbiamo intrapreso aprendo a febbraio il Museo del Riciclo: un portale web per dare risalto agli artisti che danno nuova vita ai rifiuti, realizzando opere d'arte ed oggetti di design», spiega il presidente di Ecolight, Walter Camarda. «Siamo convinti che occorra una maggiore sensibilizzazione dei cittadini per un piu' attento recupero dei rifiuti; in particolare, questa attenzione deve essere posta sui rifiuti elettronici per i quali da soli due anni la legge impone un preciso iter di raccolta, trattamento e smaltimento».
Il messaggio che colpisce del progetto e' l'aspetto fortemente educativo sotteso alla realizzazione delle opere, che concentra l'attenzione sul problema dello smaltimento dei rifiuti, sulla raccolta differenziata, sul riciclo delle materie riutilizzabili e sulla salute del cittadino, tanto sul piano dei contenuti, quanto sul piano delle forme e dei materiali. L'arte dunque, in questa idea, non soltanto fine a se stessa, ma mezzo di promozione di messaggi sociali importanti. Dopo la bella esperienza ad Ecomondo e a Bari, all'interno del salone Mediterre, dove sono state presentate per la prima volta le opere finaliste del concorso, ''Rifiuti in cerca d'autore - Second life'' si avvia cosi' alla sua fase piu' calda tra conferme e novità.
Nel corso della premiazione saranno individuati i vincitori per la sezione Pittura e per la sezione Design; ai quali verrà attribuito un premio in danaro, del valore di euro 2000,00 ciascuno; inoltre saranno assegnate la Targa della Critica, il Premio On line (votazioni raccolte attraverso il sito degli organizzatori) che darà diritto all'artista vincitore all'allestimento di una mostra personale organizzata da Salerno in Arte, gli attestati di merito alle opere ritenute particolarmente meritevoli e gli attestati di partecipazione a tutti gli iscritti al Premio. Infine, un premio particolare sarà dedicato alla miglior opera realizzata utilizzando i raee grazie alla partecipazione del consorzio Ecolight alla seconda edizione del premio. L'opera scelta diventerà ''opera del mese'' all'interno del Museo del Riciclo. Dopo Salerno le opere di ''Rifiuti in cerca d'autore - Second life'' saranno esposte in diverse località italiane, mentre i vincitori approderanno a Londra alla Gallery Fumi.
Durante la serata di premiazione Salerno in Arte lancerà il Progetto -porta il tuo rifiuto, costruiremo un'opera d'arte-: tutti i visitatori sono invitati a portare un proprio oggetto da buttare, quale una bottiglia di plastica, un sacchetto, una lattina, etc. Come si legge nel relativo spot promozionale, una volta finita, l'opera sarà illuminata e rappresenterà un SIMBOLO, il modo giusto per comunicare un messaggio importante alle future generazioni. Nel corso della colossale collettiva saranno in esposizione circa 150 opere di pittura e design di artisti provenienti da ogni parte d'Italia e anche dall'estero.
Per la pittura: Ali'berri, Giancarlo Barengo, Maria Battista, Serena Bigliani, Olga Brucculeri, Alessandro Calabrese, Secondo Capra, Calogero Carbone, Francesco Carbone, Enrico Carniani, Fabio Massimo Caruso, Rita Giovanna Cavicchi, Giovanna Cigala, Patrizia Maria Cocchiarella, Gianpaolo Cono, Luisa Corcione, Paola Corgnale, Giovanni Coscarelli, Giuliano Crepaldi, Albina De Alessi, Adalgisa De Angelis, Domenica De Luca, Valentina De Luca, Gianni De Paoli, Patrizia De Simone, Luca Di Fede, Elena Di Felice, Carmine Falco, Mario Francese, Maria Antonietta Franciulli, Giancarlo Frezza, Caterina Galderisi, Maria Gambacorta, Margherita Gastaldo, Vincenza Genna, Nanà Hayne', Daniela Iannace, Sabrina Ingenito, Donato Landi, Fabrizio Lavagna, Se'bastien Lemporte, Vincenzo Liguori, Cristina Lisanti, Adele Lo Feudo, Rodolfo Losani, Maria Grazia Lunghi, Marco Lupo, Rosa Maisto, Giuseppe Manneschi, Rita Manzi, Pasquale Mastrangelo, Pasquale Mastrogiacomo, Giuseppe Matera, Domenico Mauro, Eleonora Mazza Ignazio Fabio Mazzola, Lorena Nannini, Sandra Niviano, Mirella Orlandini, Mattia Francesco Pappalardo, Alfredo Passaro, Gavino Pedoni, Marco Perciballi, Luisa Poletto, Nadia Presotto, Paola Rollo, Pino Roscigno, Fabio Sabatino, Se'verine Scalese Urciuoli, Daniela Sciuto, Alfonso Sica, Giuseppe Socci, Giuseppe Sparla, Debora Spera, Lucia Torelli, Lorena Totolo, Cristiano Verde, Rosario Viscido, Cristiana Vitale, Sandra Wieschmann Janssen
Per il design: Giancarlo Aliberti, Carmine Bassi, Federica Battistini, Martina Becattini, Antonella Berlen, Francesco Biasci, Enrico Bonetto, Pier Callegarini, Anna Costantini, Gianfrancesco De Falco, Gianni De Paoli, Matteo Laurora Di Ciommo, Rosaria Di Rienzo, Marzia Dottarelli, Luca Evangelista, Enrico Falcioni, Lufer, Maria Gambacorta, Lorena Giuffrida, Patrizia Grieco, Vincenzo Liguori, Sabrina Locatelli, Renato Luparia, Giovanna Mariani, Domenico Masotti, Bibbiana Tanina Mele, Sauro Montecchi, Fiorella Noci, Pinella Palmisano, Rita Perotti, Giuseppe Piscopo, Caterina Puggioni, Annalisa Ramondino, Alessandra Renzulli, Danila Salvadore, Irene Sarzi Amade', Franco Scalese Urciuoli, Toni Scarduzio, Luigi Scavella, Antonella Staltari, Ulderico Tornincasa, Chiara Martina Jarno Trentin, Francesco Varesano, Alessia Ziccardi, Maria Teresa Zonzi
Inaugurazione Sabato 13 marzo alle ore 18
Parco Urbano Ex Salid Lungoirno - Salerno Ingresso libero
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Napoli - dal 13 marzo al 10 aprile 2010 Luca Anzani / Roberta Della Volpe - 34
Fisheye creative box apre al pubblico con 34, una mostra di Luca Anzani e Roberta Della Volpe. Nella Smorfia napoletana il 34 è la testa (‘a capa) e i lavori esposti sono un’ironica ed elegante rappresentazione del culto dei morti.
orario: da martedì a venerdì ore 11.00 - 13.00 e 16.00 – 20.00. Il sabato dalle 11.00 - 13.00 e 17.00 - 22.00 (possono variare, verificare sempre via telefono)
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Pagani (SA) - dal 13 marzo al 6 aprile 2010 Carlo Ravaioli - Ricordi senza vita
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lunedì 15 marzo 2010
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Della Mitteleuropa e dell'Area del Mediterraneo
Collettiva
Domenica 14 marzo, alle ore 11.00, presso Il Pilastro, via Roberto d'Angio' n.53 - S. Maria Capua Vetere (CE), si inaugura una mostra d'Arte internazionale dal titolo -della Mitteleuropa e dell'Area del Mediterraneo-;
sono proposte opere di artisti italiani: Alinari (Rignano sull'Arno FI), Enzo Angiuoni (Avellino), Augusto Ambrosone (Avellino), Antonia Acri (Brindisi), Giuseppe Amoroso (Sant'Angelo dei Lombardi AV), Michela Angiuoni (Atripalda AV), Lidiana Basso (Remanzacco UD), Luciana Bertorelli (Savona), Bluer - Lorenzo Viscidi (Padova), Letizia Caiazzo (Piano di Sorrento NA), Luigi Francesco Canepa (Albissola Marina SV), Giancarlo Caneva (Cividale del Friuli UD), Giovanni Carino (Morra de Sanctis AV), Laura Carone Francavilla Fontana BR), Conte Luigi (Poviglio RE), Alfonso Coppola (Carinaro CE), Angela De Tommasi, Giacomo D'Alesio (Roma), Claudio Di Lorenzo (Atri TE), M. Teresa Di Nardo (Taranto), Claudio Mario Feruglio (Udine), Tonina Garofalo (Francavilla Fontana CZ), Nicola Guarino (Teora AV), Luigi Ioviero (Piano di Sorrento NA), Marinka (Bari), Paola Guia Muccioli (Roma), Nadia Lolletti (Sulmona AQ), Michele Macchia (Corato BA), Romeo Magnani (Roma), Antonio Manganiello (Pratola Serra AV), Marisa Marconi (Ascoli Piceno), Raffaele Mellino (Massa Lubrense), Mario Migliocchetti (Palestrina RM), Claudio Morelli (Sorrento NA), Donato Pace (Conversano BA), Concetta Palmitesta (Miglianico CH), Roberto Piaia (Sernaglia della Battaglia TV), Tommaso Resta (Mottola BA), Mario Rosati (Roma), Francesco Russo (Caserta), Salvatore Salamone (Caltanissetta), Emanuela Spazzarini (Alessandria), Pippo Spina (Cosenza), Rosa Spina (Catanzaro), Lisbeth Anne-Marie Svensson (Milano), Gianfranco Vasile (Taranto), Gianfranco Zazzeroni (Montesilvano PE)e di artisti europei: Haidvogl Tortora, Bruno Paladin (Rijeka Croazia), Gernot Schmerlaib (Wolfsberg Austria), Gulseren Sudor, Teoman Südor.
All'inaugurazione interverranno, oltre al Presidente della Galleria -Il Pilastro- Gennaro Stanislao, l'artista Enzo Angiuoni ed il critico d'Arte Carlo Roberto Sciascia. La mostra e' accompagnata da un catalogo con cinquanta tavole a colori delle opere e testi critici di Lucia Basile, Massimo Pasqualone e Carlo Roberto Sciascia. L'evento, promosso dalle Associazioni Culturali Arteuropa di Avellino, Ars Supra Partes e Aura di Udine e patrocinato dal comune di S- Maria Capua Vetere, rientra nell'ambito delle attività artistico culturali della Galleria Il Pilastro. L'esposizione proseguirà fino al 28 marzo con il seguente orario di apertura: dal martedi' al sabato 9.00 - 12.00 e 16.00 - 20.00.
Espongono artisti di diversa formazione,alcuni con un'esperienza di oltre quarant'anni di attività alle spalle,formatisi presso Accademie prestigiose che hanno aderito con l'entusiasmo del neofita a questa mostra itinerante che toccherà diverse sedi prestigiose sul territorio nazionale...altri giovanissimi ma già sicure promesse...alcuni usano tecniche difficili e un po' desuete come l'acquerello,che richiede una sicurezza ed una leggerezza particolari e come la scultura in marmo e pietra...,altri sono maestri nella grafica digitale con cui elaborano visioni quasi surreali ... Sono esposte grafiche, pitture,ceramiche e sculture. Una mostra quindi che riflette le diverse ''anime '' dell'arte e che merita di essere vista.
Inaugurazione domenica 14 marzo, alle ore 11.00
Il Pilastro via Roberto d'Angio' 56 - Santa Maria Capua Vetere (CE) Orario: mart-sab 9.00 - 12.00 e 16.00 - 20.00 Ingresso libero
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Napoli - dal 14 marzo al 14 aprile 2010 La Posta del Cuore con Annullo Postale
patrocini: Patrocino morale: ZONTA INTERNATIONAL Area NAPOLI
genere: arte contemporanea, collettiva
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Gino
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Grandisegni. Da Picasso a Burri
Opere di grandi maestri
Torna alla Galleria Blu di Milano una mostra dal titolo Grandisegni, che riprende un'esposizione tenuta nel 1992 e che proponeva "Da Kandinsky a Tinguely", una selezione di rare opere di grandi maestri. Ora, cambiano gli estremi della mostra - si va da Picasso a Burri - ma ci si muove in coerenza con quella scelta, individuando e presentando un nucleo di lavori di alcuni fra i principali artisti del secolo scorso. E, proprio in questa logica, si ripropone il testo firmato da Luca Palazzoli che accompagnava l'invito di quella mostra.
«Un titolo per questa rassegna avrebbe potuto essere "Il segno dei grandi", a sottolineare la grandezza di chi crea forme che prima non c'erano e che ora, esistendo, ci fanno scoprire, avvicinare, elaborare, nuovi spazi di realtà, Grandisegni che valgono piu' di mille parole, mille parole che sono già tutte nel segno. Abbiamo invece voluto che il titolo riflettesse oltre a questa segreta rivelazione propria dell'arte, anche la caratteristica tecnica comune alle opere in mostra: matite, chine, gouaches, acquerelli, collages parlano un linguaggio "primordiale"; la genuina freschezza di segni che si sviluppa sul foglio di carta facilita la risonanza facendo trasparire il "seme" comunicativo nella sua autentica originarietà: eloquente ed ineffabile, assoluto nel tempo e nello spazio.»
Ai visitatori della mostra sono proposte raffinate carte di Balla, Bissier, Braque, Burri, S. Delaunay, Delvaux, Dubuffet, Ernst, Fautrier, Feininger, Fontana, Giacometti, Hartung, Klee, Kandinsky, Leger, Nolde, Novelli, Picasso, Santomaso, Schultze, Schwitters, Tancredi, Tanguy, Tobey e Wols.
Tra di esse spiccano un importante disegno del 1912 di Giacomo Balla, un lavoro cubista del 1929 di Georges Braque dal titolo "Baigneuse", un raro pastello "Étude pour le Bal Bullier" del 1913 di Sonia Delaunay, un acquerello di Wols del 1949 dal titolo "Construction Navale" ed esposto al Museo d'Arte Moderna di Francoforte nel 1965, una gouache di Kandinsky del 1931 esposta alla Kunsthalle di Basilea nel 1945 e appartenuta a David Rockefeller e, infine, un collage del 1924 di Kurt Schwitters esposto nel 2001 nella grande antologica sull'artista tenuta al PAC di Milano e promossa dallo Sprengel Museum di Hannover.
Immagine: Emil Nolde, Landschaft, 1920-25, gouache su carta, cm.35,2x47,7
Ufficio stampa Uessearte - servizi per l'arte via Natta 22 - 22100 Como tel. +39.031.269393 fax +39.031.267265 info@uessearte.it
Inaugurazione: lunedi' 15 marzo 2010 ore 21
Galleria Blu via Senato, 18 Milano da lunedi' a venerdi' 10-12,30 / 15.30-19.00, sabato 15.30-19.00 (chiusa domenica e festivi). Ingresso gratuito
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Goya e il mondo moderno
La relazione tra Goya e altri celebri artisti
Curatori: Valeriano Bozal e Concepción Lomba Nelle sale di Palazzo Reale una straordinaria mostra sul grande pittore aragonese, anticipatore e fonte d'ispirazione dei principali artisti e movimenti degli ultimi due secoli. Un'emozionante rassegna che coinvolge 62 enti prestatori di 15 Paesi diversi, tra privati e Musei internazionali. Oltre 180 opere, tra dipinti, incisioni e disegni, ricostruiscono la relazione tra Goya e altri celebri artisti che hanno segnato il percorso dell'arte degli ultimi due secoli: da Delacroix a Klee, da David a Kokoschka, da Victor Hugo a Miro', da Klinger a Picasso, da Nolde a Bacon, da Kirchner a Pollock, da Guttuso a de Kooning.
L'Assessorato alla Cultura del Comune di Milano e la Sociedad Estatal para la Acción Cultural Exterior di Spagna, in occasione del Semestre spagnolo di Presidenza dell'Unione Europea, presentano nelle sale di Palazzo Reale una straordinaria mostra sul grande pittore aragonese, anticipatore e fonte d'ispirazione dei principali artisti e movimenti degli ultimi due secoli.
Dal 17 marzo al 27 giugno 2010, a Palazzo Reale di Milano, "Goya e il mondo moderno", un'emozionante rassegna che attraverso piu' di 180 opere, tra dipinti, incisioni e disegni, ricostruisce la relazione tra Goya e altri celebri artisti che hanno segnato il percorso dellʹarte degli ultimi due secoli: da Delacroix a Klee, da David a Kokoschka, da Victor Hugo a Miro', da Klinger a Picasso, da Nolde a Bacon, da Kirchner a Pollock, da Guttuso a de Kooning.
"Con questa grande mostra, dedicata a Goya e alla sua concezione di modernità, abbiamo la possibilità, di piu' la necessità, di sentirci fieramente europei e di riconoscere nell'arte la base e l'altezza della nostra irrequieta identità - spiega l'assessore alla Cultura del Comune di Milano Massimiliano Finazzer Flory -. Infatti al centro di questo imponente progetto espositivo di portata internazionale albergano l'amicizia e la cooperazione fra le istituzioni e gli uomini. Del resto, i "numeri" messi in gioco sono già di per se' decisamente esplicativi: 184 preziose opere, 45 altri celebri artisti oltre a Goya, 62 enti prestatori e 15 Paesi differenti coinvolti nell'iniziativa per raccontare "il mondo moderno" nella sua evoluzione, estetica, sensibilità, nei suoi valori e contraddizioni lungo due secoli cruciali per la storia del nostro Occidente". Partendo dall'analisi delle tematiche care al pittore aragonese - l'immagine della nuova società, l'espressione della soggettività, la reazione gestuale, la violenza - la rassegna propone un inedito e stimolante confronto tra Goya e il mondo moderno, di cui il pittore e' stato anticipatore e testimone, come uomo e artista.
L'esposizione, curata da Valeriano Bozal e Concepción Lomba, due fra i massimi studiosi spagnoli di Goya e di arte contemporanea, sostenuta dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, nasce dalla collaborazione tra Sociedad Estatal para la Acción Cultural Exterior (SEACEX), il Ministerio de Asuntos Exteriores y de Cooperación e il Ministerio de Cultura di Spagna, la Fundación Goya en Aragón e Palazzo Reale di Milano. Unʹiniziativa prodotta e organizzata da Sociedad Estatal para la Acción Cultural Exterior (SEACEX), in collaborazione con la società Mondomostre, Palazzo Reale e l'Ambasciata di Spagna a Roma, che vede coinvolte numerose istituzioni italiane e spagnole, in coincidenza con il semestre spagnolo di Presidenza dell'Unione Europea e a testimonianza degli ottimi rapporti esistenti tra i nostri due Paesi.
Goya, "pittore della vita moderna". L'influenza di Goya sull'arte e la cultura contemporanea e' confermata dalla storiografia tradizionale che definisce l'opera dellʹartista come un punto di riferimento per i movimenti stilistici che hanno contribuito a definire l'arte del XIX e del XX secolo: impressionismo, simbolismo, espressionismo, surrealismo. La presenza dell'irrazionalità, l'importanza del corpo, il terrore, la costanza della paura, sono solo alcuni degli aspetti della nuova società su cui quadri, disegni e incisioni di Goya proiettano una luce intensa e riconoscibile. Non sono pochi gli artisti che, direttamente e non, hanno trasformato la pittura di Goya in un punto di riferimento concettuale ed estetico facendo propri i racconti e le pennellate avvolgenti. Il percorso Il percorso espositivo si articola attraverso tre filoni tematici che presentano le opere di Goya accanto a quelle di alcuni fra i piu' influenti artisti del secolo moderno. In primo luogo, viene proposta un'analisi dell'immagine della nuova società, muovendo dal fallimento della struttura politica dellʹAntico Regime, per arrivare allo sviluppo industriale e alla nascita di nuovi collettivi sociali in cui l'individuo afferma la propria soggettività. In seconda istanza, la mostra vuole dar conto della reazione dellʹindividuo al nuovo stile di vita, attraverso la riproduzione di espressioni forti e contrastanti con gli stereotipi comportamentali tradizionali. La rassegna infine presenta una visione della violenza e del terrore, come i tratti piu' negativi della nuova società, che prendono vita sulle tele con colori e rappresentazioni cupe e intense.
La mostra e' organizzata in cinque sezioni: 1. Il lavoro del tempo. I ritratti, dove ritratti e autoritratti danno conto della rinnovata analisi della soggettività, come portato della società moderna (Goya qui si confronta con David, Delacroix, Soutine); 2. La vita di tutti i giorni, con opere che mostrano le conseguenze e le derivazioni di questa nuova società nella vita di tutti i giorni (qui le opere di Goya dialogano con quelle di Daumier, Grosz, Kirchner, Victor Hugo); 3. Comico e grottesco, che intende illustrare il mondo moderno mostrandone gli aspetti piu' assurdi, seguendo una delle chiavi di lettura preferite dal grande pittore spagnolo (le incisioni di Goya qui anticipano le opere di Miró, Picasso, Klee); 4. La violenza, in cui le rappresentazioni della guerra e delle sue drammatiche conseguenze intendono esplorare lʹaspetto piu' nero e terribile della trasformazione della società (le crude immagini di Goya qui si accompagnano a Music, Dali', Guttuso, Picasso); 5. Il grido, chiude il cerchio, restituendo i volti di quella soggettività ammirata nella prima sezione della mostra, ormai deformati dal terrore, ridotti a una lontana parvenza di quel che furono (Pollock, Kiefer, Bacon, Saura qui mostrano di aver raccolto l'eredità del pittore spagnolo).
La mostra La rassegna di Palazzo Reale rappresenta unʹoperazione imponente, che coinvolge 62 enti prestatori di 15 Paesi diversi, tra privati e Musei internazionali. Oltre a quelle di Goya, saranno esposte opere di altri 45 artisti per un totale di 184 pezzi. La mostra offrirà al pubblico una grande varietà di capolavori: l'Autoritratto di Goya dal Museo del Prado e quello di Delacroix dagli Uffizi, lo splendido ritratto di Asensio Julià dal Museo Thyssen- Bornemisza, le raffigurazione del Re Carlo IV e quello della Regina Maria Luisa di Parma dall'Archivio Generale delle Indie di Siviglia, realizzati da Goya grazie al suo incarico di ritrattista di corte in dialogo con la splendida Donna con mantella di Pablo Picasso dal Museu Picasso di Barcellona.
Accanto ai ritratti, suggestive rappresentazioni di vita quotidiana come i Goya L'arrotino dal Museo di Belle Arti di Budapest o La lattaia di Bordeaux dal Museo del Prado, ma anche le famosissime incisioni dell'artista spagnolo provenienti dalla Biblioteca Nazionale di Madrid che anticipano le atmosfere grottesche di Circus Trio di Georges Rouault dalla Phillips Collection di Washington, Lampo nero di Paul Klee dalla collezione Surroca di Barcellona e Donna e uccelli nella notte di Joan Miró dalla Fundació Joan Miró. Sarà possibile apprezzare i celeberrimi toni cupi di Goya nelle opere la Decollazione e Il rogo, accanto ai violenti Madre con bambino morto di Picasso dal Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofía di Madrid e Trionfo della morte di Renato Guttuso dalla Galleria Nazionale dʹArte Moderna di Roma. La mostra chiuderà con opere di forte impatto emotivo: tra le altre, Cristo nell'orto degli ulivi, di Goya, il gigantesco La grande moltitudine 1963, di Antonio Saura, dipinto di oltre cinque metri dal Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofía, Pittura A di Jackson Pollock dalla Galleria Nazionale dʹArte Moderna, Tre studi per un ritratto di Peter Bear di Francis Bacon della Collezione Juan Abelló e Uomo rosso con baffi di Willem de Kooning, dal Museo Thyssen-Bornemisza.
Immagine: Francisco Goya y Lucientes, Autoritratto, 1815. Olio su tela 45,8 x 35,6 cm Museo Nacional del Prado Madrid
Produzione e organizzazione: Sociedad Estatal para la Acción Cultural Exterior di Spagna (SEACEX) Palazzo Reale MondoMostre Fundación Goya en Aragón
Sociedad Estatal para la Acción Cultural Exterior di Spagna (SEACEX) Ruth Fernández tel: + 34 917022660 - fax +34 917 022 661 e-mail: r.fernandez@seacex.es, comunicacion@seacex.es Fundación Goya en Aragon Gabriela Hernández tel: + 34 976484547 - fax +34 976284370 e-mail: ghernandezm@aragon.es
Conferenza stampa 16 marzo ore 12 Inaugurazione 16 marzo ore 19 su invito
Palazzo Reale piazza Duomo, 12 Milano Orari: lunedi', dalle ore 14,30 alle 19,30 martedi', mercoledi', venerdi' e domenica dalle ore 9,30 alle 19,30 giovedi' e sabato dalle ore 9.30 alle ore 22.30 il servizio di biglietteria termina un'ora prima della chiusura Ingresso: intero - 9,00; ridotto - 7,50; ridotto speciale - 4,50 Infoline e prevendite: tel. 02/54910; www.ticket.it/goya Prenotazioni visite guidate gruppi e scuole: tel. 02/6597728; fax 02/6599269; info@adartem.it
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Björn Dahlem
Özlem Altin / Carlotta Sennato
a cura di Francesca Boenzi
opening 25 marzo 2010 ore 19.00
Napoli, Fondazione Morra Greco Largo Avellino, 17
Il 25 marzo alle ore 19 la Fondazione Morra Greco inaugura due nuove mostre negli spazi di Palazzo Caracciolo di Avellino: la personale dell’artista tedesco Björn Dahlem, che presenterà due installazioni già parte della collezione della Fondazione e una nuova installazione realizzata ad hoc e la mostra delle artiste Özlem Altin e Carlotta Sennato che presenteranno i lavori prodotti in occasione della loro residenza, svoltasi nel mese di febbraio negli spazi della Fondazione, a cura di Francesca Boenzi.
La ricerca di Björn Dahlem (1974, Monaco, Germania)è basata sulla traduzione in installazione di modelli cosmologici e di suggestioni provenienti dagli ambiti della scienza, della filosofia, della psicologia e della religione. Realizzate con diversi materiali che comprendono legno, polistirolo, fonti luminose di diverso tipo e oggetti trovati, le installazioni di Dahlem costituiscono ‘habitat mentali’, come li definisce l’artista, visioni totali in cui si fondono elementi provenienti da ambiti disciplinari molto diversi. Aua Extrema (2001) e Das de-sitter-sanatorium (2000) sono due delle installazioni appartenenti alla collezione della Fondazione e che saranno presentate in occasione della mostra.
Il lavoro di Özlem Altin (1977, Goch, Germania) ha origine dalla sua ampia collezione di immagini che include fotografie, disegni e dipinti realizzati dall’artista stessa, insieme a fotografie trovate, materiali fotocopiati da libri e lavori di altri artisti. L’artista focalizza l’attenzione sulle immagini che ritraggono corpo umano e il momento in cui le connotazioni soggettive sembrano essere azzerate, così che il corpo diventa espressione minima di un alfabeto di segni e codici che sottende la rappresentazione. In occasione della mostra l’artista presenterà delle installazioni che attraverso rielaborazione di fotografie, immagini trovate, piccolepitture, interpretano lo spazio in termini di presenze, passaggi, e apparizioni.
La ricerca di Carlotta Sennato (1977, Napoli) è invece principalmente rivolta allo spazio e alla memoria che esso trattiene. L’artista accumula immagini, passa in rassegna i volumi e le superfici rivelandone la natura permeabile e i difetti in cui abitano le tracce di presenze e passaggi. Per la residenza l’artista ha sviluppato un progetto fotografico riguardante gli spazi abbandonati del piano nobile di Palazzo Caracciolo di Avellino.
La Fondazione è aperta dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 14.
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MITO, SOGNO E REALTA’
Il mito è sogno o realtà? E’ sicuramente entrambi. E’ realtà in quanto un oggetto o un atto diventa reale solo nella misura in cui imita o ripete un archetipo mitico. Così la tendenza degli uomini a diventare archetipici, paradigmatici. In questo senso il mito è il reale per eccellenza. Ma noi uomini della storia, secolarizzati, “moderni”, percepiamo la sacralità mitica come ricordo, se va bene, o come oblio.
Molti artisti di oggi vedono questo progresso/regresso come sogno. Ed ecco i surrealisti, i grandi sognatori, interpreti di un passato che non ci appartiene più, nostalgici cavalieri dell’apocalissi profana del mondo mitico.
Salvador Dalì è tra questi, ma anche l’ironico, sarcastico Maurice Henry, nonché Marcel Jean, Svetlana Nikolic sedotta dall’onirismo mistico, Leonora Carrington, artista dei limiti illimitati, del debordare dell’inconscio.
Mentre Mario Borgese incarna la classicità del mito nel suo aspetto sentitamente pagano, in Ezio Cella e Davide Bricchi l’onirismo si fa più nostalgico e sposa tematiche ecologiste, battendosi per un futuro che ora è incubo e sfocia in una crudele “realtà” quotidiana.
Pippo Oriani “sogna” partendo da una meditazione sulle avanguardie cubo-futuriste tra Picasso, Balla e Léger.
Verso lo storicamente reale, nella nuda secolarizzazione, si pongono le opere del maestro della “Neue Sachlichkeit” George Grosz e del meno conosciuto Gerhart Bergmann. Siamo nel postmoderno letterale dell’era-macchina, degli automi e delle caricature di un ricordo.
I pretini di Usellini sono pura “nostalghia”, come i disegni di Walter Crane, sottile interprete di un tranquillo “Sogno di una notte di mezza estate”.
Felicien Rops è stato il controverso illustratore dei poeti simbolisti, influenzato soprattutto dal satanismo “baudelarien” nella completa fusione tra mito e sogno, così come il russo Pirkof che rivisita il mito attraverso un linguaggio tra il simbolismo e il tardoromanticismo. L’estro metafisico percorre, invece, buona parte della pittura di Salvatore Fiume, da qui le sue isole di pietra costituite da architetture immaginate come sculture abitabili, sulla traccia di mitologie di sapore dechirichiano.
Andy Warhol che il mito lo smitizza fondando, nel contempo, il mito d’oggi, elabora una sarcastica meditazione su una società in preda al delirio dell’immagine.
Sottile e delicatamente concettuale è l’opera di Paolo Menon, artista colto che si domanda cosa sia l’oggi per meditare “sognante” sul domani.
Una mostra che partendo da un quesito sul mito passa dai suoi estremi -sogno e realtà- due estremi che nell’opposizione si tengono stretti in un dibattito che forse non potremo mai dichiarare concluso.
DARIO MASSIMILIANO CELLA
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Exposition du 23 mars au 10 avril 2010 / Vernissage jeudi 25 mars 2010 (17h-19h) Exhibition March 23rd to April 10th 2010 / Opening Thursday, March 25th (5-7pm)
BARBER (U.S.A.) FELANDO (U.S.A.)
BARBER
Cette collection est le résultat de plusieurs transitions dans ma vie personnelle et créative. J' ai quitté une banlieue de Los Angeles en Californie pour rejoindre le coeur de la ville, la ou l'on trouve d' anciennes constructions ainsi que des quartiers datant du siècle dernier et servant aujourd hui d' espaces de travail ou pour tout autres usages. Plus
This series began as a result of several transitions in my personal life and creative process. I moved from a suburb of Los Angeles, CA to the downtown area of the city, where many of the older structures and neighborhoods from the beginning of the last century still stand and function as businesses, work spaces and multi-use premises. More
FELANDO
Je souhaitais créer un nid créatif ou je pouvais me sentir en sécurité et libre de créer ce que je voulais, et à présent mes peintures de cire m'entoure tel un amis protecteur. Après avoir coulé la cire, c' est tout un mystère de savoir comment va se placer la cire et j'aime les vrais mystères, j'espère que c'est aussi votre cas. Plus
I wanted to build a creative nest where I felt safe and free to create what I could, and now my wax paintings surround me like a protective friend. Once I pour the wax it's all a mystery where it'll go and I love a good mystery, I hope you do too. Not too many people work with melted wax and I like that. More
Pour en savoir plus sur les artistes/ To learn more about the artists Pour plus d'informations, contactez / For more information, please contact: art@gallerygora.com
Nous sommes situés au centre-ville de Montréal, au coeur du quartier culturel et des affaires, au 279 Sherbrooke Ouest, au coin de l'avenue du Parc et Bleury. La galerie se trouve au second étage. Métro : nous sommes situés à 2 minutes du métro Place des arts (sortie Bleury). Stationnement : nous sommes situés à 2 minutes du stationnement sur la rue Bleury. Le stationnement est à $5 après 17h et durant la fin de semaine.
We are located in downtown Montreal in the heart of the cultural and business district at 279 Sherbrooke West, at the corner of Park Avenue and Bleury. The gallery is on the 2nd floor Metro : Two minutes from the Place-des-Arts Metro (exit Bleury) Parking : Two minutes away from the parking lot on Bleury. $5 after 5pm and on weekends.
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IN OCCASIONE DEL FINISSAGE DELLA MOSTRA C'ERA UNA VOLTA UN FUTURO
il 19 marzo dalle ore 19.00
in via dei Volsci 114/116 roma
presenta SOME SABOTAGE STRATEGIES FROM CENTRAL EUROPE
Eva Jiricka, Kamen Stoyanov, Anna Witt A cura di Lydia Pribisova screening: 19 marzo 2010 dalle ore 19.00 e ROOM 19
Performance di Maria Paola Zedda disegno e ideazione: Maria Paola Zedda musiche: Burzum, Richard Chartier alle ore 20.30
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ada egidio e gian marco volpi
saranno felici di accogliervi all'inaugurazione della mostra
"formato A 4”
di adriano fida
alla presenza dell'artista
sabato 20 marzo 2010 dalle ore 18:00
la mostra si terrà fino al 10 maggio 2010
collezionando gallery via monti di creta 55 00167 roma
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Napoli - gio 18 marzo 2010 La Stagione della Fotografia - Fabio Donato
una serata dedicata al fotografo Fabio Donato, tra le iniziative "Incontri con l'autore", spaziando dall’esperienza di artista di fama, alle fotografie più intime che tanto hanno significato per la sua carriera, fino all’evoluzione professionale negli anni.
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Napoli - dal 18 marzo al 18 aprile 2010 Lorenzo Scotto di Luzio - Se il mio cervello fosse un canestro
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CORRADO LA MATTINA
TRANSAVARIATA
Inaugurazione 19 Marzo ore19
Dal 19 Marzo al 3 Aprile
Un’Opera Gallery
Via Bellini 26, Napoli
A cura di Mariano Ipri, Giuseppe Ruffo e Pietro Tatafiore
La crisi economica globale ha portato con sé diverse problematiche come l’aumento delle questioni che alimentano le tensioni internazionali, insicurezza sociale crescente, inevitabile aumento dei tassi, deficit pubblico con corrispondente aumento delle inadempienze dello stato.
Tutto questo ci fa riflettere sulle ripercussioni della crisi nei confronti dell’arte contemporanea, che come tutti noi sappiamo, è un grandissimo motore finanziario.
L’arte è stata tramutata in merce, per la maggior parte dei casi l’arte senza l’economia non riesce a esistere, proprio come un’auto senza gasolio.
L’artista in vista dell’esposizione nella galleria “Un’Opera” ha prodotto un unico lavoro, utilizzando diverse tecniche e materiali come la pittura, resina, matita e frutta avariata.
La sua opera si rifà al concetto di attraversamento (trans) e dell’aggettivo (avariato) specchio dell’odierna situazione socioculturale, filtrataci dai predecessori dei vari operatori della “società civile”.
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CHANGING ROLE - MOVE OVER GALLERY
“la cosa più pericolosa da fare è rimanere immobili”
Giuseppe Gonella
a cura di Alessandro Cabib
19 Marzo – 7 Maggio 2010
Venerdì 19 Marzo, dalle ore 19.00, presso la galleria CHANGING ROLE in via Chiatamone, 26 Napoli, inaugura la mostra “la cosa più pericolosa da fare è rimanere immobili”, personale di Giuseppe Gonella a cura di Alessandro Cabib.
Un affascinante sincronia senza tempo lega la poetica di uno dei padri della Beat Generation, William S. Borroughs, al lavoro di Giuseppe Gonella; i paesaggi interiori di Gonella trasudano infatti della stessa fame di movimento che caratterizza il romanziere Americano, movimento che non necessariamente si traduce in uno spostarsi fisicamente di luogo in luogo ma può essere meglio interpretato come passaggio attraverso diversi stati emotivi.
“…un mosaico di giornali galleggianti…”
Ciò che salta subito agli occhi quando si osserva un’opera di Gonella è il turbinio di materiali in sospensione che domina la scena. L’artista ci trascina in un mondo vorticoso dove giornali, bucce, cartacce e rifiuti ogni genere confondono la vista così come il limite tra figurativo e astratto al quale i lavori di Gonella sfuggono sempre.
Il caos di oggetti rappresenta secondo l’artista, la moltudine irrequieta diimmagini che ci bombarda nel quotidiano e che si manifesta sotto forma metaforica di rifiuti. L’iperproduttività della società occidentale fa si che oggi tutto si traduca in materiale di scarto, superfluo, macerie. Gonella non sembra però entrare nella dimensione estetica/critica ma accetta l’inevitabilità e, rimanendo nella dimensione esistenziale, ci impone l’osservazione di quanto rimuoviamo.
L’artista, dopo essersi confrontato con una pittura ad acrilico su tela decisamente corposa, sperimenta in questa nuova serie, presentata per la prima volta alla Changing Role, diversi supporti. Il colore comincia a stendersi nei lavori su tavola perdendo così un pò di quella matericità che lo caratterizzava ma mantenendo intatta la vivacità formale. Nel ciclo di opere su carta infine, il gesto si fa definitivamente più leggero trasmettendo tutto il senso della poetica di Gonella. I suo lavori disincarnati inducono forzatamente lo spettatore a scrostare la buccia che separa interno/esterno, forma/astrazione, pieno/vuoto,
calma/agitazione, io/tu, noi/voi in un “cut-up” emotivo che unisce la perizia del gesto ad una sensibilità tipicamente giovanile.
“avanti attraverso il paesaggio sbucciato…”
Forse dunque non è un azzardo definire la piuttura del giovane veneziano “fantascientifica” allo stesso modo in cui lo sono i romanzi di Borroughs. Non una fantascienza intrisa di teconologia e atmosfere futuribili, di spade laser e macchine volanti, ma piuttosto un’indagine dello spazio interno all’uomo: una fantascienza fatta di mutazioni e condizionamenti psichici che trasforma le città in paesaggi oleosi dove il confine tra reale e onirico è trascurabile.
Una fantascienza non detta, inestetica ma sensibile attraverso le atmosfere create dal pennello del giovane artista.
Dopo essersi diplomato presso l’accademia delle belle arti di Venezia ha vinto una borsa di studio di un anno presso la Fondazione BevilacquaLa Masa di Venezia, dove ha esposto anche in diverse collettive tra cui “Spritz Time” nel 2007 e “Suspense” nel2010. Ha già all’attivo diverse mostre all’estero in spazi come The Hockney Gallery di Londra, la Bluetenweiss a Berlino, la Galleria Am Roten Hof di Vienna.
Durante l’ultima Biennale di Venezia è stato inserito in diversi eventi paralleli e concomitanti tra cui la “Personal” e “Imprimatur2” entrambi a cura di Martina Cavallarin.
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fino al 28.III.2010 Dineo Seshee Bopape Napoli, annarumma404
Dal Sudafrica con colore. Benvenuti nella mente e nei ricordi di una giovane artista per la prima volta in Italia, a Napoli. Aspettando che i Mondiali di Calcio contribuiscano a cambiare qualcosa...
pubblicato giovedì 18 marzo 2010
Una sensuale voce femminile declama in inglese le cose (semplici) che ama della vita. A parlare è Dineo Seshee Bopape (Polokwane, 1981; vive a New York), che dall’originario Sudafrica approda per la prima volta in Italia con una personale. Mentre l’ascoltiamo elencare monotonamente come una bambina ciò che ama - dal computer alla famiglia, dai diversi tipi di the agli amici - la vista è colpita dai magici colori del suo mondo, della sua Africa, come il verde che ricopre il pavimento, riferimento diretto alla natura e alla libertà, o come le piante disposte accuratamente, come per addobbare un ufficio. E interessante è il contrasto tra questo verde e gli oggetti tecnologici che sono disseminati nello spazio fisico-mentale dell’installazione. Gli schermi piatti di televisori e computer. E poi le tele, i collage, i cavalletti. Sembra lo studio di un manager. Anzi no, quello di un artista. O quello di un grafico. Anzi no, un giardino. È tutto questo, e molto altro ancora, lo spazio creato dalla brillante Bopape, un work in progress colorato e vivo. Non c’è titolo più azzeccato di I like to remember things in my own way per presentare l’installazione site specific. Da subito, infatti, si è invasi da un mare di colori, di suoni, di suggestioni, di oggetti apparentemente esposti senza motivo.
La giovane Bopape vuol rendere partecipe il visitatore del suo mondo interiore, destrutturando forme e oggetti della sua cultura per poi dar loro nuova forma e nuova vita. Quasi fellinianamente, Bopape accumula e affastella un suo personale amarcord, reinterpretando saggiamente gli episodi fondamentali della sua vita. E lo fa attraverso i mezzi espressivi a lei più congeniali, dalla pittura alla fotografia fino al video. E spesso è la sua stessa immagine a far capolino nei filmati, nelle istantanee, nei flash di vita e di pensiero che esplodono incontrollati, vitalissimi, incontenibili. Sorprendente è come dall’apparente caos visivo la giovane artista riesca a trarre segni, motivi, colori, umori che bene ne contraddistinguono il mondo interiore, riuscendo a tessere una tela fitta dalle cui maglie è impossibile sfuggire.
Anche nella sua Polokwane arriveranno gli imminenti Mondiali di calcio. Speriamo portino prosperità e luce ad artisti vitali come Dineo Seshee Bopape. Una ragazza che diviene artista nel momento stesso in cui decide di offrire al visitatore la propria esperienza, i ricordi, le sensazioni, gli oggetti della sua vita, presentandoli e manipolandoli in her own way.
dall'undici febbraio al 28 marzo 2010 Dineo Seshee Bopape - I like to remember things in my own way Galleria Annarumma404 Via Carlo Poerio, 98 (zona Chiaia) - 80121 Napoli Orari: da martedì a venerdì ore 16-19.30 Ingresso libero Info: tel./fax +39 0810322317; info@annarumma404.com; www.annarumma404.com
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Due Mostre
Unless I dream of one tonight - James Yamad / Blind Mirror
Gallery A: -Unless I dream of one tonight- - James Yamad
Le contraddizioni del rapporto tra natura e progresso tecnologico nello sviluppo del sistema capitalistico globale sono strettamente correlate alla ricerca del lavoro di James Yamada (North Carolina, 1967 - vive a lavora a New York). Utilizzando un linguaggio che evolve di pari passo con la tecnologia l'artista riflette sulle continue modificazioni culturali, sociali ed ambientali, evidenziando il declino morale e biologico di una società frenetica e consumistica.
Paesaggi naturali ed artificiali sono spesso ibridati dall'artista che evidenzia ironicamente un confine sempre piu' labile ed indistinguibile. Misurandosi con diversi media (fotografia, pittura, scultura, video) Yamada smaschera l'impossibilità di imbrigliare il linguaggio in un codice univoco ma anche la volontà di lasciare allo spettatore una libera e del tutto autonoma possibilità di scelta e di interpretazione. Con -Unless I dream of one tonight-, quarta personale nella Galleria Raucci/Santamaria, l'artista prosegue la sua ricerca muovendosi in bilico tra il sogno e le paure che alimentano la realtà.
Una serie di nuove pitture a smalto su alluminio raccontano infatti dell'ascesa della Cina, vista come una minaccia psicologica ed economica, per il predominio sulla cultura americana e occidentale. Tali dipinti sono concepiti come cartelloni pubblicitari che simbolicamente richiamano ai capisaldi del mercato globale, presentando due scritte in mandarino i cui idiogrammi recitano "Casa in vendita" e "Spazio disponibile". Accanto ad essi una serie di immagini digitali su un tessuto tipico del Nord Carolina sottolineano la paura di una società sempre piu' dipendente dai paesi asiatici che hanno fatto della manodopera a basso costo il proprio vessillo vincente. Una paranoia che diventa riflessione sull'importanza di un linguaggio simbolico codificato che rappresenta anche uno scontro tra culture, in bilico tra identità nazionalistiche ed economia di consumo.
Una paura che trova rifugio nel sogno, formalizzato in una scultura alta due metri, un arcaico monolite di plexiglass scuro al cui interno una luce e' illusoriamente moltiplicata all'infinito. Alla sua estremità un proiettore trasmette in loop una serie di diapositive di ombre cinesi di animali. Le immagini variano da riconoscibili ad astratte imitando non solo il mondo dell'infanzia ma anche un'epoca passata, quando l'intrattenimento era piu' semplice, nel desiderio di un'esperienza meno mediata che puo' ancora suscitare meraviglia.
La stessa ispirazione e' presente anche nella scultura composta da un calco di un polistirolo, come una torcia affondata in parte nella neve. Immagine onirica come lo scaldarsi accanto ad una flebile quanto ingannevole fiamma. Yamada prova ancora una volta ad indurre il fruitore ad un'estesa riflessione, mediata da immagini evocative: al pensare in termini critici alle conseguenze delle costanti modifiche ambientali ed economiche, alla repentina ed irrefrenabile degenerazione della natura umana.
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Gallery B: -Blind Mirror-
Danilo Correale - Liz Deschenes - Karl Haendel - Benoit Maire - R.H. Quaytman - Eileen Quinlan - David Robbins - Cheyney Thompson - Johan Thurfjell
Le immagini riflesse non sempre sono oggettive. Nella comprensione di cio' che ci restituisce il riflesso della nostra immagine, in senso esteso, intervengono diversi fattori, soprattutto psicologici, che adattano l'immagine all'accettazione o al rifiuto. Tradizionalmente si e' portati a pensare che nella fotografia, in virtu' delle sue caratteristiche documentative di trascrizione del reale, risieda essenzialmente il carattere dell'oggettività. Paradossalmente pero' in questo mezzo squisitamente tecnico di registrazione del reale, intervengono caratteristiche personali, limitazioni ottiche e spaziali ed anche quelle sperimentali della tecnica fotografica che sovvertono l'asserzione della sua indiscutibile oggettività. Anche la tecnica usata per la produzione di un soggetto fotografico puo' essere connessa al materiale impiegato o ad altri gradienti formali tali da riconsiderarla, alla stregua della pittura o del disegno, come un mezzo di reinvenzione del reale. La trama del supporto, la qualità dei composti chimici, il tempo legato all'esposizione, ed infine le nuove tecniche di riproduzione suggeriscono riflessioni sempre diverse.
Il concetto di riproducibilità dell'opera, legato anche ad una massiccia diffusione dell'immagine e quindi della sua commercializzazione, e' oggetto di nuove analisi fino ad arrivare allo studio degli infinitesimali punti che la compongono. Il carattere mitologico della riproduzione di un'immagine, nell'accezione della -gorgonizzazione- del reale, non solo assume nuove caratteristiche formali, che ibridano la pittura con la foto, ma puo' anche portare a ripensamenti di caratteristiche filosofiche e concettuali della rappresentazione. Cio' puo' far supporre che il reale non basti piu' e che la sua reinterpretazione possa determinare un nuovo sentimento, sia poetico che analitico. Cio' puo' indurre a riflettere sulla reale considerazione del contenuto dell'immagine, alienando da essa i preconcetti seduttivi della sua sistematica assimilazione e duplicazione della passiva accettazione.
E' ovvio che parlando di arte si debba considerare la capacità e la ravvivata volontà da parte dell'artista di riformalizzare, con nuove tecniche, sperimentazioni e nuovi studi, cio' che e' implicito nei messaggi sublimali dei codici delle immagini sino all'astrazione dei contenuti dell'oggetto preso in considerazione. Non sempre la strada da intraprendere e' facile. Ed e' tortuosa la via di chi si propone di guardare al di là del retro dello specchio.
-Blind Mirror- - Artisti in mostra
DANILO CORREALE (Napoli, 1982 - vive e lavora tra Napoli e Berlino) Le immagini collassate di Danilo Correale nascono dalla ricostruzione e dall'approfondimento della Storia non ufficiale e secondaria. Attraverso un lavoro di decompressione l'artista demistifica la complessa relazione tra iconografia e la decodificazione di un immagine. In particolare Correale analizza le caratteristiche tecniche della fotografia ed il modo in cui il fruitore la percepisce, assemblando per la mostra una serie di immagini, apparentemente astratte, tratte da alcune delle piu' celebri ed ormai iconiche fotografie della storia del mondo.
LIZ DESCHENES (Boston, 1967 - vive e lavora a New York) Il lavoro di Liz Deschenes e' basato sulla percezione, la sua fotografia e' del tutto priva di ogni caratterizzazione rappresentativa, perche' piu' che la riproducibilità dell'immagine l'artista evidenzia il valore del mezzo fotografico stesso. Tutti gli scatti sono simultaneamente raffigurazione e astrattismo, illusioni ottiche o specchianti monocromi costruiti attraverso molteplici fasi di trasposizioni e manipolazioni.
KARL HAENDEL (New York, 1976 - vive e lavora a Los Angeles) La realtà di Karl Haendel e' filtrata dal suo disegno, la matita e' infatti per l'artista come un traduttore di oggettività da cristallizzare, decodificare e focalizzare. Gli otto disegni in mostra, lavoro unico, sono tratti dalle fotografie di tutti gli orologi presenti nella casa dell'artista: non una pedissequa copia della realtà ma una riflessione su come il tempo sia simile ad uno specchio, come una schiavitu' con cui e' sempre necessario relazionarsi, indicatori delle ore (e dell'età) che passano.
BENOÎT MAIRE (Pessac, 1978 - vive e lavora a Parigi) Laureato in arte e Filosofia, Maire combina le due discipline con la teoria estetica e la letteratura approdando ad un'arte concettuale dalle forme spesso minimali, senza tuttavia tralasciare l'aspetto narrativo dell'opera. Cosi' in -Testa di Medusa-, la gorgone, formalizzata come una stilizzata testa di bronzo e come una pittura semi-astratta, e' condannata a fissare se stessa, fermando lo sguardo in una pietrificata sospensione a-temporale.
R. H. QUAYTMAN (Boston, 1961 - vive e lavora a New York) Selezionata per una personale al Museum of Modern Art di San Francisco e per la prossima Biennale del Whitney, R. H. Quaytman basa il suo lavoro sull'archiviazione e l'integrazione della pittura con astrazioni ottiche, fotografie serigrafate ed elementi di trompe l'oeil. Attraverso l'uso di queste tecniche, lo studio dei materiali e dei processi di produzione l'artista invita a guardare a storie perdute in qualche modo connesse al contemporaneo, esplorando sempre nuove situazioni in cui la pittura puo' essere vista e compresa.
EILEEN QUINLAN (Boston, 1972 - vive e lavora a New York) Eileen Quinlan indaga la falsa valenza dell'immagine fotografica che, secondo la sua poetica, non e' una finestra sul mondo, ma piuttosto uno specchio. Le sue fotografie analogiche nascono infatti da un lento processo di interazione tra specchi, luci colorate e fumo; un'astrazione che va oltre un'accattivante bellezza formale, in un gioco di moltiplicazione e frammentazione di un'immagine specchiante che non riflette nulla.
DAVID ROBBINS (Whitefish Bay, 1957 - vive e lavora a Milwaukee) Protagonista della scena neo-concettuale americana della seconda metà degli anni '80, David Robbins esplora attraverso il video, la scultura e la fotografia le relazioni astratte tra identità e luogo, smascherando ironicamente le dinamiche del teatro nel fenomeno della spettacolarizzazione dell'arte contemporanea.
CHEYNEY THOMPSON (Baton Rouge, 1975 - vive e lavora a New York) Il nucleo della ricerca dell'artista americano Cheyney Thompson e' la storia, la pratica, la circolazione e la fruizione della pittura. Attraverso una serie di processi compositivi l'artista rende enigmatica la distinzione tra astrazione, realismo e fenomeni di percezione. I dipinti della sua ultima produzione compongono un immaginario puzzle visivo, apparentemente astratto, basato sui colori complementari e su dati numerici e statistici; pitture legate alle riproducibilità delle immagini, ma distorte quanto basta da essere rese uniche.
JOHAN THURFJELL (Solna, 1970 - vive e lavora a Stoccolma) Le opere dello svedese Thurfjell sono spesso caratterizzate dall'interazione tra forma visiva e sottotesto narrativo. Attraverso dipinti e sculture l'artista ricostruisce storie di sogni, il senso di perdita e di nostalgia. Il lavoro in mostra presenta quattro acquarelli sbiaditi (caffe' su carta) racchiusi in vecchie cornici. I dipinti, semplici astrazioni monocromatiche, alludono alla rimozione di vecchi ritratti fotografici: le tracce lasciate delle fotografie mancanti invocano l'assenza e la sparizione di un soggetto passato.
Immagine: Eileen Quinlan
Inaugurazione venerdi 19 marzo 2010, dalle 19 alle 21,30
Galleria Raucci/Santamaria Corso Amedeo di Savoia 190 - Napoli Orari: dal lunedi al venerdi, dalle 11 alle 13,30 e dalle 15 alle 18,30 ingresso libero
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Patrizio Di Massimo
Col Sole in Fronte
Col Sole in Fronte si apre al piano terra della galleria col video Duetto per Cannibali. Il lavoro e' stato commissionato dal Comune di Milano e della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo con lo scopo di ritrarre un ragazzo africano, Abdullay Kadal Traore, da anni trasferitosi in Italia. Ho accettato la commissione ma non il fatto di mettermi dietro la camera e riprendere Abdullay come soggetto esotico. Il video si sviluppa quindi come un dialogo, o duetto, dove insieme ragioniamo sulla possibilità di mettere in scena una mia proposta per la commissione, che prima lui accetta e poi rifiuta, rivelando il limite intrinseco oltre il quale, anche se entrambi pagati, non siamo disposti ad andare.
Al piano superiore la mostra prosegue con la doppia video-installazione Faccetta Nera, Faccetta Bianca. Il disegno che in Duetto per Cannibali mostravo ad Abdullay diventa immagine attraverso l'utilizzo di due attori e uno studio fotografico. La video installazione lavora in maniera dicotomica e letterale sul tema della differenza, acquistando il suo vero significato quando e' messa in relazione con l'errore d'interpretazione che accompagna le canzoni in questione. Faccetta Nera era stata infatti composta per tentare di attribuire all'invasione coloniale dell'Etiopia (1935) una motivazione nobile, incitando al connubio tra italiani e abissini, mentre Faccetta Bianca come successiva richiesta da parte del regime che non aveva gradito la prima lirica. Faccetta Bianca provo' quindi a ribaltare tutto questo senza tuttavia ricever il consenso popolare di chi ancora canta Faccetta Nera identificando in quel -Nera- il colore di un'ideologia. Faccetta Nera, Faccetta Bianca:
Se tu dall'altipiano guardi il mare/Moretta che sei schiava fra gli schiavi/Vedrai come in un sogno tante navi/E un tricolore sventolar per te/Faccetta nera, bell'abissina/Aspetta e spera che già l'ora si avvicina!/quando saremo insieme a te/noi ti daremo un'altra legge e un altro Re/Faccetta nera, piccola abissina/ti porteremo a Roma, liberata/DAL SOLE NOSTRO TU SARAI BACIATA/Sarai in Camicia Nera pure tu/Faccetta nera, sarai Romana/La tua bandiera sarà sol quella italiana!/Noi marceremo insieme a te/E sfileremo avanti al Duce e avanti al Re!
Faccetta bianca, quando ti lasciai/Quel giorno al molo tra il fumo del vapore/E insieme ai legionari m'imbarcai/l'occhio tuo nero fisso era sul cuore/Era commosso al par del cuore mio/Mentre la mano mi diceva addio/Faccetta bianca, amore mio/Pallida, stanca, faccetta addio!/Faccetta bianca si va dove s'e' stati/nella trincea mi torna già alla mente/in mezzo a tanti visi affumicati/IL TUO VISINO PIU' DEL SOL SPLENDENTE/Quasi in contrasto a quelle facce nere/e' fiamma e luce tuo bersagliere/Faccetta bianca, sola mia passione/Verrà quel giorno che con commozione/Ti stringerà al suo petto il bersagliere/E la tua bella faccettina bianca/Si poserà sulla medaglia stanca!
Al sole, che ancora si dice sia il petrolio dell'Italia, fa riferimento tutta la mostra, alle nostre teste e facce, alla luce di un dialogo serrato tra la società italiana contemporanea e lo specifico passato coloniale. Attraverso l'utilizzo e la citazione della canzone che intreccia tutti i lavori e manifesta legami storici, culturali e d'immagine. La mostra prosegue poi con una selezione di disegni realizzati durante il 2009.
Infine Col Sole in Fronte e' questo comunicato stampa, che spiega se stesso come opera all'interno della mostra. Si spiega e si dispiega e tutt'intorno cerca quel posto al sole, che e' l'Italia, che dovrebbe essere l'Italia, ma che non e' mai stata.
Và... cuore mio da fiore a fior/con dolcezza e con amor/vai tu per me .../Và... che la mia felicità/vive sol di realtà vicino a te.../Voglio vivere cosi'/COL SOLE IN FRONTE/e felice canto/beatamente.../Voglio vivere e goder/l'aria del monte/perche' questo incanto/non costa niente/Ah, ah! Oggi amo ardentemente/quel ruscello impertinente menestrello dell'amor/ah, ah! La fiorita delle piante/tiene allegro sempre il cuor/sai perche'?/Voglio vivere cosi'/col sole in fronte/e felice canto/canto per me./Ah, ah! Oggi amo ardentemente/quel ruscello impertinente/menestrello dell'amor/Ah, ah! La fiorita delle piante/tiene allegro sempre il cuor/sai perche'?/Voglio vivere cosi'/col sole in fronte/e felice canto/canto per me!
Patrizio Di Massimo. Amsterdam. 01/03/10 Opening 19 Marzo 2010, h 19
T293 Via Tribunali 293 - Napoli Mart - Sab, 12 - 19 ingresso libero
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L'audace Bonelli
L'avventura del fumetto italiano
Dal 19 marzo al 9 maggio 2010 il PAN| Palazzo delle Arti di Napoli ospiterà una grande mostra dedicata alla piu' prestigiosa casa editrice di fumetti made in Italy, la gloriosa Sergio Bonelli. La mostra, promossa dall'Assessorato alle Politiche Giovanili, in collaborazione con l'Assessorato alla Cultura del Comune di Napoli e il PAN, a cura di Napoli COMICON e Sergio Bonelli Editore, e' inserita nel progetto VisioNa 2010, e s'intitola L'Audace Bonelli.
L'avventura del fumetto italiano. Il percorso espositivo si articola in circa 200 tavole originali dei maggiori artisti che hanno lavorato e lavorano per la Bonelli, in una collettiva che prevede opere di decine di disegnatori, attraverso alcune sezioni tematiche, incentrate in particolare sulla storia e i primordi della Casa editrice, sui grandi personaggi, sulle firme prestigiose, italiane ed estere, sui progetti attuali e le prospettive future, e infine sulla nutrita "scuola campana". Questi sono anni di ferventi celebrazioni per il mondo del Fumetto, nel mondo e in Italia. E il fumetto italiano ha spesso un cognome ricorrente, Bonelli.
Gianluigi, in primis, di cui da poco (2008) si e' celebrato il centesimo anniversario della nascita e di cui in questo 2010 si celebrano i 70 anni dall'acquisto delle edizioni Audace, che si trasformarono nell'attuale casa editrice piu' importante d'Italia, sotto la guida, nel dopoguerra, della moglie Tea, e poi del figlio Sergio, il cui nome significa da piu' di trent'anni garanzia di pubblicazioni popolari di qualità e successo. Negli anni, Napoli COMICON ha sempre collaborato con la storica Casa milanese, per mostre, ospiti ed eventi.
Era giunto, pero', il momento di omaggiare la Sergio Bonelli Editore con una grande esposizione a 360 gradi che possa fare il punto su un fenomeno editoriale unico nel mondo della Nona Arte mondiale. Si darà largo spazio ad alcuni dei personaggi e delle saghe pi&u! grave; n ote tra gli appassionati, e non solo, della Letteratura Disegnata, che hanno attraversato decenni di storia italiana, mantenendo inalterata la qualità: innanzitutto Tex, naturalmente, e Dylan Dog, oltre a Martin Myste're, Magico Vento, Napoleone, Julia, Dampyr, Brendon, Nathan Never, Zagor, Mister No, Comandante Mark, Piccolo Ranger, fino ai recenti Brad Barron, Volto Nascosto, Caravan e Greystorm.
È fondamentale rimarcare la peculiarietà tutta italiana dell'ormai paradigmatico albo popolare bonelliano, un caso che non ha raffronti al mondo e che vede serie -aperte-, con cadenza quasi sempre mensile, affidate a valenti sceneggiatori, e a un'enorme fucina di talenti e a molte affermate matite, nella maggior parte di autori italiani. Gli albi sono rigorosamente in bianco e nero, tranne alcuni numeri dichiaratamente -speciali-. Una vera industria del fumetto, insomma, che ha anche il paradosso di essere gestita in maniera -familiare-, mantenendo un'umanità e un'umiltà che si ritrova, ad esempio, nello scarso sfruttamento commerciale del proprio prodotto, per volontà di Sergio Bonelli in persona e dei suoi fidati collaboratori.
Particolarmente curato sarà l'apparato informativo della mostra, sia nel ripercorrere l'aspetto storico, che per la descrizione bio-bibliografica. Larga parte sarà poi dedicata agli albi e alle pubblicazioni, italiane ed estere, con un intenso lavoro di ricerca tra storici e collezionisti. Il tutto incastonato in una evocativa cornice scenografica, che colpisca lo spettatore anche con apparati multimediali e contenuti interattivi, con l'ausilio di computer e filmati, materiali già esistenti e prodotti per l'occasione. La presenza di molti dei disegnatori e dei protagonisti, a partire dallo stesso Sergio Bonelli, catalizzerà l'attenzione nei due mesi della mostra, con incontri, dibattiti, pubblicazioni e sedute di autografi programmate in u! n calend ario di eventi che tengano vivo l'interesse per l'esposizione.
PAN - Palazzo delle Arti di Napoli via dei Mille 60 - 80121 Napoli orari: -da lunedi a sabato ore 9.30-19.30 - domenica e festivi ore 9.30-14.30 chiuso il martedi'- ingresso libero
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Cosmesi
The Last Picture Show_Ghostrack
Ebbene si, dopo 5 anni, la ricerca di NOTgallery chiude i battenti. Nella prossima primavera la NOTgallery che e' stata conosciuta fino ad ora non ci sarà piu': ha scelto di evolvere.
NOTgallery resterà il nome dello spazio fisico, ma questo ospiterà un progetto che sarà presto annunciato al pubblico. Il compito che si e' data NOTgallery e' stato quello di interrogarsi se avesse ancora senso l'esistenza di una galleria d'arte ai giorni nostri: un luogo che ha ereditato il proprio ruolo sociale e culturale dal passato, da quegli antichi salotti borghesi, dove artisti, intellettuali e scienziati incontravano ricchi mecenati e collezionisti che ne avrebbero potuto finanziare la ricerca, dai quali pero' l'arte visiva e' stata per cosi' dire "estrapolata" ed e' diventata un prodotto di mercato - colto, raffinato, spesso unico, ma sempre un prodotto, il cui valore di mercato non combacia con la sua importanza storica.
Col nostro lavoro, ci siamo resi conto che attraverso la sviluppo tecnologico e la comunicazione in rete e' possibile entrare in contatto con forme di ricerca mai prima immaginate, per le quali la fisicità dell'opera d'arte, il suo possesso, ed il suo valore materiale sono concetti che vanno assolutamente ripensati e proposti in modo diverso.
Fino a che si e' interrogata su cosa sarebbe potuta diventare una galleria d'arte, in un epoca globalizzata dal rapido sviluppo tecnologico, lo spazio non ha potuto che chiamarsi NOTgallery: una modaltà di ricerca che, a partire dal ruolo che hanno assunto le gallerie d'arte, ha cercato di superarlo, andare oltre, senza pero' essere in grado ancora di poter affermare che cosa una galleria sarebbe potuta diventare (di qui l'uso semplice della negazione NOT).
Ora che questa ricerca si e' conclusa e che NOTgallery e' finalmente in grado di dare una concreta proposta su un possibile sviluppo dell'arte in futuro, la negazione non serve piu', ma...
Come ultima proposta espositiva del "vecchio ciclo" abbiamo preparato al pubblico una sorpresa: un vero e proprio spettacolo, un evento pensato specificamente per lo spazio della NON galleria, anticipando quella che sarà la sua funzione del futuro, non piu' luogo espositivo ma luogo abitativo per l'arte. L' evento, dal titolo GHOSTRACK ha come protagonista Cosmesi (Eva Geatti e Nicola Toffolini).
Cosmesi si costituisce come gruppo di ricerca nel 2001. Eva Geatti si forma come performer lavorando con compagnie teatrali già affermate nella ricerca, come Motus, Teatrino Clandestino e Masque Teatro. Nicola Toffolini indaga diversi aspetti dell'arte, allestisce esposizioni personali e collettive e contamina la ricerca teatrale con le competenze acquisite negli ambiti del design o del disegno. Nel 2003 Cosmesi presenta il suo primo lavoro, Avvisaglie di un cedimento strutturale. Seguono negli anni successivi opere diverse, studi, site specific, performance e nuovi progetti teatrali, come Bionda I interno 5, Prove di condizionamento per il Premio Scenario, Mi spengo in assenza di mezzi, anch'esso ospitato a Udine per Teatro Contatto nel 2007, spettacolo immerso nel buio in forma di contestazione contro il disinteresse delle Istituzioni verso il teatro contemporaneo.
Fra le ultime performance Cumulonembi alla mia porta, mentre nel 2008 Cosmesi presenta a Santarcangelo e a Mittelfest Lo sfarzo nella tempesta, dove la compagnia declina in forma sicura e personale il suo rapporto con lo spazio scenico autonomo creato, le macchine, l'uso del suono che disegna paesaggi acustici, l'azione di due performer. Nella primavera 2009 Cosmesi ha iniziato una residenza creativa a Udine allo Spazio Teatro Capannone ospite del CSS Teatro stabile di innovazione del FVG, che da quest'anno e fino al 2011 affianca questa compagnia emergente nel suo percorso produttivo, a partire da Periodonero, di cui il CSS e' co-produttore assieme a Centrale Fies, promotrice del Festival Drodesera, dove lo spettacolo ha debuttato in prima assoluta .
Opening Venerdi' 19 marzo 2010 - ore 19,30
NOTgallery Piazza Trieste e Trento, 48 Napoli orari: mart-sab 16-20 ingresso libero
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Undefined borders for unlimited perceptions
La collettiva inaugura i nuovi spazi espositivi
La Blindarte contemporanea e' lieta di invitarti sabato, 20 marzo 2010 dalle ore 19 all'opening della mostra Undefined borders for unlimited perceptions che inaugura i nuovi spazi espositivi della galleria a Napoli, in via Caio Duilio 10.
Il group show prevede la partecipazione di 13 artisti, quasi tutti già in stretto rapporto con la galleria, invitati a confrontarsi con il titolo della mostra nell'ambizioso tentativo di svelare, ognuno attraverso le proprie personali ricerche, uno dei momenti piu' interessanti del processo creativo.
Non e' credibile una realtà in cui non siano presenti confini, limiti e regole; una realtà dove lo spazio, il tempo e le azioni non siano definite entro schemi spesso rigidi e precisi. Continuamente, per esterne imposizioni o per personali considerazioni, ci imponiamo regole che, sempre piu' invadenti, chiudono nuovi confini e limitano i nostri pensieri. Tuttavia molti di questi limiti non appaiono cosi' netti, cosi' ovvi, ma ci derivano dall'appartenenza a gruppi, culture, tradizioni che, se da un lato offrono garanzie, dall'altro nascondono le potenzialità ed i benefici di un diverso punto di vista. L'artista, forse piu' di ogni altro, quando porta avanti un processo creativo, supera le barriere fisiche e psicologiche, liberando e aprendo le menti alle piu' svariate percezioni.
Ciascuno degli artisti invitati ha interpretato il titolo della mostra proponendo una o piu' opere, molte delle quali appositamente realizzate per la mostra.
Simon Boudvin presenta Autori, un progetto di 8 scatti fotografici realizzati in giro per le strade e le piazze di Parigi dove si trovano le statue dei celebri scrittori e scultori: Bernard Palissy, Pierre de Ronsard, Jean-Jacques Rousseau, Voltaire, Dante Alighieri, Georges Jacques Danton, Denis Diderot, Michel Eyquem de Montaigne. L'artista, arrampicandosi sulle statue, ha eseguito gli scatti dall'altezza dei loro occhi, mostrandoci il loro punto di vista. Davide Cantoni ha superato i confini terreni con Galaxy M31, opera di grande formato realizzata appositamente per la mostra con la sua famosa tecnica del disegno bruciato eseguito con lente di ingrandimento e sole su carta. Vittorio Corsini ha realizzato invece Ready, una grande tappeto di segature e pigmenti in cui sono riprodotte le 4 bandiere degli stati di Papua-Nuova Guinea, Sud Africa, Svezia e Mongolia, durante la mostra camminando sull'opera sarà possibile confondere i colori delle bandiere. Angela Detanico e Rafael Lain hanno tratto spunto dagli studi compiuti da Nathaniel Bowditch nel 1802 sulle relazioni tra le lettere dell'alfabeto e le time zones, ancora oggi utilizzati nella navigazione, per realizzare A given time in a given place (Zulu time), un grande wall drawing dove viene ricreata una nuova mappa del mondo che mostra le time zones con entrambi i significati cartografici e linguistici. Nina Saunders, per la prima volta in galleria, presenta Haute Cuture, opera realizzata per la mostra, in cui dal cuscino di una poltrona Chesterfield, sapientemente modificata nella forma, e apparentemente in fase di continua mutazione, si intravede una volpe imbalsamata che indossa una maschera di coyote. Sarah Ciraci' propone La X Dimensione, lighting box con luce intermittente capace di ipnotizzare lo sguardo del visitatore e portarlo verso nuove dimensioni. Berend Strik presenta due nuove opere realizzate a New York, Orbs and Identity e Made in Brooklyn, in cui i ricami ed i tessuti celano e modificano la base fotografica su cui sono sapientemente applicati. Gian Paolo Striano per la mostra ha invece realizzato appositamente Domestic hearth, un opera composta da legno laccato, tubo catodico e led che indaga sui confini sempre piu' indefiniti tra arte e design. Simon Keenleyside presenta il grande dipinto su tela Somebody calling from the other side con al centro una grande torretta di frontiera, e due piccoli dipinti Take me back to that other shore e Curse the dark dove un muro di confine taglia in due il magico mondo dell'artista, il paesaggio dell'Essex. Benny Dröscher dipinge due tele in cui, come sempre nelle sue opere, la percezione di assenza di confini investe le opere nella sua totalità. Sull'intenso blu-cielo delle tele vengono dipinti armonicamente insieme elementi simbolici della natura ed elementi astratti, creando una rappresentazione che riesce a travalicare il supporto pittorico invadendo l'intera visuale del visitatore, al punto che le tele risultano dipinte senza un verso prestabilito, ma possono essere osservate da tutti i diversi punti di vista. Julien Berthier propone l'opera Hypnos. Cinque piccioni imbalsamati e abbattuti a terra in pose antropomorfe indossano maschere di fiberglass che rappresentano Hypnos, Dio del Sonno nella mitologia greca. Courtesy dell'opera Galerie GP & N Vallois, Paris. Seulgi Lee presenta una reinterpretazione di Don Quichotte, un cubo di legno grigio alla cui sommità sono infilzati pelosi spiedini multicolori. Adam Cvijanovic presenta due nuove opere realizzate entrambe con la tecnica del flashe e latex su carta Tyvek. Una ritrae l'oceano, l'altra ritrae una splendida e lussuosa villa dal design raffinato abbandonata.
Opening sabato 20 marzo 2010 dalle ore 19
Blindarte contemporanea via Caio Duilio, 4d-10 Napoli
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Antonio Cimino | Percorsi Percettivi
dal 23 marzo al 15 aprile 2010
Antonio Cimino è un artista di lunga storia e con radici nella tradizione non-figurativa che è riuscito a rinnovare con minimi scarti, deviando in maniera originale – e originaria – verso una sua personalissima astrazione pittorica progettuale.
La sua è una creatività che è stata alimentata da esercizio pittorico, tanto studio, da incontri e frequentazioni importanti – lui, giovane artista ancora neofita – che hanno configurato in modo definito il suo procedere seguente: le chiacchierate con Giulio Carlo Argan e l’amicizia e il supporto intellettuale di Filiberto Menna, che tanto ha influito sulla sua evoluzione successiva caratterizzandola immediatamente in senso razionale, meditativo, essenziale. Così, la sua pittura si è fatta minimale, rigorosa e prende il via fattivamente da un’ossessione per l’inizio, per la trama e la superficie che affronta con un corpo a corpo sotterraneo ma altamente problematico.
Cimino fa, già dall’approntamento delle sue opere, appello all’urgenza e alla necessità di un prima, cioè di una pratica preparatoria che precede l’organizzazione dell’immagine. Comincia dai telai, poi passa alle tele e le lavora preventivamente, ricavando accuratamente un territorio espressivo: strato dopo strato, tinta su tinta, innesca una liaison con lo spazio di base – bianco essenzialmente, ma qualche volta nero – che dovrà accogliere i segni e via via tutta la composizione.
La Nube di Oort Via Principe Eugenio 60, 00185, Roma tel.: 3383387824 stanescu@alice.it www.lanubedioort.it Dal 23 marzo al 15 aprile 2010 Inaugurazione 23 marzo, ore 18.00
Vi segnaliamo che, per accordi pubblicitari con il nostro webmagazine potete visionare le offerte del nostro listino http://www.artapartofculture.net/promo/ e contattare la Redazione al numero +39 0677071899 | +39 3394423786 o tramite email: promo@artapartofculture.net
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Piazza d'arte, Napoli 1995-2009
Alle ore 18 viene presentato al Madre il volume Piazza d'Arte 1995-2009 Quindici anni di installazione in Piazza del Plebiscito, con la partecipazione di Antonio Bassolino, Jannis Kounellis e Mimmo Paladino. Un documento essenziale, di grande suggestione visiva, per 'cultori della materia', collezionisti, appassionati, curiosi, critici in cerca di argomenti reali, con una intervista di Adriana Polveroni a Antonio Bassolino, interventi di Eduardo Cicelyn e Mario Codognato, una testimonianza di Pappi Corsicato e schede analitiche di tutti gli interventi realizzati. La presentazione viene accompagnata da una esposizione di immagini emblematiche di Peppe Avallone, visibile nelle le sale del ristorante del Madre dal 22 al 29 marzo e a Roma, dal 27 al 30 maggio, in occasione della fiera internazionale ROMA - The road to contemporary art, organizzata dall'associazione Roma Contemporary, con il patrocinio della Regione Campania.
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PROGETTO
Sansevero LAB
PAN | sala pan 25 marzo 2010 - 07 aprile 2010 12.00
Il Comitato per le celebrazioni del tricentenario della nascita di Raimondo di Sangro e Alos edizioni in collaborazione con NOTgallery hanno creato un laboratorio di idee che si occupa di rendere pubbliche ricerche nell'ambito delle arti o delle scienze che abbiano il preciso obiettivo di rivisitare in chiave innovativa e contemporanea la storia, i miti, le tradizioni, le scoperte e i primati della Napoli del Settecento, al centro dei quali era sempre presente la Cappella Sansevero e del suo ideatore. I progetti di ricerca selezionati hanno il preciso obiettivo di essere destinati alla divulgazione internazionale delle conoscenze (attraverso l'attività editoriale), sfruttando la globalizzazione tecnologica dei mezzi di comunicazione. Il 25 marzo alle ore 12 presso il PAN| Palazzo delle Arti di Napoli verranno presentati al pubblico e alla stampa i primi risultati del laboratorio e i prototipi dei primi artisti, illustratori e designer che hanno accettato di partecipare a questo progetto: Alessandro Cocchia, Andrea Scoppetta, MARAM, IABO, Roxy in the Box, Daniela di Maro, Enzo Calibè, Jason Villmer, Giuseppe Cerillo. I progetti e i prototipi saranno visibili al pubblico fino al 7 aprile 2010
RASSEGNA
Magmart | video under volcano
PAN | Piano Primo 26 marzo 2010 - 28 marzo 2010
Giunto alla sua 5 edizione, Magmart | video under volcano, festival internazionale di videoarte, approda al PAN| Palazzo delle Arti Napoli, con una rassegna che presenta - dal 26 al 28 Marzo - gli oltre 290 video partecipanti, la più vasta esposizione di videoarte mai vista a sud di Roma. Con una presenza crescente e qualificata di artisti italiani e campani (quai la metà del totale), accanto alla significativa partecipazione di artisti da tutto il mondo, il festival Magmart oltre a confermarsi uno dei più noti e partecipati festival internazionali di videoarte, consolida così il proprio ruolo di palestra e vetrina per la produzione videoartistica italiana, collocandosi a buon diritto come uno dei più interessanti snodi che interfacciano Napoli al mondo dell'arte e della cultura globale, e ponendosi anche (nella prospettiva del Forum Universale delle Culture che si terrà a Napoli nel 2013) come valido punto di partenza per l'apertura di un dialogo culturale tra la città ed il mondo. Con oltre 190 artisti, da Italia, Polonia, Germania, Spagna, Francia, Irlanda, Austria, Gran Bretagna, Croazia, Grecia, Slovacchia, Romania, Belgio, Serbia e Montenegro, Svizzera, Russia, Svezia, Olanda, Finlandia, Norvegia, Stati Uniti, Canada, Corea del Sud, Giappone, Brasile, Israele, Colombia, Turchia, Iraq, Nuova Zelanda, Australia, Filippine, ed un vastissimo network internazionale alle spalle, Magmart pratica già l'universalità dei linguaggi e delle culture. Raggruppati per area di provenienza, i video saranno proiettati nelle tre sale che ospiteranno il festival, dal pomeriggio di venerdi 26 alla mattina di domenica 28. Farà seguito, il 17 Aprile, la presentazione al CAM - Casoria Contemporary Art Museum dei 30 video selezionati dalla Giuria. Un report sulle passate edizioni del festival è disponibile sul sito ufficiale (www.magmart.it/press.php), da cui è anche possibile scaricare il logo del festival! ed imma gini still-frame tratte da alcuni video.
PROGETTO
Impresa da Talenti
PAN | Piano Primo 27 marzo 2010 - 08 aprile 2010 17.30
Prende il via sabato 27 marzo alle ore 17,30 al PAN|Palazzo delle Arti Napoli il progetto Impresa da Talenti, promosso dal Presidente della Sezione Terziario Avanzato dell’Unione Industriali di Napoli, Paolo Minucci Bencivenga. L'iniziativa, diretta e coordinata da Fabio De Felice e Aldo Carlotto per la parte tecnica e da Maria Savarese per la parte artistica, nasce per consolidare i legami tra le aziende di servizi e il mondo dell'arte, accomunati da valori come la creatività, il gusto per l’eccellenza, la professionalità e il rigore della ricerca. Il comitato scientifico composto da Paolo Minucci Bencivenga, Presidente della Sezione Terziario Avanzato, Vincenzo Greco Vice Presidente per i Rapporti Interni dell'Unione Industriali di Napoli, Mario Mattioli, Vice Presidente dell'Unione Industriali per la Formazione e i Rapporti con l’Università, Maria Savarese, Eddy Colonnese, Presidente della Sezione Cultura ed Editoria dell'Unione Industriali, Francesco Pinto, Direttore del Centro di Produzione Rai di Napoli, Michele Bonuomo ed i maestri Fabio Donato ed Ernesto Tatafiore - autore del logo dell’iniziativa - ha selezionato dodici artisti di talento che sono stati abbinati, attraverso un sorteggio, ad alcune tra le principali aziende campane operanti nel Terziario. Almaviva, Deloitte e Aniello Barone, Fides Consulting e Barbara La ragione, Fox Bit ed Enzo Distinto, Getea e Pierre-Yves Le Duc, Gruppo Imperiali e Nunzio De Martino, Idi e Raffaella Crispino, Natura e Mary Cinque, PricewaterhouseCoopers ed Elpidio Ziello, Protom Group e Christian Leperino, Servizi Integrati e Domenico Antonio Mancini, Strago e Ivan Piano, Tecno In e Angelo Volpe insieme a Gianluigi Masucci con il suo lavoro di video arte, hanno intrapreso un percorso progettuale che riflette l’incontro tra arte e azienda ed ha come prima tappa la mostra al PAN: le opere realizzate per il progetto saranno esposte successivamente, a partire dal mese di aprile, n! elle azi ende per le quali sono state progettate.