Il tappeto di segatura
di Giuseppe e Valeria Canone
la tradizione dei tappeti inizia ad affermarsi in Italia e nello specifico a Camaiore, nel corso dell’800, probabilmente con i servitori spagnoli al servizio dei Borbone, che avevano l’abitudine di realizzare tappeti di fiori per accogliere i loro signori, quando questi arrivavano per soggiornare nelle ville della Versilia. Furono proprio alcuni servitori a suggerire agli abitanti di Camaiore di addobbare le strade della città con tappeti di fiori, in occasione della processione del Corpus Domini.
L'istituzione di una festa per celebrare il Corpus Domini, l'Eucaristia, si deve all'iniziativa della beata Giuliana di Retinnes (Liegi), nata nel 1193.
Il culto del Corpus Domini si diffuse in Europa di pari passo con la definizione dogmatica della transustanziazione, la dottrina cattolica che afferma che l'ostia, al momento della consacrazione, si trasforma realmente nel corpo e nel sangue del Cristo.
Un largo impulso alla devozione al "Santissimo Sacramento" venne dai racconti del "miracolo di Bolsena" del 1264: un prete boemo, incredulo, durante la messa spezzò un'ostia, da cui sgorgò del sangue.
Nelle zone dell'Europa cattolica la celebrazione della festa si consolidò ulteriormente nel periodo della Controriforma, in opposizione ai credi protestanti che negavano la transustanziazione. A Camaiore la processione con il Santissimo Sacramento è attestata già alla fine del XV secolo.
L' evoluzione tecnica dei tappeti di fiori, si trasformò verso la seconda metà dell'800 in tappeti di “segatura”, che ebbe però il suo massimo sviluppo tra gli anni `70 e `80, per l'impegno di artisti locali che riproducevano capolavori della pittura antica o rappresentavano temi legati all'attualità.
Questa tradizione, si diffuse anche in Campania, dove nella città di Torre del Greco veniva festeggiata (e si festeggia ancora), la Festa dei 4 Altari legata ai riti religiosi del “Corpus Domini”, l'ultimo fine settimana di giugno.
Durante la Festa dei 4 Altari si celebra ancora oggi il ricordo della guadagnata autonomia dei torresi dalle famiglie feudatarie dei Caracciolo e dei Carafa D'Andria.
Un'eredità della vicina Napoli che già nel 1600 festeggiava il Corpus Domini al Largo del Castello allestendo per l'occasione una scenografia sontuosa e particolare.
Un altro elemento decorativo si aggiunse all'usa degli altari.
Un'antica abitudine voleva che venissero realizzati tappeti di fiori lungo le strade, sostituiti poi, con tappeti di segatura colorata, che rappresentavano figure sacre in stile barocco.
A Napoli, invece, la tradizione dei tappeti di “segatura”si legò all'inizio del secolo scorso, ai riti religiosi legati alle festività Pasquali, dove per l'occasione veniva allestito l'Altare della “Reposizione” erroneamente detto in maniera popolare “Il Sepolcro” , che veniva visitato in più chiese dai fedeli.
Purtroppo pian piano verso la fine del '900, questa tradizione “artistica e popolare”, (oggi potrebbe essere definita un fior fiore di “installazione”), è andata quasi perduta ed in Campania e nello specifico a Napoli, non se ne sente più parlare.
Quest'ultima, a mia figlia Valeria (che fa la pittrice), è sembrata una buona motivazione per convincermi (data la mia giovanile e ventennale esperienza in questo lavoro), a realizzare insieme un “tappeto” per la Parrocchia della SS. Annunziata in via Fonseca, 26.
Nell'occasione è stato riprodotto il dipinto di Caravaggio “L'incredulità di Tommaso” sul pavimento antistante l'Altare del Sacro Cuore.
Giuseppe Canone
scultore
Info:
gcanone@libero.it
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